È il tempo di Giuseppe Scapigliati. E il suo è lentissimo, oltre ogni immaginazione. Non per nulla il protagonista della sua attuale serie è un bradipo. Strappargli le parole per l’intervista che segue è stato un’impresa. Fai una domanda e risponde dopo due settimane.
Giuseppe Scapigliati è la dilatazione incarnata del tempo. Un eterno ragazzo perché solo chi mostra questo spregio del passare delle ore, dei giorni, delle settimane ha davanti a se un tempo infinito.
Con lui abbiamo fondato Balloons dieci anni fa. È stata una sua illuminazione. Ama le comic strip alla follia, per lui il fumetto”l’è quello”, ci siamo intesi in un secondo. Per poi fare le cose con calma, molta calma. In decenni.
Giuseppe ha iniziato con il Mago, rivista storica del fumetto nel secolo scorso. Poi come autore si è stufato delle matite, ha sperimentato con una striscia deliziosa come Vincenzina, tutta realizzata con forme al computer e soprattutto silente, senza parole. Così tutti avrebbero potuto capirla e lui non avrebbe fatto fatica a tirarle fuori, le detestate parole. Poi anche Vincenzina è diventata tanto ed è passato a Bradi Pit, dove il disegno non cambia che in pochi particolari, e non sempre, da un quadro all’altro.
Con la tavola che ci ha inviato prende in giro tutti, il suo intervistatore in primis. Il resto ce lo racconta nell’intervista che segue (ma raccontare è una parola molto grossa in questo caso)
Ma tu che con il bradipo sei il cantore disegnante della lentezza, quanto sono stati lenti questi dieci anni? O forse troppo veloci? Cosa è cambiato nel tuo mondo di appassionato di strisce?
Da bradipo potrei dirti che 10 anni dalla fatidica chiamata intercorsa tra noi e culminata con: "...mettiamo su un blog", sono volati. Cos'è cambiato... cambiato... boh!? Per quanto riguarda la mia produzione di fumetti sono successe tante cose più o meno tutte belle e impensabili prima, se invece ti riferisci alla mia collezione di strip originali preferisco non parlarne, sono in bolletta e scalpito per saziare la mia "bramosia".
E invece vorrei proprio iniziare dalla tua parte di amore romantico per le antiche comic strip, quello che ti ha fatto diventare forse il più grande collezionista di originali in Italia.
Non credo proprio di essere un grande collezionista. Penso che la mia collezione si distingua dalle altre perché consta circa 600 autori, il che la rende una bella panoramica sulla produzione mondiale delle strip umoristiche.
Che fine ha fatto il tuo sogno di un piccolo Museo esposizione permanente delle comic strip?
Per quanto riguarda il progetto "piccolo museo della strip a Bibbiena", per motivi di sicurezza pubblica, preferirei sorvolare.
Come va il mercato delle strisce originali oggi?
Mi pare florido. Agli stand dedicati vedo avvicinarsi molta gente nuova, anche molti giovani. La sola nota negativa è che ciò fa alzare sempre di più i prezzi… maledetti!
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# postato da Max @ mercoledì, gennaio 25, 2017
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Giallo, rosso, blu, verde, rosa, ocra, tinte allegre e nette, decise, squillanti, racchiuse dentro geometrie elementari, linee mediane, tangenti, semicerchi, elissi,

triangoli e quadrati, incastrati, tagliati e animati assieme. È un mondo ricostruito da
Giuseppe Scapigliati, un Geppetto dell'era informatica, immaginato proprio come potrebbe un autore che di giorno si guadagna da vivere come grafico e lavora con le forme bidimensionali. La storia di
Vincenzina nasce come una possibile favola marginale moderna, una delle tante sommerse. Un computer Mac dimenticato in un angolo di una stanza viene riportato in vita per funzionare da bottega artigiana delle forme. Una compagna di vita, Lucrezia Dei, regala un'idea per dare uno spirito a quelle forme, inventando un paio di personaggi e un mondo semplice attorno. Nasce così una comic strip coloratissima e silente, costruita con strumenti insoliti, decisamente fuori dalla tradizione. Niente carta, matite e inchiostro, nemmeno la evoluta e tecnologica tavoletta grafica, ma un mouse pilotato con fantasia che intaglia, pialla e dipinge dentro un programma familiare ai grafici professionisti come Illustrator.
Liberiamoci subito da un possibile equivoco. Vincenzina, a dispetto delle apparenze, non è un fumetto per bambini, anche se può funzionare molto bene per gli occhi dei più piccoli. È priva delle

melensaggini e dei luoghi comuni tipici dei prodotti culturali dedicati all'infanzia. Si tiene lontana dal birignao disneyano, non ha i toni paternalistici e mielosi di molti lavori che ricostruiscono l'immaginario dei bimbi come un mondo di infinite tenerezze. Ha invece il ritmo sincopato delle più classiche comic strip: questo rivela subito un taglio di lettura più adatto ad un pubblico maturo.
Forme e personaggi sembrano prendere vita da un abbecedario dell'infanzia, smarrito e ritrovato grazie alla mano di Scapigliati. Senza indecisioni, ombre, sfumature, una realtà lineare di quelle che solo i bambini conoscono. Sono gli adulti un po' impiombati dalla maturità i veri destinatari delle gag candide e naif. Scapigliati diverte il lettore con la poesia delicata e il silenzio delle tavole che lascia spazio alle riflessioni. I colori sono quelli di un'infanzia recuperata nel fondo del cuore. Il gioco che affascina è quello di riprendere, in età matura, percorsi imprevisti che avevamo lasciato nei nostri primi libri e quaderni.

Ma cosa c'è dietro le quinte? Ci chiediamo ad esempio come la striscia possa essere così naif, in modo così spontaneo. Le comic strip, con la loro cadenza di teatrino giornaliero o settimanale, raccontano molto del loro autore, sogni, frustrazioni, visione del mondo, esperienze. Scambiando due parole con il creatore di Vincenzina abbiamo scoperto che per molti anni ha detestato quella tremenda banalizzatrice dell'esistenza che è la TV e che anche il ricorso agli altri media è molto parco. Scapigliati è anche un grande cultore di comic strip classiche, possiede molte tavole in originale, spende una fortuna per acquistarne nuove e sogna di mettere su un museo storico di strisce. Ha anche voglie creative. La sintesi di tutto questo è Vincenzina, fuori epoca e di un candore senza età, realizzata con i propri strumenti di lavoro da un grafico appassionato di fumetti che vive fuori dal chiasso mediatico.

Le situazioni paradossali e inaspettate sorprendono il lettore. Anche se forse dovremmo parlare più di un osservatore dato che da leggere c'è pochissimo. Tutto inizia dando schegge di vita a semplici forme che serviranno a interpretare

di nuovo la realtà. Oppure persino ripescando le figure dalle icone che accompagnano il nostro quotidiano, come quando vediamo animarsi i tipici omini stilizzati usati nei cartellini dei W.C. E ancora, piccoli rovesciamenti ed alterazioni della normalità: bucce di banane che camminano fischiettando e scivolano, nasi tondi che sniffano e rotolano, la luna che con due tratti di disegno diventa una mongolfiera, un cielo di stelle incollate, fiori che si innamorano delle api, persino l'inversione totale della storia del brutto ranocchio da baciare.

Vincenzina è una bambina dalle forme tonde, calzoncini e una maglietta con una "V" disegnata su un cuore rosso, tanto per chiarire il suo ruolo di mini-eroina delle emozioni. Completamente silenziosa, diversa davvero in questo da tutte le ragazzine viste sin ora nelle comic strip, che avevano invece nella favella e in

sterminati poteri dialettici il loro punto di forza. È un punto di osservazione, dalla sua esplorazione dello spazio intorno arrivano le situazioni più strampalate. Sorride, si stupisce, pensa, cambia con ottimismo imprevedibile le cose intorno a lei. Il linguaggio non verbale in realtà è potentissimo, anche in questa era inflazionata di parole su tutti i nuovi mezzi di comunicazione. Della bambina finiamo per sapere molte cose e apprezziamo i valori: ama la pace, la natura, l'amicizia. Alla base dell'arcobaleno un tesoro c'è, ma è il fedele amico Sifh che dorme spensierato.
Sifh è un simpatico cane rilassato e grassoccio con un'insolita livrea a grossi pois. Anche lui taciturno, giusto qualche "bau" ogni tanto. Con una particolarità: è afflitto da flatulenza artistica, i suoi peti, invero puzzolenti come da copione, si

trasformano in figure fantasmagoriche.
Rufh è un gatto dal naso grosso, con una coda che sembra un punto interrogativo sul mondo, enigmatico e osservatore, facilmente ipnotizzabile da mille cose che girano attorno. Ogni tanto dal fondo delle strip compare una talpa, spesso molestata dai giochi dei protagonisti.

Vincenzina è fatta di grafica vettoriale e vive fuori da fogli e da inchiostro. Questo però non significa affatto che il suo artefice non sogni farla arrivare sulla carta. Ha un'indole davvero universale in tutti i sensi, va bene per il lettore adulto come per i bambini. Già così come è ora, priva di parole, non conosce frontiere e potrebbe essere esportata su qualsiasi giornale del mondo. I suoni dei fumetti usati sono internazionali e paradossalmente, l'unico linguaggio da tradurre sarebbe quello degli animali, dato che gatti e cani fanno meow e woof in inglese. Nata nel 2004, Vincenzina è alle sue prime esperienze editoriali. Ora finalmente a cura della
Red Edizioni è uscita la prima raccolta. La trovate anche sul sito dedicato
vincenzina.net,
VINCENZINA |
| Editore: RED Publishing |
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| Numero pagine: 62 |
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| Formato: 235 x 225 mm, softcover with jacket |
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| ISBN: 9788888492292 |
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# postato da Max @ martedì, dicembre 03, 2013
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