venerdì, febbraio 20, 2009

 

The Knight Life

Articolo a cura di Cius


Vi ricordate di Keith Knight? Ne abbiamo parlato in un articolo su Balloons un po' di tempo fa. Uno degli autori allora emergenti del vasto panorama americano delle comic strip. Dopo la sua vittoria, nel 2007, degli Harvey Awards, la carriera da cartoonist di Knight ha ottenuto meriti ed elogi più che giustificati, portandolo in breve tempo nell'olimpo delle comic strip.
Le sue strisce sono state apprezzate da autori di tutto rispetto, gente come Spike Lee, Garry Trudeau o Aaron McGruder, dei Boondocks, suo amico da sempre.

Adesso, ai suoi precedenti lavori, racchiusi in tavole più o meno lunghe, come ad esempio le "K Chronicles", o in vignette con la battuta pronta e diretta come "Life little victories" o "(th)ink", si affiancano delle strisce in un formato più "abituale", le classiche a tre riquadri, distribuite dalla United Feature Syndicate dall'aprile del 2008 sotto il nome di "The Knight Life" (disponibili dalla prima all'ultima sul sito del Syndicate da quando ha aperto gli archivi al pubblico del web).


(la prima strip del 6 aprile 2008)

Keith racconta ancora il suo microcosmo di vita quotidiana, con occhi critici, scanzonati, da uomo-di-strada. Tutto l'humor è condito con gli ingredienti tipici degli altri lavori: un bel po' di salsa di sfiga, un pizzico di assurdità del quotidiano, qualche grano di pepe e tanta ironia. I luoghi comuni tipici degli americani non mancano, anzi a volte sono proprio una caratteristica peculiare della strip.






Lo stile è sempre essenziale ma in grado di raccontare perfettamente le espressioni e gli umori dei personaggi, segue perfettamente la sgangheratezza del mondo raccontato: il tratto è dinamico e gettato su carta in bella, senza ripensamenti, col pennarellone e qualche (poche) rifiniture di contorno. Gli sfondi inesistenti, gli oggetti pochi, l'umanità tanta e strabordante da ogni angolo delle vignette.
I personaggi si scompongono in boccacce e a tratti paiono marionette, tirate come sono le espressioni e i movimenti, tutto ad enfatizzare il tempo comico della strip.



Sbilanciandoci nel vuoto, legati per i piedi, con una benda sugli occhi, ci sentiamo di osare e crediamo fiduciosamente che questa ottima strip, spassosa e divertente al punto giusto, possa finire nelle nostre edicole tradotta in italiano in qualche mensile dedicato ai fumetti (ce ne sono decine, in fondo) trovando il suo spazio e il suo perchè anche all'interno dei confini dell'italico stivale.

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