venerdì, giugno 08, 2007

 

Sunday Comics (5)




"Calvin and Hobbes Tavole domenicali 1985-1995" è una gran bella raccolta per chi ama il fumetto di Watterson. È il catalogo di una mostra tenuta alla fine del 2001 negli Stati Uniti all'università dell'Ohio. Un volume diverso dal solito per alcune particolarità. Nelle pagine a sinistra si può osservare la bozza, incluse correzioni e cancellature, della tavola in bianco e nero mentre su quelle del lato destro c'è la tavola finale a colori, nella versione curata dall'editore Comix tradotta in italiano. Attualmente risulta in ristampa ma scavando in qualche fumetteria si trova ancora qualche copia in giro.
Come racconta Watterson nella lunga e appassionata prefazione, le tavole domenicali erano quelle che più divertivano l'autore. Ricorda che da piccolo erano l'unico vero motivo dell'esistenza dei giornali. Diventato poi un cartoonist professionista avrebbe presto appreso che il mestiere significava imparare a lavorare con limitazioni di spazio, spesso con frustrazioni. Con le sunday comic però si aprivano grandi prospettive e potenzialità. Erano adatte per idee diverse, sceneggiature più complesse e sperimentazioni ardite (nella raccolta vedrete alcune tavole con soluzioni originali, divisioni degli spazi e ritmo della sequenza sorprendenti, abolizione di contorni e mezze tinte, uso misto di colore e bianco e nero e altro ancora). Per le fantasie di Calvin erano davvero lo spazio ideale.
Nel corso degli anni Watterson sperimentò diverse impaginazioni. In una prima fase anche lui battagliò con le idee per mantenere l'equilibrio della tavola tenendo conto dello spazio di scarto (del quale abbiamo parlato nella
serie di post precedenti dedicato alle tavole domenicali). Spesso ricorse alla soluzione tradizionale di dilazionare con maestria l'avvio della strip. Altre volte scelse adattamenti ingegnosi come, ad esempio, nella tavola sotto che intendeva comunque realizzare come vignettone unico. Predisposto però per i tagli. Come si potrà notare, curiosamente e volutamente i balloons sono sistemati nella metà bassa della tavola. Per una ragione ben precisa: la parte alta del disegno poteva essere sacrificata lasciando l'insieme comunque funzionante qualunque taglio e ricomposizione subisse (nella bozza si vedono i segni di cesura).






Dopo la guerra per evitare il merchandising di Calvin & Hobbes, trascorso un anno sabbatico, Watterson ottenne un nuovo contratto con i syndicate che gli garantiva sulle domenicali mezza pagina senza divisioni e tagli obbligati. Arrivarono le tavole più immaginifiche della serie, quelle dei viaggi di Calvin nel passato e nel futuro, con grandi scenari. Il layout intoccabile fu però mal digerito da molte redazioni: il risultato fu che Watterson scoprì, suo malgrado, che la tavola veniva riprodotta integralmente ma miniaturizzata (con un'altra striscia che scorreva affianco). Tra i cartoonist americani per attitudine era il meno disponibile ai compromessi. Trascorse ancora un po' di tempo e si stufò chiudendo definitivamente le vicende di Calvin. Con una decisione che rivela rancore per l'ambiente della stampa americana e i syndicate, l'autore autorizzò solo i giornali fuori dagli U.S.A. a pubblicare quanto ancora non edito o ripubblicare le vecchie strisce. L'ultima tavola, 31 dicembre 2005 (sotto), fu appunto una domenicale, rimasta impressa nel ricordo di tanti.



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Commenti:
Vabbeh qui, per me, piove sul bagnato. Sono un ammiratore estasiato dell'opera di Watterson.
Ma li avete visti i disegni? I disegni li avete visti sul serio? Cioè vi siete fermati a guardare cosa quell'uomo era in grado di fare con attenzione? Io questo libro ce l'ho e lo conservo gelosamente. Andando a curiosare con la lente di ingrandimento sulle linee, le curve, le spennellate, i tocchi, persino la poca matita che si vede, si scopre un'altro lato dell'autore. Quello pittorico. Che trasapre dai ciuffi in testa di Calvin agli alberi dei boschi che i due tanto amano. Sembra che Watterson si metta lì al tavolo da disegno e in 2 minuti (ma non è così) faccia la tavola, con una leggerezza che ricorda un po' il nostro Cavazzano ma giocando con una tecnica meno "tondeggiante" e più spinta al realismo.
Tralascio la parte sui dialoghi e sulla capacità di far ridere dove anche lì era un maestro. Che ci crediato o no, nella mia hit parade lo metto al primo posto, anche prima del mitico Schulz.

Si parlava prima dei tagli di Deco sui giornali. mi è piaciuto il commento di Makkox all'articolo, che in fondo capisco e condivido.
Si fatica tanto per arrivare sui giornali, meta ambita, e poi si scopre che in generale proprio là si da più importanza al layout che all'opera dell'autore. Come se mi chiedessero di tagliare un quadro in due perchè in mostra è finita la parete a me dedicata...
Come non appoggiare le scelte del geniale Watterson?
 
Questo è un autore di cui ammiro tutto! Ma in particolare ho una venerazione per il tratto grafico. Avendo io un vocabolario la metà dell'usuale (quindi 250 parole secondo le stime di Max, e 200 di queste sono "cazzarola-com'era?"), non mi avventurerò di recensioni Arganiane e dirò solo che W. FA PAURA!
(eppoi Cius ha detto già tutto con quello stile che ha lui e che mi fa sentire tanto GROG!... ;-)
Curiosità (se no perchè avrei scritto il post?): W. in quella tavola che sembra un originale (quella coi segni di bianchetto) usa il tronco di alcuni alberi in PP per separare i "momenti" della strip (praticamente delimitano le vignette).
Stessa soluzione è spesso adottata nel lungo bassorilievo nastriforme che si avvolge intorno alla Colonna Traiana. In effetti anche lì si tratta di una narrazione sequenziale.
L'artista dell'antica Roma ideò quella soluzione per delimitare i vari momenti narrativi. Soluzione ancora valida a quanto vedo ;-)
(è solo un caso, ma trovavo simpatico farlo notare)

Complimenti per l'articolo.

C.O.
 
questo libro ce l'ho anch'io... initile dire che quando sono a corto di idee una sbirciatina gliela do!
 
cius e chris sono d'accordo con voi! ho avuto la firtuna di avere una zia che ogni natale mi regalava un libro di calvin&hobbes e mi è capitata, un paio di anni fa, una copia delle tavole domenicali. anche io adoro vedere "cosa c'è sotto", andare a trovare il lato umano di un uomo così talentuoso, per me mitico e irraggiungibile. i tratti a matita, le cancellature, i cambiamenti di idea rendono watterson umano, offrono stimoli a chi, come me, disegna solo per piacere personale e non per lavoro, rendono le strisce già amate ancora più amabili!

.-)
 
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