lunedì, marzo 21, 2011
Peanuts senza Schulz?
Un'operazione nuovi Peanuts è discutibile dal punto di vista creativo ma si sa che il denaro non dorme mai. Voci, solo ipotesi per ora, probabilmente senza seguito come tante. Ma nelle discussioni originate dai bisbigli un punto sollevato è interessante: perché stracciarsi le vesti, in fondo è già successo con Schulz in vita. Come? Prego, di che state parlando? Un punto è sempre stato fermo per tutti noi Peanutsiani storici: a differenza di altre strip realizzate a catena di montaggio (Hart con B.C. aveva una corte di sceneggiatori, tante sono passate di mano e hanno avuto inchiostratori, disegnatori e soprattutto ideatori diversi) Schulz ideava e costruiva da solo le tavole. Dall'inizio alla fine. In tutte non solo scrittura e disegno ma anche inchiostrazione e lettering arrivavano dalla sua mano.
L'affermazione non è del tutto vera. Abbiamo seguito i fili della discussione andando a scovare delle tavole targate a tutti gli effetti Peanuts ma non ideate e non disegnate da Schulz.
Tutto questo è raccontato dallo stesso Jim Sasseville in un articolo dal titolo "The Ghost in the (Peanuts) Machine" (il fantasma nella macchina dei Peanuts) e in un'intervista da Dale Hale altro disegnatore che sostituì Schulz (rinviamo a questi link chi avesse curiosità di più dettagli sulle vicende di queste tavole).
Le tavole non disegnate da Schulz sono interessanti non tanto per il viziaccio di fare gossip su un buco nero nell'opera immensa di un autore, di scavare nel passato dopo la sua scomparsa. Non è quello il punto. Rivelano - come in un negativo - il rapporto intimo dell'autore con la propria creatura, in che modo quel meccanismo delicato e originale funzionasse solo nella sua testa e nelle sue mani. Schulz era palesemente a disagio con queste strisce: mai compariranno nelle centinaia di riedizioni e raccolte pubblicati, mai saranno citate nelle storie ufficiali e negli aneddoti. Agli occhi di chi abbia un minimo di familiarità con i Peanuts appaiono come taroccate, anche quelle del fidato Sasseville. Qualcosa suona subito falso o improprio. Il minimalismo dei Peanuts sembrerebbe molto semplice e perciò riproducibile. E invece non è così, non era così, neppure per il più stretto dei suoi collaboratori di quell'epoca. L'assistente Dale Hale rese bene l'idea dicendo "The magic of his thing is the simplicity, and the simpler something is, the harder it is to copy." (La magia del suo lavoro è la semplicità e più semplice è qualcosa, più difficile è da copiare).
Beh, sotto questo aspetto va detto anche che tutti i gadget erano alquanto orribili ma soprattutto nelle trasposizioni in TV i personaggi apparivano snaturati.
Non è comune e non è da tutti questo stretto rapporto con la propria opera e il proprio soggetto. Abbiamo mille esempi anche fuori dal mondo del fumetto di personaggi o soggetti seriali gestibili da altre mani. Non i Peanuts. Schulz era i Peanuts.
Etichette: articoli, novità editoriali, Peanuts, segnalazioni, storia, strisce e autori
Del resto Virgilio fece il sequel dell'Iliade, senza preoccuparsi di "lasciare in pace Omero".
Nelle interviste a cui rimandiamo si legge roba horror, un paio di volte hanno dovuto chiamare Schulz perché non riuscivano a riprodurre la testa di Charlie Brown, un tondo impossibile..:))
Sul Blog "Hai da spicciare?"
http://haidaspicciare.blogspot.com/
abbiamo dato una nostra chiave di lettura sull'essenza dei Peanuts e su come non ci si possa permettere di snaturarla.
Speriamo vogliate dare un'occhiata.
Grazie anticipatamente dell'eventuale interesse.
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