venerdì, maggio 30, 2008

 

La mostra di Poppi


Sali verso un borgo medievale. La vecchia pretura. Dentro silenzio, un luogo carico di fascino antico. I locali hanno calamitato i disegni di questa arte da tutto il mondo e da ogni epoca.

Sotto alcuni angoli della mostra: i ringraziamenti e i tributi, la stanza degli italiani, il padrone di casa Giuseppe Scapigliati.




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giovedì, maggio 29, 2008

 

'Round the Clock



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mercoledì, maggio 28, 2008

 

Comic strip e pubblicità (10 -d'epoca- Alphonse and Gaston di Opper)

L'espressione popolare negli USA "After you, Alphonse" richiama l'idea del perdersi in cerimonie, una cortesia eccessiva e untuosa, del genere "Prego, dopo di te" con replica "No, dopo di te" fino ad aggrovigliarsi e avvitarsi in un'inerzia demenziale. Pochi però in America sanno che quel modo di dire risale a due personaggi antichi di una striscia, "Alphonse and Gaston", creata da Frederick Burr Opper, autore celebre della prima gloriosa era delle comic strip, tra la fine del diciannovesimo secolo e l'inizio del ventesimo. Opper è anche il padre di "Happy Hooligan", giunto poi in Italia nelle pagine del Corriere dei Piccoli sotto il nome di "Fortunello". Lo stile di disegno è riconoscibile anche in questa "Alphonse and Gaston".
Introduce la pubblicità di un anticongelante per radiatori. Fa un freddo boia, ma i due si perdono in complimenti e inviti reciproci, sempre più leziosi, prima per comprare il liquido, poi per il conto del guasto al motore ("Gaston, vorresti essere così signore da pagare il conto per la riparazione?").

Ora, a parte la presa per i fondelli ai francesismi (che a sua volta discendeva da un disprezzo tipicamente yankee per lo stile dei nostri vicini transalpini), la striscia mostra ancora una volta quello che è l'asse rotante di molte prime serie, specie quelle dei primi del novecento: il tormentone. Una volta ideato, intorno, l'autore con grande creatività costruiva infinite varianti e adattamenti. Senza mai annoiare il lettore che anzi si sentiva a casa ritrovandosi in macchiette e situazioni familiari. I due gentiluomini di Opper potevano imbattersi in ogni genere di avventure drammatiche ma la pantomima degli inchini non finiva mai.

La reclame, apparsa su un numero di Life del 1948, è firmata da uno dei cartoonist che hanno proseguito la serie (in realtà siamo agli sgoccioli, ormai scomparsa dai quotidiani veniva usata solo per le promozioni). Splendido anche, tra le due lattine del prodotto, l' anatrone che sfoggia un minuscolo cappellino di lana.



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martedì, maggio 27, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, maggio 26, 2008

 

Zooga


Zooga © Gabriele Montingelli/Alessandro Pozzetti 2008 - E' vietata la riproduzione senza il consenso degli autori

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sabato, maggio 24, 2008

 

Strrrippit - presentazione alla libreria café La Citè

La Citè non è solo una libreria café. È un punto di incontro nel centro storico di Firenze, con un'ambientazione calda e originale. Piccolo, su più livelli soppalcati, tanto legno, più tavolini che scaffali di libri, un minuscolo banco da pub dove non mancano mai stuzzichini e cordialità. La gente sfoglia i libri, discute, studia o traffica con i propri portatili.
Due avvisi appesi raccontavano quasi tutto del locale. In uno si pregava di non inzuppare i libri con le bevande e tanto meno di tentare di rubarli, troppo facile, non abbiamo controlli. Nell'altro si annunciava che purtroppo il locale avrebbe dovuto chiudere per le 23 dato che
qualcuno si era lamentato del casino. Si entra e si esce ampliando l'atmosfera anche nella stradina dove le chiacchiere proseguono e con nonchalance i calici di vino vengono poggiati sui cofani delle auto.
Un grazie al gruppo di soci, prevalentemente simpatiche donne coraggiose, che gestiscono questo grazioso angolo del mondo e ci hanno inserito nel loro fittissimo programma (dopo di noi c'è stata una serata musicale). È stato un teatrino insolito per la presentazione di Strrrippit.
Sotto due immagini. Nella prima Gabriele Montingelli disserta sulle strip mentre Lido Contemori è di turno al disegno. Hanno riso tutti sulla gag, purtroppo vera, della redazione che gli aveva chiesto se si sarebbero mai potute mettere le quattro vignette di Ludwig anche in fila, assieme, come una striscia. Nella seconda Sauro Ciantini, con un italiano privo di c, intrattiene gli astanti con altre crudeltà sulla figura del cartoonist italiano (dietro la tavola di Palmiro disegnata dal vivo, mentre è la volta di Montingelli al disegno). Sulla destra Silvana Ghersetti, ovvero l'editore Grrrzetic.



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venerdì, maggio 23, 2008

 

La newsletter di Ettore & Baldo


Stefano Milani, Roberto Pasini e il loro Ettore & Baldo ci stanno a cuore. La loro striscia è una tra le più divertenti e simpatiche apparse sul web. L'abbiamo recensita in un precedente articolo

I due sono alquanto vivaci, una piccola ditta. Si divertono e credono in quello che fanno, con una buona quintalata di autoironia. Coccolano i loro lettori, hanno iniziato con il merchandising, tazze, spille, adesivi e ora minacciano di impestare il mondo con un'intera linea di gadget presentata in un negozietto al prossimo Lucca Comics. Infaticabili: stanno per produrre un numero zero di una propria rivista.




Ora c'è anche la newsletter. Ci siamo iscritti anche noi e la consigliamo: ne vale la pena. Un'altra nella vostra casella? Sono dei grandi sparacazzate, ogni tanto una mail di Ettore e Baldo rallegrerà la vostra posta tra tutto quel plumbeo spam che vi incita alla frenesia sessuale. Oggi poi festeggiano un anno sul web, quasi 250 strip. Non possiamo che ammirare e condividere con i nostri lettori questo entusiasmo. Un anno è niente, devono ancora mangiar pagnotte ma stanno apparecchiando la tovaglia con divertimento. Auguri.





(piccolo segreto spifferato, ci piacerebbe molto portarli in uno spazio qui su Balloons ma la trattativa è da mercato arabo, se ne parla da tempo, quando vedremo il cammello giusto si farà)

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giovedì, maggio 22, 2008

 

'Round the Clock




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mercoledì, maggio 21, 2008

 

Little Dee di Chris Baldwin

Articolo a cura di Cius


Nel box in basso a sinistra di questo blog, nella mia breve presentazione, c'è scritto che dovrei essere l'inviato romantico nel mondo delle comic strip. Per tener fede a tale ruolo scelgo allora di presentarvi una strip tutta particolare nata dall'immaginazione del giovane Chris Baldwin.


Prendete una bambina che si perde ai margini di un bosco, in una radura vuota come un foglio di carta bianca contornata solo da alberi neri, cupi come l'inchiostro. Cammina con le mani sugli occhi singhiozzando e involontariamente sbatte contro qualcosa. Un orso. Bianco, enorme, con le unghie affilate. Fate che invece di scappare lo abbracci fiduciosa e si tuffi dentro a quel peluche extra-large smettendo di piangere. Ci credereste? È appena iniziata un avventura.
Quella di Little Dee.




Una bambina e il suo orsacchiotto. Le storie si raccontano partendo dalle piccole cose, poi la fantasia ci mette il resto. Chris Baldwin deve però avere altri assi nella manica per presentare con così tanta semplicità un racconto accattivante e delizioso.
Innanzi tutto una capacità grafica non indifferente, puntigliosa e precisa quanto basta ma al tempo stesso vivace e ad effetto, combinata dall'uso dei retini (unica aggiunta "informatica" alla strip realizzata interamente a mano) e da una perfetta miscela di campi bianchi e neri. In secondo luogo riesce a raccontare qualcosa di inaspettato e profondo, partendo da un messaggio antico ma sempre attuale: per scoprire cose grandi e belle nella vita a volte è necessario perdersi un poco o magari del tutto, come la piccola Dee.

E le cose grandi e belle non mancano, anzi, arrivano appena dopo poche strip. Il lettore viene subito rassicurato: Dee non farà una brutta fine. Oltre a Ted, l'orso che all'inizio non vuole farsi vedere e anziché mangiarsela la invita ad andarsene, si prenderanno cura di lei Blake un cane scappato dalla vita domestica in nome della libertà e Vachel, un avvoltoio pieno di idee e risorse, spesso scettico e brontolone. Quest'ultimo è anche l'anima ironica delle vicende e delle gag del gruppo (spassosa la strip in cui, indecisi su cosa dar da mangiare ad una bimba così piccola, Vachel proponga un Opossum intravisto sulla route 26…). Assieme tenteranno anche di riportarla in città per farle tornare la memoria perduta e restituirla alla sua vita normale, ma il massimo che riusciranno ad ottenere sarà di perdersi ad ammirare un negozio di giochi ed uno di dolciumi.


Non finirete mai di stupirvi. Il lettore viene continuamente attratto dalla striscia successiva con trovate sempre nuove: volerete in deltaplano, solcherete i cieli in aereo (con Vachel che è un pilota provetto), incontrerete coccodrilli per niente pericolosi, pinguini alla guida di un auto diretti a Pittsburgh, scenderete urlando dalle montagne russe, salterete dalle cascate, dormirete nel bosco sotto le stelle e giocherete con la neve fresca e tanto, tantissimo altro ancora. Ce n'è abbastanza per coricarsi stanchi a letto alla sera e dormire come solo i bimbi san fare.





Il sito ufficiale è www.littledee.net. In realtà un blog ma con un ricco archivio.

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martedì, maggio 20, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, maggio 19, 2008

 

Zooga


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venerdì, maggio 16, 2008

 

Cantando e suonando le comic strip: Them days is gone forever di Al Posen

Alla fine del post precedente sulla attempata pubblicità della Pepsi abbiamo mostrato una tavola di Al Posen che conteneva un microscopico spartito musicale. Saltando da un filo all'altro delle scoperte arriviamo alle comic strip melodiche. Ritorneremo sulle strisce tematiche e promozionali ma questa è troppo bella da raccontare: strisce che si potevano cantare e suonare, come dice qui sotto l'annuncio dell'Okland Tribune del 1922.
L'idea venne presentata come una gran trovata per i lettori. In effetti: suona assai bizzarra oggi, figuriamoci se prendiamo la macchina del tempo e rivediamo l'epoca. I cartoni animati sonori dovevano ancora arrivare ma la follia creativa degli autori e degli editori era un'arma per battere la concorrenza. Tutto si giocava sulle strip del giornale, la striscia doveva sbalordire.
"Meglio della vostra strip preferita" esalta il promo su carta (un po' come i trailer ora al cinema). "
Avete mai cantato una comic strip?" "Ecco qua la vostra opportunità". "Potete ridere e cantare" [come no?]. "Andate al pianoforte, cantate i versi e suonate la musica nella prima di una nuova serie di comic strip che The Tribune ha inserito per intrattenervi e allietarvi dopo una giornata faticosa".
L'idea era da ricovero neurologico? Sì ma anche un segno del pazzo spirito dei tempi, servita con sana consapevolezza e pure ironia. Alla fine aggiungono: "…everybody thinks he can sing" "
What the neighbors think is another story". Grandi davvero: "Ognuno pensa di poter cantare. Quello che ne pensano i vicini è un'altra storia".



La serie di Al Posen aveva per titolo "Them days is gone forever". In un linguaggio volutamente molto sgrammaticato per avvicinarsi alla parlata popolare significa "Quei giorni belli se ne sono andati per sempre".
Ogni striscia immancabilmente si concludeva con questa frase tormentone. E questo rende ancora più eccentrica l'idea. Ridi, canti e, olé, chiudi con una bella infornata di nostalgia, rendendoti conto che, e già, non è più come una volta. Come si possa miscelare sorrisi, canto e malinconia dei tempi andati su un, allora, giovane mezzo di comunicazione è una di quelle domande che non trova risposta.



La musica? Si è ipotizzato su Barnacle Press che le note evocassero poco più di un farfugliato motivetto ma talvolta, a quanto sembra, forse sotto forma di ritornelli da una striscia all'altra, formavano davvero una canzone. Comunque la potenza micidiale di sintesi delle strip si estendeva anche alla musica che le accompagnava.
("suonate questa sul vostro tegame", consiglia l'autore nella strip sotto)


Posen vendette la sua prima strip al United Features Syndicate nel 1921. Nel giro di un anno la distribuzione di "Them days is gone forever" arrivò su un centinaio di quotidiani. Interruppe la serie nel 1927 ma si trovano ancora tavole negli anni successivi come supporto pubblicitario. Poi l'autore riprese nel 1949 il meccanismo dando il nome "Rhymin' Time" alla nuova serie. Al Posen è conosciuto anche per le strip "Ella and Her Fella" ugualmente sotto forma di poesiola scherzosa e per "Sweeney and Son" apparsa per 25 anni sulla stampa americana.
Esistono comunque altri casi di "tavole musicali". Un esempio celebre è
la Jazz Pantomime di Krazy Kat di Geo Herriman, perfettamente eseguibile, contenuta nella spettacolare raccolta dal titolo "The Kat who walked in beauty", recensita in un precedente post di Balloons.
Potete trovare altre tavole di "Them days is gone forever" su
Barnacle Press.

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giovedì, maggio 15, 2008

 

'Round the Clock




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mercoledì, maggio 14, 2008

 

Introduzione a Cul de Sac di Richard Thompson


Eccolo qua. Sembra che l'abbiamo adottato. È così. Richard Thompson ci piace molto. Anche nel caso apparteniate alla categoria dei Linusiani delusi vale la pena prendere il numero di maggio in edicola. C'è la presentazione dei personaggi. Ci sono le prime strisce, quelle che introducono al piccolo universo di Cul de Sac. E sono quelle che aiutano subito a salire sul palcoscenico.

Intendiamoci: come ogni buona comic strip, secondo tradizione, funziona da qualunque tavola iniziate. Ogni striscia si regge a galla da sola con la sua gag. Del resto Schulz non ebbe bisogno di alcuna strip introduttiva per far girare il meccanismo. Un ragazzino passeggiava e alcune sue compagne tiravano fuori un commento cattivello.

In queste strisce iniziali di Cul de Sac invece viene svelato a poco a poco lo scenario del piccolo villaggio americano. Niente di didascalico, questo è il bello. Thompson inizia la narrazione con ironia e, grazie alle voci e le visioni surreali di Alice Otterloop e degli altri bambini, scopriamo la cittadina, l'Accademia Blisshaven (l'asilo), la maestra miss Bliss, papà Otterloop e la sua macchinina, mister Danders (la cavia) e via via tutti gli altri elementi della compagnia.
Soprattutto capirete perché Watterson, il papà di Calvin & Hobbes, vada matto per il talento grafico e umoristico di Thompson, assieme ai lettori e alla critica d'oltre oceano.
Non è la reincarnazione di Schulz, anche se c'è un mondo di bambini. Non è un clone o un epigono. È una delle nuove stelle del firmamento delle comic strip. Forse sono in crisi i quotidiani e di conseguenza gli spazi delle pagine di comics,
come ci raccontava anche Thompson nella intervista, ma il teatro delle strip è molto pimpante. Lasciate perdere i vecchi barbogi nostalgici, quelli che le strisce non sono più come una volta. Da tempo è fiorita una nuova generazione di grandi strip come Cul de Sac, Pearls Before Swine, Ollie and Quentin, PvP, che si aggiungono alle già affermate e ben vive Mutts, Zits, Monty e Dilbert. E anche in Europa e in Italia la scena è ben sveglia.

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martedì, maggio 13, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, maggio 12, 2008

 

Zooga


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sabato, maggio 10, 2008

 

Presentazione Strrrippit - libreria La Cité Firenze venerdì 16 maggio

 


clic per andare al sito della libreria  LaCité

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venerdì, maggio 09, 2008

 

Pubblicità e comic strip (9 - d'epoca- la Pepsi secondo Otto Soglow e Al Posen)

La pubblicità della Pepsi in genere è colorata, chiassosa, di tendenza. Almeno come la conosciamo oggi. Questa tavole di Otto Soglow, apparse su Life nel 1943, invece stupiscono per la delicatezza e il minimalismo. E non avrebbe potuto essere altrimenti conoscendo lo stile di questo autore. Abbiamo parlato della sua strip quasi silente "Il Piccolo Re" in una recensione precedente .






Appena più vivace per la presenza del colore ma sempre molto semplice e lineare la strip di Al Posen sempre sulla Pepsi.


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giovedì, maggio 08, 2008

 

'Round the Clock


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mercoledì, maggio 07, 2008

 

Intervista con Richard Thompson

Abbiamo già annunciato la pubblicazione di Cul de Sac in Italia sul mensile Linus. È il momento giusto per fare conoscenza con Richard Thompson. L'autore ci racconta qualche frammento della sua storia assieme ad alcuni pensieri sul mondo delle strisce da giornale.
Le due vignette in sequenza che illustrano l'articolo sono un regalo proprio per i lettori italiani. Nella prima il padre chiede ai bambini cosa stiano combinando. "
Scaviamo una buca per l'Italia". "Ci siamo quasi". La gag della seconda non ha ovviamente bisogno di spiegazioni. Se volete con un clic sulle immagini potete accedere a una versione ad alta risoluzione, scaricabile e adatta alla stampa.
L'intervista è stata realizzata in collaborazione con Cius.
Che resta da dire? "Richard, thanks for you kindness".





Richard, innanzi tutto grazie per la tua disponibilità all'intervista.
Sei uno dei cartoonist che sta avendo maggior successo internazionale in questo momento. A soli tre anni dall'esordio di "Cul de Sac", un tempo relativamente breve, ti aspettavi anche una versione in italiano della tua comic strip? Che effetto fa sapere che le vicende di Alice e Petey Otterloop verranno inevitabilmente "vissute" dai lettori nella quotidianità di un paese come l'Italia?


Non posso proprio affermare di avere raggiunto tutto questo successo, ma fin ora tutto va bene. Cul de Sac è partita come striscia solo domenicale sul Washington Post nel 2004. Dal momento in cui è andata sotto la distribuzione del syndicate lo scorso autunno ha raggiunto115 giornali. È un buon inizio per una strip, specie di questi tempi, con quotidiani che spariscono e fumetti che si restringono. I quotidiani in Italia hanno la pagina dei fumetti? Conosco bene Linus, ma non so gran che della stampa giornaliera. Ma sono molto lusingato che Cul de Sac stia arrivando in Italia e spero che il suo umorismo abbia un senso e venga fuori anche in questa versione. Il traduttore per Linus, Diego Ceresa [NDR: calligrafo e collezionista di comics, il miglior letterista italiano, cura anche i Peanuts su Linus], mi ha spedito alcune delle strisce che ha tradotto e sta facendo un lavoro meraviglioso. Ha persino sviluppato un font particolare dal mio lettering in modo che appaia scritto a mano. Io stesso non vedo l'ora di vedere una copia, sarà uno stimolo per imparare la vostra bellissima lingua.


Il tuo successo, come quello di molti altri, è passato per i quotidiani e in generale per la carta stampata, con un record di consensi fin dall'esordio sul Washington Post. Tutto questo nell'era di internet, in cui molti pensano che sia il web la vera nuova frontiera della pubblicazione. Pensi che la pubblicazione su carta sia ancora importante? Sotto questo punto di vista qual è la tua opinione personale?


La mia occupazione quotidiana è l'illustrazione, soprattutto sui periodici, e se non la vedo stampata su carta è come se niente fosse accaduto. Mi sto abituando a vedere il mio lavoro on line, curando da solo un mio blog per un po' di tempo ho diffuso in rete la mia roba. Ma la pubblicazione su carta rimane importante per me. Sono un tradizionalista, o se rende l'idea, un fuddy-duddy [NDR: Richard ricorre a questa splendida espressione musicale ritmata in inglese che rende l'idea di persona di vecchio stampo, un po' fuori dai tempi]. E amo i quotidiani, ho lavorato per il Washington Post per quasi 25 anni, e vedere la mia striscia sulla carta del giornale assieme a tutte le altre comic strip significa molto per me, come se avessi traslocato in un quartiere che ho sempre amato.


Negli Stati Uniti c'è un amore spropositato per le comic strip. Qui in Italia siamo molto più legati alle graphic novel, ai cartoon Disney, ai Manga e al fumetto con i super eroi. L'esordio su Linus quindi è un'ottima opportunità per conoscerti. Ci chiediamo allora che cosa rappresentino per te le comic strip, quale importanza abbiano avuto nella tua vita e come si distinguano dalle altre forme di fumetto e comunicazione?



Richard Thompson autoritrattoAnche in America la gente si sta indirizzando sempre più verso Manga e graphic novel. Comunque penso che le comic strip da quotidiano mantengano la loro popolarità, come è dimostrato da quanto avviene su un giornale ogni volta che aggiungono o cancellano le loro strisce. Ero un ragazzino negli anni sessanta a Washington D.C. quando c'erano diversi quotidiani tutti con le pagine delle comic strip. Peanuts, che era al culmine della popolarità, e Pogo sono le prime strip delle quali ho una vivida memoria di lettura. Pogo era la preferita dei miei genitori, specie di mia mamma. Le piaceva disegnare e qualche volta riproduceva i personaggi di Pogo o quelli Disney. Mi sedevo al tavolo della cucina e disegnavamo insieme. Lei era cresciuta in diversi orfanotrofi e per intrattenere i bambini più piccoli disegnava anche fumetti per loro.
Così, disegnare è quello che ho sempre fatto, persino quando avrei dovuto dedicarmi ad altro, come i compiti a casa, e in genere i miei disegni erano umoristici, o quanto meno tentavano di essere comici. Come ho detto, gran parte del mio lavoro è consistito nella illustrazione per pubblicazioni e più andavo avanti in questa attività più cercavo di elaborare parole nel disegno, come se stessi provando a trasformarlo in un in una vignetta che si regge in piedi da sola, non più dipendente dal testo illustrato. Non so se in Italia avete qualcosa di simile alle vignette umoristiche del New Yorker: per me sono come piccole fette di vita osservata presentate in modo abbastanza semplice ma con didascalie e disegno sofisticati. È a questo che, in un certo modo, molto del mio lavoro di illustrazione si stava indirizzando, anche se spesso era ben inferiore.

Nell'illustrazione ho sempre avuto voglia di provare quasi tutto, roba sciocca, caricature, pennino e inchiostro, acquarello, pittura ad olio, matite colorate etc e tutto questo mi ha portato a imparare nuove cose. E imparare nuove cose ha significato studiare il lavoro dei migliori e provare a rubare da loro. Credo che l'idea di fare una comic strip sia sempre esistita in un angolo del mio cervello, persino in quegli anni nei quali giuravo che mai ne avrei fatta una dato che ero così impegnato in altri lavori. Ma ci sono arrivato facilmente, prima con la tavola domenicale sul Washington Post poi con le strisce giornaliere per il syndicate. Quello che sto dicendo è che la striscia giornaliera è una Grandiosa Espressione Artistica Americana, forse non sempre grandiosa, ma, nelle sue forme migliori , uno dei vertici dell'arte grafica. E avere la possibilità di esprimersi così è solo una gioia, nonostante tutto il duro lavoro nel macinare fuori una striscia ogni giorno.
Come ho detto, disegnare è quello che ho sempre fatto.


Cul de Sac è nata dopo anni di lavori nel campo dell'illustrazione. La si può considerare il punto di arrivo della tua precedente produzione o un nuovo punto di partenza?

È un'ottima domanda che spesso io stesso mi sono posto. Ho operato come libero collaboratore per gran parte della mia vita e Cul de Sac è il mio primo vero lavoro dopo tanto tempo. Penso sia soprattutto un nuovo punto di partenza perché disegnare una comic strip è un processo infinito, così tanto che mai arrivi veramente, continui solo ad andare sempre avanti. E si dice che il viaggio sia molto più importante della destinazione.


C'è qualche autore italiano che conosci e stimi per il suo lavoro?

Sì! Amo Lorenzo Mattotti, Vittorio Giardino e Tullio Pericoli. E mi piacerebbe conoscerne di più, per favore raccomandatemene alcuni!






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La versione originale dell'intervista, per chi volesse gustarsi le sfumature dell'inglese e anche perché è una delle prime che girano in rete (abbiamo poi scoperto di avere alcuni lettori non italiani appassionati delle
strip che ovviamente apprezzano ma si lamentano di non capire una mazza dei testi).



First of all, thank you for agreeing to the interview.

You are currently one of the most successful cartoonists around and only three years after Cul de Sac came out, quite a short period really. Did you expect a version of your comic strip in Italian as well? How does it feel knowing that Alice and Otterloop's affairs will inevitably be "lived" and become part of everyday life in a country like Italy?


I can't really claim to be too successful, but so far so good. Cul de Sac started as a Sunday-only feature in the Washington Post in 2004, and since its move to syndication last fall it's gotten into about 115 papers, which is a good start for a strip, especially in these days of disappearing newspapers and shrinking comics. Do newspapers in Italy have comics? I'm familiar with Linus, but not with the daily papers. But I'm very tickled that Cul de Sac is coming to Italy, and I hope it all makes sense and the humor comes through.
The translator for Linus, Diego Ceresa, has sent me a few strips he's translated and he's done a beautiful job, even developing a font from my lettering so it would look hand-made. I'm looking forward to seeing a copy of it myself, it'll inspire me to learn your beautiful language!


Like that of others, your success has came about through daily papers and the press in general obtaining record consensus since it first appeared in "The Washington Post". All this despite the era of internet which many consider the new frontier for publications. Do you think that publication on paper is still important? In this respect what is your personal opinion?


My day job is illustration, mostly magazine illustration, and if I don't see it printed on paper it's like it didn't really happen. I'm getting used to seeing my work online, and having a blog of my own I've been posting my stuff for a while. But publication on paper is important for me. I'm a traditionalist, or a fuddy-duddy, if that translates. And I love newspapers, I've done work for the Post for almost 25 years, and to see my strip on newsprint in with all the other comic strips means a lot to me, like I've finally moved into a neighborhood
I've always loved.


In America there is a long tradition and longstanding love for comic strips whereas here in Italy people are more interested in the graphic novel, Disney cartoons, Manga and super hero comics. Publication in Linus is therefore an excellent opportunity to know you. What do comic strips mean to you, what has their importance been in your life and how do they differ from other forms of cartoon and communication?

And in America people are turning more and more to Manga and graphic novels, too. Though I think newspaper comic strips retain their popularity, as every time a paper adds or cancels its strips . I was a kid in the 1960s in Washington DC, when there were several daily newspapers all with comics pages. Peanuts was at its peak then, and that Pogo are the first strips I have vivid memories of reading. Pogo was my parents' favorite, my Mom's especially. She liked to draw and sometimes would draw Pogo characters or Disney characters, and I'd sit at the kitchen table and we'd draw together. She grew up in various orphanages and to entertain the younger kids she'd drawn cartoons for them, too.


So drawing was what I always did, even when I should've been doing other things, like homework, and usually my drawings were funny, or tried to be. Like I said, most of my work has been illustration for publications, and the more of it I did the more I'd work words into the drawing like I was trying to turn it into a free-standing cartoon. I don't know if you have anything like New Yorker cartoons in Italy, by which I mean little slices of observed life presented as a fairly simple yet sophisticated drawing and caption. That's sort of what a lot of my illustration work was aiming for, though it often fell well short.


In illustration I was always willing to try almost anything, goofy stuff, caricatures, pen & ink, watercolor, oil paint, colored pencils etc, and it all led me to learn new things. And learning new things meant studying the work of those who do it best, and trying to steal from them. I think doing a comic strip was always at the back of my mind, even though for years I swore I couldn't do one because of all the work involved. But I eased into it, first with the Sunday Cul de Sacs in the Post and now with the dailies for syndication.
I guess what I'm saying is that the daily comic strip is a Great American Art Form, maybe not always great, but at it's best it's one of the peaks of graphic art. And getting a chance to do it is just a joy, despite all the hard work in cranking out a daily. Like I said, drawing is what I've always done.

Cul de Sac came about after many years in the illustration industry. Do you consider it a point of arrival or is it a new beginning?


That's an excellent question, I've been wondering which it is myself. I've been freelancing most of my life, and Cul de Sac is my first real job in a long time. I think it's mostly a new beginning, because drawing a daily strip is such an endless process that you don't really arrive, you just keep going and going. And they say that the journey is more important than the destination.


Are there any Italian authors that you know or admire the work of?

Yes! I love Lorenzo Mattotti, Vittorio Giardino and Tullio Pericoli. And I'd like to know more, please recommend some!

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martedì, maggio 06, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, maggio 05, 2008

 

Zooga


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domenica, maggio 04, 2008

 

Napoli Comicon: premio a Crow's Village

Tra i premi Micheluzzi al Comicon di Napoli nella categoria "Migliore Blog o Webcomic" ha vinto Crow's Village di Lele Corvi. Fiere, mostre e concorsi dispensano riconoscimenti e gratificazioni a manetta sulla scena del fumetto italiano ma raramente dedicano attenzione alla vivacissima scena delle comic strip nostrane. La notizia però merita una segnalazione anche per altri motivi. Ne indicheremo due.
Il primo è che se il valore di un premio si misura dai competitori bisogna dire che Corvi l'ha spuntata su candidati notevoli con una popolarità persino superiore.
L'altro è quasi personale, affettivo: abbiamo visto nascere il villaggio di Corvi sin dalla sua ideazione qualche anno fa grazie a un fitto scambio di mail con l'autore. Esplorando il web alla ricerca di nuove strisce italiane saltò fuori questo mastro di pennarelli già allora super prolifico. Contattato per un recensione su Tobia, la strip che allora disegnava, rispose che, insoddisfatto, stava cambiando tutto, voleva creare una serie che gli consentisse di esprimersi a 720 gradi, con infiniti personaggi e uno stile di disegno semplice e meno lezioso. Con un tratto più sgraziato e temi spesso un po' cazzoni, ma in totale libertà. Qualcosa che non fosse mai un limite alla sua creatività veloce. Mi costrinse praticamente a
scrivere su qualcosa che ancora non esisteva, sulla base di una prima trentina di strisce. Ma il meccanismo era perfetto e bastavano per capire. Ancora oggi è ben oliato, va avanti sul web tanto da aver già fatto superare senza segni di stanchezza le 1200 strisce. Ha guadagnato consensi, risate e affetto dei lettori, qualche giornale e qualche libro. E la stima della critica come conferma il premio di Napoli.

Niente di meglio per festeggiare che offrirvi una mappa del villaggio tratta dalla raccolta Strrrippit edito dalla Grrrzetic.




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sabato, maggio 03, 2008

 

‘Round the Clock di Ditó su Balloons



È già arrivato. Lo scorso giovedì. Anzi è un ritorno sul web. 'Round the Clock di Ditó per un po' starà su Balloons con nuove strisce inedite. L'appuntamento è per ogni giovedì. Farà compagnia nel corso della settimana alle strip di Deco e Gabriele Montingelli. Articoli, tavole di fumetti, ci sarà qualcosa così quasi tutti i giorni su questo (come definirlo?) "giornale-blog" delle comic strip.
Non c'è stato il tempo per annunciarlo. Abbiamo corteggiato e minacciato a lungo Paolo e ci ha preso un po' di sorpresa quando finalmente ha deciso di far riapparire la striscia.
Non è la prima volta nella sua storia di disegnatore che gli capita di uscire per prendere le sigarette e di tornare senza più voglia di matite o tavolette grafiche. Una vigilia di Natale di qualche anno fa lasciò i lettori del
blog di 'Round, un piccolo culto in rete, annunciando una non lunga sospensione. Nausea da web, un po' di stanchezza: il piacere di preparare una striscia quasi quotidianamente era diventato un dovere. Aggiungeteci un po' di sazietà da serate su internet perché tra strisce firmate, in collaborazione e come autore fantasma Paolo aveva giocato su molti fronti. Quel post prenatalizio è ancora li sospeso, la pausa è durata quasi un anno e mezzo.
Eppure l'ispirazione non era mai mancata. 'Round è un delizioso teatrino, Natale, Marta, Quaresima, gli incubi, il revival degli anni '70 e l'ultima terribile protagonista, la pessima e pestifera Patoornia ci sono mancati.
Una sera gelata d'inverno, in un locale sul naviglio milanese - malfamato se volete, così fa atmosfera - interrompendo un litigio con Gabriele Montingelli, gli abbiamo chiesto: "ma tu che ci stai a fare con noi se non disegni più strisce?". Capirete che con questa brutalità di toni i battibecchi ci vengono più facili che a Qui, Quo, Qua, ma il mite Paolo Di Tonno incassò la domanda. In realtà non aveva mai smesso di disegnare, mandando avanti
Baudelaire. Ma quello, lo struzzo metafisico, non conta (abbiamo appena detto del tenore delle conversazioni).
Così si è progettato un ritorno: una strip solo alla settimana - mi raccomando non fateglielo sentire come un dovere - finché gli gusta.
Noi siamo davvero fieri di averlo riportato qua, contenti di rivederlo dar vita ai personaggi di 'Round.





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venerdì, maggio 02, 2008

 

Cul de Sac di Richard Thompson arriva su Linus

La notizia arriva dritta dal blog di Richard Thompson. Cul de Sac, la comic strip che abbiamo avuto l'onore di illustrarvi per primi in Italia in un post precedente di qualche mese fa, sbarca su Linus. Va riconosciuto il merito a Cius del buon occhio nel scoprirla: la striscia vale davvero, è incredibilmente originale, spiritosa, sarcastica e delicata allo stesso tempo. Vi rimandiamo senz'altro alla lettura di quella presentazione.
La versione italiana, in particolare il lettering, è curata da Diego Ceresa.



La ciurma di Balloons ci ha preso gusto e anche coraggio nell'esplorazione della nuova scena delle strisce (non è la prima volta, anche la deliziosa "Perle ai porci" di Pastis è stata intravista dalla nostra coffa e poi portata in Italia). Approfittando del balletto di ringraziamenti e cortesie con Thompson, abbiamo chiesto all'autore una prima intervista per introdurlo ai nostri lettori. Cucinata assieme a Cius, ve la serviamo nel prossimo post, giusto il tempo di mantecare la traduzione. Non perdetevela, è lunga e gustosa, e soprattutto guarnita da due illustrazioni dedicate da Thompson ai lettori italiani.
Per chi volesse cominciare ad apprezzare la strip nella versione originale suggeriamo www.gocomics.com, registrandovi potete ricevere gratis una giornaliera sulla vostra casella di posta. Per le tavole domenicali - come leggerete nell'intervista furono le prime ad essere pubblicate - vedi la pagina del Washington Post.

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giovedì, maggio 01, 2008

 

'Round the Clock


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