sabato, marzo 31, 2007

 

Buon compleanno Bonvi

[articolo a cura di Umberto Randoli]

Non era questo il titolo dell'articolo, ma visto che è stato preparato in questi giorni mi è sembrato doveroso modificarlo e adattarlo.
Il 31 marzo 1941 nasceva a Modena (o a Parma, ci sono
due scuole di pensiero al riguardo)) Franco Bonvicini da tutti conosciuto come Bonvi.
Nel 1968 partecipa al concorso indetto dal Paese Sera e lo vince creando la striscia italiana più famosa: Sturmtruppen. Verrà pubblicata nel 1969 sul quotidiano Paese Sera (e su L'Ora di Palermo), e, dopo pochi anni, anche fuori dai confini nazionali.
Oggi
Bonvi avrebbe 66 anni se un pirata della strada non l'avesse investito un tragico 10 dicembre 1995.
Per quanto ci riguarda i grandi del fumetto sono immortali. Vogliamo fargli gli auguri ovunque egli sia. Io una mia idea l'avrei. Sicuramente si trova in quel "Paradiso su misura" descritto dal suo grande amico Francesco Guccini.

se e quando moriremo, ma la cosa è insicura,
avremo un paradiso su misura,
in tutto somigliante al solito locale,
ma il bere non si paga e non fa male.

E ci andremo di forza, senza pagare il fìo
di coniugare troppo spesso in Dio:
non voglio mescolarmi in guai o problemi altrui,
ma questo mondo ce l' ha schiaffato Lui.

E quindi ci sopporti, ci lasci ai nostri giochi,
cosa che a questo mondo han fatto in pochi,
voglio veder chi sceglie, con tanti pretendenti,
tra santi tristi e noi più divertenti,

veder chi è assunto in cielo, pur con mille ragioni,
fra noi e la massa dei rompicoglioni....


Andiamo ora a quello che in origine doveva essere l'argomento del post. E' uscito in occasione del decennale della morte di Bonvi un poderoso volume dal titolo Sturmtruppen, il mondo secondo Bonvi (560 pagine prezzo 36 euro), curato da Alessandra Ferro, edito da Rizzoli.
Oltre alle strisce dalla 1 alla 1343 la raccolta presenta altre 870 strisce sfuse (non capisco perché non continuare la cronologia). C'è una grande quantità di ricordi, testimonianze e ritratti di Bonvi scritte da collaboratori e/o amici. Un'opera impedibile.
Riferimenti in internet: consigliamo una visita al sito ufficiale:
www.bonvi.it, a quello non ufficiale e infine non si può certo tralasciare quello dedicato a Nick Carter .

Umberto Randoli

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venerdì, marzo 30, 2007

 

Sam's strip - metacomics


Sam's Strip fu il frutto dell'ingegno di Jerry Dumas, un cartoonist che lavorava nello studio di Mort Walker (dovete sapere che tutte le grandi strip come Beetle Bailey o B.C. avevano dietro una squadra di creativi). Il personaggio principale Sam, in uno spassoso meccanismo di alias, alter ego e specchi ("potrei disegnarmi meglio di così" dice nel primo quadretto della strip che vedete sopra), è il consapevole autore della striscia dove recita chiamando protagonisti di altri comics.
La striscia di Walker e Dumas viene definita come “metacomics”, una strip che parla del mondo del fumetto e si burla degli elementi base dei cartoon. Per ovvie ragioni era amatissima nel giro dei cartoonist, dei cultori e degli appassionati del genere. Del resto Walker era un giocoso osservatore delle convenzioni e degli stilemi del mondo delle comic strip (il figlio Brian, come vi abbiamo raccontato in questo post precedente, lo seguirà su questa strada). Al grande pubblico però Sam's Strip risultava ostica. Era una striscia che conteneva quello che nel gergo dei cartoonist sul web viene chiamato "crossover", scherzava con personaggi di altre strisce. Il gioco grandioso di citazioni, splendido e realizzato in maniera divertente e intelligente, non poteva essere apprezzato dal lettore comune, dal quale non poteva essere pretesa una familiarità con gli abitanti di strisce del passato come Yellow Kid o Krazy Kat (giusto per citare quelle più note, ma spesso i riferimenti erano a strip classiche molto più oscure). Le battute non venivano afferrate, il gioco era troppo autoreferenziale. La striscia fu venduta ai syndicate grazie alla autorevolezza di Walker ma la diffusione fu molto modesta, qualche decina di quotidiani, e durò poco. Nella ripresa del 1977, con il nuovo nome "Sam e Silo", vedremo una striscia di stampo classico priva della buffonesca parodia caratteristica della precedente serie.
Questa storia racconta molto, gli inglesi direbbero "speaks volumes", su vizi e virtù della comicità autoreferenziale.

Per quelli innamorati del mondo delle comic strip, come noi di Balloons, Sam’s strip è una gioia per gli occhi, davvero uno spasso. Vi mostriamo giusto un assaggio del gioco di citazioni, partendo da questa strip dove Sam incontra Krazy Kat e Ignatz. A parte la battuta, la ricostruzione del procedimento stilistico di Herriman è perfetta: i fondali mutevoli e semi astratti, i chiaroscuri, il deserto dove vagano i personaggi, le loro movenze.



I rimandi e le trovate sono diversi. Lasciamo a voi trovarle in queste altre strisce.




Quest'ultima striscia merita la traduzione per cogliere lo spirito che aleggia in Sam's strip. Sam risponde al telefono: "È per te Dagoberto". "Okay Blondie, vengo subito a casa". Sam gli chiede "Come sapeva che eri qua?". Risposta: "Ha chiamato per due ore tutte le altre strip".



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giovedì, marzo 29, 2007

 

Sam’s strip

"Uhm... dovrei trovare un tormentone come i sandwich di Dagoberto, uhm... Braccio di Ferro ha gli spinaci, Arcibaldo ha la zuppa di cavoli, Li'l Abner i ravanelli..."

Così recitano i balloon di una delle strip di Sam. Poi, rivolgendosi ad un negoziante chiede "cosa c'è che costa poco?".
Sam (Mort Walker?) è l'inventore di una strip dal titolo "
Sam's Strip", trova le gag (forse è meglio dire che le ricicla) ma soprattutto è un talent-scout che passa gran parte del suo tempo a cercare personaggi buffi da assoldare per la sua striscia.


Ecco che incontra Krazy Kat ed Ignatz, Arcibaldo e Petronilla, Braccio di Ferro, Olivia e Poldo, Dick Tracy, Fortunello, Barney Google e tanti altri, tutti i più prestigiosi personaggi dei comics, con i loro tic da prendere in giro o da sfruttare per arrivare a una battuta finale esilarante.
Con questa semplice formula
Mort Walker ed il disegnatore Jerry Dumas (autore anche di Boner Ark), hanno creato una strip magistrale.
Purtroppo la sua pubblicazione è durata dal 16 ottobre 1961 al 9 gennaio 1963. 13 mesi vissuti intensamente tanto da crearsi un buon gruppo di fan che chiesero a gran voce la sua ripresa avvenuta nel 1977 con il "nuovo" nome di "Sam and Silo".
In Italia "la striscia di Sam" venne pubblicata su Eureka. Il libretto "la striscia di Sam" di J. Dumas edito dalla Corno nel 1984 qua sotto l'ho comprato ad una mostra di fumetti.. Frugate gente, frugate!


Per quelli come me , fanatici collezionisti di originali, Sam strip's è dura da reperire, soprattutto ad un prezzo accettabile. Si può trovare su Galerie Laqua ma costa 430 $, mentre questo originale che vedete (anche senza Sam è stupendo!) è stato venduto a 235 $, un ottimo prezzo.



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mercoledì, marzo 28, 2007

 

Diari di scuola a fumetti: Deco

L'idea era quella di ramazzare tra i cartoonist qualche immagine dei loro diari di scuola a fumetti. Magari con qualche disegnino, una proto-striscia disegnata durante la lezione di storia o di filosofia. I nostri progetti da rigattieri si sono scontrati con la dura realtà di pulizie e traslochi casalinghi. Un piccolo sondaggio tra gli autori amici ha rivelato che i reperti archeologici non avevano retto al tempo, quasi nessuno si era salvato.
Questo post è allora un piccolo omaggio agli appassionati estimatori di Deco. Possiamo ficcare il naso nel suo ultimo diario scolastico e vedere cosa combinava quando ancora Inkspinster era lontana dal nascere (quella cassetta delle lettere rossa ci ricorda qualcosa). Lasciamo a lei la parola.


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Purtroppo ho tenuto un solo diario, quello piccino di Lupo Alberto che avevo all'ultimo anno di liceo. Ho solo questo perché l'anno prima ho traslocato, e mio papà, senza chiedere il permesso, ha buttato via con quasi tutto quello che avevo (giocattoli, collezione di giornalini manga e altro) anche i miei diari :°(

Questo mi è caro e sta ancora nel comodino insieme alle caramelle alla violetta, alla crema per le zampine e al veleno per topi (scherzo).
Purtroppo credo sia uno dei diari che ho pasticciato meno.
Sempre purtroppo, non conteneva strip quotidiane (il formato era mini), invece aveva una sola strip lunga ogni tanto, così:

Sulle pagine di tutti i giorni invece c'era solo un mini-disegnino in basso. Ne allego una dove c'è incollata una vignetta con uno dei primi personaggi che ho disegnato. Era una micia bianca a pelo riccio che perseguitava, essendone innamorata, un gatto tigrato. Questo tipo di plot l'ho già sentito da qualche parte.




Naturalmente il gatto bianco ero io. Poi dice perché non prendevo bei voti, ti credo, guarda cosa facevo. Ho scansionato il diario aperto... sull'inutile pagina a fianco è visibile un delirio di egocentrismo fatto coi pennarelli della mia compagna di banco.

Deco

[domani ritorna con un post Giuseppe Scapigliati]

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martedì, marzo 27, 2007

 

INKSPINSTER -una striscina ogni martedì



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lunedì, marzo 26, 2007

 

Ludwig - La striscia del lunedì


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venerdì, marzo 23, 2007

 

Comic strip e pubblicità

Chi ha un approccio purista verso l'arte può cominciare a stracciarsi le vesti, scacciare i mercanti dal tempio o, nel nostro caso fare clic verso un'altra pagina. In una serie di prossimi post parleremo dei rapporti tra le comic strip e la pubblicità.
In realtà nella storia di alcune serie il rapporto è stato strettissimo fin dall'inizio.
Mafalda di Quino, ad esempio, nacque per il lancio di una linea di elettrodomestici. L'operazione pubblicitaria non fu conclusa e inoltre i frigoriferi non furono mai fabbricati, ma la bambina pestifera ebbe una storia gloriosa. La spassosa Monty di Meddick, da anni pubblicata su Linus, in origine si chiamava Robotman, ed era una produzione nata per i ragazzini, realizzata appositamente per il merchandising di pupazzi e giochi. Poi le vicende portarono la strip a un grande successo davanti al quale la finalità commerciale iniziale si eclissò.
Ma a parte questi casi, spesso il mondo del fumetto è stato al servizio della pubblicità, divertendo i lettori, quasi mai in modo pedante e servile e senza lasciarsi corrompere troppo. Anzi, nel solco della tradizione pubblicitaria tutta italiana del celebre Carosello televisivo, ha spesso offerto uno spettacolino ironico. Vi segnaliamo, in proposito, questo interessante
articolo su afnews che contiene una notevole raccolta di esempi disegnati da famosi cartoonist.
Come prima anteprima goduriosa vi offriamo una tavola di Jacovitti dedicata a un prodotto per il quale si può sprecare il super abusato aggettivo mitico. Tale era il Camillino Eldorado, il primo gelato al biscotto, scomparso da tempo. Bastava fare quattro passi in più. E magari farsi dare qualche monetina dal papà.


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giovedì, marzo 22, 2007

 

Cinema & Fumetto

[Con questo post inizia la collaborazione con Balloons di Umberto Randoli: è un appassionato cultore del mondo delle comic strip. Buon lettore del nostro blog, passa oggi dall'altra parte del monitor. Stiamo diventando una redazione, quasi.]

Se ancora non l'avete vista questa è l'ultima occasione Per vedere la mostra Cinema & fumetto, I personaggi dei comics sul grande schermo. È una esibizione itinerante giunta al suo quarto e, purtroppo, ultimo appuntamento. Organizzata dal Comune di Vicenza e da esaExpomostre, curata da Roberto Festi, è allestita nella sede espositiva dello Spazio ExGil. Dopo l'esordio il 27 maggio 2006 al Mart di Rovereto oggi è a Vicenza e vi resterà fino al 6 maggio.
Partendo dai primi anni del Novecento e arrivando ai giorni nostri l'esposizione presenta 34 personaggi, documentati con oltre 350 pezzi esposti: manifesti e bozzetti originali, costumi, foto di scena, tavole e strisce originali, fumetti dell'epoca.

Se avete in mente solo gli ultimi film tratti dai super eroi americani vi sbagliate: Il fumetto ha dato spunto, con esiti più o meno felici, a molti film sin dagli inizi, quando il fumetto era solo a strisce. Bringing Up Father, Li'l Abner e Popeye.
La mostra è accompagnata da un catalogo che pubblica tutti i materiali selezionati per l'esposizione. Un ricco apparato iconografico, con circa 200 illustrazioni in b/n e a colori, è accompagnato dalle schede dei film e dai contributi critici che analizzano le opere prese in esame. Il costo è di € 30. E' acquistabile presso la mostra o sul sito della Esaexpo. Esiste anche una versione cartonata e numerata in tiratura limitata realizzata per
la libreria antiquaria di fumetti Little Nemo di Torino (splendido negozio), al prezzo di € 48.
Per chi vuole avere un'idea della quantità incredibile di film tratti da fumetti consiglio la pagina di
www.midianweb.it



[Informazioni: Luogo: Vicenza - Spazio ExGil, Contrà delle Barche, 57 (di fronte al Teatro Astra), Periodo: dal 3 marzo al 6 maggio 2007, Orari: 10,30 - 13 / 15 - 19 dal martedì alla domenica, Ingresso: 5,00 Euro intero, 3,00 Euro ridotto,Info: Assessorato alle Attività Culturali - tel. 0444 222114 - 222101]

Umberto Randoli

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mercoledì, marzo 21, 2007

 

The Komplete Krazy Kat Komics (1927-1928)


Annunciazione: la casa editrice Free Books prosegue la meritoria opera di portare in versione italiana le tavole domenicali di Krazy Kat. Buon segno: significa che c'è stato un favore dei lettori. Non ci speravamo, Herriman, adorato dalla critica, non è mai stato un autore di facile presa. Avevamo raccontato in un precedente post di Balloons l'uscita del primo volume, Krazy & Ignatz 1925-1926. Arriva ora il secondo, la serie completa degli anni 1927-1928, con il sotto titolo "lettere d'amore in mattone antico" ("Love letters in ancient brick").
Come è noto si tratta della riproduzione, attenta e filologicamente corretta, di
una serie di pubblicazioni in corso durante questi anni a cura della rinomata etichetta Fantagraphics. La collana originale è arrivata al 1939-1940, il volume è appena uscito in questi giorni.
Le tavole domenicali del periodo 1927-28 (ma anche alcune precedenti e successive) hanno un particolare layout. In genere Herriman amava usare tutto il foglio liberamente, senza rigidi schemi e ripartizione in quadretti sequenziali. Anzi, è tra le sue peculiarità la ricerca di fantasiosi e creativi layout. Per adattarle ai vari quotidiani sui quali sarebbero state pubblicate vennero però ripartite in otto quadretti, in modo da poterli impilare o disporre anche come tradizionali strisce orizzontali. Quando venivano riportate sui consueti grandi fogli a piena pagina rimaneva un buco bianco in mezzo. Troverete in quello spazio un piccolo disegno, inspiegabile perché non ha a che fare con la storia raccontata nella pagina, inserito da Herriman come "intermezzo" (intermission, lo chiama talvolta), un'aggiunta per riempire il vuoto. Un giorno parleremo della tecnica delle Sunday Comics. È una storia divertente: in pratica ogni autore le realizza con delle parti che sono tagliabili, quasi inutili, senza che la tavola ne risenta e soprattutto il lettore se ne accorga.



L'acquisto del volume Free Books è caldamente raccomandato. Innanzitutto il prezzo italiano è onesto. Per 11,90 euro, la versione originale costa $ 14,25, vi portate a casa un classico senza tempo, di una bellezza infinita e inedito dalle nostre parti. La traduzione di Francesco Spreafico è ottima così come l'adattamento curato da Luca Boschi. Persino il particolare lettering di Herriman con una tecnica particolare è stato perfettamente riprodotto in italiano.
Oltre alla notevole quantità di pagine domenicali sul libro trovate poi tutto il materiale aggiunto da Bill Blackbeard, il curatore della serie originale Fantagraphics: note esplicative, alcuni estratti da altri fumetti di Herriman, versioni diverse delle tavole, riproduzioni di memorabilia. Alla fine c'è persino una piccola serie di "dailies", strisce giornaliere, riprodotte perché si trattava di un caso di continuity (piuttosto insolito per Herriman), una storiella che proseguiva da un giorno all'altro passando per una tavola domenicale.

[ KRAZY & IGNATZ VOL. 2 - THE KOMPLETE KRAZY KAT KOMICS (1927-1928), Pagine: 128, € 11,90, FREE BOOKS © FANTAGRAPHICS]

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martedì, marzo 20, 2007

 

INKSPINSTER - una striscina ogni martedì



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lunedì, marzo 19, 2007

 

Ludwig - La striscia del lunedì


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venerdì, marzo 16, 2007

 

L’universalità delle comic strip

Un opera come quella di Walker, della quale abbiamo parlato nel post precedente, potrebbe mai esistere in Italia? Si potrebbe raccontare la storia dell’umorismo a fumetti nelle pagine dei nostri quotidiani? Forse sì, ma sarebbe in gran parte uno zibaldone della satira politica a fumetti.
Non sarebbe altrettanto bella e non avrebbe un valore classico, pur riconoscendo che tra i disegnatori satirici italiani ci sono splendidi talenti. La satira racconta la cronaca, è legata stretta ad avvenimenti e persone, al vippaio della TV e del ring politico, sbiadisce con il tempo, invecchia, si consuma e si distrugge come i fogli del giornale. Finisce nel cestino della carta straccia come le comic strip ma quando la ripeschi per riproporla devi raccontare lo sfondo, i collegamenti, i riferimenti. Devi ricordare.
Le comic strip mantengono il loro valore di classici perché i loro personaggi hanno un fascino universale e senza tempo. Quelle belle raccontano cose di tutti, che appartengono alla gente comune. Sono uno specchio dei tempi, non hanno bisogno di ricordi o di note, raccontano da sole. Sono uno sguardo, sghembo e sorridente, sul mondo.

[sotto la tavola speciale di Mutts (muttscomics.com) di Patrick Mc Donnell, dedicata all'arte dei Comics, che conclude il secondo volume di The comics since 1945 di B. Walker.]
"Arte, e parole, in sequenza, solo inchiostro su carta, per comunicare, un'idea, non l'afferro"




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giovedì, marzo 15, 2007

 

The comics before 1945 - The comics since 1945 di Brian Walker

È difficile immaginare un mondo senza Little Orphan Annie, Popeye, Snoopy e Garfield.


Così recita il risvolto di copertina di questa imponente opera in due volumi dedicata alle “newspaper comic strip”, le strisce umoristiche da giornale. Non sorprende che proprio negli Stati Uniti abbiano dedicato tanta fatica e attenzione ai fumetti nei quotidiani. Fanno parte a pieno titolo della cultura nazionale con una storia ultracentenaria. Non è uno sforzo parlare di arte con una tradizione e un culto di questo genere.
I due volumi sono separati sul piano storico dalla cesura seconda guerra mondiale. The comics before 1945 (in realtà pubblicato nel 2004 successivamente all’altro) parte da Yellow Kid, Buster Brown e tutti le altre grandi strisce dell’inizio del ‘900, senza però dimenticare i proto fumetti di Töpffer e altri precursori del ‘800. Una carrellata grandiosa con ben 575 illustrazioni che descrive un'epoca di eccezionale creatività. Leggerete e vedrete anche tante strip meno conosciute, comprese quelle considerate secondarie di autori come Herriman, McManus, McCay, Opper. Il secondo volume, The comics since 1945 (pubblicato nel 2002), diviso in decadi come il primo, è ancora più ricco di illustrazioni, 776, e arriva sino ai giorni nostri, passando per Blondie, Archie, Nancy, Pogo, Beetle Bailey, Peanuts, Garfield, Calvin and Hobbes e tante altre pietre miliari. Le ultime strisce raccontate sono Mutts, Zits e Boondocks. Anche in questa seconda parte sorprende l’attenzione per il dettaglio storico e la quantità di strisce non conosciute sui nostri fogli.

È un’antologia più che un enciclopedia.
Non immaginatevi un mattone dottrinario. Non esistono accademie nelle comic strip. Ci sono infinitamente più strip che testi, per altro intelligenti e ricchi di retroscena, storia, osservazioni e notizie. È un piacere saltare da una pagina all’altra, vedere cento stili diversi. Insomma un’antologia che percorre tutta la storia delle strip e dei loro autori di certo è un’esperienza divertente, più dei libri di testo che trascinavamo a scuola. Suggeriremmo l’acquisto persino a chi non ha familiarità con l’inglese.
Pur strepitosa nel suo genere, l’opera ha un limite dal nostro punto di osservazione di europei. Gli americani, si sa, pensano sempre di essere il centro del mondo. Definiscono le loro competizioni sportive nazionali come campionati del mondo, volevate che potesse essere diverso per le strisce? Mancano strisce inglesi famose come Bristow (però compare Andy Capp, una delle poche strip importate ritenuta degna dell’olimpo), manca l’argentina Mafalda, ed è un’assenza pesante. Non ci sarebbe da aggiungere che delle italiane neppure Lupo Alberto è menzionato anche se da tempo tradotto e distribuito dai syndicate negli USA.
In verità non si tratta di un difetto dell’opera. Con onesta intellettuale, come abbiamo detto sopra, nelle dichiarazioni d’intenti il taglio dell’opera è centrato sulle “newspaper comic strip”. È in realtà la storia di tutto quello che è uscito nei quotidiani americani, delle pagine di comic strip. Tant’è che si parla di The Far Side, la più divertente vignetta mai uscita.
Sottolineate queste caratteristiche, per chi ama questo genere di fumetti il lavoro curato da Walker è assolutamente oggi il vaso di pandora più autorevole, un punto di riferimento fondamentale.

Brian Walker, l’autore del opera, è un appassionato studioso del mondo del fumetto. Il cognome suonerà familiare a qualcuno: è infatti il figlio di Mort Walker, celebre creatore di Beetle Bailey e coautore di Hi and Lois. Dal 1984 fa parte del team di creativi che produce le comic strip del padre. È stato fondatore e direttore dell’International Museum of Cartoon Art. Curatore di un’infinità di mostre e retrospettive, è oggi il più stimato storico delle comic strip.

[i due libri sono reperibili su amazon.com e si possono portare via assieme per circa $50, costano di più se presi singolarmente]

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mercoledì, marzo 14, 2007

 

Gli Oscar Mondadori


Gli Oscar Mondadori furono la prima collana tascabile che comparve nelle edicole quando ancora non erano i bazar di questi anni. Anzi, vendevano solo giornali, riviste e al massimo figurine. Una trovata ingegnosa: una collana sfruttava la rete immensa delle edicole sparse per il paese e si presentava come pubblicazione periodica godendo degli sgravi fiscali destinati alla stampa. Un'idea popolare: i libri uscivano dalle librerie rendendo alla portata di tutti riedizioni di classici della letteratura, manuali e anche fumetti. Erano in tutti i sensi alla portata di tutte le tasche: costavano relativamente poco ed erano di piccole dimensioni. Il primo slogan parlava di "libri-transistor". Senza tanti fronzoli, il libro perfetto da trovare nel chiosco della stazione per sopravvivere alla noia e ai compagni di viaggio in uno scompartimento ferroviario sulla tratta Codogno Milano. Oppure da portarsi al mare sotto l'ombrellone senza timore di riempirlo di sabbia.
Il formato piccolo e verticale mal si adattava alle strisce ma si rimediò smontando i quadretti dalla tradizionale sequenza orizzontale.
Sotto il leggendario marchio della silhouette del Premio Oscar all'interno di una O, tra i molti fumetti presentati le comic strip ebbero la parte più grande e alcune grazie al buon successo ritornarono più volte nella collana. Bristow, davvero il re della serie assieme agli immancabili B.C. e Mago Wiz, tutti pubblicati almeno tre volte, e poi Dick Tracy, Momma, Bibì e Bibò, Blondie, Beetle Bailey, Braccio di Ferro, Barnaby e altre ancora. L'arrivo nella collana di una nuova strip era accompagnato da una elegante prefazione curata da firme come Oreste Del Buono, Zancan, Cavallone e altri appassionati cultori.
Giusto per fare un tuffo nell'epoca, quanto costavano? Si va dalle 500/800 lire dei primi anni settanta alle 1500/2000 del 1977 (anni di inflazione furibonda, molti, specie tra gli anti-euro, non ricordano o non l'hanno conosciuta). Comunque, in termini reali di potere d'acquisto circa 3 euro attuali. Come reliquie storiche nei negozi per collezionisti di fumetti li trovate oggi intorno a 10 euro.
Gli Oscar fumetti non si sono estinti, sono un po' meno frequenti e tranne il caso di Schulz nessun altro autore di comic strip è ora in catalogo.


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martedì, marzo 13, 2007

 

INKSPINSTER - una striscina ogni martedì

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lunedì, marzo 12, 2007

 

Ludwig - La striscia del lunedì


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sabato, marzo 10, 2007

 

Perle ai porci


Arriva in Italia su Linus di questo mese Pearls before Swine, ovvero Perle ai porci, di Stephan Pastis, forse la strip più divertente apparsa in questi ultimi anni. Siamo felici di questa scelta anche perché più di due anni fa l'avevamo segnalata con questa scheda di recensione sui Ragnacci del web. Rispetto ad allora la striscia è cresciuta ancora con l'arrivo nel cast di alcuni personaggi divertenti come l'aggressivo papero da guardia di Pig.

Per saperne di più vi rinviamo alla scheda appena linkata e alla presentazione contenuta su Linus. Aggiungiamo solo due piccole cosette, giusto per farvela gustare al meglio.
Su Linus leggerete che "Perle è un meta-fumetto" perché fa satira del linguaggio del fumetto o gioca con personaggi e citazioni di altre strip. Vero. Nel piccolo primo quadretto a sinistra - fa parte di una striscia che a un certo punto troverete nella versione italiana su Linus - il disegno contiene un microscopico tributo al cartoonist dal quale Pastis riconosce di esser stato maggiormente influenzato. Troppo facile aggiungere qual è il tributo e a chi.
Infine un'altra piccola chicca. Leggerete sempre nelle prefazioni che Pastis era un avvocato, scarabocchiava un topo nei momenti di noia delle lezioni e delle riunioni. Poi ha iniziato a disegnare una striscia, come tanti altri, la notte e nei fine settimana (qualcuno si ritroverà in questo scenario). Questa sotto era una delle prime prove del 1995, quando ancora non pensava di proporsi ai syndicate. La striscia allora si chiamava semplicemente Rat ed era molto "filosofica".


A proposito di nomi: nella scheda dei Ragnacci potrete notare che chiamiamo i due personaggi principali Ratto e Porco. Non esisteva ancora una traduzione ufficiale in italiano, ma Rat (il nome originale) ci sembrava più vicino a Ratto, anche come suono della parola (mentre Topo, il nome ora scelto nella traduzione di Linus, è più l'equivalente di Mouse in inglese). Stesso ragionamento per Pig, Porco, tradotto come Maiale.
Ma va bene così, l'importante è che sia giunta sulla nostra carta. Ben arrivata Pearls e buon divertimento.

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venerdì, marzo 09, 2007

 

Diari di scuola


Tanto per raccontare come nascono certe passioni, come si cresce con le strisce, ogni giorno di scuola. Oggi ci sono quelli Smemoranda e Comix ma intere generazioni hanno avuto come diario quello Linus. Alcune edizioni avevano persino delle tavole da completare, eri tu a riempire il fumetto. Ci convivevi ogni giorno con una striscia, tra solenni impegni di compiti da fare e pasticci dei compagni di scuola. Il diario altrui è sempre stato preda di guerra per graffiti estemporanei.



Una volta c’era pure il Diario Vitt, quello di Jacovitti e conteneva appunto delle striscine in forma classica, un mezzo che in genere l’autore considerava troppo minimalista per le sue attitudini. Il diario Vitt era però più formale, conteneva anche uno spazio per un aforisma giornaliero. Quello Linus era considerato più figo.

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giovedì, marzo 08, 2007

 

Il Mago


"Il mensile che ancor prima di uscire vantava già tre tentativi di imitazione". Con questo piccolo banner nell'aprile del 1972 debuttava nelle edicole "Il Mago" (sopra il numero uno), una nuova rivista di fumetti, soprattutto strisce. In realtà allora i banner non esistevano, Internet si chiamava Arpanet e lo sperimentava solo il Pentagono. L'unica speranza di dare luce alle proprie strisce per un cartoonist era la carta e per fortuna ce n'era tanta.
Ma soprattutto parlare di imitazione faceva parte dello stile giocoso e sfrontato della rivista che palesemente invece nasceva per far concorrenza a Linus, allora in un periodo di tirature eccezionali. Milano Libri, la casa editrice di Linus, era passata alla Rizzoli e l'altro colosso editoriale, la Mondadori, diede l'incarico a Mario Spagnol, curatore della celebre collana Oscar, di creare una rivista analoga e concorrente. Negli Oscar Mondadori, dei tascabili davvero diffusi all'epoca, spesso si pubblicavano fumetti e soprattutto raccolte di strisce. Il Mago oltre a inserirsi in un ricco mercato era una buona base per proporre vecchie e nuove serie da pubblicare poi nella collana.

Dopo sei numeri alla guida del Mago arrivarono niente meno che Fruttero e Lucentini, scrittori molto popolari e primi traduttori delle strisce di B.C. e Wizard of Id nella collana di fantascienza Urania.

Dal 1976 sino alla fine il direttore fu Beppi Zancan, dotato di grande fiuto nel trovare nuovi autori. La crisi della rivista era però già iniziata. Salgono i costi, diminuiscono le pagine, sparisce il grande formato iniziale, davvero bello, adeguandosi alle dimensioni dei concorrenti Linus e Eureka. La mazzata arriva soprattutto abbandonando la rivista sul fronte degli introiti pubblicitari. Dalle ottantamila copie dei tempi migliori si scende sino alle ventimila. Qualche testa d'uovo nella dirigenza della Mondadori a più riprese sostenne l'idea che il periodico per arrivare a grandi vendite dovesse mollare il fumetto d'autore e i suoi appassionati per trasformarsi in una rivista per ragazzini. Zancan concesse qualcosa nelle apparenze di copertina ma non mutò mai la linea editoriale nella sostanza delle pagine.
Dopo 105 numeri nel dicembre 1980 la rivista chiude: Zancan, al quale la Mondadori aveva appena ceduto la testata a un prezzo da saldi, nell'editoriale immagina una ripresa con un altro editore. Nel 1983 Il Mago ritornerà in edicola per poi sparire definitivamente dopo cinque numeri.

Rispetto a Linus - il confronto era inevitabile - aveva alcuni pregi e difetti. Era una testata più apolitica e allegrona. Gli articoli redazionali, le recensioni, pur potendo all'inizio contare su firme autorevoli come quelle della ditta Fruttero e Lucentini e di Stefano Benni, non furono mai all'altezza della tradizione di Linus che da Umberto Eco in poi ha sempre proposto nomi nobili della cultura e del giornalismo italiano. D'altra parte Il Mago fu più coraggioso nell'apertura a nuovi autori italiani (gli Origone, Cavezzali e tantissimi altri). Quanto alle strisce classiche la battaglia era dura. Su Il Mago andavano Mafalda e anche altre tavole degli argentini Quino e Mordillo, Blondie di Chic Young (sino ad allora proposti sotto il nome di Blondie e Dagoberto), Momma di Mell, B.C e Il mago Wiz. Nei numeri successivi arrivò anche la deliziosa Barnaby di Johnson. Notevole lo sforzo nell'importare comic strip fino ad allora inedite in Italia: molte tavole del Braccio di ferro degli anni trenta di Segal (ma anche un'altra striscia d'annata meno nota dello stesso autore come Sappo), Sherman di Wohl, Catfish di Peterman e Bollen. Avremo occasione di proporvi molte delle strisce di quel periodo.

Quali strip schierava il contemporaneo numero di Linus del 1972? Feiffer, Krazy Kat, Li'l Abner, Copi, Bristow, Pogo, Dropouts, Doonesbury, l'italiana Girighiz di Enzo Lunari, anche qui B.C. e Wizard of id (davvero le strisce regine del periodo) oltre ovviamente agli immancabili Peanuts.
Era un periodo d'oro durante il quale si è formata in Italia una generazione di appassionati che ha tramandato il gusto per le comic strip. Oltre a Linus e Il Mago e esisteva anche il mensile
Eureka (diretto da Luciano Secchi, alias Max Bunker e poi alla fine da Guido Silvestri, ovvero Silver). Sui banchi di scuola, pieni di scarabocchi e adesivi, i diari più amati per segnare compiti, fidanzamenti, malanimi e cazzate erano quelli Linus e B.C. Molti degli attuali cartoonist e lettori di strip sul web non ne sono consapevoli ma la passione per le strip arriva dal contagio di tanti zii, papà, cugini, amici che vissero quegli anni.

[tra i nuovi autori italiani proposti da Il Mago ci fu anche Giuseppe Scapigliati, coautore di questo blog, apparso negli ultimi numeri prima che la rivista tirasse le cuoia. Guai al primo che parla di una relazione di causa ed effetto]

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mercoledì, marzo 07, 2007

 

Dai cartoon alle strisce (3) Donald Duck

L'incrocio più divertente e affascinante tra cartoni animati e strisce è stato quello di Donald Duck, alias Paperino dalle nostre parti.
Nel settembre 1934 Donald Duck fece la sua prima apparizione nella serie Silly Simphony, tratta dagli omonimi celebri cartoon. Quattro anni dopo diventò protagonista assoluto di una comic strip tutta sua disegnata da Al Taliaferro, un talento incredibile nel riportare con le matite la dinamica del personaggio.


La striscia è riapparsa dalle nostre parti nel supplemento settimanale Disney Magazine del quotidiano La Repubblica a partire dal primo numero del febbraio 1997. In un inserto collezionabile chiamato "Riso gusto classico", all'interno di questa piccola rivista di fumetti durata 19 mesi, si trovava un piccolo gioiello: la strip di Donald Duck restaurata, tradotta e riproposta in fedele ordine cronologico iniziando dalla data di esordio del 2 febbraio 1938. Abbiamo qualche dubbio che sia stata apprezzata pienamente dal target di lettori del magazine, abituato ai toni colorati e svagati delle storielle disneyane contemporanee. È vero che il Donald Duck sui quotidiani era una striscia di gag, ma come tutte le comic strip era anche uno specchio dell'epoca.



Ed erano tempi duri. L'America era appena uscita dalla grande crisi del 1929. Era un mondo lontano dal consumismo attuale, la gente si arrangiava parecchio, Paperino più degli altri. E di li a poco sarebbe arrivata la seconda guerra mondiale. I paperi ci scherzavano su ma anche loro finirono per stringere la cinghia e andare a recuperare materiali di scarto, vivendo un po' le angosce di un attacco nemico che mai arriverà sul suolo americano e facendo persino un po' di propaganda bellica.



È stupefacente vedere quanto la forma comic strip, l'andare a cadenza quotidiana sulla stampa, abbia prevalso e stravolto la naturale indole tematica della Disney. Taliaferro pur essendo uno dei padri riconosciuti della stirpe dei paperi disneyani apparteneva ad un filone diverso da quello che conosciamo in Italia, più discendente dalle tematiche avventurose di Karl Barks. I personaggi della comic strip sui quotidiani avevano caratteristiche e profili psicologici un po' diversi da quelli conosciuti nelle serie Disney italiane. Se volete saperne un po' di più vi suggeriamo questa scheda di recensione che abbiamo scritto sui Ragnacci del web.

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martedì, marzo 06, 2007

 

INKSPINSTER - una striscina ogni martedì


Inkspinster © Deco 2oo1-2oo7 E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, marzo 05, 2007

 

Ludwig - La striscia del lunedì


Ludwig © Gab 2000-2007 - E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autore

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domenica, marzo 04, 2007

 

Saluto per Cavandoli


Un saluto ad Osvaldo Cavandoli scomparso ieri, celebre autore della spassosa animazione "La Linea" diventata spot pubblicitario televisivo per Lagostina. Erano incredibili le trovate realizzate con quella linea minimale
e il gramelot parlato dall'incavolatissimo omino.
In realtà Cavandoli era anche un
grande cartoonist e da tempo non amava più essere identificato solo con
la famosa animazione televisiva.

Per chi volesse gustarsi in rete un bel po' di filmetti de La Linea: www.tv5.org/TV5Site/la_linea.

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sabato, marzo 03, 2007

 

Quino a Milano

Segnalazione per gli appassionati di Quino, Milano e dintorni: questo mercoledì 7 marzo alle ore 18.30 presso la Libreria Feltrinelli piazza Piemonte 2 c'è un incontro con l'autore di Mafalda curato Ranieri Polese, giornalista del Corriere della Sera .



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venerdì, marzo 02, 2007

 

Dai cartoon alle strisce (2)

In tempi più recenti sono apparse strisce con grandi star dai cartoon come i celebri Tom & Jerry (sotto in una tavola del 1972, disegnato da Kelly Jarvis)



oppure ancora come il famoso vip Bugs Bunny della Warner Bros (sotto in una tavola del 1972, disegnato da Heimdahl & Stoffel, ) con altri personaggi delle serie Looney Tunes e Merrie Melodies. Altre strip del malefico coniglio su comicstripfan.com.


Da notare che, come per il Paperino di Taliaferro (ne parleremo in un prossimo post), il Bugs Bunny più antico su carta è persino più perfido di quello su celluloide che pure non scherzava. Disegnato anche con aria più malvagia come nella versione del 1943 (sotto nel frammento tratto da una sunday comic)



E infine sotto forma di comic strip troviamo persino degli eroi della TV dei ragazzi come i Flintstones di Hanna e Barbera (disegnato da Karen Marchette, qui sotto in una tavola del 1996)


[le strisce giornaliere di Tom & Jerry, Bugs Bunny e The Flintstones fanno parte come originali del Piccolo museo delle strip Ballons]

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giovedì, marzo 01, 2007

 

Dai cartoon alle strisce

Abbiamo accennato in un post precedente ad alcune comic strip passate al mondo dei cartoni animati. Più spesso invece nella storia delle strisce troviamo il percorso inverso. Diverse star dell'universo dei cartoon hanno avuto un adattamento in versione striscia giornaliera o domenicale. La fame di strip per le pagine dei giornali nella prima metà del secolo scorso era tanta e si cercavano sempre personaggi da proporre ai lettori. La pagina delle comic strip era del resto considerata un mezzo per renderli ancora più popolari. Le strisce sono sempre state un po' come il jazz, capaci di inglobare tutto, di rendere una versione jazzata di qualsiasi tema.
L'esempio più illustre è Mickey Mouse disegnato da Floyd Gottfredson (uno dei più noti papà di Topolino). Fece la sua prima apparizione nei quotidiani nel 1930. Le primissime gag originali furono ideate da Walt Disney in persona.


Un altro grande personaggio dei cartoon movie che ebbe grande e lungo successo anche nei giornali fu Felix the cat disegnato per la carta da uno dei suoi animatori, Otto Messmer (sotto in un frammento tratto da una sunday comic, altre strip giornaliere su www.felixthecat.com).


Betty Boop, altra nota celebrità dei primi cartoni animati, ebbe vita breve nei quotidiani e fu distribuita solo dai syndicate dal 1934 al 1937. Sotto una striscia giornaliera del 23 luglio 1934. Erano continuity strip, storie estese che proseguivano da un giorno all'altro.


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