giovedì, maggio 28, 2009

 

Dick Tracy e Andy Warhol

$175,000.00, 128.563 euro, ci si potrebbe comprare un bivano in molte città. È il prezzo su ebay per due pezzi di carta incorniciati. Il primo è una tavola di Dick Tracy presentata come "original art comic strip" di Chester Gould, datata 11 agosto 1951. Il secondo frammento di carta non ha carattere di reliquia. Non è un originale, solo una piccola riproduzione, un brandello, del quadretto che sarà poi rivisitato da Andy Warhol nel 1960. La versione autentica dell'autore che diventerà il sinonimo della Pop Art americana è molto più grande, realizzata tramite un proiettore che sparava su una tela le immagini pescate dalla carta.
All'epoca, senza alcun obbiettivo commerciale in mente, Warhol, così come sistemava in file apparentemente senza fine bottiglie di Coca Cola e barattoli di zuppa Campbell, aveva cominciato riprodurre secondo le sue varianti anche alcuni personaggi classici delle comic strip: Popeye, Superman, Mickey Mouse, The Little King e appunto l'eroe tutto di un pezzo ideato da Chester Gould. Anche loro erano consumo di massa, sui quotidiani, simboli della cultura del tempo. La tecnica di pittura è nota. Copiava il profilo con la matita e poi utilizzava una nuova vernice, appena inventata e chiamata synthetic polymer, che dava un effetto brillante e plastico.



L'importanza della tavola, e quindi il suo folle prezzo (inizialmente era quello di un asta, poi è stato così fissato), sembra essere data dal fatto che proprio dal quel secondo quadretto, e non da altri, sarebbe stata tratta l'immagine di Dick Tracy realizzata da Warhol (sotto). La follia dei collezionisti supera qualsiasi logica, anche quella squinternata dell'alfiere della pop art. Esisteranno chissà quante altre pose analoghe di Tracy nella sua lunga storia. In quanto eroe bidimensionale nell'aspetto, nello spirito e nelle movenze aveva una gamma di espressioni inferiori persino a Sylvester Gardenzio Stallone. Era un'icona in tutti i sensi, non come si usa spesso dire abusando del termine. Lo era di fatto. Sarebbe come dare valore a una delle lattine di Campbell. L'unicità dove può mai stare? Warhol, attirato dai prodotti di massa, dedito alla riproduzione in serie, con migliaia di opere impacchettate e sigillate e archiviate, si sganascerebbe oggi di gusto.



Più interessante ancora l'aspetto della trasfigurazione di Tracy. La sua ascensione come immagine avvolta nelle morbidezze pop non è roba da poco. La trasposizione è notevole e toccherà vertici romantici poi nella versione cinematografica con Warren Beatty e Madonna. Su questo passaggio si è ricamato non poco in un vecchio articolo sul New York Times, dal titolo "How A 30's Stiff Became A Charmer For The 90's" (Come un duro degli anni '30 è diventato un fascinoso dei '90). In effetti è una sorte bizzarra assai considerato che Tracy era un eroe tutto d'un pezzo, per niente stravagante, costruito in maniera semplice, lineare e furba per i lettori dei quotidiani. Sempre preso dal lavoro, vestito sempre in modo ordinario, non aveva una vita privata - sarà uscito due volte con Tess Trueheart - e neppure una pubblica, niente sentimenti, niente sogni, niente hobby, poliziotto 24 ore al giorno, unidimensionale. Con Warhol inizia appunto l'umanizzazione e la trasfigurazione del personaggio nell'immaginario collettivo. Beatty porterà il processo alla fine, trasformandolo in eroe sensibile, elegante, seducente, lontanissimo dal poliziotto di carta con il bianco da riempire lasciato alla fantasia dei lettori.

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Commenti:
Alla faccia delle firme poco invadenti. Ma l'avete vista quella di Chester Gould?
 
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