mercoledì, giugno 13, 2007

 

Sunday comic (6)


Un altro dei problemi con le tavole domenicale è quello del colore. Anche se ormai sempre più spesso le strisce giornaliere stanno abbandonando lo scarno bianco e nero, per tradizione le versioni domenicali sono a colori. E il settimo giorno per l’autore che va a comprarsi un po’ di quotidiani è quello delle scoperte cromatiche. Quasi impossibile trovare due fogli stampati che abbiano le stesse gradazioni. Molto spesso il risultato non è quello voluto. Non sempre purtroppo si tratta di sfumature o leggere variazioni di tonalità.
Con il passare degli anni, per quanto possa sembrare paradossale vista l’evoluzione tecnologica, le sunday comic hanno perso molto del loro antico splendore. Così come le loro dimensioni sono diminuite (impensabili oggi i paginoni dove andava Little Nemo), anche la gamma della tavolozza è stata ristretta. I colori sono diventati piatti e primari.
Non lo sappiamo, non ce ne rendiamo conto ma molto spesso non vediamo le tavole con le tonalità scelte dagli occhi del cartoonist. Il problema è generale, non solo nella stampa. Anche su Internet e sui nostri monitor le differenze sono tante, difficilissimo ottenere un risultato univoco, anche identificando sul piano informatico il numero del colore. Fanno un po’ ridere i 16,8 milioni di colori dichiarati dai nostri schermi moderni, non esiste umano che sarebbe capace di distinguerne la centesima parte. Tenendoci anche alla palette ritenuta sicura per il web di 256, comunque si fanno belle scoperte osservando sui monitor di amici e colleghi: la riproduzione varia in modo palese.
Tornando alle tavole domenicali, per arrivare ad un risultato accettabile e cercare di sfruttare al meglio la “palette” disponibile, i cartoonist ricorrono ad un sistema di annotazioni che individua con precisione il colore scelto per quella determinata area. Saltando così tutte le variazioni che possono dipendere dai passaggi, dalle scansioni e letture effettuate dalle diverse macchine. Un esempio di questo lavoraccio possiamo vederlo sotto, osservando come McDonnell, l’autore di Mutts pilota il processo di stampa di una tavola domenicale. Giocando con i numeri si riesce spesso ad ottenere la brillantezza e le sfumature volute.






L'esempio è tratto da "Mutts - The Comic Art of Patrick McDonnell". È una edizione splendida, non solo per chi ha il culto di questa strip, in assoluto uno dei migliori libri di comic strip in circolazione, per la raffinata impaginazione e per quello che l'autore racconta. Un volume dedicato ad un'arte come dice il titolo, lontano dalle rozze raccolte di fumetti incollate e cucite alla buona alle quali ci ha abituato il mercato, non sfigurerebbe vicino a quelli dedicati alla pittura . Un vero peccato che nessun editore dalle nostre parti abbia pensato a una versione italiana. Accompagnandosi con grandi illustrazioni, bozze, schizzi, l'autore racconta Mutts, i personaggi, i riferimenti e le citazioni, ma anche un bel pezzo della storia delle comic strip e la sua passione per questo genere di fumetto. McDonnell, ricordiamo, è anche uno dei principali studiosi di Krazy Kat e Popeye oltre che appassionato cultore di tutta l'arte visiva contemporanea. Caldamente raccomandato, si trova ad un prezzaccio favorevole su Amazon.



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