lunedì, settembre 23, 2013
Mutts di Patrick McDonnell
![]() Mutts è una striscia lirica e visionaria, intinta in una filosofia spicciola. Gli inchiostri di Patrick McDonnell sanno tirar fuori una riflessione e un sorriso anche dal niente, da tutto quello che i nostri occhi trascurano e danno per scontato, da frammenti, riti e pause di una vita che più ordinaria non si può. Fondali semplici e conosciuti, animati da un gatto, un cane, i loro padroni, e tanti altri piccoli animali, domestici e non, quattrozampe, pennuti, granchi. Esistono comic strip epiche, carnevalesche, incontenibili nel sbellicare il lettore o strappare il sorriso. Qui è diverso, c'è poesia illustrata velata di una comicità delicata e sorprendente, impregnata di passione per la natura e la vita. Sono pennellate finemente umoristiche e sognanti che si compiacciono a svelare nelle ripetizioni di tutti i giorni momenti e luoghi nascosti, dimenticati e divertenti. Anche se i syndicate americani tendono ormai a respingere a priori le strip con animali parlanti e pensanti, Mutts è comunque riuscita ad affermarsi come una delle strisce più innovative e incantevoli degli ultimi anni, amata e oggetto di culto tra i numerosi lettori. |
Mutts è nata da un lunghissimo periodo preparatorio. McDonnell sognava di realizzare una comic strip sin dai tempi della sua laurea alla School of Visual Arts nel 1978 ma i primi contatti con gli editori, come da copione, furono del tutto scoraggianti. Ogni anno negli USA nascono e muoiono centinaia di nuove strip che non trovano spazi di pubblicazione. McDonnell intraprese una lunga carriera di illustratore e, raggiunta una notevole fama, riprese a sviluppare l'idea negli anni '90, cercando questa volta l'appoggio di Schulz. Il papà dei Peanuts gli diede pochi semplici suggerimenti: evitare l'umorismo autoreferenziale e definire personaggi credibili. Grazie anche a questo sostegno la striscia debuttò il 5 settembre 1994 su alcuni grossi quotidiani e si affermò definitivamente nel 1995 occupandogli spazi lasciati dall'abbandono del grande Calvin and Hobbes. Questa successione ha un significato non casuale: Mutts per le soluzioni stilistiche nuove e geniali ha preso il posto di leader tra le strip che fu già del capolavoro di Watterson. Il lungo e sofferto tempo per la sua creazione ci ha regalato una striscia che è una splendida sintesi di cento anni di storia in questo genere di fumetto e assieme un modello e una miniera di idee e spunti creativi. |
![]() Mutts nasce dopo un secolo di strisce. Le influenze e i riferimenti stilistici sono tantissimi, come mostrato apertamente anche dal colto gioco di citazione delle tavole domenicali. A parte il grande papà Schulz, il più notevole e dichiarato perno d'ispirazione è Krazy Cat di G. Herriman, stralunato capolavoro di poesia, gioco e immaginazione sul quale l'autore di Mutts ha scritto un libro considerato fondamentale. E poi c'è il Popeye di Segar, ammirato e citato da McDonnell, una striscia dall'umorismo furioso capace di offrire allo stesso tempo una storia in progressione e una gag al giorno. Il creatore di Mutts è un cultore delle comic strip e conosce la grammatica, la sintassi e i tempi di questo genere. Il tratto è comunque molto originale, con pennellate minimaliste che sembrano attingere più dall'esperienza del mondo delle tele che da quello dei cartoni. |
Come per altre strip che si appoggiano alle personalità perfettamente delineate dei personaggi, il cast funziona da catalizzatore. Il cartoonist diventa un medium che su carta fa esplodere le idee dettate dai pensieri, dal carattere e dalle iniziative dei protagonisti. Mutts è uno splendido esempio di arte sequenziale, altra definizione del fumetto artistico. Piccoli sonetti disegnati, con magistrale uso di pause, vuoti, dove i pensieri e le reazioni dei personaggi sono lasciati all'intuizione del lettore che partecipa alla costruzione della scena ed è spesso coinvolto in dense meditazioni. Gli sfondi quasi sempre sono appena tratteggiati con pochi dettagli che molto raccontano.Mooch il gatto curioso ed Earl il cane fiducioso hanno lo spirito degli eterni cuccioli, come il loro autore. Vedono il mondo ogni giorno come se fosse la prima volta e proprio per questo sanno osservare di più. Piacciono a tutti quelli che, come ricorda Neruda, hanno salvato e forse nascosto il bimbo che ha sempre vissuto nella propria anima. La striscia racconta anche una gratitudine esistenziale ed è una dichiarazione d'amore e di rispetto per la natura, che talvolta sfocia in denunce protezionistiche. |
Le tavole domenicali a colori sono assolutamente strepitose, con dinamiche di impaginazione e sequenze capaci di stupire ogni volta i lettori. La raffinatezzastilistica già presente nel bianco-grigio-nero delle classiche strisce giornaliere esplode in un gioco magistrale di colori e citazioni imprevedibili. La tavola iniziale che funziona da logo e da titolo viene trasformata ogni volta da McDonnell in un tributo grafico ad artisti e capolavori popolari. Assistiamo così ad una rivisitazione "muttsiana" del famoso Bacio di Gustav Klimt, della Persistenza della memoria di Dalì, del Grido di Munch, di opere di Basquiat, Matisse, Andy Warhol, Gauguin, Mirò,e tanti altri che secondo le parole dell'autore hanno reso visibile l'invisibile. Ma gli omaggi si estendono a poster e copertine di film e dischi che hanno segnato la cultura moderna, Stevie Wonder, Procol Harum, e persino ad altri fumetti storici come Dick Tracy o a famose pubblicità e confezioni di prodotti. Mutts è un testimone delle immagini della nostra epoca. |
| Come quasi tutti i cani, Earl ogni giorno e in ogni momento festeggia la vita. Come tutti i padroni sanno, ha entusiasmo e fiducia incrollabili. È un amicone disponibile, con i suoi rituali e manie. Scena di attacco al postino come da schema classico, ulula quando rimane solo, abbaia agli scoiattoli, adora il cibo umano, dorme ai piedi del letto. Ragiona molto concreto, da una realistica prospettiva canina. Le mille quiete, riflessive e deliziose varianti delle passeggiate al guinzaglio con Ozzie, il suo padrone, arrivano da un'ispirazione autobiografica. Nella vita di McDonnell esiste infatti proprio un cane con questo nome. (sotto la strip dedicata all'undici settembre) ![]() |
sembra molto diffusa nella sua razza, per un piccolo calzino rosa. Qualcosa di diverso dalla coperta di Linus: più che un rifugio è un esaltante pezza che rattoppa i languori dell'esistenza e gli regala una goduria intima e profonda. Il gatto ha comunque un amore vero, ostinato e romantico: Shnelly, una micia seminascosta dietro una finestra e che conosciamo solo per lesue orecchie. Una passione sofferta anche per la competizione dell'altro instancabile corteggiatore Noodles. Shnelly da parte sua si diverte a gettare benzina sulla rivalità. Come nella tradizione delle antiche comic strip, Mooch ha un suo modo particolare di parlare che purtroppo si perde nella traduzione italiana: uno "sh" strascicato che sostituisce tutte le esse, yesh, shtop, shomewhere
. |
![]() I personaggi umani sono introdotti attraverso gli occhi di Mooch, Earl e degli altri animali. Ozzie, il padrone del cane, ad esempio è definito da Earl così: "è il tipo che mi nutre, mi da grattatine e mi porta a passeggio" (risposta di Mooch: "dove posso procurarmene uno?"). Ozzie, naso grosso e baffi, è il più autobiografico dei protagonisti, ispirato in parte all'autore e in parte a certi personaggi silenziosi del cinema e delle comicstrip storiche. Frank e Millie sono vicini di casa e si prendono cura di Mooch. Sono una coppia di pensionati con percorsi di vita ormai assestati: Millie coccola il gatto e sopporta il marito, Frank ama Millie e sopporta Mooch, il felino a sua volta si fa beffe di entrambi. Butchie è il proprietario del luogo di ritrovo preferito di Mooch e Earl, una sorta di macelleria, rosticceria, pasticceria dove si trova ogni genere di agognato cibo umano. Grosso, naso a patata, grembiule e cappello è il vero antagonista dei due quadrupedi. Instancabili, con lui ci provano sempre con nuove trovate, non si sa mai. In alcune tavole appare una bimba di nome Doozyche ama tutti gli animali dei vicini. |
![]() Guard Dog, il cane da guardia sempre legato alla catena. Madre natura l'ha disegnato tosto, dovrebbe fare paura, recitare il ruolo dell'antagonista cattivo. E invece è una figura un po' tragica e penosa con un cuore dolce e pensieri garbati. Sourpuss è un grosso gatto che detesta tutto. Ha iniziato manifestando l'odio per i lunedì ma poi l'intolleranza è scivolata sul resto della settimana e infine su qualsiasi aspetto del creato. Woofie è un cane dall'affetto bavoso e incontenibile. Tutto per lui è "wuf wuf", amore incondizionato. Mooch e gli altri tentano di difendersi da questi eccessi di sdolcinatezze canine. Shtinky Puddin' (indovinate chi gli ha dato il nome, con riferimento alla puzza dato che è stato trovato nell'immondezza), conosciuto anche come Jules, è un gattino smarrito, afflitto da incertezze abissali. Ha un animo sensibile ed è ossessionato dal problema delle specie in pericolo di estinzione. Ha il compito di mostrare l'ideologia protezionista dell'autore. Shtinky sta spesso con Mr. Noodles, vissuto gattaccio da vicolo, sorta di padrino e mentore per il micetto, nonché rivale in amore di Mooch. |
![]() ![]() ![]() Poi c'è il mare dove Earl e Mooch trascorrono le estati. Un altro mondo da esplorare dove vive Crabby il simpatico granchio dal brutto caratteraccio (gioco di parole inglese: crab uguale granchio, crabby uguale bisbetico e acido). Crabby sostituisce, secondo i canoni delle comic strip, con un mucchio di "#*%@+" il linguaggio salato da marinaio incazzato dell'angiporto. Imperdibili i dialoghi e contrasti con la moglie Lollipop e con le Mussels Marinara, ineffabili mitili bivalvolari. (a sinistra una tavola ispirata ad un famoso disco dei Procol Harum) |
![]() Mutts è la classica comic strip con più livelli di lettura. Perfetta per le teste semplici dei bambini, ubriacante per i neuroni del più sofisticato intellettuale grazie al magistrale gioco di citazioni e riferimenti. Per chi vuole entrare appieno nello spirito della strip è assolutamente d'obbligo "MUTTS the comic art of Patrick McDonnell", purtroppo non reperibile in italiano. È forse il miglior libro di comic strip e vale la pena cercarlo in originale presso Amazon o altri siti che vendono in rete. Dalle nostre parti le strisce sono state pubblicate, ma ora non più, da Linus e raccolte in alcuni libri dalla defunta Baldini e Castoldi. Ricco di informazioni è muttscomics.com, sito ufficiale molto ben curato. Il miglior modo per seguire questa strip: iscrivendovi potete ricevere gratuitamente ogni giorno sulla vostra casella di posta una nuova striscia. Altre strisce potete trovarle anche sulla pagina Facebook. |
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giovedì, settembre 17, 2009
Sfogliando il Los Angeles Times - le strisce della domenica
(la prima parte dedicata alla pagina di comic strip giornaliere del LATIMES in bianco e nero è uscita il 7 settembre)

Arriva la domenica. Una del luglio di quest'anno. È il giorno del colore, dei grandi fogli da guardare distesi sul pavimento. Vi portiamo con gli occhi su un sunday comic, la pagina domenicale delle strip. Integrale. L'inserto è ricchissimo, grandi spazi, diviso in due sezioni per un totale di sei pagine. La domenica c'è più tempo, ovviamente, le grandi catene dei quotidiani lo sanno, da sempre. Si chiama intrattenimento giornalistico. Ci sono nel giornale - naturalmente - anche gli articoli di commento, i grandi editoriali, le riflessioni politiche, le notizie. Ma l'idea editoriale americana, e a dirla tutta non solo yankee ma anche internazionale, è che il quotidiano sia un omnibus della lettura, qualcosa che non serva solo a farsi due palle sulle ultime beghe politiche. Le pagine del giornale si possono dividere, in particolare l'inserto Comics, è un prodotto per tutta la famiglia, non una lettura solipsistica.
Buon divertimento. Solo un suggerimento. Il web si sfoglia tutto in fretta, a volte troppo. Se non avete almeno dieci minuti, lasciate stare e tornateci con più calma.
SFOGLIA L'INSERTO DOMENICALE DI COMICS DEL LATIMES
** [Istruzioni per l'uso: facendo clic sulle immagini si apre un'altra finestra del vostro browser che riproduce i fogli in modo leggibile. Allargatela al massimo, alcune versioni di Internet Explorer e altri programmi di navigazione tendono comunque ad adattare l'immagine alla finestra, specie se avete schermi piccoli o a bassa risoluzione. Facendo ancora clic con il mouse potete ingrandirla ancora oppure, ancora meglio, salvarla e gustarvela a parte] **
Le versioni domenicali delle strip sono incastrate nella pagina come in un tetris. In questo caso è Pearls Before Swine a pagare dazio prestandosi a una disposizione in verticale. Dietro c'è tutta una tecnica dell'autore nel disporre il layout delle tavole, in modo elastico perché sa già in partenza che a seconda del giornale potrebbero essere tagliate o impaginate diversamente rispetto alla versione originale (qui infatti appaiono tutte nella versione ridotta, il LATIMES sembra puntare a stiparne il più possibile nelle pagine). Delle impaginazioni nelle sunday comic abbiamo parlato in un'articolata serie di post.
Retro del primo foglio, siamo nella sezione Comics I. Accanto alla classica "Non Sequitur", una striscia regina delle pagine domenicali (nasce proprio in verticale), appaiono alcune serie non ancora note al lettore italiano, come Candorville di Darrin Bell e Prickly City di Scott Stantis. entrambe con un montaggio molto originale. Da notare anche La Cucaracha di Lalo Alcaraz, qui in versione "single panel". C'è dietro una strategia editoriale anche nelle scelte. La Cucaracha è una striscia di ambientazione e tema "latino". La parte di lettori di lingua e cultura sudamericana e spagnola ha il suo bravo peso. Nel caso di questa strip la lingua è volutamente l'inglese per un dichiarato processo di integrazione ma come vedremo esistono anche strip in spagnolo. Nella stessa pagina compaiono anche vere e proprie vignette, come l'onnipresente Bizzarro.
Sezione Comics II, su quattro pagine centrali. La prima (sopra) e la quarta raccolgono ancora strip, nella seconda e la terza c'è la sotto sezione "The kid's reading room", l'angolo della lettura dei piccoli. Ancora strisce (gli immortali Peanuts in fondo pagina) ma anche testi e soprattutto giochi spesso invoglianti alla creatività e alla collaborazione con i grandi. In particolare è divertente la modalità del cruciverba Kids Across / Parents Down, che significa orizzontali assegnate ai ragazzi e verticali ai genitori.
In un commento nei giorni scorsi è stato sottolineato come un po' manchino strisce per l'età dai 2 ai 12 anni. Forse è vero ma va anche detto che molte strisce hanno più livelli di lettura, apprezzabili diversamente da bimbi e adulti. I primi le ameranno magari per il disegno o i personaggi buffi, i secondi per le citazioni divertenti e l'ironia. Il rischio poi con prodotti troppo mirati per l'infanzia è sempre quello di essere mielosi, paternalistici o iper protettivi. Dategli dei normalissimi Peanuts, con il tempo capiranno. In ogni caso quell'area di pubblico per le redazioni dei giornali è acqua calda non più da scoprire. Investono sui lettori del futuro, sanno che prima o poi passeranno anche alle altre pagine.
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mercoledì, giugno 13, 2007
Sunday comic (6)
Un altro dei problemi con le tavole domenicale è quello del colore. Anche se ormai sempre più spesso le strisce giornaliere stanno abbandonando lo scarno bianco e nero, per tradizione le versioni domenicali sono a colori. E il settimo giorno per l’autore che va a comprarsi un po’ di quotidiani è quello delle scoperte cromatiche. Quasi impossibile trovare due fogli stampati che abbiano le stesse gradazioni. Molto spesso il risultato non è quello voluto. Non sempre purtroppo si tratta di sfumature o leggere variazioni di tonalità.
Con il passare degli anni, per quanto possa sembrare paradossale vista l’evoluzione tecnologica, le sunday comic hanno perso molto del loro antico splendore. Così come le loro dimensioni sono diminuite (impensabili oggi i paginoni dove andava Little Nemo), anche la gamma della tavolozza è stata ristretta. I colori sono diventati piatti e primari.
Non lo sappiamo, non ce ne rendiamo conto ma molto spesso non vediamo le tavole con le tonalità scelte dagli occhi del cartoonist. Il problema è generale, non solo nella stampa. Anche su Internet e sui nostri monitor le differenze sono tante, difficilissimo ottenere un risultato univoco, anche identificando sul piano informatico il numero del colore. Fanno un po’ ridere i 16,8 milioni di colori dichiarati dai nostri schermi moderni, non esiste umano che sarebbe capace di distinguerne la centesima parte. Tenendoci anche alla palette ritenuta sicura per il web di 256, comunque si fanno belle scoperte osservando sui monitor di amici e colleghi: la riproduzione varia in modo palese.
Tornando alle tavole domenicali, per arrivare ad un risultato accettabile e cercare di sfruttare al meglio la “palette” disponibile, i cartoonist ricorrono ad un sistema di annotazioni che individua con precisione il colore scelto per quella determinata area. Saltando così tutte le variazioni che possono dipendere dai passaggi, dalle scansioni e letture effettuate dalle diverse macchine. Un esempio di questo lavoraccio possiamo vederlo sotto, osservando come McDonnell, l’autore di Mutts pilota il processo di stampa di una tavola domenicale. Giocando con i numeri si riesce spesso ad ottenere la brillantezza e le sfumature volute.
L'esempio è tratto da "Mutts - The Comic Art of Patrick McDonnell". È una edizione splendida, non solo per chi ha il culto di questa strip, in assoluto uno dei migliori libri di comic strip in circolazione, per la raffinata impaginazione e per quello che l'autore racconta. Un volume dedicato ad un'arte come dice il titolo, lontano dalle rozze raccolte di fumetti incollate e cucite alla buona alle quali ci ha abituato il mercato, non sfigurerebbe vicino a quelli dedicati alla pittura . Un vero peccato che nessun editore dalle nostre parti abbia pensato a una versione italiana. Accompagnandosi con grandi illustrazioni, bozze, schizzi, l'autore racconta Mutts, i personaggi, i riferimenti e le citazioni, ma anche un bel pezzo della storia delle comic strip e la sua passione per questo genere di fumetto. McDonnell, ricordiamo, è anche uno dei principali studiosi di Krazy Kat e Popeye oltre che appassionato cultore di tutta l'arte visiva contemporanea. Caldamente raccomandato, si trova ad un prezzaccio favorevole su Amazon.
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venerdì, giugno 08, 2007
Sunday Comics (5)

"Calvin and Hobbes Tavole domenicali 1985-1995" è una gran bella raccolta per chi ama il fumetto di Watterson. È il catalogo di una mostra tenuta alla fine del 2001 negli Stati Uniti all'università dell'Ohio. Un volume diverso dal solito per alcune particolarità. Nelle pagine a sinistra si può osservare la bozza, incluse correzioni e cancellature, della tavola in bianco e nero mentre su quelle del lato destro c'è la tavola finale a colori, nella versione curata dall'editore Comix tradotta in italiano. Attualmente risulta in ristampa ma scavando in qualche fumetteria si trova ancora qualche copia in giro.
Come racconta Watterson nella lunga e appassionata prefazione, le tavole domenicali erano quelle che più divertivano l'autore. Ricorda che da piccolo erano l'unico vero motivo dell'esistenza dei giornali. Diventato poi un cartoonist professionista avrebbe presto appreso che il mestiere significava imparare a lavorare con limitazioni di spazio, spesso con frustrazioni. Con le sunday comic però si aprivano grandi prospettive e potenzialità. Erano adatte per idee diverse, sceneggiature più complesse e sperimentazioni ardite (nella raccolta vedrete alcune tavole con soluzioni originali, divisioni degli spazi e ritmo della sequenza sorprendenti, abolizione di contorni e mezze tinte, uso misto di colore e bianco e nero e altro ancora). Per le fantasie di Calvin erano davvero lo spazio ideale.
Nel corso degli anni Watterson sperimentò diverse impaginazioni. In una prima fase anche lui battagliò con le idee per mantenere l'equilibrio della tavola tenendo conto dello spazio di scarto (del quale abbiamo parlato nella serie di post precedenti dedicato alle tavole domenicali). Spesso ricorse alla soluzione tradizionale di dilazionare con maestria l'avvio della strip. Altre volte scelse adattamenti ingegnosi come, ad esempio, nella tavola sotto che intendeva comunque realizzare come vignettone unico. Predisposto però per i tagli. Come si potrà notare, curiosamente e volutamente i balloons sono sistemati nella metà bassa della tavola. Per una ragione ben precisa: la parte alta del disegno poteva essere sacrificata lasciando l'insieme comunque funzionante qualunque taglio e ricomposizione subisse (nella bozza si vedono i segni di cesura).

Dopo la guerra per evitare il merchandising di Calvin & Hobbes, trascorso un anno sabbatico, Watterson ottenne un nuovo contratto con i syndicate che gli garantiva sulle domenicali mezza pagina senza divisioni e tagli obbligati. Arrivarono le tavole più immaginifiche della serie, quelle dei viaggi di Calvin nel passato e nel futuro, con grandi scenari. Il layout intoccabile fu però mal digerito da molte redazioni: il risultato fu che Watterson scoprì, suo malgrado, che la tavola veniva riprodotta integralmente ma miniaturizzata (con un'altra striscia che scorreva affianco). Tra i cartoonist americani per attitudine era il meno disponibile ai compromessi. Trascorse ancora un po' di tempo e si stufò chiudendo definitivamente le vicende di Calvin. Con una decisione che rivela rancore per l'ambiente della stampa americana e i syndicate, l'autore autorizzò solo i giornali fuori dagli U.S.A. a pubblicare quanto ancora non edito o ripubblicare le vecchie strisce. L'ultima tavola, 31 dicembre 2005 (sotto), fu appunto una domenicale, rimasta impressa nel ricordo di tanti.
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giovedì, maggio 31, 2007
Sunday Comics (4)
McDonnell, l'autore di Mutts, gioca la partita dello spazio di scarto in un modo ancora diverso. In molte sunday comic l'area che si può tagliare corrisponde al pannello del titolo della serie. In Mutts la tavola iniziale che funziona da logo e da titolo non è mai uguale e viene trasformata ogni volta in un tributo grafico ad artisti e capolavori popolari, legato in qualche modo al tema della sunday comic (davvero un peccato perderla).
Assistiamo così a rivisitazioni "muttsiane" del famoso Bacio di Gustav Klimt, della Persistenza della memoria di Dalì, del Grido di Munch, di opere di Basquiat, Matisse, Andy Warhol, Gauguin, Mirò, e tanti altri che - secondo le parole dell'autore - hanno reso visibile l'invisibile.
Ma gli omaggi si estendono a poster e copertine di film e dischi che hanno segnato la cultura moderna e persino ad altri fumetti storici come Dick Tracy o a famose pubblicità e confezioni di prodotti (una ricca serie di esempi in questa pagina del sito ufficiale, con la possibilità di vedere con un clic le fonti d'ispirazione). Mutts è una striscia divertente e poetica ma anche un testimone delle immagini della nostra epoca.
Nell'esempio sotto il pannello iniziale, che funge da titolo, è ispirato alla copertina del celebre album dei Procol Harum "A Salty dog" (se non conoscete la citazione procuratevi il disco, contiene uno dei brani più belli del pop degli anni '60, e se le note vi danno un sensazione di armonie innate è probabile che vi siano state passate con il liquido amniotico).
Crabby (gioco di parole inglese: crab uguale granchio, crabby uguale bisbetico e acido), il granchio dal brutto caratteraccio che compare in questa tavola domenicale, è uno dei personaggi più simpatici del cast di Mutts. Parla il linguaggio salato da marinaio incazzato dell'angiporto, sostituendo, secondo i canoni delle comic strip, le parolacce con un mucchio di "#*%@+" .
Come noterete c'è anche un'altra divertente citazione nel corso della strip. Crabby per scusarsi del ritardo con la compagna sta raccontando una sua favola del mare: è stato inghiottito da un cetaceo (finirà sputato perché - vedi la battuta finale - persino le balene lo trovano duro da digerire). Dentro incontra, come dice lui, un certo pazzo burattino italiano e un grillo "cantante" di collodiana memoria.
Riferimenti: sito ufficiale di Mutts: muttscomics.com (suggerimento: iscrivetevi nella sezione "My Mutts", riceverete ogni giorno, unico sito così generoso, una strip, comprese le versioni domenicali) e la scheda sui Ragnacci del Web.
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mercoledì, maggio 30, 2007
Sunday Comics (3)
Nell'uso dello spazio di scarto il drago è stato Hart. Generosamente vi inseriva un mini episodio in due battute, spesso con le formiche, separato rispetto alla tavola principale ma con una vaga attinenza al tema. Giocando con uno splendido stile minimalista e una sintesi magistrale, molte volte era persino più divertente della striscia base. Questo stilema è stato adottato anche dalle strisce sorelle gestite da Parker, Wizard of Id, Crock e altre.
Il problema poi però veniva dato dal fatto che nelle varie edizioni e ristampe le redazioni combinavano guai montando i quadretti. Lo hanno sempre fatto: specie le sunday comic, considerate un po' ingombranti, sono state di frequente maltrattate. Nell'esempio sotto la riproduzione della stessa tavola su un vecchio almanacco di Linus dei primi novanta. L'originale (sopra), come sempre nel caso delle sunday di B.C., era una tavola con base rettangolare larga. Nel smontare e rimontare i pannelli a tutta pagina su un formato rettangolare tipo A4 a base stretta si inventano una sequenzialità tra l'episodio di scarto e la sunday comic vera e propria. D'accordo che il lettore dopo un momento di perplessità digerisce tutto, ma rimane del tutto scorretto sul piano filologico (in altre serie degli almanacchi è stato sistemato meglio).

Questa manipolazione delle strip può lasciare perplessi ma è un po' nel loro destino.
Diceva il grande Ferruccio Alessandri in un articolo sul Mago dell'agosto 1976 (l'occasione era data da un una protesta di un lettore per come erano state rimontate delle strisce) : "…È ora di rovinare la consequenzialità grafica delle strip…Questo purismo da grandi sacerdoti del tempio del fumetto comincia a darmi sui nervi, specialmente per la sua parzialità". In realtà il discorso di Alessandri era più complesso e riferito soprattutto alle "continuity strip", le storie che continuavano striscia dopo striscia (tipo Dick Tracy) giornalmente che, rimontate in un unico contesto, avevano necessità di un po' di editing. Il senso del ragionamento era però anche più generale. Secondo Alessandri non è il caso di stracciarsi le vesti perché le strip, dovendo (e avendo l'ambizione di) andare su un'infinita di supporti diversi, quotidiani, periodici, in diverse lingue, comunque si devono prestare a una serie di manipolazioni. Si pensi a quelle operazioni necessarie sui balloon per le necessità di traduzioni, ai diversi spazi e formati di stampa (rettangoli, lunghi o larghi). Alla necessità di tagliare ripetizioni dovute alla forma di pubblicazione originaria (nelle continuity strip giornaliere ci sono richiami alla storia che in una raccolta suonerebbero ripetitive e ossessive).
Non siamo d'accordo con dichiarazioni un po' "talebane" come quella del buon Ferruccio, tanto meno quando si assiste a palesi maltrattamenti, ma sul senso di base del discorso concordiamo. Una certa disponibilità alla manipolazione è necessaria. Chi, per la pura tutela dell'integrità del suo lavoro, non è d'accordo si rassegni a pubblicare per gli amici.
Ultima annotazione. Il teatrino delle formiche diretto da Hart nello spazio di scarto ha trovato uno spassoso epigono in Fly di Chris Osmoz (alias Marco Dambrosio), la strip più divertente tra quelle apparse quest'anno. La vicenda di questa striscia in formato "sunday" che a sua volta ha una sorta di preambolo è balzana e paradossale perché Dambrosio non ha alcuna necessità di pensare a tagli nella pubblicazione. Semplicemente e inconsapevolmente se lo è trovato nel DNA al momento di costruire la serie, come un residuo darwiniano. Immaginiamo che gli abbecedari si alternassero come niente alle strisce di Hart nella sua infanzia. Gli aspetti bizzarri non finiscono qui. Ha iniziato fondendo questo spazio (che, come detto, aveva nelle corde) nella tavola per dilatarne un po' lo scenario. Poi è diventato una ministoria a parte in perfetto stile B.C.. Quindi ha cominciato a tracimare, sublimarsi, gonfiarsi, arricchirsi di colori e dettagli finché ora è diventato quasi la parte principale, dispendiosa, tutt'altro che minimalista, tanto che, a dirla tutta, lo spazio di scarto forse adesso è dato dalla storiella che segue. Ma Dambrosio è così in tutte le sue modalità (vedi anche Makkox un altro degli alias con i quali va a festa), la parola disciplina stava in una pagina del suo vocabolario che è stata strappata, finisce per debordare da qualsiasi contenitore, fa un sacco di pipì di talento e ogni tanto gli scappa fuori dal vaso. Ci penseranno forse gli editori a mettere qualche limite, quando ne troverà uno. Fly comunque è deliziosa, discende dalla scuola dei classici ma ha trovate e percorsi originali. Ben disegnata e costruita, è ormai tra le nostre preferite e prima o poi ne parleremo un po' più a lungo sperando che arrivi a uno stile definito.
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venerdì, maggio 25, 2007
Sunday Comics (2)
Anche Trudeau nelle versioni domenicali di Doonesbury opta per la soluzione di dilazionare l'avvio vero della strip. Lo spazio di scarto, quello che può essere tagliato, come vedete nella tavola sotto, è quello piuttosto palese dei primi due quadri, evidenziato dalle due barrette rosse.
Abbiamo scelto questa sunday comic perché è una di quelle dove Mike e Zonker leggono la posta ammiccando direttamente ai lettori. Se ne parlava nei commenti nel recente post dedicato ad un'ultima raccolta di Doonesbury.
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giovedì, maggio 24, 2007
Sunday Comics (1)
Abbiamo già accennato alle versioni domenicali delle strip con un'introduzione in un post precedente. Con una serie di articoli racconteremo ora qualcosa più in dettaglio.
Un aspetto divertente da osservare è che sono costruite con dello spazio di scarto che può essere tagliato.
Riassunto delle puntate precedenti. I cartoonist autori di comic strip lavorano principalmente per i quotidiani. Consegnano ai syndicate, secondo determinate scadenze molto anticipate rispetto all'effettiva data di pubblicazione, le loro strisce. Per quanto riguarda le "daily", le giornaliere, il formato è dato da una griglia ben determinata, appunto la "striscia" classica rettangolare (in genere, con qualche eccezione). La domenica i quotidiani escono con un inserto centrale più grosso di più pagine, a colori. Per tradizione le strip abbandonano il formato tipico e le storielle sono sviluppate su tavole più ampie. Le pagine di Sunday Comic però sono molto diverse a seconda del giornale: c'è chi concede più spazio e chi meno. In questo casino di formati differenti il cartoonist è chiamato a costruire e consegnare una tavola che può essere ridotta senza pregiudicarne il significato. Le Sunday Comic sono facilmente riconoscibili nelle raccolte che pubblicano dalle nostre parti e hanno un rapporto ovviamente di uno a sei con le altre, le daily.
E a questo punto arriva l'aspetto divertente al quale accennavamo. Allo stesso tempo è anche una contraddizione insita in questo genere di fumetto. Mentre per le daily l'autore è chiamato ad acrobazie di sintesi, qualunque storiella o gag voglia tirare fuori deve farcela in quel rettangolino, nelle tavole domenicali deve invece perdere tempo, cazzeggiare con arte, se volete. Mettere su una parte che funziona ma della quale si può fare a meno. Sa già che in molte versioni sarà tagliata. E quest'arte dello splendido cazzeggio viene interpretata diversamente a seconda degli autori.
Passiamo ad esempi concreti (ma ne vedrete diversi nei prossimi post). Partiamo da Schulz, uno che sceglie sempre di allungare il brodo (come scoprirete, questa non è l'unica soluzione). In modo piacevole perché di un autore come lui non rinunceresti mai a un quadretto. Questa sotto è una delle tavole domenicali più famose, amate e gradite dai lettori perché contiene una lunga riflessione di Sally che ha fatto scattare meccanismi di identificazione in tanti. Lo spazio di scarto è quello evidenziato dalle due barrette rosse. Provate a immaginare la tavola senza quella prima linea di quadretti che molti lettori non hanno mai visto: funziona comunque, l'essenza, la vera strip, sta in quello che segue nelle altre due linee. Divertente anche notare che quasi sempre il lettore comune non percepisce lo spazio di scarto come tale.

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venerdì, gennaio 26, 2007
La pagina delle comic strip (1)
Il piacere dell'inserto domenicale dei fumetti è sconosciuto al lettore italiano. È un supplemento coloratissimo e vivace, molto conteso all'arrivo del giornale in famiglia. Non è una semplice sezione dare in pasto ai ragazzini per farli stare buoni. Ognuno all'interno della famiglia ha le sue strip preferite come diverso è il target di ognuna.
Già questa idea ci suona un po' marziana. L'immagine dei quotidiani in
Italia, specie tra le nuove generazioni, varia dal tetro al serioso. Con qualche sfumatura tra il palloso e il doveroso per chi ritiene che quelle pagine debbano essere prese in mano per tenersi aggiornati. I grandi fogli della stampa quotidiana sono un rito del papà, del capofamiglia. Ci manca la pipa, la poltrona e il cliché è servito. Peccato solo che i figli, quelle generazioni sempre meno attirate dal giornale un giorno, nemmeno tanto lontano, saranno anche loro dei genitori, acquirenti di un giornale.
Dalle nostre parti i quotidiani non sono molto popolari. Ci sarà pure una ragione anche per i dati di lettura e diffusione dei quotidiani nel nostro paese, così diversi dal resto del mondo occidentale. Giusto qualche confronto: su 1000 abitanti adulti le copie vendute da noi sono circa 150, contro le 270 di nazioni come Stati Uniti e Regno Unito.
Non vogliamo certo dire che la differenza sia data solo dalla pagina delle comic strip. Sicuro è invece il fatto che i nostri quotidiani non sappiano essere universali, un prodotto di intrattenimento e cultura per tutta la famiglia. Troppe peso dato alle scaramucce politiche per poi passare a sezioni di intrattenimento che saltano da una cultura alta ( o pseudo-alta) al gossip più volgare per finire tra cruciverba e oroscopi come se fossimo un popolo di enigmisti e tribali creduloni. Ma forse è davvero così.
Tra gli aspetti più gravi il fatto poi che gran parte della stampa italiana è sorretta da sussidi statali e quindi sostanzialmente si disinteressa dei lettori e del mercato. Sopravvive con giochi autoreferenziali tra giornalisti e sta più attenta agli sponsor politici.
Vi abbiamo raccontato in più post precedenti come l'ostracismo al fumetto derivi da un colossale pregiudizio culturale che ha profonde radici storiche. Per completare aggiungeteci questo triste quadro della stampa italiana. Ed è un peccato perché, come vi diremo nei prossimi interventi, il teatro naturale delle strip è sui giornali e la chiave per un fumetto popolare sta tutta qui.

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giovedì, gennaio 25, 2007
I fumetti della domenica (Sunday Comics)
La domenica in molti paesi i giornali sono più gonfi. Gli editori sanno che i lettori sono più rilassati e hanno più tempo. In molti quotidiani è il giorno dei "comics", il grande inserto di quattro o più fogli dove appaiono a colori e in un formato decisamente più ampio i fumetti che durante la settimana erano inscatolati nella forma classica della striscia.Non molti sanno che il formato "sunday comic" è stato il brodo primordiale del fumetto moderno, il big bang dell'arte sequenziale di disegni e testi. Il primo personaggio, il mitico Yellow Kid , apparve, con le nuvolette per le parole, ma ancora senza ripartizione in quadretti, in tavole dello spazio di mezza pagina del giornale. Le strisce sono arrivate dopo.
È anche il formato prediletto da molti autori perché permette una grande creatività. A volte solo sceneggiando in modo più articolato la storia: B.C. e Beetle Bailey, per fare due esempi, sono grandi modelli con meccanismi di comicità ad orologeria, piccole trame esplosive che lievitano da incastri spassosi. Altre volte invece sfruttando l'area più ampia si sperimentano ardite soluzioni narrative piegando l'impaginazione e il disegno a bizzarre e insolite sequenze di tempo e spazio. Il grande Herriman con la geniale strip Krazy Kat, e poi dopo il Calvin & Hobbes di Watterson e oggi soprattutto Zits di Scott e Borgman e Mutts di Mc Donnell hanno usato lo spazio domenicale come terreno preferito per tavole sorprendenti e spettacolari. Per alcuni poi, come nel caso di Bloom County di Berkeley Breathed ritornato ora solo in questo formato, questo è diventato l'unico spazio dove superare le frustrazioni e limitazioni date dalla classica striscia.

(estratto da un articolo scritto per Ink, numero 34 marzo 2005, periodico di opinioni, fumetti, interviste e recensioni curato dall'inesauribile appassionato Paolo Telloli)
[L'immagine in alto a sinistra è tratta da Family Circus di Bil Keane, tipico fumetto per famiglia molto popolare negli USA.
Al centro una pagina domenicale d'epoca: siamo nel 1907, la strip è The Newlyweds del celebre Geo McManus]
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giorni momenti e luoghi nascosti, dimenticati e divertenti. Anche se i syndicate americani tendono ormai a respingere a priori le strip con animali parlanti
Mutts è nata da un lunghissimo periodo preparatorio. McDonnell sognava di realizzare una comic strip sin dai tempi della sua laurea alla School of Visual Arts nel 1978 ma i primi contatti con gli editori, come da copione, furono del tutto scoraggianti. Ogni anno negli USA nascono e muoiono centinaia di nuove strip che non trovano spazi di pubblicazione. McDonnell intraprese una lunga carriera di illustratore e, raggiunta una notevole fama, riprese a sviluppare l'idea negli anni '90, cercando questa volta l'appoggio di Schulz. Il papà dei Peanuts gli diede pochi semplici suggerimenti: evitare l'umorismo autoreferenziale e definire personaggi credibili. Grazie anche a questo sostegno la striscia debuttò il 5 settembre 1994 su alcuni grossi quotidiani e si affermò definitivamente nel 1995 occupando
Come per altre strip che si appoggiano alle personalità perfettamente delineate dei personaggi, il cast funziona da catalizzatore. Il cartoonist diventa un medium che su carta fa esplodere le idee dettate dai pensieri, dal carattere e dalle iniziative dei protagonisti. Mutts è uno splendido esempio di arte sequenziale, altra definizione del fumetto artistico. Piccoli sonetti disegnati, con magistrale uso di pause, vuoti, dove i pensieri e le reazioni dei personaggi sono lasciati all'intuizione del lettore che partecipa alla costruzione della scena ed è spesso coinvolto in dense meditazioni. Gli sfondi quasi sempre sono appena tratteggiati con pochi dettagli che molto raccontano.
Le tavole domenicali a colori sono assolutamente strepitose, con dinamiche di impaginazione e sequenze capaci di stupire ogni volta i lettori. La raffinatezza
volta da McDonnell in un tributo grafico ad artisti e capolavori popolari. Assistiamo così ad una rivisitazione "muttsiana" del famoso Bacio di Gustav Klimt, della Persistenza della memoria di Dalì, del Grido di Munch, di opere di Basquiat, Matisse, Andy Warhol, Gauguin, Mirò,
Il gatto ha comunque un amore vero, ostinato e romantico:
passione sofferta anche per la competizione dell'altro instancabile corteggiatore Noodles. Shnelly da parte sua si diverte a gettare benzina sulla rivalità. Come nella tradizione delle antiche comic strip, Mooch ha un suo modo particolare di parlare che purtroppo si perde nella traduzione italiana: uno "sh" strascicato che sostituisce tutte le esse, yesh, shtop, shomewhere
.
I personaggi umani sono introdotti attraverso gli occhi di Mooch, Earl e degli altri animali.
Butchie
antagonista dei due quadrupedi. Instancabili, con lui ci provano sempre con nuove trovate, non si sa mai. In alcune tavole appare una bimba di nome 






Mutts è la classica comic strip con più livelli di lettura. Perfetta per le teste semplici dei bambini, ubriacante per i neuroni del più sofisticato intellettuale grazie al magistrale gioco di citazioni e riferimenti. Per chi vuole entrare appieno nello spirito della strip è assolutamente d'obbligo "
nostre parti le strisce sono state pubblicate, ma ora non più, da Linus e raccolte in alcuni libri dalla defunta Baldini e Castoldi. Ricco di informazioni è 


































