lunedì, maggio 25, 2009
Palmiro di Sauro Ciantini
Ho pensato che alla fin fine,tutti vengono contaminati dalle strisce americane.Anche tu. Se pensi che questa striscia è uscita una 15cina di anni fa,hai disegnato una cassetta delle lettere tipicamente americana(a quei tempi ancora nessuno in Italia aveva quel tipo di cassetta per la posta..adesso purtroppo ce ne sono parecchie in giro)..di conseguenza la saga di Palmiro si svolge in un ricco quartiere periferico di una città degli Usa.
Per Cavez: ..non ne vengo fuori...ma non dirmi niente..ci devo arrivare da solo,se è vero che ci posso arrivare.
Strisce con la capa fresca. Nel senzo, no capolavore, ma muscuglia di idee. Qualcuna non fa capiro niente. Qualcosa forze. Devido essere chiaro: narcisata è sempre piaciuta, ma deteriora. C'è sempre un colpevolo. Qualcuna bruttassai, qualcuna sensapoisia, qualcuna senza inganne ma senza loda, qualcuna senza forma, qualcuna senza ritme, qualcuna come una scopa ingoiata. Terrisce il lettore. Avrà caputo? NO.
(Margot Surian, 1897-1965)
Alla fin fine forse come lettori ci deve interessare solo della predica e non di chi stia sul pulpito... ma in campo artistico (o come oggi si usa dire per certe arti: "di intrattenimento") se non c'è un chiaro intento alla socialità o alla morale (anche con ironia e sarcasmo) allora forse possiamo goderci il risultato e ignorare la biografia.
E' un discorso aperto e interessante... non so se propendere per l'una o l'altra idea... a volte è bello come lo stravolgimento , tipico dell'umorismo, confondendo le acque e portanndoti semplicemente a ridere, permetta anche all'autore di non farti capire, in fin dei conti, come la pensi lui.
Non sempre, ovviamente.
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