martedì, marzo 09, 2010
Ippo.it di Stefano Frassetto

Cenere sul capo. Mercoledì delle ceneri in ritardo. Contrizione ed espiazione, con queste righe. Ippo di Stefano Frassetto è una splendida striscia italiana che abbiamo trascurato perché pubblicata su Il Giornalino. Parrocchie, preti, suore, catechismo, bimbi per bene pettinati per la messa, S. Paolo ammonente e severo, con stupida prevenzione quella pubblicazione ci evocava di tutto. Dimenticando la grande tradizione storica e i talenti italiani che nel tempo sono apparsi in quelle pagine, Jacovitti, Sergio Toppi, Massimo Mattioli, Tiziano Sclavi, Giorgio Cavazzano, Alfredo Castelli, Ferruccio Alessandri, così, tanto per fare qualche nome. La verità?
La stampa di ispirazione cattolica è solida, al passo con i tempi, abbastanza tollerante, spesso non integralista, vivace. Non solo: anche per i senzadio che, non distrutti dalla nausea, hanno seguito un minimo l'informazione politica in questi ultimi anni, non è difficile riconoscere che redazioni come quelle di Famiglia Cristiana e l'Avvenire hanno tenuto la schiena dritta.
Stefano Frassetto ha già una lunga storia come ideatore e disegnatore di fumetti. Ha iniziato sin da piccolo, a suo dire perché meno faticoso dei temi e riassunti. Ma si sa, tutti i cartoonist amano raccontare questi inizi, un po' per alimentarsi la leggenda, un po' per giustificare il dedicarsi a una (presunta) arte minore. Un tempo erano i teatranti, lestofanti ritenuti anche di facili costumi, oggi i fumettisti. Provate a portare a casa un fidanzato e a dire che per campare disegna strisce.
Liceo, facoltà di architettura, arrivano le prime occasioni per trasformare la passione in professione. Mentre lavora a Parigi per concludere la tesi viene assunto da un periodico francese per delle strisce ambientate in un acquario. La favola dura finché il direttore non scappa con la cassa in un Paese senza estradizione per la Francia. Tornato in Italia inizia una lunga serie di collaborazioni, per la gran parte con editoria retta da uomini in abito talare. Vari inserti e riviste satellite de L'Avvenire, quotidiano di ispirazione cattolica, Il Giornalino delle Edizioni S. Paolo e altre ancora.
Ora però prima di parlare di cartoonist di Dio andateci piano. A parte che è bravissimo nel piazzare la sua comicità cattivella sotto gli occhi di tutti quei preti e non ha l'umorismo da boyscout sfigato, nel suo curriculum ci sono lavori per agenzie pubblicitarie, come ad esempio per le sorpresine della Ferrero, e collaborazioni come ritrattista illustratore per i quotidiani Libération a Parigi e La Stampa di Torino.
Oggi passati i 40, lavora in piccolo studio scalcinato in un vecchio e popolare quartiere di Torino.

Ippo racconta un mondo di bimbi, più o meno intorno ai sette anni, praticamente senza adulti, molto scuola Peanuts, unito dal tema della cattiveria nell'infanzia ma anche riflesso di certi tic e tipologie del mondo adulto. Il protagonista principale, quello che da il nome alla serie, è l'elemento debole e sfigato, la spugna che assorbe le cattiverie di tutti gli altri. Grandi occhiali, inetto nello sport, incapace nelle relazioni sociali, farebbe di tutto per essere accettato. Immagina situazioni dove si riempirà di gloria ma la realtà lo smentisce sempre. Martellato con insulti e sarcasmo dalla crudele Tina, amore non ricambiato e perfida "non amica" sempre pronta a deriderlo in pubblico, e dal bullo Pino. Il suo unico amico (che però spesso si scorda persino il suo nome) è il devastato Rufus. Uno strano bambino, iperprotetto dalla mamma, zeppo di allergie e ipocondrie. Lo riconoscete perché vive con un casco in testa per paura di prendere colpi. Altri personaggi del cast: Flo, una stordita perennemente col cappellone alla Bob Marley sulla testa. Classico esempio di bimba educata in maniera equo solidale. Sofia, la bimba "trendy", vive per i saldi dei negozi, parla solo con terribili neologismi alla moda. Frutto di anni di grande fratello, Maria De Filippi e varie devastazioni della società dei consumi. Andrea, il biondo fighetto che piace alle femmine (persino all'acida Tina), altro elemento che ci ha rovinato l'infanzia. Sil, bimbo cinico che rifila pacchi a tutti per scopi di lucro.

Quel che sorprende in Ippo è il notevole senso dei tempi umoristici e la creatività continua nelle battute. Il disegno è semplice ma rivela mestiere. Soprattutto è una striscia universale, nasce per i più piccoli ma quelle dosi massicce di sarcasmo e ironia - temiamo - funzionano molto meglio con gli adulti, di qualunque genere e generazione. C'è niente da fare, per le strip bisogna proprio esserci tagliati, sapersela giocare d'istinto su quei pochi quadri, averci il ritmo dentro. Osservate, ad esempio le strisce combinate in serie di quattro come ha chiesto ad un certo punto l'editore. Frassetto potrebbe allungare il brodo ma invece, comunque, tiene il passo della strip giornaliera. Potreste staccarle e isolarle e funzionerebbero lo stesso. In giuria non si alza la paletta del dieci solo perché non c'è un elemento nuovo in Ippo. Ma se volete un modello di strip (in tanti ci scrivono su Balloons), eccola qua. Fa ridere qualunque lettore, non ha bisogno di libretto di istruzioni ovvero non è autoreferenziale, ci entri in due secondi da qualunque partenza, è disegnata con empatia.

Le passioni fumettistiche: i Peanuts di Schulz, Calvin & Hobbes di Watterson, Bloom County di Berke Brethead, Dik Browne (Hi & Lois, in Italia Pippo e Lalla, e Hagar), Mort Walker (Beetle Bayley), Gary Larson, Crockett Johnson, Quino, Franquin, Richard Thompson. Ispirazioni e punti di riferimento molto classici. Li ritroverete tutti nelle tavole di Frassetto.

A dire il vero avevamo notato tempo fa il Steve Frassetto. Questa strip è apparsa sul supplemento "Noi, Genitori & Figli" del quotidiano Avvenire, settembre 2004. Ritagliata e messa da parte in archivio: in attesa di scoprire di più ci aveva colpito per pulizia, stile, tecnica. La serie si chiamava Piti. Siamo ancora in epoca precedente a Ippo.it ma stava maturando il soggetto.

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Altra cenere sparsa sul capo. Annunciazione in ritardo. Potevamo farci sfuggire uno "stripparolo" con questa vocazione? Arruolato alla causa di Balloons, ogni domenica troverete in queste pagine una nuova striscia di una serie chiamata 35mq. Il titolo fa riferimento a un mini appartamento dove due baldi giovani cominciano a vivere dal momento della loro uscita dalle famiglie. È una leggera e scherzosa "strip di formazione", seguirete le vicende dell'entrata della coppia di amici nel mondo adulto. Per un certo tempo la serie aveva preso il nome di Edo e Pedro ed era apparsa su un giornale locale. Non potendo pubblicare con noi Ippo.it (l'editore ha avuto un'illuminazione e ha deciso di farne un paladino del prossimo venturo sito de Il Giornalino), Stefano ha deciso di ripescare questa serie rimettendoci completamente mano. E dato che qui ci piace molto giocare sulla natura delle strip, sui loro strani percorsi ideativi e stilistici, vi mostriamo come erano nelle loro versioni originali le prime due tavole uscite qui su Balloons le scorse settimane. Trame identiche, disegno, testi e colori quasi del tutto cambiati. Dalle rotondità ai quadrati, dai dettagli a uno stile più iconico, semplice e surreale, un giocoso plagio di se stesso. Ma anche una dimostrazione di come un cartoonist di razza sappia arrangiare e suonare i suoi pezzi con virtuosismo in tanti modi. Benvenuto Stefano.




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giovedì, maggio 28, 2009
Dick Tracy e Andy Warhol

$175,000.00, 128.563 euro, ci si potrebbe comprare un bivano in molte città. È il prezzo su ebay per due pezzi di carta incorniciati. Il primo è una tavola di Dick Tracy presentata come "original art comic strip" di Chester Gould, datata 11 agosto 1951. Il secondo frammento di carta non ha carattere di reliquia. Non è un originale, solo una piccola riproduzione, un brandello, del quadretto che sarà poi rivisitato da Andy Warhol nel 1960. La versione autentica dell'autore che diventerà il sinonimo della Pop Art americana è molto più grande, realizzata tramite un proiettore che sparava su una tela le immagini pescate dalla carta.
All'epoca, senza alcun obbiettivo commerciale in mente, Warhol, così come sistemava in file apparentemente senza fine bottiglie di Coca Cola e barattoli di zuppa Campbell, aveva cominciato riprodurre secondo le sue varianti anche alcuni personaggi classici delle comic strip: Popeye, Superman, Mickey Mouse, The Little King e appunto l'eroe tutto di un pezzo ideato da Chester Gould. Anche loro erano consumo di massa, sui quotidiani, simboli della cultura del tempo. La tecnica di pittura è nota. Copiava il profilo con la matita e poi utilizzava una nuova vernice, appena inventata e chiamata synthetic polymer, che dava un effetto brillante e plastico.


L'importanza della tavola, e quindi il suo folle prezzo (inizialmente era quello di un asta, poi è stato così fissato), sembra essere data dal fatto che proprio dal quel secondo quadretto, e non da altri, sarebbe stata tratta l'immagine di Dick Tracy realizzata da Warhol (sotto). La follia dei collezionisti supera qualsiasi logica, anche quella squinternata dell'alfiere della pop art. Esisteranno chissà quante altre pose analoghe di Tracy nella sua lunga storia. In quanto eroe bidimensionale nell'aspetto, nello spirito e nelle movenze aveva una gamma di espressioni inferiori persino a Sylvester Gardenzio Stallone. Era un'icona in tutti i sensi, non come si usa spesso dire abusando del termine. Lo era di fatto. Sarebbe come dare valore a una delle lattine di Campbell. L'unicità dove può mai stare? Warhol, attirato dai prodotti di massa, dedito alla riproduzione in serie, con migliaia di opere impacchettate e sigillate e archiviate, si sganascerebbe oggi di gusto.

Più interessante ancora l'aspetto della trasfigurazione di Tracy. La sua ascensione come immagine avvolta nelle morbidezze pop non è roba da poco. La trasposizione è notevole e toccherà vertici romantici poi nella versione cinematografica con Warren Beatty e Madonna. Su questo passaggio si è ricamato non poco in un vecchio articolo sul New York Times, dal titolo "How A 30's Stiff Became A Charmer For The 90's" (Come un duro degli anni '30 è diventato un fascinoso dei '90). In effetti è una sorte bizzarra assai considerato che Tracy era un eroe tutto d'un pezzo, per niente stravagante, costruito in maniera semplice, lineare e furba per i lettori dei quotidiani. Sempre preso dal lavoro, vestito sempre in modo ordinario, non aveva una vita privata - sarà uscito due volte con Tess Trueheart - e neppure una pubblica, niente sentimenti, niente sogni, niente hobby, poliziotto 24 ore al giorno, unidimensionale. Con Warhol inizia appunto l'umanizzazione e la trasfigurazione del personaggio nell'immaginario collettivo. Beatty porterà il processo alla fine, trasformandolo in eroe sensibile, elegante, seducente, lontanissimo dal poliziotto di carta con il bianco da riempire lasciato alla fantasia dei lettori.
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giovedì, maggio 14, 2009
Macanudo di Liniers (quarta parte – altri personaggi e miniserie)
[la prima puntata è andata in onda venerdì 24 aprile, la seconda mercoledì 29 aprile, la terza mercoledì 6 maggio]
Enriqueta, Fellini e Madariaga. Questo è l'angolo di Macanudo più intimista, più di derivazione Schulz. Anche se molto, specialmente il gatto Fellini, richiama Mutts di Mc Donnell.
Enriqueta è una bambina con una veste azzurra semplice. Il suo principale interesse è la lettura, specie la grande letteratura, dando così occasione a Liniers di sfoggiare citazioni colte. Va sull'altalena, ama la natura, combina guai come tutti i bambini e, come da scuola Peanuts, si aggroviglia in profonde e veloci riflessioni esistenzialiste e filosofiche.

[Questo giorno mi dà sempre una sensazione un po' di tristezza un po' di felicità - Le domeniche sono il Chaplin della settimana]

[ Mi piace il periodo dell'anno quando nascono i fantasmini. Dove andranno?. Giove, la andiamo!!!]
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mercoledì, maggio 06, 2009
Macanudo di Liniers (terza parte – altri personaggi e miniserie)
[la prima puntata è andata in onda venerdì 24 aprile, la seconda mercoledì 29 aprile]
Liniers disegna dappertutto. Dovunque vada si porta appresso matite e pennarelli. È il primo liniersmaniaco, qualunque occasione - e gira e viaggia come una trottola - è buona. Nella striscia sotto partecipa a un concerto dell'amico Kevin Johansen, popolare musicista pop argentino.

[Liniers disegna al concerto, Johansen lo chiama a suonare sul palco, lui accetta purché il pezzo sia "Knockin' on heavens door di Dylan". Ultimo quadretto: "in qualche parte del mondo a Bob Dylan passa un brivido per le spalle"]
Las Verdaderas Aventuras de Liniers. Le vere avventure di Liniers. L'autore ama rappresentarsi con delle orecchie di coniglio. In questa miniserie i toni sono decisamente autobiografici: appaiono la figlia e la moglie, si parla di piccoli accadimenti quotidiani, isterie e stress del vivere quotidiano, visite, spettacoli e viaggi dell'autore.


[Imparate come si risolve il problema delle chiamate commerciali: "Pronto. La stiamo chiamando per offrirle un nuovo servizio di telefonate a lunga distanza. È lei il responsabile di questa linea?" "Matilda è per te" ]
Voilà un'altra delle fonti: Life in Hell, l'antica striscia underground di Matt Groening, oggi ultra famoso per i Simpson. Non più minimalista come quel coniglio di Groening, però movenze, atteggiamenti, riflessioni, sono molto simili.

Ovejas. Le pecore sono la traccia più evidente di una delle ramificazioni genealogiche di Macanudo: The Far Side di Larson. Stesso schema: un solo pannello, osservazione esilarante con voce esterna su quanto di assurdo succede sulla scena, con ipotesi darwiniane, illogicità, stravaganze, eventi improbabili, visione antropomorfica del mondo animale. Ogni genere di "situación descabellada", situazione strampalata.


["Grazie per il passaggio". Per favore... non c'è di che"". "Sì, c'è di che".]
Oliverio la aceituna. Altra miniserie, soprendente per come va avanti spudoratamente. Oliverio è un'oliva attrezzata di cappellino che va incontro ai problemi che avrebbe un'oliva se fosse consapevole



Emociones. In Liniers non c'è niente, davvero niente, che non possa essere disegnato. La capacità visionaria è stupefacente. D'improvviso arrivano rappresentazioni di idee, di modi dire, astrazioni, sogni e incubi, personificazioni di sentimenti sorprendenti. L'uso del testo è spesso in funzione narrante, stile W. McCay nelle Krazy Kat domenicali, altro ascendente. Con effetti esilaranti come con queste endorfine prodotte dalle
risate.

[Quando ridi il cervello libera endorfine. Che ti producono una sensazione di benessere. E se le convinci...ti aiutano a lavare i piatti.]

[Un giorno il pregiudizio prese le sue cose e se ne andò dalla città. Tutti si guardarono senza cattiveria. E molti divennero amici quel giorno... e neppure era il giorno dell'amico.]

[Dicono che l'hanno visto navigando su un tronco su per il fiume Paranà. Altri l'hanno visto nascosto in una fabbrica abbandonata. Alcuni suppongono que se ne sia andato dal paese e che mai più ritornerà. O che forse sia morto. Sono anni che nessuno ha visto il buon gusto da queste parti.]

[Le idee sono come i conigli. Ve ne procurate un paio, cominciate ad accudirli e molto presto ne avrete una dozzina. John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura 1962.]

[Huy! Guarda un VIP. E il suo ego. Dicono nelle riviste che si sia innamorato di nuovo. Che bello]

[Quando non appaiono in Macanudo, gli incubi, le idee, le melanconie, i dubbi, le ispirazioni, i "cosos" ecc, si riuniscono a gustare caffè e mangiare palmeritas (sono biscotti di sfoglia argentini)]

[ecco che va, eroica, facendo irritare più di uno, è la goccia che fa traboccare il vaso]
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Ultim'ora. Sul portale Comicus viene annunciato l'arrivo in versione italiana di un volume di Macanudo con tutte le strip (possibile? Tutte? Nelle edizioni originali argentine sono contenute in ben sei album), edito dalla associazione DOUbLe SHOt. Secondo quanto riportato, sarà disponibile in tutte le fumetterie a partire dal questo mese di maggio. Sul blog dell'associazione (il sito ufficiale è ancora in alto mare) le notizie sono a dir poco scarne mentre nell'archivio di Comicus si trova un piccolo assaggio di strip tradotte da Milena Morandi.
L'album sembrerebbe già ordinabile su ecomics.it e a giudicare dal prezzo dovrebbe trattarsi di una selezione o del primo album.
I diritti in Spagna sono detenuti dalla ben più grossa Random House Mondadori. Lo sbarco in Italia, terra decisamente non ardita in materia di editoria di fumetti, viene affidato - come spesso avviene - a una coraggiosa piccola etichetta, emarginato nelle fumetterie e in distribuzioni esoteriche.
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