giovedì, luglio 31, 2008

 

'Round the Clock

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mercoledì, luglio 30, 2008

 

Il libro che tutti i nuovi fumettisti dovrebbero avere sul comodino, fantaeditoria

Dopo un abbecedario delle comic strip, archeologia libraria, ecco quello che ci vuole ora per i giovani autori di strip, fantaeditoria . Casa editrice fresca, titolo che con affetto tira una pedata alla boria degli esordienti. Perché davvero non se ne può più.
Non sarebbe un libro di rancore. Ma di scapaccioni, sì. Paternalistici, se volete.
Non se ne può più di autocelebrazioni. Di tavole disegnate in quantità industriale. Pensate con presunzione come se fossero la prima cosa originale dopo Schulz. Non se ne può più della permalosità dei nuovi presunti rocker delle strip. Delle dediche e delle strisce autoreferenziali. Dei cartellini appesi al collo alle mille fiere del fumetto che candidano e premiano tutti.
Internet ha un po' ubriacato tutti. Stare su uno schermo e pensare di avere il mondo come lettori. L'editore più disponibile che esista, non fa storie, pubblica e ingoia tutto. Dovrebbe servire a interconnettere passioni, intelligenze, non è un teatro per gonfiarsi.
Ma tutto questo si potrà leggere nelle pagine del libro. Quando uscirà.

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martedì, luglio 29, 2008

 

Inkspinster



Inkspinster © Deco 2oo1-2oo8 E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice

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lunedì, luglio 28, 2008

 

Palmiro di Sauro Ciantini


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venerdì, luglio 25, 2008

 

Disegnando le comic strip, un manuale d'epoca

Archeologia editoriale. Manualistica per la precisione. "Drawing comic strip", Disegnare le strisce, è un piccolo libricino risalente al 1972, scovato da un'amica in uno scaffale dimenticato di una vecchia libreria italiana. È arrivato in modo curioso dalle nostre parti. Non in una versione nella nostra lingua ma comunque tradotto, in un grande foglio allegato al libro, così come escono dalle stamperie, ancora piegato, alla buona con tutte le pagine da tagliare. Sapete che i volumi non vengono stampati pagina per pagina: qui non si sono nemmeno presi la briga di confezionare, via con una traduzione messa giù su carta poverissima.

Pagina 46, ultimo capitolo, "Come piazzare un fumetto", traduzione glissata così: "
questo capitolo interessa soltanto i lettori che vivono negli USA". Afferrato il concetto, comunque. Mettetevi l'anima in pace, al massimo qui si insegna a disegnare e costruire una strip.

Eppure il manualetto è un delizioso abbecedario delle strisce, di quelli che Geppetto avrebbe comprato per un Pinocchio fumettista. Semplice, incentrato su tutte le nozioni basilari.



Come disegnare le forme dei personaggi, la testa, il corpo, gli accessori, le espressioni basilari. Come caratterizzarli.
Il contorno a inchiostro. La tecnica per la "nuvoletta con la scritta", raccomandando di usare un lettering personalizzato. L'uso dei contrasti con il nero pieno. Il colore ancora no, quello forse sta nel sussidiario per la seconda elementare.



Il gran divertimento sta nel seguire le elementari osservazioni, specie nella traduzione italiana. Ad esempio il paragrafo su "La carriera del creatore di fumetti":

"I fumetti piacciono a tutti, specialmente a chi è portato per il disegno. Lo scolaro che ha questo genere di attitudine si getta sulle pagine a fumetti e copia i suoi personaggi preferiti: può darsi che più tardi, nelle scuole superiori, egli ne crei qualcuno per il giornale scolastico e che un giorno, definitivamente conquistato, desideri intraprendere questa strana professione. Non è una professione facile: il disegno può sembrare semplice ma lo stile estremamente conciso è il risultato di molto lavoro e studio. E la necessità di idee sempre nuove e la continuità nel tempo richiedono una certa organizzazione ed un pizzico di genio."



In realtà l'insegnamento dell'arte, nelle parole di Jack Markov, talvolta s'ingrigisce con toni molto impiegatizi. Uno dei suggerimenti principali per tirare avanti, chiudere la settimana e le consegne, "portare il lesso a casa" come dicono in gergo alcuni autori, è quello di far ricorso alla forte caratterizzazione dei personaggi. Non c'è bisogno di un'idea fulminante ogni giorno, fate lavorare le vostre marionette dentro vicende banali e quotidiane. Qualcosa verrà fuori. Tale era il mercato americano, la richiesta e offerta. Leggere per credere. L'inizio del paragrafo "I personaggi favoriscono le idee":

"Un disegno buffo può aiutare la risata ma non vale niente se non è sostenuto da un'idea valida. Nel costruire i suoi personaggi l'artista conta su di essi per inventare la sua quota annuale di episodi giornalieri: il meccanismo della mente del personaggio, le sue abitudini, le sue peculiarità e i suoi hobbies costituiscono lo spunto di una vasta serie di soggetti. Il carattere del personaggio, una volta stabilito e conosciuto diventa un tema costante con variazioni […] Il personaggio può essere fanfarone o timido, presuntuoso o modesto, può essere avido di certi cibi o impegnato in hobbies [sic] particolari come quello dei piccioni viaggiatori […] Mescolate questo carattere con gli avvenimenti di tutti i giorni e troverete le idee: non quelle spettacolari e di un'arguzia ingegnosa, ma quelle di un humor naturale e quieto."

Teacher, siamo affascinati. Tutti possono diventare dei cartoonist. Ma questo è il divertente delle guide pratiche, tutti possono fare tutto, anche diventare felici, basta trovare il manuale giusto.

Il vademecum parla anche dell'evoluzione stilistica negli anni delle comic strip, come nell'interessante esempio tratto da Mutt and Jeff, strip creata Bud Fisher e proseguita da Al Smith, già autore fantasma della serie.




Le note biografiche presentano il curatore Jack Markow (1905-1983) come un docente con una grande esperienza nell'universo delle comic strip da quotidiano. In realtà è stato soprattutto un vignettista , un lungo percorso iniziato sul leggendario "The New Yorker", con una gran propensione per la didattica nella fase della maturità. La Fondazione Franco Fossati, Museo del fumetto e della comunicazione, possiede un altro manualetto simile, questo però risalente al 1956.

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giovedì, luglio 24, 2008

 

'Round the Clock

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mercoledì, luglio 23, 2008

 

Liò di Mark Tatulli

Articolo a cura di Cius


Se dovessi definire sinteticamente la strip che vi raccontiamo oggi non avrei dubbi nell'usare la parola "diagonale". La stranezza e la singolarità infatti sono le chiavi di lettura per comprendere Lio di Mark Tatulli, una strip che fa dell'immaginazione sfrenata la sua peculiarità, ponendosi nel panorama delle strisce contemporanee in modo difficilmente catalogabile. Non è solo diversa o surreale o originale, è... trasversale, appunto, costruita com'è su basi talmente personali da rischiare di tracciare persino canoni e strutture narrative del tutto nuove.
Nata nel 2006 e battezzata al cospetto del grande pubblico precisamente il 15 maggio dello stesso anno, è comparsa da subito in 100 quotidiani tra cui: il Los Angeles Times, lo Houston Chronicle, il Chicago Sun-Times, ecc fino ad arrivare ai 150 in pochi mesi e, ad oggi, superare i 300.
Certo è un bel record per un prodotto che ha abbandonato parecchi canoni consolidati per la via, folle, della più libera espressione della fantasia. E parlando di fantasia era immancabile la presenza di un bambino, star incontrastata della striscia. Lio è vivace, ma non solo. È su un altro piano rispetto alla realtà. È un Little Nemo che i sogni (o gli incubi) se li vive nel quotidiano: ti può capitare di vederlo con gente a due teste, con rinoceronti, piovre, robot, alieni e bestie di ogni tipo oltre che con personaggi di altri comics (tra gli ultimi lo scatenato Calvin di Calvin & Hobbes o Braccio di Ferro a cui spaccia di notte gli spinaci o Dick Tracy e tanti altri).











Davvero ogni giorno non si sa cosa aspettarsi: il più delle volte è semplicemente un bimbo a cui piace giocare, divertirsi, fare scherzi. Una delle sue vittime preferite è il suo papà. Lio vive con il padre ma è senza mamma. Entrambi hanno uno strano ciuffo in testa, capelli dritti dritti sulla fronte a seguire una moda tutto loro, fuori dal mondo. Ne capitano di tutti i colori e ad avere un bimbo così c'è nè abbastanza per uscire fuori di testa e dare i numeri. Invece il papà (continuo a chiamarlo solo così perchè non ha nome) il più delle volte subisce accettando da buon genitore le diavolerie di suo figlio.












Ricorrenti e caratteristiche sono le situazioni macabre o comunque legate alla morte, con zombi, fantasmi, mostri, "cose" non meglio identificate e, dulcis in fundo, la Morte in persona. Individui dentro a pentoloni che bollono, insettacci che attaccano bambini, orchi che rapiscono neonati, gente con la coda a freccia al supermercato. Non c'è da stupirsi visto che, a detta dell'autore, le influenze maggiori arrivano da tre illustratori del tutto fuori dagli schemi: il famoso Charles Addams, autore della ben più famosa Famiglia Addams, il sinistro Edward Gorey con i suoi macabri disegni e Gahan Wilson e le sue surreali creazioni.









A lungo andare questa "pazzia" porta il lettore a distaccarsi dalla realtà finendo ubriacato dalle trovate fantastiche che ogni giorno gli vengono proposte. Tatulli ha davvero una fantasia incontenibile gridata ad alta voce attraverso un tratto un po' retrò, poco "preciso" tanto che sembra nato di getto direttamente dall'inchiostro alla carta (l'autore però afferma essere per lui un procedimento tutt'altro che semplice e immediato) così tanto efficace però da permettere alla strip di sopravvivere senza dialoghi e parole. La sua, ve ne sarete accorti, è infatti una strip muta.
Il talento e l'estro sono stati più volte associati al genio di Bill Watterson. Comunque è un'inventiva di tutt'altra estrazione che va oltre le trovate pur sempre scatenate del duo più famoso del mondo. In alcune situazioni Calvin impallidirebbe solo a pensarci. Basta questa strip qui sotto per renderci conto di come sia facile giocare per Tatulli con tutto e con tutti, dissacrando sempre le sue "vittime".




(pensare che il piccolo Calvin sia davvero morto scivolando con il suo tigrotto di pezza da una discesa troppo ripida, la più ripida di tutte, non vi ha lasciato con un brivido lungo la schiena?)

In un' intervista l'autore spiega questa tendenza dark di Lio come una conseguenza dell'essere bambini, sostenendo infatti che i piccoli siano tra le creature più impressionabili e paurose del mondo, pieni come sono di stimoli esterni che li spaventano e li fanno, a modo loro, riflettere. Così come in tanti grandi classici Disney -giusto per citare il marchio più famoso- il tema centrale e scatenante rimane il male, (pensiamo a Bambi che perde la mamma, a Nemo che si separa dal papà, alla strega di Biancaneve e alle sorelle cattive di Cenerentola, ecc) anche in Lio, il "lato oscuro" prevale su tutto. Solo quando si diventa grandi, spiega Tatulli, ci si difende dietro alla ragione e alla razionalità perdendo parte di tutte quelle genuine emozioni primordiali che in qualche modo ci mettono in contatto con tutto il nostro essere.

È possibile reperire sul web la maggior parte del materiale dei lavori di Mark Tatulli. Visitando ad esempio il sito della GoComics (la stessa di Cul de Sac di Richard Thompson) si possono sfogliare le strip giornaliere proposte e un breve archivio, mentre su Amazon è disponibile la prima raccolta di Lio (del 2007) e si puà già prenotare quella in uscita ad agosto di quest'anno. Inutile dire che nessuna versione italiana - per quanto sia pochissimo il testo - ci risulta sia stata ancora proposta.



Per completezza aggiungiamo che l'autore non è alla prima esperienza nel mondo delle strip, porta la sua firma anche Heart of the City. Completamente diversa da Lio nel genere e nello stile, ha ottenuto un discreto successo, anche se non paragonabile alla sua ultima creatura. Di Heart of the City (magari ne parleremo più approfonditamente in futuro) esiste una sola raccolta che racchiude il primo anno di lavoro, uscita nel 2000.


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martedì, luglio 22, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, luglio 21, 2008

 

Palmiro di Sauro Ciantini


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sabato, luglio 19, 2008

 

Ettore e Baldo

Ettore & Baldo

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venerdì, luglio 18, 2008

 

Vamos con le strip

Lo spagnolo è una parlata divertente. O almeno suona così per le nostre orecchie. Sarà la sorellanza linguistica, saranno i troppi cartoni animati di Speedy Gonzales da piccoli, sarà Zorro o i troppi film di Almodovar da grandi, sarà la facilità con cui sembra di poterci giocare: leggere Calvin & Hobbes con quei toni ispanici aggiunge spasso.
Questa è una pagina di intrattenimento di una delle più popolari testate iberiche,
La Vanguardia. "Pasatiempos", certo, e come vorreste chiamarla. Oltre alla striscia di Watterson, davvero immortale nei gusti dei lettori di tutto il globo considerato il tempo passato dalla sua chiusura, vi troviamo un'altra classica comic strip: Fred Bassett di Alex Graham, già vista girare in altre pagine per l'Europa qui su Balloons (in Italia di tanto in tanto con il nome Lillo appare sulla Settimana Enigmistica, e sulle “strip” del mensile che vanta più tentativi di imitazione stiamo per aprire un capitolo).



Meno conosciuta è "Lio" di Mark Tatulli, sindacata dalla Universal Press e già con alcune belle raccolte alle spalle.


Una "pantomime strip" secondo le parole dello stesso autore, senza dialoghi, disegnata in uno stile d'altri tempi ma pensata per i lettori attuali. Il protagonista è un ragazzino curioso, con un'immaginazione senza limiti, capace di manipolare la realtà, spesso innescata da rumori notturni e strane creature che vivono sotto il letto.


È un umorismo dalle tonalità dark, quasi un'escursione nei lati oscuri della nostra esistenza, perfetto sia per gli adulti sia per i bambini che amano esorcizzare con allegria le paure. Per l'abilità e lo sforzo creativo dell'autore nel tessere silenziosamente le trame sintetiche (è davvero difficile) è una delle strisce più interessanti sulla scena contemporanea. Ci ripromettiamo di tornarci presto. Il nostro attentissimo Cius aveva però, guarda il caso, scoperto e mostrato poche settimane fa sul suo blog una tavola crossover: proprio Calvin riappariva con una metamorfosi in Lio.


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giovedì, luglio 17, 2008

 

'Round the Clock


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mercoledì, luglio 16, 2008

 

Comic strip e pubblicità (15 "coda" – le strisce sui coupon degli ipermarket)

Visto e considerato che sono piaciute, piccola coda al post dedicato alle strip sui coupon omaggio nelle casse degli Iper. Un'altra striscia con Violetta Scacciacrisi, l'eroina dei centri commerciali, la quinta della serie di Deco. Il bello qui è la presa in giro degli stessi pezzi di carta che ospitano la strip.
Il mercoledì diventa anche il giorno di prevenzione della vostra artrosi cervicale, non possiamo che mostrarla ancora così, come è stata predisposta per il rotolone delle cassiere.




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martedì, luglio 15, 2008

 

Inkspinster



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lunedì, luglio 14, 2008

 

Palmiro di Sauro Ciantini


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sabato, luglio 12, 2008

 

Ettore e Baldo

Ettore & Baldo

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venerdì, luglio 11, 2008

 

Professor Nimbus di André Daix

(articolo a cura di Umberto Randoli)


Questo è un articolo trasversale: parte da un post di Luca Boschi per continuare qui su Balloons. Vogliamo anche noi parlare del professor Nimbus di André Daix, un personaggio molto popolare in Francia, poco conosciuto dalle nostre parti.
È una silent strip dalla lunga e travagliata vita: esordio sulle pagine de "Le Journal" il 16 settembre 1934, conclusione su "La Voix du Nord" (in Francia) e su "La Meuse" (in Belgio) nel 1991.


La striscia è stato pubblicata in molti paesi, ma non ci risulta sia mai arrivata in Italia.
Nimbus è un uomo elegante, calvo, con un unico capello a forma di punto interrogativo. Agli inizi il personaggio era un insegnante, il classico studioso con la testa sempre tra le nuvole, persa tra equazioni ed invenzioni bislacche dagli esiti spesso disastrosi.
Con il tempo le caratteristiche sono cambiate: pur mantenendo il titolo di professore ha abbandonato l'insegnamento per ricoprire i diversi ruoli necessari alla gag finale. Si passa dalle classiche situazioni comiche al non-sense più scatenato. Pur affrontando mille disavventure la sua figura non è quella del perdente. Anzi molto spesso è lui che manovra tutta la situazione cercando di pilotare gli eventi in suo favore. Ovviamente si tratta sempre di strip in uno stile garbato come l'epoca imponeva.



La classica forma orizzontale è arrivata solo in un secondo tempo, Inizialmente occupava una griglia di 3 vignette orizzontali per 2 verticali, una per il titolo e 5 vignette per la strip. Questo permetteva a Daix di sviluppare delle ministorie. Se necessario riusciva anche a ricavare vignette extra pur mantenendo inalterata la griglia.



Nel 1934 Paul Winkler direttore dell'Opera Mundi (agenzia di stampa da lui fondata alla fine degli anni '20) propose a Daix di realizzare una strip. Inizialmente il nome del personaggio doveva essere Professeur Stratos, ma quando apparve sul quotidiano "Le Journal" il 16 Settembre 1934 il protagonista mutò in Professeur Nimbus.
Le prime tavole non avevano una periodicità regolare, il passaggio alla strip quotidiana arrivò solo dal 18 gennaio 1935. Il successo fu immediato tanto che già dal 1936 cominciarono ad uscire dei volumi che raccoglievano le strip e, sempre nello stesso anno, venne realizzato un cartone animato.


Non avendo bisogno di traduzioni, oltrepassò subito i confini francesi. Ad esempio nel 1936 fu pubblicata in Turchia, dove il professore venne rinominato "Tektel Amca", ovvero lo zio con un solo capello. Nel 1938 venne sindacata dalla KFS ma la strip fu diffusa solo su qualche quotidiano locale. Con l'invasione nazista della Francia, la serie si interrompe: l'11 giugno 1940 le pagine de Le Journal vedono l'ultima apparizione di Nimbus. Nel 1943, senza l'autorizzazione della Opera Mundi, Daix riprende a disegnare Nimbus che viene pubblicato su Le Matin, dal 27 marzo 1943 fino alla nuova interruzione il 17 agosto 1944.
Dopo la Guerra Winkler riprende la strip affidandola a vari disegnatori celati dallo pseudonimo collettivo Jean Darthel. Il 25 giugno 1946 la strip ritorna sulle pagine de Le Figaro. Alcuni dei cartoonist nascosti dietro questa firma sono noti. Tra gli anni 70 e 80, si sono succeduti Robert Velter (Assistente di Branner per "Winnie Winkle" e creatore del personaggio Spirou), Lefort (di cui si conosce soltanto questo lavoro). Pierre le Goff (il disegnatore di 'Coplan FX-18' e di molte altre serie) disegnò il professore dall'1981 fino alla fine della serie.
Non si sa chi abbia realmente disegnato le strip degli anni '50 e '60. Qualcuno indicò il nome di Léon de Enden, disegnatore poco conosciuto, ma c'è anche l'ipotesi che lo stesso André Daix abbia continuato la serie: questo spiegherebbe anche la necessità di uno pseudonimo per il "nuovo" disegnatore dato che Daix all'epoca era ricercato per collaborazionismo, come vi racconteremo tra poco.
Complessivamente nei 57 anni di vita del personaggio sono state realizzate 13.111 strisce.


André Daix (21/1/1901 - 27/12/1976, Francia), il suo vero nome era Andrè Delachenal, inizia la sua carriera nel campo dell'animazione realizzando , tra la fine degli anni '20 e i primi anni '30, una serie di cartoni animati con protagonista un ippopotamo di nome Zut. Nel 1934 ideò la serie del "Professeur Nimbus" e iniziò una fruttuosa collaborazione con l'Opera Mundi. L'agenzia commissionò all'autore altre strip. Oltre a Nimbus realizza "Les Fratellini" (su Ric et Rac, 1935-37) i cui protagonisti erano tre noti clown dell'epoca, "Saladin" (su Marseille Matin, 1937-39), 'Chiffonnette' (in Paris-Soir, 1939-40), 'Pollycarpe' (in L'Auto 1939).
Con l'invasione della Francia nel 1940 l'accordo tra Winkler e Daix si interrompe. Mentre il primo emigra negli Stati Uniti, il secondo decide di restare nella Francia occupata e realizza 'Le Baron de Crécus' (su Le Matin, 1940-43), di fatto un clone di Nimbus con la differenza di un naso paonazzo e, ora, due capelli a punto interrogativo.



Daix finisce poi per abbandonare questa variante nel 1943 e, sempre sulle pagine de Le Matin, ritorna con nuove strisce di Nimbus, non autorizzate dall'Opera Mundi titolare dei diritti.
Accusato di aver collaborato con i nazisti e condannato a morte (pena poi commutata in 20 anni di carcere) si rifugia in Portogallo assumendo l'identità di
Albert André Maniez. Trascorre l'esilio tra il Portogallo e l'America del Sud continuando a lavorare nell'illustrazione e il fumetto firmandosi Maniez e Gislo. Dopo il colpo di stato in Portogallo del 25 aprile 1974 decide di tornare in Francia (anche perché intanto alla fine del 1953 era arrivata l'amnistia per i reati di guerra) dove morì pochi anni dopo.


Chi volesse leggere le strip del professore deve necessariamente rivolgersi al mercato del fumetto di antiquariato o al classico e-bay. Per la Hachette sono usciti sei volumi di 18x24 96 pagine tra il 1936 e il 1939. Il Giornale "Le Matin" pubblicò un volume nel 1943.
Ovviamente sono raccolte di difficile reperibilità e abbastanza costose. Più facile da trovare invece l'edizione più recente curata dalla Futuropolis nel 1985: "Les aventures du Professeur Nimbus" (1934-1940), un libro cartonato di grande formato ( 108 pagine, 31.5 x 24.8 cm) con una esauriente introduzione di Jean-Claude Glasser.



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