venerdì, gennaio 30, 2009

 

Zanzare di Francesco Abrignani


Qualche volta si scoprono piccoli libricini di comic strip frugando tra gli scaffali delle fumetterie. Questo era proprio sperduto tra volumoni rutilanti, alto un palmo di mano, un taglio simpatico adatto a ospitare una striscia per pagina, copertina coloratissima.
Zanzare di Francesco Abrignani è pubblicata da
EssEffEdizioni, casa editrice de La Scuola di Fumetto di Milano. Agli allievi viene data la possibilità di sviluppare progetti editoriali, premiando alcuni con la pubblicazione e la distribuzione. La scuola esiste da più di 25 anni e dal 1995 è diventata anche piccola etichetta editoriale.
Trentadue strisce perfettamente autoconclusive, hanno per protagoniste tre buffe zanzare, una nevrotica, una vegetariana e una che crede di essere un vampiro. Comparse varie dal mondo degli insetti, variazioni di gag sul soggetto.




La striscia di Abrignani (una versione a colori sul suo blog) ha un'impostazione classica che più non si può. Ben disegnata ma forse il suo limite, scontato, è proprio quello di essere un lavoro di scuola. Come un compito, una tesina ben scritta. Tutti i dettami e i dogmi del genere ben applicati. Spesso le battute sono telefonate e non all'altezza del disegno. Le scuole di fumetto possono molto ma non insegnare l'umorismo o regalare la scintilla di estro. Il superare le regole una volta conosciute, la vera creatività, arriva dopo e non sempre. E sul suo blog, anche se abbandonato da un po', Abrignani mostra tutti i primi segnali della giusta ribellione.
Auguri, comunque, l'esordio su carta meritava attenzione.

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giovedì, gennaio 29, 2009

 

I Bernasconi di Lido Contemori

I Bernasconi di Lido Contemori

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mercoledì, gennaio 28, 2009

 

Fennec di Lewis Trondheim & Yoann


La ProGlo edizioni ha pubblicato una comic strip atipica, "Fennec" di Lewis Trondheim & Yoann. L'album è davvero grazioso, ben stampato, una novità editoriale per lettori di gusto fine.
Il Fennec è una piccola volpe del deserto dalle grandi orecchie (nome scientifico "vulpes zerda"). Furba e solitaria deve recuperare la collana dello sciamano per liberarsi, secondo la sua teoria, dei detestati serpenti. Il presunto talismano le permetterà, con una disinvolta strage, di allagare il deserto per mesi e affogare gli odiati nemici. I quali hanno le loro brave ragioni: la piccola volpe appare carina ma divora le loro uova. E qualunque altro animale alla sua portata, con indifferenza, secondo le dure regole della selvaggia natura, come tutti gli altri predatori.


Fennec è un lavoro unico per i contrasti stridenti. Le splendide tavole ad acquarello di Yoann raccontano la bellezza e l'asprezza della natura africana con cromatismi visionari capaci di evocare drammaticità e umorismo. I dialoghi di Trondheim sono cinici, taglienti, secondo il suo stile sardonico, qualche volta demenziali. C'è la fuga e il viaggio, gli incontri con animali particolari dell'Africa subtropicale, non antropoformi ma parlanti e pensanti. Gibboni, iene, pappagalli, gnu sovrappongono alla loro indole selvaggia ragionamenti e atteggiamenti umani conformi. C'è la ricerca, il tesoro come nelle grandi avventure. C'è la grande natura, spietata, imprevedibile, ignota e affascinante. E ci sono gli episodi di comicità spicciola.



L'accostamento con le favole di Esopo è forse eccessivo ma parecchi canoni letterari si miscelano con il ritmo da comic strip. A dirla tutta vengono smitizzati e presi in giro, come il finale confermerà.



Il racconto si snoda con successive tavole, sotto forma di doppie strisce. Apparentemente è una continuity strip, con una storia che va avanti. Ognuna delle tavole però, secondo i canoni classici di questo genere, ha anche una sua gag o battuta.



Lewis Trondheim (pseudonimo di Laurent Chabosy) è uno dei talenti più prolifici e magnifici della scena francese, ammirato in tutto il mondo e purtroppo ancora poco conosciuto in Italia. Dalle nostre parti è arrivato con la serie La fortezza e le spassose storielle di Kaput e Zösky pubblicate su Linus. È un personaggio controverso, creativo, inquieto (ha già un abbandono annunciato nel suo percorso), mutevole nello stile.
Imprevedibile anche. All'interno del suo bizzarro
sito ufficiale cura un blog anomalo, Les petits rien, dove le tavole con il passare dei giorni sbiadiscono lentamente.
Yoann (Chivard) è un'altra bella salamandra dell'illustrazione e del fumetto, capace di passare da uno stile all'altro. In Italia è noto per
Toto L'ornitorinco, Edizioni Bd.

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martedì, gennaio 27, 2009

 

Inkspinster



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lunedì, gennaio 26, 2009

 

Palmiro di Sauro Ciantini

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Dedicata a Enzo Scarton

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venerdì, gennaio 23, 2009

 

Liberty Meadows, coda: la traduzione

Giochetto sulle diversità delle traduzioni. Piccola coda al post dedicato a Liberty Meadows di Frank Cho. Il lettore ignaro delle versioni originali potrà cogliere per una volta tutte le differenti sfumature. La prima tavola sotto è l'originale in inglese. La seconda è l'iniziale versione apparsa sul numero di Linus dell'ottobre 1997, esordio della striscia in Italia. Segue la interpretazione di Andrea Toscani, contenuta nel libro della Saldapress, più fedele al tono della conversazione .




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giovedì, gennaio 22, 2009

 

I Bernasconi di Lido Contemori

I Bernasconi di Lido Contemori

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mercoledì, gennaio 21, 2009

 

Liberty Meadows di Frank Cho

"I prati della libertà", Liberty Meadows, ha un'ambientazione curiosa. È un "animal sanctuary", una riserva e ricovero per creature che hanno perso i loro abituali habitat e anche la sanità mentale. Un gruppo di bestie afflitte da vizi e follie molto umane assistite da umani che si arrovellano tra tensioni d'amore e noie psicologiche. La striscia ha un effetto spiazzante per il primo lettore: è un incredibile sinfonia di stili eterogenei. Nelle stesse tavole si affacciano il realismo con cui sono disegnati alcuni personaggi e imprevedibili animali in modalità antropoforme. Temi emotivi o melodrammatici si avvicendano con gag pacchiane e chiassose. Fondali minuziosi e quasi fotografici si alternano a semplificazioni iconiche tipiche delle strip più semplici. E ancora strati di satira sociale, donne da sogno, ammiccamenti al lettore, comparse da altre strip. Un minestrone sorprendente.

Frank Cho ha origini coreane ma una formazione culturale tutta costruita negli USA dove ha vissuto dall'età di sei anni. Come tanti altri autori di comic strip, non viene da percorsi artistici del mondo del disegno ma è un fiero autodidatta. Un talento strepitosamente poliedrico con influenze grafiche derivate dai grandi maestri dell'illustrazione e delle comic strip americane (innumerevoli ma in particolare Frank Frazetta e Al Capp). Ha iniziato a raggiungere, ancora ventenne, un successo su scala mondiale quando è stato messo sotto contratto nel 1996 dal Creators Syndicate. Il suo carattere ribelle si è però manifestato con una creatività decisamente poco confinabile che presto è entrata in conflitto con i limiti posti dai suoi distributori, come ha lasciato trasparire in numerose strisce cariche di ironia sugli eccessi di censura, interferenze e sulla ossessione per il politically correct . Con una scelta coraggiosa e insolita, ha rifiutato nel 2002 la distribuzione e pubblicazione nei giornali - fonte di notorietà e guadagni ricchi e sicuri - per passare a quella esclusiva su comic-book. Rinunciando all'ombrello dei syndicate, le sue strisce, sia le vecchie come le inedite, ora sono reperibili solo nei comic book. In Italia è apparso per diversi anni su Linus, dall'ottobre del 1997 al luglio del 2000.

La raccolta italiana fondamentale è Liberty Meadows - Eden, edizioni Saldapress (pag. 128, 2003). Sono le prime 400 strisce in versione integrale. È un director's cut: molte sono state riviste o persino ridisegnate una volta liberatosi dalle catene dei syndicate. Come racconta Cho, "sono cinque gli argomenti che gli editor dei quotidiani non vogliono nella pagina dei fumetti: sesso, religione, droga, violenza e questioni razziali…ma questi sono gli argomenti di cui desideravo parlare e rappresentare nelle mie strisce." In rete trovate una uncensored gallery, in realtà davvero niente di pruriginoso, volgare o scorretto, dimostra solo quanto gli editor possano essere bacchettoni a filtrare dall'altra parte della scrivania. Suggeriamo una visita anche alle esilaranti FAQ di Cho per farsi un'idea, oltre che dell'ironia dell'autore, delle censure subite dai syndicate. Come rivalsa sul suo sito mette spassosi avvisi per i minori e gli animi sensibili dappertutto, come se foste sempre sul punto di avvicinarvi a una pagina porno.


Spesso ci si trova tra le mani raccolte tradotte (ma sarebbe meglio dire riversate) e pinzate alla buona. Qui invece il volume è perfettamente curato dal punto di vista esegetico, un esempio raro di come con amore si possa portare una strip al lettore italiano.
Le difficoltà non erano poche. Tutto il volume ha una veste grafica riprogettata rispetto all'edizione americana. Con una ricostruzione digitale il lettering è stato riprodotto sulla base di quello fatto a mano dall'autore. La traduzione è costata parecchie notti insonni al bravo Andrea Toscani (sue anche le parole italiane dei
Boondocks, delle nuove raccolte dei "Complete Peanuts" e di tanti altri fumetti): le tavole sono farcite di riferimenti alla cultura popolare yankee, di espressioni gergali, citazioni cinematografiche, televisive, musicali, terrificanti giochi di parole. Tant'è che per aiutare la codifica delle stratificazioni di allusioni ironiche il libro è dotato di un apparato di note degno di una tesi universitaria (125, molte delle quali a loro volta rimandano a indirizzi internet per aiutare la comprensione). Come per il disegno anche nei dialoghi dei personaggi Cho gioca con fulminanti cambi di registro, alternando battute da cartoon con feroce satira sociale.

Tutto iniziò così. Al rifugio per animali cercano un veterinario. La vicende di Frank, innamorato mai dichiarato, e di Brandy, bellezza inarrivabile e ignara, si intersecano con gli spassosi casini degli animali, tutti ammalati, deviati, intossicati, depressi e soprattutto giocherelloni. Il rapporto tra la bellissima e dolce psicologa e il veterinario è un topos, l'amore inconfessato, qualcosa che da sempre per tutti esiste in un angolo di vita, nella letteratura e nel mito con mille varianti, in epopee come Cyrano, fantasticamente qui piazzato a pera in una strip di folli animali parlanti, gag, satira. (sotto le prime 4 strisce della serie)


Il bestiario di bizzarri animali antropomorfi in cura è variopinto. Ralph è un orso nano da circo portato via da un domatore abusivo: non ha però mai smesso di amare il rischio e sprezzante del pericolo fa il casinista con ammirabile disinvoltura.


Leslie è una rana toro, amico di Ralph, ipocondriaco fino al midollo. La coppia, assortita come nutella e spaghetti, per le gag farebbe la fortuna di una decina di buddy film.


Dean è un porco. Anche metaforicamente. Sciovinista e assatanato di sesso, ci prova sempre con tutte le bellezze di Meadows. Le ragazze tutt'altro che miti e passive lo pestano senza pietà. Sta a Liberty Meadows per disintossicarsi da alcool e soprattutto tabacco (oddio, si fuma nella strip).




Truman è un tenero anatroccolo naif, scampato a un tremendo incidente petrolifero, sempre in cerca delle coccole di Brandy che ama perdutamente. Fa coppia con un wiener dog, un pestifero e invadente bassotto di nome Oscar, goloso fino all'inverosimile. È l'unico animale che recita il suo vero ruolo, non parla. I due si amano e si odiano, anche perché Oscar è entrato in concorrenza per conquistare le grazie della psicologa. [il chapstick è il lucidalabbra]





Compaiono anche Sheldon una tartaruga repubblicana con ambizioni imperialiste e una mucca pazza, con eccessi da film horror. Cho è bravo e diverte anche con i registri surreali.



Per il resto del cast degli umani, tutti ben forgiati come caratteri, vi rimandiamo alla dettagliata scheda della saldapress, scritta in occasione dell'uscita della raccolta successiva "L'estate dell'amore". L'ultima pubblicazione della Saldapress è del 2008, "Cuore di Ghiaccio".





I riferimenti cinefili si sprecano. Quello sotto è tra i più riconoscibili.


Un po' meno facile magari ricordare il rimando contenuto nelle battute di Dean (sotto): Jack Nicholson in "Qualcuno volò sul nido del cuculo". (Tant'è che nella prima traduzione su Linus si scelse di ignorarlo per non complicare, tagliando il nome "Rachel" dell'infermiera mentre "Tu e io e ce ne andremo in Canada" diventa "Capo? Capo?", ma, come abbiamo accennato, si tratta di stratificazioni, la striscia può funzionare senza. Il confronto è anche occasione per mostrare la differenza del lettering con la versione Saldapress. Come si noterà la striscia è stata anche ridisegnata nei movimenti ed espressioni di Frank).



Non mancano le citazioni e comparsate tratte dai molti fumetti classici amati dall'autore. Fearless Richard Stacey è la copia di un celebre personaggio di Al Capp, Detective Fearless ("senza paura") Fosdick, a sua volta solenne presa in giro dell'integerrimo e mascellone Dick Tracy. Chi è quella scimmia chiamata a disegnare? È l'alter ego di Cho che ama apparire nelle sue tavole sotto le forme di un occhialuto Monkey Boy, un macaco.



Cho è un talento bastardo. Potrebbe raffigurare di tutto con una intelligenza umoristica spettacolare. Abbiamo capito che sa disegnare belle donne e forse sta martellando anche troppo sul suo ideale femminino. Anche Fellini ne aveva uno, una vera ossessione come lui, ma con equilibrio non ne ha riempito troppo gli schermi. Negli ultimi anni Cho ha avuto una svolta producendo con successo e suo gran piacere album stile Marvel. Forse piaceranno ai cultori del genere ma questo piccolo Mozart del fumetto ha perso la poesia, l'umorismo e l'originalità di quel capolavoro che è stato Liberty Meadows ormai relegato in angoli del suo sito. Di quelle che possono sembrare cadute di stile se ne frega, rassegniamoci. Pare che anche Mozart fosse un discreto maiale e buontempone. Del resto è così, il talento piove spesso su teste matte e sregolate.


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martedì, gennaio 20, 2009

 

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lunedì, gennaio 19, 2009

 

Palmiro di Sauro Ciantini

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sabato, gennaio 17, 2009

 

Ettore e Baldo

Ettore & Baldo

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venerdì, gennaio 16, 2009

 

Strisce tematiche (2 - varie - Lele Corvi)

Esistono i temi più strampalati da accompagnare con le strisce. E qui non possiamo non chiamare in causa lo specialista assoluto nell'illustrazione bislacca: Lele Corvi.
Mai dire no, quando riceve la telefonata scappa da sorridere: riviste settoriali dedicate agli argomenti più disparati, periodici che mai avresti mai immaginato esistere.
Abbiamo scelto due esempi. Il primo è tratto da
NailPro, magazine dedicato alle unghie.



Il secondo è TanBiz bimestrale dei centri benessere (macchine abbronzanti ecc). Trovate una pagina con un'altra striscia nella bottega del Crow's Village.



"Più sono strane le richieste più mi invogliano", ci ha raccontato Lele, ogni volta è una sfida, "voglio vedere quante strisce riuscirò a realizzare sui temi che periodicamente mi vengono proposti: si matura disegnando e non solo nel tratto, ma nella capacità di descrivere ogni situazione". "Il difficile è farlo su richiesta mantenendo fede alle proprie idee! A rischio di non venir pubblicati".
Lele Corvi ha collaborato anche con mensili prestigiosi come
Mente&Cervello, una delle riviste divulgative più intelligenti e piacevoli in tema di psicologia (sotto due vignette esemplificative).




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giovedì, gennaio 15, 2009

 

I Bernasconi di Lido Contemori

I Bernasconi di Lido Contemori

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mercoledì, gennaio 14, 2009

 

Strisce tematiche (1 - Computer Week - Ditò)

Le riviste italiane ospitano spesso strisce. La richiesta in genere è sempre la stessa: l'autore deve disegnare fumetti collegati ai temi trattati dal periodico. Giustificata e comprensibile quando si tratta di riviste specializzate.
La stampa italiana soffre di una malattia endemica che, con un neologismo pomposo, potremmo chiamare "contestualizzazione". Posso ospitare illustrazioni, vignette e persino fumetti basta che abbiano a che fare con i miei articoli. C'è dietro un'idea un po' servile del disegno ma sta al talento dell'autore reinterpretare e offrire visioni inaspettate.
Con risultati spesso splendidi a un buon cartoonist basta uno spunto per mobilitare i propri personaggi o inventare tormentoni, adattarsi e orientare gag e diatribe della propria serie.
Le strisce tematiche comprendono nella stessa famiglia quelle pubblicitarie. Abbiamo presentato diversi esempi in
una serie di post precedenti.

In materia di informatica esiste da tempo il precedente di una delle riviste più popolari: il mensile PC World nell'ultima pagina ospita una striscia di
Dilbert. La scelta di tavole ad hoc non è difficile per i distributori dato che la serie di Scott Adams è ambientata in ufficio di ingegneri informatici con varia manovalanza di programmatori.


Ludwig di Gabriele Montingelli

Il settimanale Computer Week pubblica invece una striscia italiana. Per diversi anni lo spazio è stato occupato da Ludwig di Gabriele Montingelli (sopra) giocando sulle frustrazioni da sistema operativo del personaggio principale oppure portando sulla scena virus antropoformi su una scena animata dentro il pc.


Il suo posto da alcuni mesi è stato preso da Ditò, alias Paolo Di Tonno. Chi ha amato 'Round the clock ritrova uno dei personaggi più simpatici, la pestifera Patoornia. La ragazzina non ha difficoltà ad angariare lo zio Nat anche in materia di computer.




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martedì, gennaio 13, 2009

 

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lunedì, gennaio 12, 2009

 

Palmiro di Sauro Ciantini

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