mercoledì, maggio 30, 2007

 

Sunday Comics (3)

Nell'uso dello spazio di scarto il drago è stato Hart. Generosamente vi inseriva un mini episodio in due battute, spesso con le formiche, separato rispetto alla tavola principale ma con una vaga attinenza al tema. Giocando con uno splendido stile minimalista e una sintesi magistrale, molte volte era persino più divertente della striscia base. Questo stilema è stato adottato anche dalle strisce sorelle gestite da Parker, Wizard of Id, Crock e altre.






Il problema poi però veniva dato dal fatto che nelle varie edizioni e ristampe le redazioni combinavano guai montando i quadretti. Lo hanno sempre fatto: specie le sunday comic, considerate un po' ingombranti, sono state di frequente maltrattate. Nell'esempio sotto la riproduzione della stessa tavola su un vecchio almanacco di Linus dei primi novanta. L'originale (sopra), come sempre nel caso delle sunday di B.C., era una tavola con base rettangolare larga. Nel smontare e rimontare i pannelli a tutta pagina su un formato rettangolare tipo A4 a base stretta si inventano una sequenzialità tra l'episodio di scarto e la sunday comic vera e propria. D'accordo che il lettore dopo un momento di perplessità digerisce tutto, ma rimane del tutto scorretto sul piano filologico (in altre serie degli almanacchi è stato sistemato meglio).





Questa manipolazione delle strip può lasciare perplessi ma è un po' nel loro destino.
Diceva il grande Ferruccio Alessandri in un articolo sul Mago dell'agosto 1976 (l'occasione era data da un una protesta di un lettore per come erano state rimontate delle strisce) : "
…È ora di rovinare la consequenzialità grafica delle strip…Questo purismo da grandi sacerdoti del tempio del fumetto comincia a darmi sui nervi, specialmente per la sua parzialità". In realtà il discorso di Alessandri era più complesso e riferito soprattutto alle "continuity strip", le storie che continuavano striscia dopo striscia (tipo Dick Tracy) giornalmente che, rimontate in un unico contesto, avevano necessità di un po' di editing. Il senso del ragionamento era però anche più generale. Secondo Alessandri non è il caso di stracciarsi le vesti perché le strip, dovendo (e avendo l'ambizione di) andare su un'infinita di supporti diversi, quotidiani, periodici, in diverse lingue, comunque si devono prestare a una serie di manipolazioni. Si pensi a quelle operazioni necessarie sui balloon per le necessità di traduzioni, ai diversi spazi e formati di stampa (rettangoli, lunghi o larghi). Alla necessità di tagliare ripetizioni dovute alla forma di pubblicazione originaria (nelle continuity strip giornaliere ci sono richiami alla storia che in una raccolta suonerebbero ripetitive e ossessive).
Non siamo d'accordo con dichiarazioni un po' "talebane" come quella del buon Ferruccio, tanto meno quando si assiste a palesi maltrattamenti, ma sul senso di base del discorso concordiamo. Una certa disponibilità alla manipolazione è necessaria. Chi, per la pura tutela dell'integrità del suo lavoro, non è d'accordo si rassegni a pubblicare per gli amici.




FlyUltima annotazione. Il teatrino delle formiche diretto da Hart nello spazio di scarto ha trovato uno spassoso epigono in Fly di Chris Osmoz (alias Marco Dambrosio), la strip più divertente tra quelle apparse quest'anno. La vicenda di questa striscia in formato "sunday" che a sua volta ha una sorta di preambolo è balzana e paradossale perché Dambrosio non ha alcuna necessità di pensare a tagli nella pubblicazione. Semplicemente e inconsapevolmente se lo è trovato nel DNA al momento di costruire la serie, come un residuo darwiniano. Immaginiamo che gli abbecedari si alternassero come niente alle strisce di Hart nella sua infanzia. Gli aspetti bizzarri non finiscono qui. Ha iniziato fondendo questo spazio (che, come detto, aveva nelle corde) nella tavola per dilatarne un po' lo scenario. Poi è diventato una ministoria a parte in perfetto stile B.C.. Quindi ha cominciato a tracimare, sublimarsi, gonfiarsi, arricchirsi di colori e dettagli finché ora è diventato quasi la parte principale, dispendiosa, tutt'altro che minimalista, tanto che, a dirla tutta, lo spazio di scarto forse adesso è dato dalla storiella che segue. Ma Dambrosio è così in tutte le sue modalità (vedi anche Makkox un altro degli alias con i quali va a festa), la parola disciplina stava in una pagina del suo vocabolario che è stata strappata, finisce per debordare da qualsiasi contenitore, fa un sacco di pipì di talento e ogni tanto gli scappa fuori dal vaso. Ci penseranno forse gli editori a mettere qualche limite, quando ne troverà uno. Fly comunque è deliziosa, discende dalla scuola dei classici ma ha trovate e percorsi originali. Ben disegnata e costruita, è ormai tra le nostre preferite e prima o poi ne parleremo un po' più a lungo sperando che arrivi a uno stile definito.

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Commenti:
Chris Osmoz, ne ho sentito parlare, il giovinotto ha la stoffa.
 
"...molta più roba SULLA nostra pizza" sarebbe stato meglio (valicate le Alpi, sulla pizza ci mettono di tutto... almeno dalla mia esperienza tedesca e spagnola. Immagino negli USA sia lo stesso).

Non inizio nemmeno a commentare Hart perchè poi mi dovreste abbattere a fucilate.
Lo spazio di scarto ha avuto (magari proprio da Hart) un evoluzione serendipitosa (come scrive Sofi, quindi dev'essere giusta la parola), che lo ha reso qualcosa di indefinibile. Non è vignetta (se fatto bene) e non arriva ad essere strip...
è qualcosa di sospeso, a volte surreale.
Mi intriga proprio perchè non riesco a toccarne l'essenza (in definitiva quella che faccio io è una vignetta classica a singolo riquadro... sigh!).

@Max
"quando ne troverà uno"
già non usare il "se" è stato un gesto di pietoso ottimismo. Tks ;-)

C.O.

PS
La piccola immaginetta pubblicata, non rappresenta me, ma Rufus The Wing, il mio ghost writer. Glielo dico sempre che dobbiamo stabilizzare il format, maledetto dittero!
 
Redazione di Balloons, questo Osmoz è un grande! Accattatevillo! Fatelo vostro!
 
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