martedì, febbraio 09, 2010
13 febbraio 2000 - L'addio ai Peanuts
Dieci anni fa. L'ultima tavola dei Peanuts fu pubblicata il 13 febbraio del 2000. Era una domenicale.
Conteneva il saluto ai lettori ma soprattutto ai personaggi.
Già alcuni giorni prima era uscita l'ultima giornaliera.
I protagonisti dei cartoni non invecchiano. I loro autori invece si. Schulz, gravemente ammalato, forse ormai consapevole della fine, poco prima della morte aveva già decretato la fine della saga con la pubblicazione delle ultime strisce rimaste nel cassetto. Come tutti i cartoonist professionisti - e lui era un perfezionista metodico - era avanti con il lavoro di consegna al suo syndicate.
Schulz se ne andò proprio quella notte tra il sabato 12 febbraio e la domenica 13. Mera concomitanza o segno del destino, la coincidenza della pubblicazione dell'addio con la scomparsa del loro autore ha esaltato la leggenda.
In occasione di questo decennale gli autori di Balloons proporranno in questi giorni alcune tavole tributo.
Vogliamo ricordarlo anche con qualche articolo. Proponendo qui una scheda di presentazione dei Peanuts scritta dieci anni fa e ora parzialmente riveduta.
L'accompagniamo con alcuni schizzi. Strisce dei Peanuts potete trovarne dovunque, ormai da più di un anno su comics.com è poi possibile vedere tutto l'archivio. Questi raccontano di più sull'arte di Schulz. Scriveva in una raccolta celebrativa del venticinquennale (Peanuts Jubilee, edizioni Penguin Books, 1975, mai uscita in Italia per quel che sappiamo): "These little pencil sketches are made on a small pad of white paper and are probably the best thing I do. It is a pity that the freshness is lost when they are translated to the comic page" ("Questi piccoli schizzi a matita sono disegnati su un blocchetto di carta bianca e sono probabilmente le cose migliori che faccio. È un peccato che la loro freschezza si perda quando sono riportati nella versione per la pagina dei comics").
LEGGI TUTTO L'ARTICOLO QUI......
Nessuno, secondo le disposizioni di Schulz, potrà proseguire. Decisione saggia, anche se sconfortante per i milioni di lettori. Dietro l'apparente semplicità i congegni dei Peanuts sono complessi e delicati: solo il loro papà avrebbe potuto tirare i fili dei protagonisti. La vita, come dice Lucy in uno dei tormentoni della striscia, è un pallone che ci illudiamo di calciare senza mai prenderlo. E Charlie Brown non riuscirà mai a colpire la palla ovale. A differenza dei paperi e topi di Disney, la cui immortalità è affidata ai vari disneyfici sparsi per il mondo, i piccoli di Schulz vivranno così nella memoria di tutti.
La striscia di esordio compare nei giornali americani il 2 ottobre 1950.
I Peanuts sono stati un fenomeno formidabile nel mondo delle comic strips. Nel 1967 Snoopy e Charlie Brown conquistano la copertina di Life Magazine e in seguito quella di Time. La striscia proseguirà la sua ascesa catturando l'immaginazione di molte generazioni di lettori e l'attenzione di diversi intellettuali. In Italia Umberto Eco fu il capofila e scrisse la prefazione al primo libro dei Peanuts arrivato nel 1963. Lo stesso Eco con Oreste Del Buono e Elio Vittorini in una tavola rotonda sul primo numero del mensile Linus introdussero questo fumetto facendolo assurgere a genere letterario.
Non molti sanno che le loro origini risalgono ancora più lontano nel tempo. Nel 1947 Schulz, che allora firmava le tavole con lo pseudonimo di Sparky, inizia a disegnare un mondo di bambini chiamato Li'l Folks. In realtà non ci sono soluzioni di continuità con i Peanuts esordienti nel 1950. Le somiglianze sono piuttosto evidenti, anche se il tratto non è ancora raffinato: apparivano già Charlie Brown e un cagnolino che ancora non stava in piedi e non pensava. In realtà Schulz detestava il nome Peanuts, imposto per ragioni commerciali dal syndicate. Avrebbe voluto che la striscia si chiamasse Li'l Folks oppure - come talvolta aggiungeva nel titolo delle domenicali - "Buon vecchio Charlie Brown" (Good Ol' Charlie Brown).
Le innovazioni introdotte dai Peanuts erano davvero rivoluzionarie per il periodo e influenzeranno molte altre strip venute dopo. Calvin & Hobbes, Bloom County e tantissimi altri devono molto a Schulz. Disegno semplice e piatto, bambini intellettuali, un animale dotato di pensiero e fantasia inesauribile. L'essenzialità del tratto nasconde sofisticate capacità di disegno artistico. Schulz, con una economia di mezzi stupefacente, controlla la minima sfumatura psicologica di ogni personaggio. Le tavole sono un modello perfetto del ritmo narrativo delle comic strip. Con una tecnica creativa particolare: Schulz schizzava per prima la tavola finale, quella con la battuta. L'idea di base è semplice: un microcosmo chiuso di un gruppo di bambini e un cane intenti ai loro giochi e ai loro discorsi. Con il tempo si aggiungono un gruppo di uccelli guidati da Woodstock e vari bracchetti.
La prospettiva delle tavole è una delle particolarità che distinguono la striscia. Il disegno nei quadretti segue sempre i bambini alla loro altezza ed esclude gli adulti che non compaiono, non si sentono mai e raramente sono citati nelle conversazioni. Questa angolazione descrittiva sarà ripresa da Spielberg nel film E.T. ed è una delle caratteristiche fondamentali dei Peanuts.
L'importanza può essere compresa a pieno quando i personaggi escono -purtroppo- dalle tavole: nell'orribile gadgettistica, piuttosto invasiva negli anni '70, e in televisione dove tutto l'ambiente appare snaturato. A differenza dei Simpson, i Peanuts non bucano lo schermo e appaiono banali. Semplicemente non sono mai stati un fenomeno televisivo.
Schulz era un artigiano delle strisce con un proprio dogma rigoroso. Una volta definito, circa dopo i primi tre anni di pubblicazione dei Peanuts, lo seguirà per tutta la vita. Tranne alcune assistenze per la commercializzazione delle strisce e i contatti con i lettori, faceva tutto da solo, disegni, inchiostrazione, ideazione dei testi, a differenza di altri suoi contemporanei e predecessori. Metodico all'infinito, tutti i giorni, alla stessa ora. Stesso tavolo da disegno, identico processo creativo (ne parleremo in un prossimo post).
****** I PROTAGONISTI ******
Charlie Brown, sempre chiamato per nome e cognome, come per segnare una distanza dalla confidenza amichevole. Fratello maggiore di Sally. Straordinariamente sferico e mediocre, guadagnerà la simpatia dei lettori per la natura da perdente. Anche se nessuno di noi - ammettiamolo - lo ha mai davvero amato. Abbiamo tutti accettato e condiviso uno dei meccanismi terribili e vitali dei Peanuts. La cattiveria del mondo dei bambini, dura, pura e candida, ma infinita. Non vincerà mai una partita di baseball, non riuscirà mai a far volare l'aquilone, non conquisterà mai il cuore della ragazzina dai capelli rossi che probabilmente ignora la sua esistenza. Perennemente preoccupato e ansioso, si interroga spesso sul significato della vita. Educato, premuroso e amichevole, svolge il ruolo di allenatore della scarsissima e disastrosa squadra dei Peanuts ma nessuno gli riconosce doti di leader e gli presta attenzione. Anzi è spesso oggetto di torture psicologiche, specie da parte di Lucy che esercita su di lui le sue ambizioni di analista. Eppure ci sarebbe la variante folle, chi si interessa a lui: la sciamannata Piperita Patty. Ma i due hanno stili e filosofia di vita completamente diversi e non si capiscono proprio.
Snoopy, vive con Charlie Brown ma non si considera il suo cane. Detesta tutti i luoghi comuni sull'amico dell'uomo, è un libero pensatore e spesso trascorre il tempo sul tetto della cuccia, assorto in meditazioni. Nel tempo ha avuto una notevole evoluzione, modificando naso e postura, e si è impadronito della scena diventando il più popolare e sofisticato dei personaggi. Rifiuta il ruolo tradizionale del cane che riporta il bastoncino o fa le feste al suo padrone (del quale talvolta persino non ricorda il nome). La sua natura canina si esprime con un egocentrismo esasperato. Tutto può essere riletto in funzione dell'interesse di un cane. Gola e accidia sono vizi tenacemente coltivati. Snoopy non parla, pensa. Schulz infatti rispetta un'altra tacita regola (facente parte del proprio grandioso dogma) circa la comunicazione con gli animali, anche se l'aggira in modo splendido. La sua immaginazione apre immensi territori di evasione e fantasia. Il bracchetto si immerge in una realtà parallela e incarna di volta in volta una infinità di personaggi, alcuni storici come il leggendario Barone Rosso o il fante della prima guerra mondiale. La sua cuccia è il regno del surreale, nessuno tranne Woodstock ha mai visto l'interno ma pare ci sia di tutto.
Linus Van Pelt è fratello minore della dispotica Lucy, oggetto delle instancabili attenzioni amorose di Sally. Da entrambe riesce a sfuggire facendo ricorso alle sue notevoli doti intellettuali. E' capace di sbalordire gli amici con inedite e filosofiche soluzioni dei problemi o con rivelazioni metafisiche, e ogni tanto rivela abilità e maestrie vertiginose. Il suo sistema di pensiero è disinvolto: crede nel Grande Cocomero ma conosce il vero significato del Natale. Saturo di nevrosi, risolve la sua instabilità emotiva trovando rifugio, dito in bocca, nella famosissima coperta, usata anche come capo d'abbigliamento. La relazione di conflitto e amore con l'altro grande pensatore Snoopy è esilarante. Sono soprattutto loro due a far decollare la serie aprendo praterie di fantasie e pensieri.
Woodstock è un piccolo volatile, grande amico e confidente di Snoopy. La sua lingua è uno strano pio-pio, un alfabeto di punti esclamativi, a volte molto espressivi. Solo il bracchetto sembra intenderne a pieno il significato. Come uccello è un totale inetto, la tecnica di volo è alquanto eccentrica, così come la sua logica. Però sa dattilografare ed è in grado di partecipare a tutti i giochi e gli scherzi che l'amico organizza. Minuscolo e insicuro, Woodstock è sempre un piccolo disastro vagante. Ma non si arrende mai, tenta qualche audace rappresaglia contro Snoopy e coraggiosamente svolge la sua parte di giocatore di baseball, anche se la palla che sta per arrivargli sulla testa è più grande di lui. Con una banda di amici di piuma ( Bill, Harriet, Olivier and Conrad ) partecipa alle immaginarie spedizioni di Snoopy come legionario francese o ardito boyscout, oppure organizza partite di hockey sul ghiaccio o bische presso la cuccia.
Lucy Van Pelt è tirannica, acida, egoista e sempre interessata, le rare volte che sorride o fa complimenti sta perseguendo qualche fine subdolo. Perfetto esemplare di odiosità femminile, è una rompiscatole che crea problemi per tutto. Il suo impegno principale sembra quello della distruzione psicologica e talvolta fisica di Charlie Brown e del fratello Linus. Anche se i suoi argomenti brillano per assenza di logica, è un'odiosa "sotuttoio" dispensatrice di consigli non richiesti (e nel caso della vittima principale Charlie Brown pure a pagamento). Narcisista e musona, è una dura con pochi punti deboli, uno dei quali è rappresentato dal pianista Schroeder che ignora il suo amore, immerso com'è nella passione per Beethoven. In realtà Lucy non conosce passioni genuine ed è solo affascinata - secondo un meccanismo noto - dalla irraggiungibilità del piccolo musicista: le lunghe ore passate appoggiata languidamente al pianofortino sono dovute al futuro prestigio sociale e alle prospettive di guadagno. Dalla natura di questo e di altri personaggi femminili molto si ricamerà sulla presunta misoginia di Schulz.
Sally Brown, precoce sorellina di Charlie, è un personaggio di un candore disarmante, sempre alla ricerca di una facile via di uscita ai problemi che l'angustiano. Sally parla e litiga con la scuola. Presenta in classe relazioni e ricerche che contengono esilaranti semplificazioni del mondo. Il suo modo di vedere la vita riflette le frustrazioni e la terribile confusione dell'esperienza dei piccoli. I suoi discorsi sono infarciti di divertenti e grossolani scambi di parole. Uno dei migliori tormentoni della striscia è lo svolgimento dei compiti a casa con la paziente assistenza dell'iperprotettivo fratello. Sin dalla sua prima apparizione è follemente innamorata di Linus, che chiama "my sweet baboo". Naturalmente è ricambiata, come spesso avviene a quell'età, con infastidita indifferenza.
Piperita Patty (Peppermint Patty, vedi anche l'articolo a lei dedicato su Balloons), è uno dei personaggi più amati da Schulz, tanto che in origine era stata ideata come protagonista di un autonoma strip. Esuberante, sfrontata, è il prototipo del maschiaccio, bravissima nello sport e disastrosa a scuola dove ha problemi a stare sveglia e manda in disperazione i suoi insegnanti. La totale mancanza di buon senso è compensata da una sincerità e lealtà senza confini. Socievole, leader, ma odia il potere, tanto che niente la manda in bestia come l'appellativo "sir" usato sempre dalla fidata compagna Marcie. Sta fuori dal branco per visione della vita e stile. È stupendamente fuori catalogo, come tante altre donne vere che rifiutano di aderire a un prototipo, e in questo sta la sua grandezza e per questo è adorata dai lettori. Il modo leggero di vivere la rende ignara di tutto quello che succede intorno: è l'unica a non capire che quel buffo bambino che gioca a baseball è in realtà un bracchetto e solo lei tiene in considerazione Charlie Brown, che spesso chiama confidenzialmente Chuck (Ciccio nella traduzione italiana).
Marcie è la migliore amica di Piperita Patty, alla quale con devota ammirazione si rivolge appellandola "Sir" ("capo" nella traduzione italiana) sin dal primo incontro. Una coppia anomala e bizzarra dato che non sembrano avere alcunché in comune, ma proprio questo rende la loro relazione così genuina e divertente. Marcie è la più colta e intelligente della banda Peanuts ma anche la più ingenua e fragile. La sua innocenza trova una tenera protezione nella furiosa vitalità di Patty. E' sempre disponibile ad aiutare l'amica a scuola e addirittura la chiama a casa per ricordarle i suoi doveri scolastici. Tenta inutilmente di trasmetterle la sua passione per le buone letture e la musica classica. Piperita ricambia giocando a baseball o rugby con lei e accettando con pazienza la sua totale inettitudine allo sport. L'unico apparente punto di screzio sembra essere Charlie Brown per il quale hanno entrambe un'inconsapevole cotta.
Solo nelle vecchie strisce troviamo Violet e Patty, poco più che un coro di detestabili lagnose. La loro presenza era giustificata dal tema originario della spietatezza tra i bambini. Per il ruolo di odiosa basterà e avanzerà Lucy. Anche la leziosa Frieda introdotta nel 1961 troverà poco spazio. Figure minori sono Schroeder chiuso nel cliché del piccolo artista prodigio, Pig Pen lo stereotipo del bambino irrimediabilmente zozzo e Franklin il piccolo di colore. Molto meglio delineato è il simpatico Ripresa (ReRun) terzo fratellino della famiglia Van Pelt, arrivato nel 1972. Ripresa compare come terrorizzato passeggero della bicicletta della madre e introduce un nuovo livello di gerarchia, quello dei teneri piccolissimi. Assomiglia a Linus ma è più scettico, tosto e coraggioso nell'affrontare Lucy. Desidera ardentemente un cane. I suoi non gli consentono di averne uno e prova a prendere in prestito Snoopy. Il bracchetto si presterà al gioco solo per gli adorati biscotti. Il giganteggiare di Snoopy ha fatto emergere dal passato numerosi fratelli tra i quali si distingue Spike, un cane solitario e suonato che vive nel deserto e non ha di meglio da fare che comunicare con i cactus. Spike era in realtà il nome del modello vivente di Snoopy.
Etichette: articoli, decennale Peanuts, Peanuts, ricorrenze
In questa intervista:
http://aaugh.com/guide/ldale.htm
è simpatico uno dei suoi ricordi in cui dice che tutto si poteva eventualmente riuscire a fare delle strisce dei Peanuts tranne le rotondità della testa di Charlie Brown, in cui solo il suo papà poteva cimentarsi!
questo è un suo originale
http://www.comicartfans.com/GalleryPiece.asp?Piece=209118&GSub=45026
Qualcuno si prenderà di certo la briga di istituire il "Roberto Monroe Totaro Museum" a Belluno, ne sono sicuro.
sono fortunato possessore di una copia del volume che aveva un formato tavola, copetina rigida, tipo "il libro d'oro" ma esteso in orizzontale.
(200 euro... uhmm... l'avevo pagato forse 20mila lire a fine anni '90... no no no, non si vende! :) )
http://cgi.ebay.it/CHARLES-M-SCHULZ-IL-GIUBILEO-DEI-PEANUTS-ANNO-1975_W0QQitemZ120526315019QQcmdZViewItemQQptZUlteriori_titoli?hash=item1c0fed9e0b#ht_1035wt_941
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