lunedì, maggio 25, 2009

 

Palmiro di Sauro Ciantini

www.palmiro.it

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Sono il primo a commentare?
Ho pensato che alla fin fine,tutti vengono contaminati dalle strisce americane.Anche tu. Se pensi che questa striscia è uscita una 15cina di anni fa,hai disegnato una cassetta delle lettere tipicamente americana(a quei tempi ancora nessuno in Italia aveva quel tipo di cassetta per la posta..adesso purtroppo ce ne sono parecchie in giro)..di conseguenza la saga di Palmiro si svolge in un ricco quartiere periferico di una città degli Usa.
 
..e comunque nella terza vignetta anche stavolta Palmiro è bianco.Probabilmente volevi risparmiare sulla china. Strano perchè sia tu che Cavez eravate più pagati di me da Comix.
Per Cavez: ..non ne vengo fuori...ma non dirmi niente..ci devo arrivare da solo,se è vero che ci posso arrivare.
 
Il paperetto Michael Jackson. I soldi di Comix finiti. E alla mia età dovrebbero dirmi: Maestro, firmi questo disegno falso. Come facevano con Dalì. Starei bene. E invece no.
 
Ma sì che stai bene sei sempre al mare,o sei uno di quelli che vende roba sulle spiagge tipo cocco bello?
 
la maturità dei mon cherì si tinge di rosso?
 
Patri, se questi commenti random ti scappano come le scoregge, non invidio quelli che ti stanno attorno.
 
Commento sulle strisce pubblicate nelle ultime due settimane:
Strisce con la capa fresca. Nel senzo, no capolavore, ma muscuglia di idee. Qualcuna non fa capiro niente. Qualcosa forze. Devido essere chiaro: narcisata è sempre piaciuta, ma deteriora. C'è sempre un colpevolo. Qualcuna bruttassai, qualcuna sensapoisia, qualcuna senza inganne ma senza loda, qualcuna senza forma, qualcuna senza ritme, qualcuna come una scopa ingoiata. Terrisce il lettore. Avrà caputo? NO.
 
E adesso, bambini, state attenti a quello che dite. Rischiate di offendere un grande. Ma veramente un grande! Se state zitti è meglio. Ma se osate siete stimabili.
 
mmmm ..ti odio quando fai così..
 
mmmmmmmmmmmm
 
(...) Un tempo si conosceva l'opera ma s'ignorava la vita dell'artista che viveva lontano, appartato, distante dal mondo. L'uomo, le sue limitazioni, i suoi baratri oscuri, il suo essere specie ignominosa e meschina, non sporcava così l'arte da lui prodotta che poteva salire fino davanti agli occhi meravigliati di Dio.
(Margot Surian, 1897-1965)
 
Carmelo Bene. Era Carmelo Bene. Testo ripreso pari pari. E va beh.
 
No,non c'ero arrivato!!
 
Cavez & co, questo discorso sulla distanza tra l'autore e l'opera mi interessa. L'autore ad esempio può farci un pistolotto su un argomento sociale e risultare un emerito bastardo. Ci uscirebbe il classico "predica bene e razzola male" oppure il più "Fedriano" (puah) granchio che insegna a camminare al figlio...

Alla fin fine forse come lettori ci deve interessare solo della predica e non di chi stia sul pulpito... ma in campo artistico (o come oggi si usa dire per certe arti: "di intrattenimento") se non c'è un chiaro intento alla socialità o alla morale (anche con ironia e sarcasmo) allora forse possiamo goderci il risultato e ignorare la biografia.

E' un discorso aperto e interessante... non so se propendere per l'una o l'altra idea... a volte è bello come lo stravolgimento , tipico dell'umorismo, confondendo le acque e portanndoti semplicemente a ridere, permetta anche all'autore di non farti capire, in fin dei conti, come la pensi lui.

Non sempre, ovviamente.
 
concordo
è bella l'umiltà del genio
 
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