domenica, ottobre 31, 2010
35MQ di Stefano Frassetto
Big Bang di Massimo Cavezzali
Etichette: Big Bang
sabato, ottobre 30, 2010
Vincenzina di Giuseppe Scapigliati
Singloids dei Persichetti Bros
venerdì, ottobre 29, 2010
Ciak! si gira - Enzo Scarton
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Crow's Village di Lele Corvi
giovedì, ottobre 28, 2010
Squilibrì di Ditò
Inkspinterogeno di Grillo
“La Qultura ve la imparo io”
Questa settimana, la vostra rubrica culturale preferita si occupa di Franc, Frasn, Tranz Cas, si occupa di Fran Zask, Trask Kans, di Frak Fafka, Ranz Kaska, si occupa del più importante scrittore della sua nazione del suo tempo, che non mi ricordo quali sono. Frank, no, Franz Kaaaaaf, kà.
Questo famoso geometra, no, scrittore, dice abbia scritto tipo dei racconti e dei libri, roba culturale a bestia, che noi ci piace perché siamo dei raffinati snob che noi la cultura la sappiamo.
Questo Franco, no, Franz, sembra che era ceco ma riusciva a scrivere uguale perché loro ci hanno tipo un udito finissimo che sentono i movimenti della penna, come i pipistrelli e i dromedari. Le tematiche della roba che scriveva di cui, no, cioè, sono l’ansia, l’angoscia, il Fernet Branca e Tullio Ostilio. Confina a est con l’Azerbaigiàn, a sud con la Liguria e a sinistra con Bombay. Sette per otto quarantadue.
Questo tizio è nato che era austro-ungarico, che è una cosa del tutto legittima, s’intende, e poi diventa cecoslovacco e poi si Laura in giucasprudenza e poi va in Italia e poi lavora nelle Assicurazioni e poi va a Parigi e poi scrive dei libri e poi va in Svizzera e poi scrive delle lettere e poi piglia la tubercolosi e poi schianta: la sua prosa sopraffina è stata un insegnamento per tutti noi della cultura che la scriviamo in questo giornale.
Quando Franzo sentiva che stava per tirare il calzino radunò tutti i suoi scritti, chiamò la sua ganza Dora Baltea (sposata Riparia), le consegnò un acciarino e le disse, in tono grave: “Quando sarò morto, o mia diletta, voglio che tu prenda tutti i miei manoscritti, le mie note, le mie lettere, tutte le mie carte, voglio che tu le raduni insieme e con questo acciarino… datti fòo, tu portassi merda!” in perfetto livornese, lingua che Franzesco parlava correntemente data la sua assonanza col tedesco (?).
I cosi più importanti che ha scritto sono duepunti
- La metamorfosi: È la storia di un commesso viaggiatore che un giorno si sveglia improvvisamente trasformato in Bruno Vespa e la sua famiglia, schifata, lo rinchiude in un plastico di Cogne nel garage di Avetrana, tra residui di cervella, sghignazzi di sciacalli e schizzi di sangue a punto esclamativo.
- Il processo breve: È la storia del signor B. che in un mondo surreale che prevede che la legge sia uguale per tutti si trova a combattere contro dei grigi e prevenuti magistrati senza avere la minima possibilità di difendersi se non leggi fatte su misura dal suo avvocato personale in parlamento, un Ministro della Giustizia che trasforma in decreto ogni suo capriccio, la delegittimazione quotidiana della magistratura e scudi istituzionali in barba alla Costituzione.
- America: Una guida Lonely Planet del 1927. Non aggiornatissima. Indubbiamente esaustiva la parte sui parcheggi per dirigibili.
- Lettera al padre: Tutti si ricordano della “Lettera al padre” e mai nessuno della “Cartolina alla zia”. Il sintetico ed enigmatico testo, “Baci da Trieste”, lascia forse presagire un attaccamento morboso alla figura della sorella materna ma la pallida scusa con la quale giustificò la mancanza del francobollo (“l’ha portato via la bora”) ci consegna probabilmente un Franz dal braccino corto.
[Bubbolo si trasforma in un razzomissile turbodiesel]
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Inkspinster di Deco
mercoledì, ottobre 27, 2010
Tom e Ponsi di Pino Creanza
L'omino di Cius
martedì, ottobre 26, 2010
La posta di Patty Cuore
Balloons a Lucca Comics 2010
Anche quest'anno Balloons è presente alla grande festa di Lucca Comics dal venerdì 29 ottobre al lunedì 1 novembre. Ci trovate allo stand E140 condiviso con la casa editrice Comix, lato sud est della piazza Napoleone. Comunque facendo due passi dentro il grande capannone sarà facile individuarci: grazie alla maestria di Giuseppe Scapigliati lo stand è arredato con le grandi figure cartonate dei protagonisti delle strisce che trovate tutti i giorni su questo blog.
Portiamo anche quest'anno un giornalino zeppo di strip (sopra la copertina ideata da Scapigliati). La manifestazione è anche un'occasione per lettori e appassionati di incontrare gli autori. Ecco qualche indicazione di massima sulle presenze: Ciantini tutte e quattro le giornate anche perché ha il nuovo album "My name is Palmiro 2" fresco di uscita con la Doubleshot, pure Olivieri, Totaro, Cius, Grillo e Scapigliati stacanovisti sempre presenti, Cavezzali il venerdì (nel fine settimana è uso girovagare anonimo per mercatini), Deco dal venerdì sera sino al sabato pomeriggio, Corvi dal sabato pomeriggio alla domenica sera, Creanza sabato e domenica, Contemori tutto il sabato, Frassetto e Patty Comino dal venerdì pomeriggio alla domenica mattina, due dei Persichetti, Bob e Ted saranno presenti il lunedì 1 mentre mancherà Tartarotti, Max Olla venerdì e sabato, Ditò non pervenuto ma potrebbe aggiungersi, assente giustificato Scarton. Avremo poi l'onore di ospitare da sabato a lunedì Stefano Milani l'autore di Ettore e Baldo, già presente su queste pagine e amico di Balloons, altrimenti costretto alla sua prima presenza a Lucca a vagare come un ambulante.
Etichette: Lucca Comics, novità editoriali, segnalazioni, Strisce Italiane
Nirvana di Roberto Totaro
lunedì, ottobre 25, 2010
Julius di Bruno Olivieri
Dove va Palmiro?
Esce a cura della DOUbLe SHOt il secondo album di Sauro Ciantini "My name is Palmiro". È la seconda tappa editoriale di un progetto ambizioso, una sorta di collana chiamata "À la recherche du temps perdu" annunciata in ben dieci volumi, che segna il ritorno del piccolo "anatro".
Premessa fondamentale: il nuovo Palmiro è qualcosa che si presta a giudizi sfumati. È un ibrido che inevitabilmente sorprende, per ragioni diverse, il vecchio e il nuovo lettore. Probabilmente da digerire prima di intuire e apprezzare la forma compiuta. Non è solo una questione di anziani e nostalgici partigiani della forma striscia che avrebbero sempre voluto vedere l'anatroccolo agitarsi nel classico teatrino dei tre quadretti. È che proprio non capisci e vorresti ragionarci su. Ed è anche bello non capire, buon segno, vuol dire che non è la solita roba.
Ma chi ha voglia in questi tempi di una recensione dai toni sfumati? Maleducati ancor più ormai dalla faziosità degli schieramenti di Facebook, viviamo di giudizi tagliati con il trinciapolli, via di fretta: "figata" o schifezza, pollice su o giù, buono o cattivo, senza pensarci tanto. Tanto c'è qualche altro input da seguire due secondi dopo.
E allora vi elargiamo una doppia recensione. La prima farà felice la frettolosa plebe di internet scegliendo tra bianco e nero. La seconda, più problematica, è dedicata ai pochi più pazienti segaioli mentali.
Via con la prima: vale la pena di comprare My name is Palmiro? Decisamente sì. Perché? Sulla scena del fumetto italiano è qualcosa di davvero nuovo (anticipiamo dalla seconda parte e specifichiamo: nuovo non è necessariamente uguale a bello, ma questo Palmiro è sorprendente), Ciantini disegna da Dio in questo album, con una tecnica visionaria sfrenata, come mai l'avete visto (a parte forse i pochi che ricordano le illustrazioni fuse nella storia di Enrico Brizzi "Lennon Guevara Bugatti"). La DOUbLe SHOt si conferma ancora come editore di qualità e il volume è molto curato.
CLIC QUI PER LEGGERE TUTTA LA SECONDA RECENSIONE ...
Via con la seconda.
In teoria non dovremmo occuparcene. Fuori competenza, in questa uscita Ciantini abbandona la forma striscia e catapulta la sua piccola icona pennuta, senza alcuna modifica, in complessi scenari, sceneggiature e stili da graphic novel. L’album non sorprenderebbe sotto un marchio nobile come quello della Coconino, gusterebbe assai a quel editore e quella nicchia particolare di lettori. Ad ognuno il proprio mestiere, verrebbe da dire cercando una bacinella per lavarsi le mani e anche il modo per uscire dall'impaccio. Ma con Giuseppe Scapigliati, compare e complice, siamo stati padri adottivi e padrini di Palmiro, quando più nessuno pensava e si ricordava di lui. Con una recensione d'amore fuori da tutti i tempi quando su carta non appariva più, con una mostra di appassionata ripescando e glorificando tutto il passato. E allora non possiamo almeno chiederci dove Palmiro stia andando. Se sarà un addio o un arrivederci questo poi si vedrà.
Bene, caricato il fucile a pallettoni e sale possiamo sparare ad alzo zero. Dalla trincea questa volta, con il volume uno non potevamo, avendo scritto la prefazione sarebbe stato fuoco amico.
Tre le storie contenute nella raccolta. Una breve dal titolo "Punti di vista" dove assistiamo alla colazione psichedelica e umoristica di Palmiro in attesa dell'onda d'urto provocata da un meteorite. Due un po' più lunghe, entrambe sul filone dell'amore perduto con il papero in veste di attore nella parte del moroso sofferente. "La ragazza dei biscotti" è in ambientazione futuristica. "Charlotte" (definito con pomposa ironia "romanzo illustrato") gira invece su toni dark e gotici ed è tratta da un racconto di Massimo Cavezzali.
È un vezzo un po' comune. Arrivati a un certo punto del camin della nostra vita vogliamo l'opera maestosa. Sei uno splendido artigiano pop come Paul McCartney e niente, devi, proprio devi scrivere il concerto sinfonico, anche se sapevi fare bene altro e l'accademia colta ti disdegnerà e i vecchi fan non ti seguiranno (se volete la lista degli esempi, specie tra i musicisti pop, è lunghissima). Sei un giornalista e devi scrivere il libro, perché solo quello di almeno tre dita di spessore ti darà il riconoscimento sociale sempiterno. L'opera teatrale, il film di sangue e lacrime, il romanzo. Anche i media hanno il loro olimpo mitologico. Nel campo dei fumetti lo status symbol è la graphic novel. Vai a spiegare a quei due bravi ritrattisti, acquerellisti, due Pinturicchio, a quei maghetti del minimalismo grafico fumettistico di Ciantini e Cavezzali che sono splendidi nel passo e nel respiro breve. Fatica sprecata, sognano la Cappella Sistina altrimenti si sentono ancora come dei madonnari da strada. Sognano i romanzi, ci hanno già provato con una serie di gialli.
Il versante della narrazione è alquanto inflazionato, diventato ormai per tutti la forma egemone. Ma l'offerta editoriale è anche molto piena di mattoni. Nel senso di opere che partono magari bene, con un paio di idee suggestive, ma poi non si sa dove vanno a parare, diventano pesanti e stiracchiate nei finali e si vede. Nelle graphic novel ormai è un limite comune.
Vediamo un po' quel che Ciantini butta dentro il minestrone dei vari racconti. Orrore alla Edgar Allan Poe, non solo nei testi con la complicità del compare Cavezzali ma anche con la pece nera e il terrore surreale di tante tavole. Mitologia western, e via con i "Jimmy", i dollari e il treno per Baltimora (un nostrano Lamezia Terme no, eh? Già, dimenticavamo, non fa fascino). Millenarismo e catastrofismo, e dai con date di scadenza del mondo già segnate nell'agenda, il meteorite che incombe e l'inquinamento degli oceani. Persino fantascienza, ragazzi, con un futuro folle e astruso che sembra la prosecuzione ancora più persecutoria dell'incubo tecnologico e internettiano presente. E ancora: la donna perduta, lontana, desiderata, mai raggiunta, invisibile, ritrovata ma inutilmente, l'amore infelice insomma, giostrato dai tempi di Petrarca e Dante.
Molti luoghi, topoi, della letteratura abusati. Ma signor Ciantini, non è che c'è voglia di strafare? Non saranno poi così tanti gli ingredienti da non distinguere più odori e sapori della zuppa? Che cosa davvero ci voleva raccontare? Qual era l'impellenza del narrare? Che cosa ricordiamo una volta chiuso l'album dopo esserci rifatti gli occhi con quel sublime disegno e quelle superbe visioni?
Verrebbe da suggerire al maestro Ciantini: esca da quello splendido kibbutz che si è costruito al Mugello e si faccia due passi tra la gente, a respirare gli umori della vita comune, quella reale. Ah, già, come racconta nell'introduzione, ha scarabocchiato le idee a Portopollo. Da quando l'ameno villaggio corso è uno degli ombelichi del mondo?
Un aspetto buffo: una delle prediche del Maestro Ciantini ai giovani autori riguarda l'omogeneità dello stile o meglio dei canoni di disegno. E qui invece ci mostra come stabilita una regola si possa violarla e sbeffeggiarla quando la si conosce per bene. Così assistiamo al Palmiro, sempre disegnato come un'icona da comic strip in modo semplicissimo, inserito in tavole dal disegno colossale e particolareggiato. E poi la pagina dopo ancora ritorni di disegno iconico e ogni tanto persino qualche tocco di realismo (osservate le scarpe della ragazza dei biscotti).
Il guaio infatti è che poi il gioco funziona, quel dannato paperino sta bene dappertutto. Con quell'aria perplessa e attonita, con quella sua capacità innata di incassare tutto potresti incollarlo anche in un trittico demoniaco di Hieronymus Bosch. Poi, se è un po' vero che tutte le storie sono state già raccontate, conta poi il modo con cui si narra. E sono divertenti quelle prospettive alternate tra il minimalismo domestico del piccolo Palmiro, inetto e impotente di fronte a un universo colossale, sempre alla presa con la sfiga, e quei maestosi scenari incombenti su di lui.
C'è una volontà di sublimare la visione e le emozioni. Tenebre terribili, figure da incubo, paesaggi inimmaginabili, grandiosi e vertiginosi. Ciantini ci fa vedere quello che non immaginavamo. Rispetto a certe mattonate delle graphic novel la grande differenza è che la raffigurazione è intinta in una discreta dose di ironia e non si prende mai troppo sul serio persino nei pochi tratti di disegno realistico. In questo l'autore e il suo nuovo album sono davvero speciali. La fantasia fantasmagorica del disegno è però molto superiore all'inventiva del narrare e delle trame, spesso modesta e intrappolata in attempati cliché. La colazione di Palmiro prima della fine del mondo- guarda caso proprio quella dal respiro più spiccio - è forse la storiella migliore, con tutti quegli oggetti trasfigurati con l'umorismo della scuola Mariscal.
Ci manca molto il vecchio Palmiro. Ci sorprende molto il nuovo, che poi tanto nuovo non è.
Raccontava Flaiano che addormentarsi davanti a un'opera, film, teatro, concerto o, perché no, un libro, è un buon segnale. I lavori cattivi irritano e allontanano il sonno. E allora fate un test, vi piace leggere prima di dormire? Portatevi "My Name Is Palmiro" 2 a letto. Ah, il treno per Baltimora (per Vibo Valentia no, eh?), ah, il disegno favoloso di Ciantini. Ronf. Ronf.
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Palmiro di Sauro Ciantini
domenica, ottobre 24, 2010
35MQ di Stefano Frassetto
Big Bang di Massimo Cavezzali
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sabato, ottobre 23, 2010
Vincenzina di Giuseppe Scapigliati
Singloids dei Persichetti Bros
venerdì, ottobre 22, 2010
Ciak! si gira - Enzo Scarton
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Crow's Village di Lele Corvi
giovedì, ottobre 21, 2010
Squilibrì di Ditò
Inkspinterogeno di Grillo
Benvenuti ad una nuova puntata di “Le domande che le rispondono gli esperti”. Oggi parliamo di dipendenza dal fumo e dall’arrosto, anche se le statistiche ci dicono che i casi riguardano tanto fumo e poco arrosto. Con noi in studio il Professor Trombone Scoppialabomba, docente di materie sceme presso l’Università Brutta.
Buongiorno professore. Sappiamo che lei ha trascorso gli ultimi quindici anni a condurre ricerche sugli effetti del fumo sull’organismo umano e sui pupazzi a forma di gattino. A che punto sono i suoi studi?
- In realtà sono stato impegnato a fare un cruciverba complicatissimo che non mi riusciva, prima
di capire che stavo leggendo la composizione del Buscopan. Invece un mio collega è sopravvissuto per mesi nella giungla bevendo soltanto shampoo. Però abbiamo scoperto che quando uno accende una sigaretta esce tipo del fumo.
Benissimo, cimportassài. La dipendenza dalla nicotina può causare disturbi dell’umore? Ma prima, maledetti bastardi, portatemi una sigaretta!
- Abbéstia! Pensi che conosco un tizio che da quando fuma picchia le bambole e un altro che fa la raccolta differenziata sbagliata apposta perché è diventato malvagio. Mette la plastica nel vetro, la carta nella salamoia, la moquette nella sugna e l’acquaragia nella carbonara.
Il tabagismo può compromettere l’equilibrio psicofisico di persone che sono già sfigate di loro, come i rabdomanti o i collezionisti di scaracchi?
- Mastaiascherzà? Sa che c’è un tizio che da quando è tabagista si autoinvia messaggi di spam e una tizia che invece non mi ricordo più il suo numero, peccato perché ci aveva due bocce da paura?
Quali sono gli effetti del fumo sull’apparato cardiocircolatorio? La prego, risponda come se me ne fregasse qualcosa.
- Intanto è risaputo che quando si fuma è impossibile dire BANANA INCAPPUCCIATA ma nei casi più gravi si rischia di contrarre la tassidermia.
Esistono categorie più a rischio, come i tronisti o i cadaveri per le autopsie?
- Un cadavere a cui abbiano già asportato il cervello oppure un tronista non devono ASSOLUTAMENTE accendersi una sigaretta se non dopo essersi cosparsi di benzina in via precauzionale.
In definitiva, il fumo potrebbe far male persino a uno come me, che ci ho il Pòrsc Caièn Turbodìsel e un sacco di quattrini?
- Assolutamente no, è noto che cancro ai polmoni, irritazione alle vie respiratorie, enfisema, asma, infarto, ictus e morte sono roba da pezzenti. Lo diceva anche una famosa fumatrice, Cocomero Chanel, un’anguria alla moda.
Mi scappa la pipì, il programma finisce qua.
- Ora c'è la pubblicità. Chi cambia canale è un pezzo di merda!
[Bubbolo tende a zero]
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Inkspinster di Deco
mercoledì, ottobre 20, 2010
Prof Knox di Pino Creanza
Quiff di Cius
martedì, ottobre 19, 2010
La posta di Patty Cuore
Nirvana di Roberto Totaro
lunedì, ottobre 18, 2010
Julius di Bruno Olivieri
L'ombrello di Palmiro contro il razzismo - Workshop a Firenze
Per lettori e appassionati della Toscana (e oltre se la passione li spingerà a muoversi) segnaliamo una lezione su strisce e vignette del maestro Ciantini. Tema e modalità sono molto particolari e meritano l'attenzione. Nell'ambito generale del Festival della Creatività di Firenze saranno realizzati, a cura della Scuola Internazionale di Comics, una serie di workshop gratuiti sull'argomento RAR - Risate Anti Razziste. Quello curato da Sauro Ciantini in collaborazione con Francesco Frongia della DOUbLe SHOt (giovedì 21 ottobre, ore 11,30) sarà dedicato in specifico alle strisce e al fumetto. Al workshop parteciperà un rappresentante del Cospe (Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti) che illustrerà le tematiche sul razzismo. Su questo spunto gli iscritti saranno formati alla tecnica e agli strumenti base per disegnare un fumetto. I lavori migliori saranno esposti alla prossima Lucca Comics nella mostra di autori (tra gli altri Altan, Contemori, Vauro, Ellekappa) organizzata dal Cospe.
Ci è piaciuta tantissimo l'idea alla base del progetto formativo: il ridere come ombrello per difendersi dagli stereotipi del razzismo.
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Palmiro di Sauro Ciantini
domenica, ottobre 17, 2010
35MQ di Stefano Frassetto
Big Bang di Massimo Cavezzali
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sabato, ottobre 16, 2010
Vincenzina di Giuseppe Scapigliati
Singloids dei Persichetti Bros
venerdì, ottobre 15, 2010
Ciak! si gira - Enzo Scarton
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Crow's Village di Lele Corvi
giovedì, ottobre 14, 2010
Squilibrì di Ditò
Inkspinterogeno di Grillo
Oggi parliamo di surrogati (a chi?). “Surrogato” è una parola che viene dal latino e prima o poi ci ritorna ma dipende dal piano-ferie. Surrogato è quella cosa che quando non ci hai la cosa che devi surrogare devi prendere un surrogato, che se ci avevi la cosa dall’inizio allora non prendevi il surrogato ma allora non ti ponevi neanche il problema e ora che ci hai il surrogato non sai dove metterlo perché ci hai la cosa che dovevi surrogare se non ce l’avevi ma invece ce l’hai e ci hai pure il surrogato. Cioè, sono tutto sudato, si capisce che ho detto? Perché quando a scuola c’imparavano l’intelligenza ciavévo il morbillo.
Esempi:
Surrogati del pane: Il pane di qualcun altro – Gioppini – Crackers, ma no quelli mosci
Surrogati dello zucchero: Zucchero senza zucchero – Flauto dolce – Trombone
Surrogati dei broccoli: Branzini – Nutella – Camel Light
Surrogati del cinema: Cinque ubriachi che ti mimano il film – Televisore grande – Cellulare molto, molto grande
Surrogati dell’amore: Noia – Panfilo – Tutte le mie amiche sono già sposate
Surrogati della fuga in Messico: Fuga a San Marino – Fuga a Gardaland – Fuga in bagno
Surrogati della vita: Novella 2000 – Uomini e Donne – Facebook
Surrogati dell’Italia: Prima Repubblica – Seconda Repubblica – Ultimi 149 anni
Surrogati della Repubblica delle Banane: Pizzamandolinolandia – Il Paese di nani e ballerine – La nazione dell’eroe Mangano
Surrogati della democrazia: Bipolarismo monopolare – Monopolismo bipolare – Lodo Quel Tizio che mi ha salvato le chiappe
Surrogati dell’uomo: Consumatore – Spettatore – Ministro
Surrogati della donna: Mano – Velina – Ho studiato recitazione e vorrei fare la fischion
Surrogati della libertà: Disoccupazione – Telecomando – Appena scaricato
Surrogati della gavetta politica: Tangente – Parente – Fellatio
Surrogati della gioia di stare insieme: Questioni di eredità – Assegni familiari – Arresti domiciliari
[Peppolo è un volgare impostore]
Etichette: Inkspinterogeno
Inkspinster di Deco
mercoledì, ottobre 13, 2010
Tom e Ponsi di Pino Creanza
L'omino di Cius
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