lunedì, febbraio 22, 2010

 

Palmiro di Sauro Ciantini

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Commenti:
Perchè nessuno commenta più un cazzo?
 
Bello il falò di lettere bruciate.
Adesso le parole della fidanzata lontana, sono nel vento.
Che ci dirà il vento quando soffierà?
Dirà che siamo in un periodo che ricorda i primi anni 80. O sei giovane, ( e va bene) o sei storico ( e va bene) o sei tagliato fuori.
L'intermedio, il nè giovane nè vecchio, con le sue tematiche, nè giovani nè vecchie, è la situazione peggiore.
 
Ottimo commento Cavezzali. Le vie intermedie stanno scomparendo (come le stagioni hanno già fatto).
Ford ha detto: le anatre fanno le uova in silenzio, le galline invece, appena fatto l'uovo, si mettono subito a strillare, per questo tutto il mondo mangia uova di gallina.
 
Quando si deve entrare nel cuore di una ragazza non si deve badare a spese. Niente loggioni, niente palchi, solo la platea vale. In prima fila.
 
Enrico Ruggeri ha detto: siamo in un nuovo medioevo dove, chi è ricco di famiglia (o possiede altri introiti), potrà fare l'arte che più gli piace, anche quella di nicchia, o così nuova che magari verrà rivalutata anni e anni dopo, e tutti gli altri o si unificheranno a quello che piace, nel modo che il mondo richiede, che siano strilli urla o puro trash, o sono destinati a disperdersi nel vento...
...
A me sembra che sia sempre stato così. Non capisco la novità.
Avanti Savoia!
 
E' sempre stato così...
quindi bisogna stare svegli.
Domandarsi: "Non è mica che mi sto disperdendo nel vento?".
"Non sarà mica che sono finito fuori tempo e non me ne sono accorto?".
La risposta di solito è: SI:
Sono finito fuori tempo.
Ma non lo ammetterò mai.
Per questo il vento è pieno di inutili cose fatte...
Per questo soffia ancora...
 
Questo colpo di reni dal Palmiro lo stavo aspettando da tempo.
Che abbia inizio la controrivoluzione?
P.S.Merda Savoia!
 
E' vero. Tutto quello che ho fatto nella vita non sono che lacrime nella pioggia.
 
No ma la domanda è un'altra: l'artista sarà pure libero di permettersi di finire disperso nel vento? Se non se lo permette l'artista, chi se lo può permettere?
Chi se ne frega del consenso!
Chi se ne frega della moda!
Chi se ne frega del tempo!
Per essere veri artisti, bisogna fare ciò che si sente dentro e morire di fame, giovani, ad un angolo di strada.
 
Cius, sei improvvisamente affascinante.
 
Dire chissenefrega spesso è la via più facile...
E dire: chissenefrega non rende automaticamente artisti.
Artista è colui che fa, ma non per il piacere di fare (quello è un hobbista) ma che vuole lasciare in qualche modo un segno del proprio passaggio. Una traccia nella neve o anche nella merda.
E chi sfida il tempo, credendolo un pozzo senza fondo,come dice Devedeux, un giorno proverà il terrore cieco e folle della sete.
Non siate stolti! Ascoltate Cavezzali! Leggete tra le sue righe storte!
 
Fate finta di non capire.
Fate finta di capire altre cose.
 
Per la definizione di chi sia e cosa faccia un artista io mi attengo come sempre alle pagine centrali (dialogo tra il protagonista e Lisaveta Ivanovna)di Tonio Kroger di Thomas Mann. Che per ovvie ragioni di spazio non posso qui riportare.
 
e invece potresti cercarle in rete, e col copia incolla, metterle qui per il Popolo! maledetto testatonda che si pettina con la leccata di mucca!
 
ventiquattroanni di genialità artistica.
E' questo il cambio.
Ma bisogna dare via l'anima.
E per dare via l'anima bisogna averla.
E per averla bisogna trovarla.
E per trovarla bisogna piangere.
 
Attento Sauro! Se per lasciare traccia scendi a compromessi non sei più né artista né hobbista, sei un venduto (cioè non tu! In senso generale!).
Ce n'è tanti per il mondo che seguono la ruota che gira per non perdere la strada. E c'è anche chi ci riesce benissimo. Anche se il cuore chiamarebbe verso quel sentiero laggiù, tanto misterioso e tanto fuorimano.

Piuttosto che vendere l'anima al diavolo preferisco regalarla al primo che passa.
 
"vendere l'anima al diavolo" lo metterei tra i concetti superati da mo'.
Il diavolo ha ben altro da fare che comprare l'anima dei disegnatori di strisce! Non siamo ridicoli e anacronistici!
Usciremo mai dal medioevo in questo paese?
 
"vendere l'anima al diavolo" lo metterei tra i concetti superati da mo'.
Il diavolo ha ben altro da fare che comprare l'anima dei disegnatori di strisce! Non siamo ridicoli e anacronistici!
Usciremo mai dal medioevo in questo paese?
 
cavolo! qui, con questo doppio commento apparso all'improvviso, c'è sicuramente lo zampino del Diavolo!
 
Ogni tanto mi stupisci.
Dove sta l'anacronismo?
Ché i disegnatori non sono esseri umani? Genere alimentare del quale il diavolo va più ghiotto?
Il diavolo è esistito solo nel medioevo? No. Lì se ne è semplicemente delineata una iconografia. Che oggi certo è cambiata.
Oggi il diavolo è di una bellezza entusiasmante. Altro che corna e zolfo.

Il non parlare di certe cose non è che le fa scomparire.
 
E se domani un diciamo..disegnatore... realizza coscientemente di stare facendo qualcosa di sì...carino magari... ma niente di grande...che fa?
 
Chi è che decide se quello che sta facendo è qualcosa di grande o no? Lui? Il "pubblico"? Il fidato amico ingegnere? La moglie premurosa?

E, nel caso, tutti e quattro gli facessero entrare in testa che le sue sono "cosette", che dovrebbe pensare?
Dovrebbe lasciar perdere?
Rinnegarsi?
O continuare per la sua strada?

Quante domande.
Fà quello che credi!
 
O come sarete nervosi!
 
(L'esempio è trito e ritrito: ma se Van Gogh avesse dato retta ai quei locandieri che gli offrivano una zuppa in cambio di un quadro, perchè di più non valeva... ma se mentre mangiava la zuppa avesse pensato: "adesso mollo tutto e vado da mio fratello a cercar lavoro...", se avesse avuto un blog e avesse pubblicato le sue cose online e avesse ricevuto mille commenti negativi... sarebbe stato sempre lo stesso Van Gogh? Sarebbe sopravissuto? Si sarebbe disperso nel vento? Non è che è proprio vero che all'artista il confronto non porta nulla di buono? Dritti per la propria strada! Anche controvento!)
 
L'arte non è lasciare una traccia nella neve o nella cacca. L' arte è lasciare della neve o della cacca su cui gli altri possono lasciar traccia.
 
"Sopravvissuto"si scrive con due V,Cius.
 
Ma quanto sbraita Cius?
O non si sente per mesi o cerca di terrorizzare tutti con questa storia del diavolo bello e affascinante!
Ma anche questa storia del diavolo "di una bellezza entusiasmante" è ridicola e anacronistica. Studiate qualche testo più aggiornato. Ma dove disegnate? Nelle grotte?
 
Grazie Tot.
E bello anche l'intervento del grande Beppe. Artista libero e poliedrico al quale va tutta la mia ammirazione.
 
Ridicolo.
Anacronistico.
Patetico.

Sono buoni semi da cui partire.
 
@sauro. Ahime sono pagine e pagine. Ma in rete ho trovato questa traduzione: http://web.infinito.it/utenti/h/heinrich.fleck/default.htm
il suddetto dialogo parte a pag.29.
 
Aggiungi: permaloso.
 
Ehehehe basta citare un paio di argomenti un po' diversi dal solito e Sauro s'infastidisce e tira fuori le spine. La mia piantina grassa. :)
 
intendo a quei semi...
 
Ad ogni modo grazie a Steve avrò fra qualche giorno un bel libro da leggere.
 
E' vero non mi ricordavo più,Cius...siamo patetici.
 
Cius? Lo sai che differenza c'è tra un messicano vestito e uno nudo?Quello vestito dice "hasta la vista"..quello nudo "vista la hasta"!
 
Così...volevo alzare un pò il livello della discussione..
 
Ma funziona anche con un ispanico qualsiasi? O forse si perde il fatto che è più facile immaginare un uomo nudo sotto un poncho?
 
Io ho disegnato un sacco di messicani. Tutti visti dall'alto.
 
Già, Frassett..non è affatto peregrino il tuo quesito.In effetti questa splendida ed esilarante barzelletta prevede che si parli di un messicano Ponchomunito perche se fosse vestito normalmente..no un momento...funziona lo stesso!Anche se non è col sombrero e il poncho.
Ma tu te li ricordi I CORVI,Cavez? Entravano in scena con i ponchi rossi...ma perchè poi??Sono andato anche a vederli quando son venuti a Belluno.
 
Non sono neanche cinque minuti che ho incontrato, non lontano da qui, un collega, il novellista Adalbert, ‘Dio stramaledica la primavera’, ha proferito in quel suo stile aggressivo. ‘È e resta la più orribile delle stagioni! Ci riesce lei Kröger a formulare un buon pensiero, ad elaborare in santa pace anche un solo momento d’effetto se il sangue le formicola indecentemente nelle vene, se si sente distratto da una quantità di sensazioni estranee, tutte emozioni che non appena le prendi in considerazione si rivelano per quello che sono: triviali e completamente inservibili? Per quanto mi riguarda io me ne vado al caffè, quello almeno è un territorio neutrale, insensibile ai mutamenti di stagione, e rappresenta, vede, per così dire, la sfera estatica e sublime della letteratura, quella in cui circolano solo le più schiette e distinte ispirazioni. . . ” E se n’è andato al
caffè, e forse avrei dovuto seguirlo.”



“Certo, in primavera si lavora male. E perché? Perché si sente, e perché è un superficiale chi crede che il creatore debba sentire: ogni artista autenticamente sincero con se stesso sorride dinanzi all’ingenuittà di questo grossolano errore, melanconicamente forse, ma sorride. Ed allora quello
che ne esce non potrà mai essere il vero nocciolo, quanto piuttosto un qualcosa costituito di un indifferente composto, da cui l’immagine estetica verrà poi a formarsi placidamente, in un arcano superiore. Se ci si tiene troppo a quello che si vuole esprimere, se il cuore trabocca di emozioni, allora si può star tranquilli di andare incontro ad un sicuro insuccesso. Si diventa patetici
e sentimentali, ci si ritrova fra le mani un qualcosa di pesante, tragicomico, un qualcosa di incontrollato, di serioso, senza vita, noioso e banale, ed infine non c’è nient’altro che l’indiffrenza degli altri e la delusione e l’affanno verso se stessi. . . Ed è proprio così Lisaweta, il sentimento, quello forte e spontaneo, è sempre scontato ed inutile; al contrario, artistiche sono soltanto le eccitazioni e le fredde estasi del nostro corrotto ed artistico sistema nervoso. Occorrerebbe
essere un che di sovrumano ed inumano al tempo stesso, essere capaci di porsi nei confronti di ciò che è umano in un rapporto del tutto distaccato e disinteressato, per essere in grado e, soprattutto, per essere tentati di poterlo manipolare e rappresentarlo alla fine nella maniera più efficace possibile e con il massimo del gusto. Il talento per lo stile, la forma, l’espressione,. . . comporta di per
sé questo rapporto asettico e precario, verso l’umanità, e fors’anche un certo impoverimento ed una certa desolazione; perché un sano e robusto sentimento, qui sta la questione, non ha gusto. E così è per l’artista:
svanisce immediatamente non appena in lui compare l’uomo ed inizi a sentire. Adalbert lo sapeva bene, per questo se n’è andato al caffè, rapito dalla sfera estatica, ecco.
 
ma è possibile che uno vorrebbe iniziare una discussione sul semplice fare strisce oggi, per non usare vecchie medicine contro nuove malattie, e invece saltan su messicani con o senza poncho, vangogh incompresi, il diavolo pettinato come se andasse in balera, e il sempiterno Beppe Beppetti che ormai intasa ogni dove (guardo sotto il cuscino e cosa ti trovo? Una vignetta di Beppe Beppetti!).
Chiamo Max e lui è fuori, su uno scoglio a guardar volare le mante, chiamo gab e lui è a visitare il castello di Bratislava. esco per comprare il pesce per fare stasera il Cacciucco e chi ti trovo?
 
Cius? Scrivi benissimo!! Fai finta, quindi,quando scrivi Quiff.
 
siete una banda di senza Dio.
Basta.
Vado a mangiare il cacciucco.
 
Beh..
bene o male, siamo riusciti ad uscire da quel guscio idiota nel quale ci rinchiudiamo.
La verità... l'unica verità secondo me... è che siamo tutti dei ciambellani... ed è ora di uscire dalla ciambella.
Qualcuno affogherà ? Pazienza.
Non sa nuotare.
Non importa.
Affogherà? E chi se ne frega.

Diciamoci la verità.
La quasi totalità di quello che facciamo è fuori dal mondo.
Santiddio ma come fate a non capirlo!!
Il vostro rifiuto infantile mi fa impazzire
Avete paura.
 
Me li ricordo i Corvi! Non solo per il mio cognome.
Io ho paura.Tanta. Sempre.
 
Per esempio: I molti commenti di oggi li trovo un po' meteopatici. Si va dietro al tempo. Ma ho paura a dirlo.
E infatti non lo dirò.Più.
 
Cavez, mi fai un esempio di qualcosa che è dentro al mondo?
Anche non strisce se vuoi.
 
Il nucleo e il mantello, suggerirei.
 
e magma. Tanto magma. Roba calda calda su qui si galleggia. Pronto a uscir fuori non appena la crosta lascia uno spiraglio. Ecco. Lo spiraglio è la chiave di tutto. Ci vogliono spiragli.
 
qui?!... QUI?! Ussignùr!
 
si... come dice Ciantini.. era solo un tentativo di aprlare di cosa vuol dire fare strisce oggi...
tutto qua...
da professionisti, era una bella discussione...
invece ..
chi sta zitto, chi non lo riguarda, chi scappa, chi ha paura, chi continua a fare finta di non capire...
ma perchè?
 
basta...
mi sono annoiato.
 
Eh ma io son tardo! Bastava chiedere: " cosa vuol dire fare strisce oggi?" Avrei risposto:"far rivivere ogni giorno qual 'qualcosa' che anni fa aveva smosso qualcosa nello stomaco, nel cuore e nella testa. cercare di rivivere quel 'qualcosa' e sperare che altri lo rivivano leggendo le mie strisce. Fare entrare chi le legge in un mondo immaginario. Che possa dare una parentesi da aprire tutti i giorni." questo vuol dire per me fare strisce. Fare strisce è un'arte, ma conoscendomi, ritengo arte quelle degli altri. Per questo sono "irrequieto" nel crearle. Per questo le mie strisce non hanno un personaggio fisso. Devo essere in continuo movimento. Alle ricerca. Magari non sembra, ma lo stile grafico e delle battute cambia. Cambia in funzione dell'umore. cambia in funzione di quello che vedo e leggo. Qui la mia difficoltà nel fare strisce. Chi fa strisce deve avere coerenza grafico/stilistica. Sia nel disegnare sia nel ripetere certi schemi nelle battute. Sono ancora lontano da questo. La mia non è arte. La mia è continua ricerca. Non so dove arriverò. Non so se riusciranno, le mie strisce, a trovare un mercato. Non so se piacciono e se piaceranno. Concordo con chi ha detto che c'è uno stimolo tra chi fa questo lavoro, nel lasciare una traccia di se stessi. Ci sto provando. Per questo trovi le mie strisce su carta, giornali, fogli, manifesti, volantini, agende, siti web. In passato tra gli appunti universitari, nei libri e sui banchi di tutte le scuole che ho fatto. Vorrei che le strisce riescano ad andare per il mondo ed incontrare più persoine possibile. Cosa che per carattere non riuscirò mai a fare di persona. Questo per me significa fare strisce. Prima o poi spero di riuscirci.
 
Mamma mia ancora 'sta storia della gente che non capisce e ha paura. Ecchecaz.
 
Fare strisce è la mia terapia. Me lo ha ordinato lo psichiatra.
 
awwlll... sbadiglio...
 
prot...
 
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