sabato, luglio 08, 2023

 

LE DUECENTO STRISCE DI BIG BANG

la prima striscia della serie Big Bang



Febbraio 2009, iniziò tutto così. Massimo Cavezzali era riapparso su Facebook, filosofeggiava per un paio di amici qualche nota su Facebook. Il “faccialibro” non era ancora quella bestia monopolizzatrice di oggi.

Parole senza disegni. Come scoprirete tra poco, lui che aveva pubblicato strisce e vignette su millanta riviste, non sapeva neppure più dove fossero in casa carta o pennarelli. Così diceva. O forse non c’erano davvero, lasciamo dilatare la leggenda. Scrivere, quello sì, non aveva mai smesso, un paio di gialli sfrontati con il compare Ciantini, testi sparsi qua e là, i neuroni non avevano mai staccato dal pensare bislacco.

Questo scambio di mail è la storia della nascita di Big Bang, serie ora arrivata alla duecentesima striscia. Ma anche il racconto del ritorno di un grande spiritello del fumetto, tra imprecazioni (niente censure, è divertente così), tentennamenti ed incitamenti.

Dovevano essere otto. Duecento è una bella cifra signor Cavezzali, ne vogliamo almeno altre ventordici.

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Caro Massimo, 


in questi giorni sono alquanto svogliato con la tastiera. Andrò subito al punto, anche perché Sauro
[N.D.R. Ciantini] dovrebbe averti accennato già qualcosa.

Vado matto per le strisce, una passione cresciuta con il tempo. Un giorno, tempo fa, non sapendo come farmi del male diversamente, anziché fare il bravo lettore e basta, ho pensato bene di avviare progetti in questo genere di fumetto trascurato e malfamato .….

…..Mi sono divertito molto con il tuo filosofare su Facebook e l’unico rimpianto ora che l’ho lasciato sono le cose che scrivevi. Conosco un po’ delle tue vecchie tavole. Mi piacerebbe, tanto per iniziare, portarti nel gruppo di Balloons. Si potrebbe iniziare pescando senza fatica strip tue d’archivio e dovresti averne un bel po’ dai tempi di Comix. Poi se avessi voglia di riprendere, anziché cazzeggiare su facebook per quattro gatti
[N.D.R. allora erano davvero pochi, oggi ha un giro di 8000 lettori circa tra amici e iscritti agli aggiornamenti] che nemmeno capiscono l’acume intenso di quei pensieri, sarebbe fantastico.

Signor Cavezzali [cambio di registro] ho una missione per conto di Dio: rilanciare la striscia. Ho visto la luce. Giro come i Blues Brothers. Questa è una chiamata all’arruolamento.

 Ciao, 
Max

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Ciao Olla,

vado in disordine :

1) su facebook faccio il vecchio e il mare. Mi dispiace che non ci sei più come pesce. Eri un bel pesce vivace. 

2) le strisce lo ho fatte per anni, i primi anni facevo solo strisce... le pubblicava il Mago Mondadori, tanto tempo è passato... ne ho fatte a centinaia ma non sono utilizzabili...

dopo ho fatto storie, tavole, vignette singole, cose miste, ibridi.. ...ma non strisce, erano i tempi in cui le strisce erano passate di moda e non le voleva nessuno... comunque fare le storie mi divertiva di più...anche se a fare e vignette singole mi sono divertito, specialmente quelle sulla musica...
Idem su Comix.

Qualche anno fa, cinque mi pare, ho ripreso a fare una striscia, con Camerini,  "Kika", io faccio schizzi e testi, Camerini fa i disegni e a volte, i testi. Lupo Alberto pubblica sei pagine di questa striscia tutti i mesi. ormai sono oltre mille quelle pubblicate.

Riassumendo non ho strisce d'archivio da usare, a parte appunto Kika e dovrei forse fare una striscia nuova... non so... devo pensarci...magari la cosa mi diverte....forse potrei.

 Massimo Cavezzali

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Caro Massimo,

….Su Balloons  hai la possibilità di farti conoscere molto più che con quel sitarello incasinato
[N.D.R. il suo blog personale]. Abbiamo 1400 lettori alla settimana,  è il punto di riferimento di questo genere sul web italiano. In fondo si tratta di 4 strisce al mese. Poca roba per uno come te che pubblicava in 30 riviste contemporaneamente. Storielle lunghe ne fanno tutti, anche strisce, ma quel magico dono di sintesi e sorpresa l’hanno in pochi. Sarebbe ora di far vedere a queste nuove generazioni chi ha matita e palle nelle strisce.

Ma oserei di più. L'idea di tenere a battesimo una nuova striscia di Cavezzali sarebbe un onore per noi. A una bella mano veloce ma efficace come la tua quanto ci vorrà a disegnare una striscia? …..Davvero il Cavezzali esita?

Max

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ciao Olla,

Fammi pensare se mi viene una cosa che mi piacerebbe fare... di striscia nuova intendo....
deve piacermi farla, sennò non la faccio...
di routine faccio già abbastanza, non credo che vuoi che faccia routine anche per te...
le strisce vecchie no... erano quello che ero, non sono quello che sono....
ho vissuto, un po’ di pelli e penne le ho cambiate.

A questo punto potrei tornare solista anche per i fumetti anche se i fumetti non li avevo considerati.
Magari dopo dirò: grazie Olla.

Massimo Cavezzali

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Forse potrebbe essere che faccio questa striscia.

Un po’ vecchia un po’ nuova.
Il nome ce l'ho.

Il problema è che non mi ricordo più come si fa a squadrare una striscia. Ne ho provata una ed è venuta tutta bistorta.

Olla.... mi stai facendo sudare....ho un pennarello di 24 anni fa. Cazzo. Mi tocca  anche comprarlo.
Per la carta uso i margini bianchi del libro di Palmiro di Ciantini. Almeno quel libro serve a qualcosa.

Massimo Cavezzali


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Cavezzali (mi adeguo al registro, sono uno zelig),

dacci dentro, la squadratura storta sarà segno di noncurante creatività. Avere un titolo è quasi tutto, ci sono opere che hanno solo quello. E a qualcuno bisogna pur darla a bere. Il pennarello è un problema serio invece. Vendi quello vecchio su ebay come reperto di archeologia industriale, c’è sempre qualche collezionista coglione e prendine uno strafigo che scorre alla velocità delle tue idee.
Un po’ vecchia e un po’ nuova è il massimo.

Max


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circa ci siamo. tre o quattro al momento, accettabili . Due o tre, possibili. Le devo anche ridisegnare, comunque. Ho sbagliato pennarello. Adesso ho trovato quello giusto. Un troiaio di pennarello, ma funzionale.

Sarà una striscia dal disegno essenziale. Come le strisce storiche.

Essenziale ma nel mio stile.
Per farla breve, il solito.
Penso di farne otto. 

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martedì, dicembre 12, 2017

 

La mostra di originali "I Postorici" di Luciano Bottaro




QUESTA NON È UNA POSTFAZIONE
di Giovanni Nahmias

Negli ultimi anni è sempre più frequente trovare mostre di tavole originali a fumetti ospitate da musei. Un contesto molto importante: da un lato si contribuisce a promuovere nei visitatori la cultura del fumetto come arte, dall’altro si riconosce (finalmente) ai cartoonist lo statuto di artisti.
Luciano Bottaro è stato un grande artista, inventore di storie memorabili per personaggi celebri, ma soprattutto di nuovi personaggi che abitano i suoi colorati mondi di fantasia.
Una caratteristica dei grandi autori è che ogni loro creazione possiede sempre la stessa caratura artistica.
È il caso dei Postorici, che forse possiamo considerare nella vasta produzione di Bottaro un lavoro minore, per quantità e diffusione.
In realtà a ben guardarlo è un fumetto compiuto, nella concezione e nell’esecuzione, un fumetto con un grande potenziale creativo (perfetto ad esempio per una versione animata che è stata anche progettata).
Ma la storia dei personaggi a fumetti è pirandellianamente come quelle delle persone reali: fatta di momenti giusti e momenti sbagliati, condizionata dal maggior o minor tempo a disposizione per crescere (soprattutto nel caso di un autore che ha tanti altri personaggi a cui pensare), per cui si ha la sensazione che i Postorici non ci abbiano raccontato tutte le loro possibili storie.
Sono sicuro che Bottaro li ha inventati e disegnati perché lui per primo si divertiva un sacco.
Anche per questo i Postorici li sento particolarmente vicini al loro papà (e difatti proprio a loro Bottaro nel 2001 ha dedicato il numero unico dell’almanacco di fumetti comici Post): in quanto frutto solare e divertente di un mugugno ligure cosmico sul senso della storia, sull’umanità destinata a sbagliare e a ricominciare (per sbagliare di nuovo?).
Narrativamente offrono molti spunti importanti: geniale l’invenzione di uomini preistorici che fanno gli archeologi, come geniale l’idea che un dopo-bomba abbia popolato la terra di animali fantastici e colorati (irrinunciabili per Bottaro) o che ognuno parli con un proprio difetto (?) di pronuncia.
Come se anche gli umani fossero esemplari unici di una loro razza.
Infine una nota di forma, i disegni di Bottaro hanno una caratteristica tipica dei grandi maestri, ben evidenziata dalla selezione in mostra e in catalogo: sono senza tempo!
Anzi sono sempre moderni, con la loro linea chiara, con i loro colori pastello accesi. In questo i Postorici sono esemplari: freschi, puliti, sempre contemporanei.
Una mostra di tavole e illustrazioni dei Postorici allestita in un museo archeologico è un felice corto circuito e rappresenta il connubio perfetto tra arte, storia e ironia.
Un piccolo suggerimento per indirizzare l’umanità nella giusta direzione, cosicché dei futuri postorici non abbiano ad esistere mai.

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sabato, marzo 03, 2012

 

Mostra di strisce alle Giubbe Rosse - Firenze

Balloons esposizione alle Giubbe Rosse Firenze

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venerdì, febbraio 17, 2012

 

Mostra di Vincenzina

Mostra a Firenze di Vincenzina - Giuseppe Scapigliati

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giovedì, febbraio 09, 2012

 

BRADIPIT

La Firma Cangiante: BRADIPIT 4: Dopo il giorno della locusta e quello della civetta è arrivato finalmente il giorno del Bradipo. E non ce n'è per nessuno.

Bradipit di Giuseppe Scapigliati

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lunedì, ottobre 17, 2011

 

I laboratori di mastro Ciantini

Il workshop di Ciantini

I workshop di Sauro Ciantini sono dei corsi di fumetto. Si terranno a presso la Libreria Fnac, in via San Quirico 165 - Campi Bisenzio – Firenze.

Ci piace di più l’antica denominazione laboratorio. Ne parliamo volentieri perché vanno oltre la solita idea di un corso base per iniziare a disegnare fumetti. Immaginiamo il vecchio Ciantini, papà di quel strepitoso paperello di Palmiro, lottare un po’ burbero con i ragionamenti assieme i discepoli, come uno dei tanti pittori della Firenze rinascimentale che amavano tenere una scuola.

Sei sabati, a partire dal 5 novembre prossimo due ore per volta. Non bastano di certo per imparare l’artigianato del fumetto e non ci provano nemmeno a vendervi fumo. Forse però bastano per partire o rivedere la propria creatività. E infatti i laboratori hanno una filosofia e delle finalità diverse dal classico corso di fumetti, tanto da poter richiamare sia novellini che autori più navigati. L’idea base è di andare oltre la tecnica per cogliere quel leggero soffio che dà vitalità a un disegno o un racconto. Non serve saper disegnare e neanche saper raccontare secondo i canoni se poi non si trasmette un’emozione. Se non si prova a guardare e a saper osservare per poi restituire qualcosa che tutti gli altri non avevano visto.

Per arrivare a questo non sempre serve applicare tutta la tecnica (anche se averla è un passaggio fondamentale). Una sintesi di tratto e parole può anche arrivare da una montagna dietro di impressioni ma nella sua semplicità raccontare tantissimo. Nelle parole di Ciantini: “Sempre più spesso, un’illustrazione realizzata con grandissima tecnica o una storia a fumetti stracolma di colori ed effetti speciali, come anche tanti film, ci annoiano a morte, mentre uno schizzo fatto senza pensarci troppo o un piccolo filmato messo su YouTube, sono vivi e capaci di farci ridere o di raccontare qualcosa di autentico.

Vero. È quel soffio vitale che anima ad esempio strisce come Perle ai porci (Pearls before swine). Guardi le tavole e potresti dire “questo lo saprebbe disegnare chiunque”. La magia però è l’incredibile vitalità dei personaggi, dei loro dialoghi e delle loro scene, del topo, dell’albero e del tavolo sintetizzati e restituiti in quel modo sfrontato.
È un corso anche per chi, già sorretto da una buona tecnica, ha voglia di ritornare sui propri percorsi e rimettere tutto in discussione.

Altre notizie, ragionamenti e riflessioni sulla filosofia dei worshop potete trovarli in questi giorni sul blog di Ciantini.

Il workshop nasce come iniziativa dell’Associazione Slowcomix. Secondo le parole degli organizzatori è aperto a tutti quanti, non solo agli amanti dei fumetti, non sono richiesti particolari requisiti o abilità, se non curiosità e amore per il disegno, e voglia di raccontare. Portatevi allora un blocco di schizzi, un qualsiasi strumento per disegnarci sopra, anche una biro, e soprattutto la voglia di fare qualcosa di diverso.

[Iscrizione e informazioni presso il Punto Fnac tel: 055 904010]

Slowcomics

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domenica, settembre 11, 2011

 

L'undici settembre delle comic strip

L'undici settembre delle comic strip
Oltre 90 autori americani dedicano oggi la loro striscia alla commemorazione del decennale del 9/11. Negli inserti dei quotidiani e nei periodici, come spesso avviene, le strisce raccontano i sentimenti, i ricordi e le angosce della società contemporanea. Può sembrare anomalo questo interesse collettivo alla rievocazione di un evento così tragico da parte di autori di comic strip, ovvero strisce umoristiche. È un fraintendimento comune in questo genere di fumetto, erroneamente inteso come ridanciano “tout court”. Sarà invece molto interessante come ognuno riuscirà a sintetizzare con disegno e parole un melange di emozioni e ironia. Le strisce saranno raccolte un sito dedicato: cartoonistsremember911.com/

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mercoledì, agosto 24, 2011

 

Sorridendo con i ciottoli della Dora Baltea

Immaginiamo funzioni più o meno così. La ragazza che crede nel contagio positivo del sorriso esce per una passeggiata nella Dora Baltea. Fiume leggendario, nasce nella Valle D'Aosta e poi dopo molte vicende arriva pigro a confluire nel Po. Non è una camminata come le altre, arruola attori tra i sassolini colorati del fiume. Serve una giornata un po' scintillante, di quelle con cento riflessi nell'acqua di montagna. Si chiama Alessandra Toscano, un tempo disegnava, poi si è rotta la mano destra e ora fotografa. Ma soprattutto scrive microstorie. Che funzionano davvero solo con immagini. Raccolte ora in Dora Microstorie.

Dora Microstorie di Alessandra Toscano

Su questo modo di narrare viene proprio voglia di cesellare qualche riflessione.

In tempi di apps con i fumetti, quando in forma digitale si riciclano vecchie suppellettili e si travestono anziane idee, la nostra tipa ricorre a mezzi antichissimi. Per divertire e sorprendere davvero, dimostrando ancora una volta in questa epoca di gran retorica della modernità, che per idee, inventiva e sensibilità non è il supporto che conta. Oggetti primordiali come le pietre dei fiumi formate in chissà quale era geologica, la fotografia, inventata un paio di secoli prima, la scrittura, semplice e sintetica. Per ragioni diverse magari non la fileranno quelli del mondo della fotografia né quelli del fumetto o della scrittura. Eppure queste microstorie hanno una fratellanza anomala con strisce e vignette. Immagini e testi che davvero funzionano solo connessi in un mix unico, non suona un campanellino?

E poi, volete mettere, a noi di Balloons i piccoli talenti che nessuno fila (inutile anche la ruspa di Google, non troverete niente) piacciono ancora di più. Per questo parlare della ragazza che racconta con le pietre è una gran goduria.

Certo, non tutto è perfetto, anzi parecchio ruvido nel confezionamento. Gli sfondi ghiaiosi nelle pagine non sono proprio il massimo della genialità grafica e ammazzano la leggibilità dei testi. A sua volta, anche per la scelta del font si potrebbe fare uno sforzo di originalità . Ma per il resto le microstorie scorrono una dietro l'altra con una piacevole leggerezza, stupiscono per il minimalismo che racconta molto, talvolta persino con citazioni strizzate alla cultura pop oppure di più raffinato stampo letterario, sul filo di una tecnica umoristica che la Toscano asserisce un po' inspirata dalle "tragedie in 2 battute" di Achille Campanile. In campo fumettistico per il mondo sghembo di osservare il mondo con un quadretto e delle parole potrebbe persino essere allieva del Cavezzali vignettista, se non fosse che quest'ultimo non ha proprio discepoli (allieva, non clone, sono diversissimi in realtà come contenuti).


Dora Microstorie di Alessandra Toscano

Quasi niente è più eterno dei sassi, eppure qui tutto è così effimero. Che fine fanno le composizioni dopo che hanno preso vita? Ce lo racconta l'autrice: "I sassi sono impilati senza colla, fatta la foto, non esistono più i personaggi.... solo gli occhietti sono sempre gli stessi. E sì, una volta usati, li lascio liberi di rotolare di nuovo nel fiume, a cambiare forma..." Già, come tranquillizza in coda al film, "nessun sasso è stato maltrattato".

Inutile cercare il libro, ne esistono quattro copie autoprodotte e poi si vedrà.

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lunedì, marzo 21, 2011

 

Peanuts senza Schulz?



Circolano strane voci su nuovi Peanuts. Rimbalzano nei tanti forum e blog dedicati al culto dell'immensa opera di Schulz. Un'etichetta editoriale detentrice di diritti di riproduzione del vecchio materiale fa circolare immagini equivoche della copertina di un nuovo album di comics in una collana dedicata ai ragazzini. Si pensa vogliano tirare fuori dei nuovi contenuti basati sugli antichi personaggi, aggirando in qualche modo quanto stabilito da Schulz prima della scomparsa: i Peanuts finivano con lui. Forse in tanti hanno preso questa statuizione come un'autoritaria e gelosa disposizione testamentaria. In realtà non era gran che necessaria e tra poco capiremo perché.
Un'operazione nuovi Peanuts è discutibile dal punto di vista creativo ma si sa che il denaro non dorme mai. Voci, solo ipotesi per ora, probabilmente senza seguito come tante. Ma nelle discussioni originate dai bisbigli un punto sollevato è interessante: perché stracciarsi le vesti, in fondo è già successo con Schulz in vita. Come? Prego, di che state parlando? Un punto è sempre stato fermo per tutti noi Peanutsiani storici: a differenza di altre strip realizzate a catena di montaggio (Hart con B.C. aveva una corte di sceneggiatori, tante sono passate di mano e hanno avuto inchiostratori, disegnatori e soprattutto ideatori diversi) Schulz ideava e costruiva da solo le tavole. Dall'inizio alla fine. In tutte non solo scrittura e disegno ma anche inchiostrazione e lettering arrivavano dalla sua mano.
L'affermazione non è del tutto vera. Abbiamo seguito i fili della discussione andando a scovare delle tavole targate a tutti gli effetti Peanuts ma non ideate e non disegnate da Schulz.



Da dove arrivano? È vero che tutti i Peanuts distribuiti nei quotidiani nella forma classica striscia o in quella domenicale provengono esclusivamente da Schulz. Ma durante gli anni '50 e l'inizio dei '60 i Peanuts non furono pubblicati solo nella forma "newspaper strip", striscia da giornale ma anche negli album di fumetti, i "comic book", territorio di solito abituale dei supereroi, gente come Superman and Captain America (sotto uno dei comic book dove apparvero i Peanuts).


All'inizio erano solo ristampe di quanto già era andato nei quotidiani. Poi la banda di Charlie Brown venne sviluppata in quegli album come soggetto autonomo, con storielle un po' più lunghe. Agli occhi dei lettori più attenti e appassionati apparve subito chiaro che qualcun altro stava facendo il lavoro. Schulz fu presto scontento del risultato, qualche volta intervenne di persona e poi si affidò al suo più stretto collaboratore e amico Jim Sasseville. Di quest'ultimo abbiamo fatto conoscenza in Italia quando la serie di vignette "È solo un gioco" (It's only a Game) - da lui disegnata ma progettata da Schulz - è stata pubblicata dalla Free Books con traduzione e adattamento di Luca Boschi (ve ne abbiamo parlato in un precedente post come divertente fantascenario di Peanuts adulti).
Tutto questo è raccontato dallo stesso Jim Sasseville in un articolo dal titolo "
The Ghost in the (Peanuts) Machine" (il fantasma nella macchina dei Peanuts) e in un'intervista da Dale Hale altro disegnatore che sostituì Schulz (rinviamo a questi link chi avesse curiosità di più dettagli sulle vicende di queste tavole).


Le tavole non disegnate da Schulz sono interessanti non tanto per il viziaccio di fare gossip su un buco nero nell'opera immensa di un autore, di scavare nel passato dopo la sua scomparsa. Non è quello il punto. Rivelano - come in un negativo - il rapporto intimo dell'autore con la propria creatura, in che modo quel meccanismo delicato e originale funzionasse solo nella sua testa e nelle sue mani. Schulz era palesemente a disagio con queste strisce: mai compariranno nelle centinaia di riedizioni e raccolte pubblicati, mai saranno citate nelle storie ufficiali e negli aneddoti. Agli occhi di chi abbia un minimo di familiarità con i Peanuts appaiono come taroccate, anche quelle del fidato Sasseville. Qualcosa suona subito falso o improprio. Il minimalismo dei Peanuts sembrerebbe molto semplice e perciò riproducibile. E invece non è così, non era così, neppure per il più stretto dei suoi collaboratori di quell'epoca. L'assistente Dale Hale rese bene l'idea dicendo "
The magic of his thing is the simplicity, and the simpler something is, the harder it is to copy." (La magia del suo lavoro è la semplicità e più semplice è qualcosa, più difficile è da copiare).
Beh, sotto questo aspetto va detto anche che tutti i gadget erano alquanto orribili ma soprattutto nelle
trasposizioni in TV i personaggi apparivano snaturati.
Non è comune e non è da tutti questo stretto rapporto con la propria opera e il proprio soggetto. Abbiamo mille esempi anche fuori dal mondo del fumetto di personaggi o soggetti seriali gestibili da altre mani. Non i Peanuts. Schulz era i Peanuts.
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Nell'articolo uscito qui su Balloons per il decennale della scomparsa di Schulz, "Cosa rimane dei Peanuts", ho manifestato l'idea che ormai i Peanuts debbano essere lasciati in pace, magari persino tolti dallo stato di striscia zombie, ripubblicata ancora su quotidiani e riviste come se nulla fosse. Lasciamoli nell'olimpo delle grandi raccolte, dedicando loro ogni tanto tributi splendidi come questo gentilmente concessoci da Deco.

Deco Inkspinster - tributo per il decennale della fine dei Peanuts

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mercoledì, marzo 16, 2011

 

Premiazione Cartoomics 2011 Milano

Premiazione Cartoomics 2011 Milano, Stefano Tartarotti, Stefano Milani, Paolo Di Tonno, Max Olla, Gabriele Montingelli.

Grazie ancora da tutti noi al comitato coordinato dalla Fondazione Franco Fossati e a Luigi Bona per il riconoscimento come miglior sito di fumetto on line a Balloons il blog delle comic strip, grazie a Cartoomics, al presidente Robert de Moncuit e a Melina Gatto dell'organizzazione, per il premio. Nella foto gli autori presenti alla cerimonia, da sinistra: Stefano Tartarotti, Stefano Milani, Paolo Di Tonno, Max Olla, Gabriele Montingelli.

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giovedì, marzo 03, 2011

 

Ritorna Ettore e Baldo - Intervista con Stefano Milani


Ettore & Baldo numero 6

Stefano Milani con la sua serie Ettore & Baldo è un fenomeno curioso. La striscia ha una personalità fortissima, un soffio vitale, come poche altre sulla scena delle strip italiane. Ma vive in una nicchia tutta propria, fatta di fan fedelissimi e ostinazione dell'autore nel non mollare mai la sua creatura. Nata tanti anni fa ormai e poi entrata e uscita dal cassetto tante volte. Fuori da tutti i giri editoriali e dall'attenzione della critica, un po' anche per l'innata modestia e umiltà di Milani, anche se meriterebbe davvero di più. La storia ve l'abbiamo raccontata qualche anno fa qui su Balloons e per un po' di tempo Ettore e Baldo è stata pubblicata in queste pagine. Poi l'abbiamo persa di vista, scomparso il sito e niente notizie, ancora una volta per impegni professionali Milani aveva dovuto abbandonare per un po'. Poi a settembre dello scorso anno un nuovo albo autoprodotto, recuperati tutti i vecchi e fedeli lettori, la passione e il divertimento riprende. In occasione dell'uscita in questi giorni del sesto album ("Il Baldo di Oz") abbiamo pensato di scambiare due chiacchiere con l'autore, per capire un po' di più. Anche perché la buona notizia è un'altra ancora: il ritorno su Balloons di Ettore & Baldo, ogni settimana con una striscia inedita.


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Max Olla[Max Olla] Cominciamo parlando di questo tuo buzzo buono per l'autoproduzione. Sei al sesto album, ogni tanto prendi lunghe pause, ma poi tiri fuori diversi numeri ravvicinati come se avessi un impegno editoriale, con te stesso, con la piccola nicchia di lettori fedelissimi, con il dio dei fumetti. E l'aspetto stupefacente è la cura degli album, sembrano prodotti da edicola, non hanno per niente l'aria "fanzinara" di certe autoproduzioni buttate giù tanto per dire ci siamo. Per non parlare della distribuzione "fai da te". Li spedisci di persona alle poste, busta per busta (anche queste curate) dopo aver preso gli ordini via web. Immagino che i numeri siano roba da culto molto ristretto. Sorge spontanea una domanda. Raramente abbiamo visto un autore con questa ostinazione. Ti piace così? Hai provato con gli editori? Ormai ti sei arreso a un destino di pochi ma buoni?
Stefano Milani[Stefano Milani] No, non mi sono ancora arreso a nessun destino. Non è un problema di editori, in effetti non credo di averne mai cercato uno in modo serio. Non vorrei sembrasse che mi autoproduco perchè ho un'alta considerazione delle mie capacità artistiche. Lo faccio solo ed esclusivamente perché mi diverto un mondo! Mi faccio un sacco di ghignate ( fin dai tempi con Roberto ) durante l'ideazione delle strisce, mi immedesimo in Ettore e Baldo e rido come un demente. Quando mi viene in mente una scena, vorrei esser in grado di trasmetterla telepaticamente alle persone, ma finche non avrò finito di assemblare la mia macchina ad onde alfa, sarò costretto ad imparare a disegnare! Per quello che riguarda l'impegno e le attenzioni nei confronti dei miei pochi ma buoni lettori, beh, ci mancherebbe anche che li trattassi male, e se ho delle copie ordinate da spedire, in posta devo andarci. Coi piccioni non funziona, ho provato! A dirla tutta, non ho proprio idea se il mio fumetto abbia o meno delle realistiche possibilità di emergere nel mercato, ma dai tempi in cui Ettore e Baldo erano due scarabocchi, il mio entusiasmo è rimasto lo stesso. Pubblico o non pubblico, editori o autoprodotto, mi auguro sia sempre così.

Max OllaMediamente, per capire, quante copie tiri e vendi degli album autoprodotti?




Stefano MilaniUna tiratura molto limitata. Duecento copie per ogni albo. Di solito, tra amici, parenti, e lettori reali riesco a finirle. In questo modo posso dire a me stesso "Evvai: anche questo numero è andato venduto tutto!", mentre il mio gatto mi osserva con sguardo molto perplesso. Di alcuni numeri ho fatto addirittura una piccola ristampa, per esempio ora, assieme al sesto albo, ho ristampato anche una cinquantina di copie dello "speciale Baldo Dog". In molti mi consigliano di partecipare a più fiere per farmi vedere in giro, oltre che sul web. Penso sia un buon consiglio.


Max OllaEcco, proprio su questo aspetto della nicchia vorrei ragionare con te. Il rapporto con i tuoi lettori fan è curioso, aggiungerei affettuoso. Li conosci tutti uno per uno, ne pubblichi le foto, rispondi ai loro commenti, ti riempiono di punti esclamativi di gioia per ogni striscia e ogni album, fai i gadget solo per loro. Sono una tribù, probabilmente colpiti dal fatto che un autore bravo come te non se la tiri e risponda personalmente ad ognuno. Ma il vero successo inizia quando non sai più chi ti legge. Te lo immagini, che so, Silver a seguire così i suoi lettori? D'accordo sul dire disegno perché mi piace e mi diverto da morire ma Ettore & Baldo è una striscia realizzata in modo professionale, non hai l'ambizione di avere più di duecento lettori? Anche un busker ha qualche sogno.
Stefano MilaniNessun artista o presunto tale, dovrebbe mai "tirarsela". Mi dispiacerebbe ritrovarmi un giorno a considerare i miei fan solo come un fattore di moltiplicazione per le copie vendute. Sono certo che anche un Autore come Silver, se quando era agli esordi, avesse avuto a disposizione Facebook, si sarebbe comportato in modo affettuoso con i suoi primi lettori. Infatti, oggi non costa molto rispondere a qualche decina di affezionati con una adsl, basta volerlo fare e qualche click! Nel remoto caso in cui i miei lettori diventassero tera giga di dozzine, sicuramente le cose cambierebbero. Non credo comunque che mi dimenticherei mai dei primi e nel limite del possibile continuerei ad interagire con tutti loro, divertendomi, fino al giorno in cui un fan sfegatato che si crede Baldo non mi farà saltare le cervella con un revolver softair caricato a pallettoni di sale, mentre torno dalla spesa, dopo avermi pedinato e fotografato per mesi! ...sono i rischi del mestiere, questo e il "gobbone da disegnatore"!


Max OllaAccennavi prima al fatto che la tua voglia nasce dall'immaginare una situazione umoristica, qualcosa che già inizia a farti ridere e sembrerebbe che il disegno sia solo un mezzo per rappresentarla. Avrei pensato che la voglia di disegno fosse prevalente, anche perché hai un tratto piuttosto caratteristico. Specie nei due personaggi. Quelle orecchie svolazzanti di Baldo, disegnate quasi staccate con una vita propria, e quei capelli incasinati e insofferenti a qualsiasi pettine di Ettore da dove arrivano?
Stefano MilaniBaldo ho imparato a disegnarlo da piccolino, mia cugina un giorno, per farmi stare buono, ha preso carta e penna e ha detto: guarda, fai due cerchi, un'altro cerchio e due triangoli ed ecco il muso di un bel cagnolino! Sono passati più di trent'anni e credetemi, Baldo è l'evoluzione ( o involuzione ?) di quello scarabocchio. Infatti, poi non sono più riuscito a trovare un modo per collegare le orecchie alla testa di Baldo e allora mi sono piano piano convinto del fatto che erano belle così. Per Ettore invece è stata una tragedia, un calvario decennale. Volevo fare una striscia, è sempre stato il mio sogno, mi piaceva Baldo, ma avevo bisogno di almeno un'altro personaggio, per creare un minimo di dialogo, volevo trovargli un padrone. E lì ho davvero capito quanto non sapessi disegnare! Non c'era verso di riuscire a proporzionare una sorta di personaggio con fattezze umane, era frustrante, davvero. Vedevo amici e disegnatori, anche più giovani di me e già bravissimi ed io intanto sfornavo mostri dalle fattezze brutalmente storpiate. Ettore negli anni è stato un bambino, un vecchio, un gatto, un bambino di tipo diverso, poi una sorta di giovanotto, fino ad arrivare un giorno ad imbroccare questa forma. Tutto ad un tratto Ettore iniziava a piacermi e vederlo assieme a Baldo mi divertiva. Credo che i capelli di Ettore rappresentino bene il suo carattere euforico, sempre in movimento, ottimista e spensierato... è come se avesse la testa tra le nuvole, no?


Max OllaDici che non sapevi disegnare. Però hai poi frequentato una scuola di fumetto e l'arte della raffigurazione è diventata la tua vita professionale, hai studiato animazione 2D e 3D e sei diventato modellatore in questo campo. L'attuale tratto più maturo è frutto di questa formazione? Possiamo vedere un primissimo Baldo del lontano 1991?
Stefano MilaniSi è vero. Tutto è partito da Baldo, mannaggia a lui! Mi sono sempre più appassionato a grafica ed animazione. Ho studiato fumetto a Milano e animazione 3D e ho lavorato per una decina d'anni, come freelance, presso varie agenzie di comunicazione di Milano e Verona. Ho fatto molta esperienza e conosciuto professionisti davvero molto bravi, dai quali ho sempre cercato di imparare qualcosa. Il mondo dell'animazione è un'altro mio sogno, per realizzare il quale però avrei bisogno di una decina di reincarnazioni consecutive nello stesso ruolo. Credo che il mio tratto, come tutto il resto, non sia da considerare "maturo" ma se lo confronto a quello che hai citato tu del 1991, (quando il pennello lo usavo come lo scopettone del gabinetto), in effetti un timido miglioramento lo noto anch'io. Vuoi vedere un "Ettore e Baldo" del 1991? Mamma mia cosa mi fate fare, eccolo qua... spero tu voglia ancora proseguire l'intervista, o per lo meno, rimanermi amico :-)

Ettore e Baldo 1991

Max OllaSanta banana Stefano, ma è un'esperienza visiva terribile. Persino lenzuolate invasive di retini. In realtà l'esempio è interessantissimo confrontandolo con le tue strisce attuali perché - devi sapere - di tavole così acerbe provenienti da aspiranti fumettisti "primipari" ne riceviamo tante sulla posta di Balloons. Ed è sempre molto difficile far capire che spesso serve un lungo percorso come il tuo per arrivare a un tratto più formato, sicuro e un po' più originale.
Parliamo invece dei contenuti comici di Ettore & Baldo. Qualcuno li ha definiti i Wallace & Gromit della striscia italiana. E in effetti il loro umorismo potrebbe essere iscritto come analogia a quel sotto genere cinematografico chiamato "buddy film": una coppia di amici o compari di sventura con caratteri diversi e contrastanti buttata sulla scena. Da battibecchi, cazzeggi e divergenze tiri fuori un bel po' di situazioni ridicole e bislacche. Questa mi sembrava la formula originaria, specie quando agli inizi l'ideazione era condivisa con il coautore Pasini. Il linguaggio poi era ricco di parodie, prese in giro di tic, luoghi comuni collettivi, fissazioni, pubblicità. Con la chiusura del rapporto di collaborazione con Pasini qualche anno fa forse c'è stata una leggera crisi creativa. Oggi il filone parodia sembra essersi esteso anche alle storie, quasi usi i due personaggi come attori. Come definiresti l'umorismo di Ettore & Baldo, quali sono le principali fonti di ispirazione?

Stefano MilaniTi avevo avvertito, no? Quando dico che non sapevo disegnare ( ammettendo che lo sappia fare oggi ) intendevo questo. Sappi che l'esser andato a tirar fuori certo materiale, per rispondere alla tua domanda mi costerà un patrimonio, in sedute di psicoanalisi dinamica e farmaci!

La chiusura del rapporto produttivo con Roberto è stato per me un "brutto colpo". Ho sempre partecipato alla realizzazione dei testi, ma all'epoca Roberto era davvero l'anima umoristica del fumetto. Io pensavo più che altro a dare una dimensione ed una struttura al progetto. Però, sentivo di poter continuare anche da solo e mi sarebbe molto dispiaciuto abbandonare tutto. Sicuramente ho passato una crisi creativa, ne passerò ancora e ancora. Le crisi non mi spaventano, ho imparato a riconoscerle e a conviverci. L'esser rimasto da solo con i miei due pargoli, mi ha costretto ad ad esprimermi. Da un certo punto di vista, anche se mi mancano da morire le gran ghignate che mi facevo con Roberto, forse è stata una divisione necessaria alla mia "crescita" e credo che solo da quel momento "Ettore e Baldo" hanno iniziato ad esser "se stessi".

Wallace & Gromit
Il paragone con Wallace & Gromit è un complimento che mi esalta a dir poco. Li adoro, e Baldo ha in effetti molto in comune con Gromit. Quando ho iniziato a vedere i loro primi episodi, mi sono innamorato dell'atmosfera "very english" che si respira nel mondo di Nick Park. Wallance & Gromit e Calvin & Hobbes credo siano i due mondi che preferisco. Ettore e Baldo sono due esseri diversi come carattere, che però si compensano molto bene. Solo Baldo potrebbe stare con Ettore e viceversa, in ognuno dei due c'è un pò dell'altro... molto Tao, ma poco miao!

Definire il loro "umorismo" mi risulta difficile. Quello che so è che spesso ci fa ridere non tanto la battuta ma chi la dice e come viene recitata. Se un comico non mi piace come persona, difficilmente mi faranno ridere i suoi monologhi. Al contrario, ci sono individui che mi fanno ridere solo a guardarli. La cosiddetta empatia, credo sia l'ingrediente più raro ed importante in un fumetto, racconto, cartone o film. Dalla prima vignetta di Calvin & Hobbes si intende tutto l'universo che saranno in grado di raccontarti. l'umorismo, diventa solo uno dei motivi per cui tornerai a leggerli e per cui prenderei a badilate nella nuca Watterson, che si è preso il lusso di smettere di scriverli! Ecco, io miro a tutto questo.. mi piacerebbe che Baldo o Ettore facessero sorridere solo a vederli. Roba da poco, no?


Max OllaTecnica di disegno. Una volta stampato Ettore & Baldo appare in un bianco e nero senza sfumature o indecisioni, con un tratto molto spesso e deciso. Come si arriva a questo risultato, ci racconti il making of di una striscia? Parti da una bozza a matita, che materiale usi? C'è l'ausilio del computer o tutto fatto a mano? (magari mostraci qualche fase)
Stefano MilaniIo amo inchiostrare con il pennello, non sono mai riuscito a concludere nulla con pennarelli o pennini. Come si vede drammaticamente dalla vignetta del 1991, ne ho dovuta spalmare un bel pò di china, prima di riuscire ad avere un tratto accettabile. Le fasi di realizzazione di una striscia di Ettore e Baldo sono in sintesi le seguenti:
1) ideazione: quando va bene l'idea arriva in seguito ad una lieve contusione cranica accidentale, causata dall'impatto del mio osso occipitale con un corpo contundente tipo mensola, frigo, stipite. Quando va male invece, l'idea arriva dopo ore passate in stato semi catatonico ad osservare il muro.


Ettore e Baldo matite

2) Matite: beh, c'è poco da dire... butto giù l'impaginazione della striscia, con i vari ingombri e una bozza di testo, molto di getto!


Ettore e Baldo china
Ettore e Baldo china

3) China: fase pericolosissima e da intraprendere solo quando si è karmicamente sereni, altrimenti si rischia un posto d'onore nel girone degli imprecatori incalliti! Per inchiostrare uso da sempre pennelli Windsor & Newton serie 7, numeri dal 4 al 7. Per chi non lo sapesse avere un pennello W&N è come adottare un bimbo, un impegno da valutare bene prima di intraprenderlo.

4) Scansione ed importazione: "tiro su" con uno scanner e ripulisco l'immagine in Photoshop, prerparando le singole vignette a poter esser importate in Illustrator. Con quest'ultimo software aggiungo tutto ciò che manca, tratti dimenticati e lettering.


Ettore e Baldo illustrator
Ettore e Baldo lettering

Inoltre, nel tempo ho imparato ad apprezzare anche le qualità delle tavolette grafiche della Wacom. Ho una bellissima Intuos che permette davvero di disegnare con la stessa gestualità che uso sulla carta. Anni fa, lavorando molto al computer come animatore non avevo il tempo per tirar fuori china e pennelli e molte strisce di EB le realizzai quasi interamente in digitale. Ora, avendo più tempo da dedicare al mio fumetto, sono decisamente tornato alla via tradizionale, da molta più soddisfazione in fin dei conti.

Max OllaSta imbrunendo, ci prende una lieve malinconia, chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo ed è il momento della domanda esistenziale e finale. Album, fiere del fumetto, il web e i fan fedelissimi, e poi? Che fare di Ettore e Baldo?

Stefano MilaniLa domanda esatta credo sia cosa faranno Ettore e Baldo di me. Si perché alla fine sono loro che decidono, tutto. Dal canto mio, più che continuare a raccontarli disegnandoli, che posso fare? Per ora va bene così, poi come si dice, se son rose... spineranno!
Prima che cali il crepuscolo su questa mia prima intervista ufficiale da disegnatore :-) desidero ringraziarti di cuore, assieme alla band Balloons al completo per aver preso così in simpatia il mio fumetto. Un saluto a tutti.

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mercoledì, febbraio 23, 2011

 

Nuove strisce su Balloons: arriva Raptus di Frago

FragoFrago da solo suona un po' come Ficarra senza Picone, Stanlio senza Ollio, Ric senza Gian (d'accordo quest'ultima analogia è un po' offensiva, concetto recepito, la chiudiamo qua). La premiata ditta Frago & Mazza ci ha divertito su un'infinità di fogli e ha accumulato un curriculum di prestigio: Cuore, Comix, Smemoranda, Frigidaire, L'Ora di Palermo e un altro buon numero di periodici e quotidiani. Vignette di satira dallo stile inconfondibile, sorrette dal disegno semplice ma originalissimo di Frago e dalla scrittura tagliente di Mazza. Da qualche tempo hanno sospeso la collaborazione causa impegni professionali, Frago vive a Catania dove lavora in campo informatico mentre Mazza è un affermato copywriter a Milano, ma contano di riprenderla appena possibile.

Qui su Balloons, con la serie Raptus, arriva il Frago "strisciaiolo", in apparenza molto simile al vignettista. Personaggi anonimi e giusto un paio di oggetti sulla scena, pervasi da un anomalo spirito pop, disegnati con quel tratto tondeggiante che mette il sorriso solo a guardare, con quelle bocche e nasi bizzarri. Ma qualcosa cambia perché Frago sta cercando nuovi percorsi e qualche ambizione c'è. C'è la ricerca di una comicità più universale, più di situazioni, meno parolaia e legata alla satira politica contingente, per poter tradurre le tavole ed affacciarsi fuori dall'Italia.


Raptus di Frago

Raptus di Frago
Raptus nelle parole dell'autore sarebbe un po' un contenitore di tutto quel che gli salta in testa. In realtà un filone c'è e Frago ride su quel che conosce meglio. Le boiate di una nuova generazione assai svagata, incerta, confusa e indecisa, inzuppate in un linguaggio ironico derivato dalla nuova era informatica.

L'appuntamento è ogni mercoledì qui su Balloons. Benvenuto Frago.


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