mercoledì, febbraio 25, 2009
Panda Likes di Keison
Giacomo Bevilacqua, Keison lo pseudonimo, formazione da aspirante professionista del fumetto e dell'illustrazione, Liceo Artistico più Scuola Internazionale di Comics, è stato arruolato dall'Eura Editoriale già a 22 anni. Ha nel curriculum un numero di Detective Dante. Fumetti industriali prodotti a catena di montaggio, genere Skorpio e Lanciostory, amatissimi da un vasto e fedele pubblico, fumettoromanzi, non proprio la nostra tazza di tè. "Panda Likes", apparsa sul web lo scorso anno, è il suo delizioso diversivo quando scappa dal lavoro seriale su commissione, sotto sceneggiature altrui. Ancora una volta il genere comic strip rivela la vocazione artigianale, forma espressiva perfetta per cesellare una propria visione del mondo, da soli nella propria bottega, fondendo parole e disegni.
È una piccola idea sviluppata in tanti modi diversi e davvero imprevedibili. Un canovaccio base elementare e rigido, ripetitivo, secondo una tradizione antica del genere che risale al triangolo emotivo di Herriman in Krazy Kat. Ancora più semplice: un Panda e quello che gli piace. Il gioco, quello che ha fatto innamorare tanti lettori, costruito su piccolo umorismo e poesia, va avanti scoprendo le infinite sfaccettature del mondo che possono essere apprezzate e amate. C'è dietro un'innocenza recuperata, una malizia infantile, un piacere per lo svago candido, tutta roba che può creare dipendenza giornaliera in questo mondo faticoso. "Panda Likes.." è proprio un modo di guardare il mondo. Dura pochi secondi di sollievo e sorpresa, aria fresca per l'autore, che racconta di non poterne più a volte di "tutti i mostri, il sangue e le decapitazioni" disegnati per lavoro, e anche per i suoi lettori. Una boccata sino al prossimo turno.
Il layout delle tavole si sviluppa su tre strisce vignette larghe e orizzontali. L'orsetto mostra tre cose che gli piacciono, a volte slegate casualmente, altre volte collegate su un tema. Spesso diventata una metastriscia che si mette a scherzare sui confini stessi del fumetto.
Il panda è disegnato con la sapiente e ingegnosa semplicità tipica di chi sa far ben altro e vuole scappare dal realismo. Lo stesso si può dire del minimalismo veloce delle scene.
Probabilmente nata per caso, la serie ha preso mano e cuore di Bevilacqua grazie anche al culto dei fan (un giro di oltre trecento visite affezionate e giornaliere e 75 lettori fissi), diventando anche un prodotto da mostre e gadget. Così semplice e riproducibile ha conquistato anche la simpatia di tanti altri disegnatori come mostra la pagina dei tributi.
Eppure, il rischio della banalità e del già visto era forte. Il panda è l'icona universale del WWF, scelto apposta grazie al suo potenziale emotivo per gli umani, con quell'aspetto da orsetto bianco, dolce e mascherato (e non tanti sanno che invece nel mondo degli animali è una delle bestie più stronze per caratteraccio e pessime abitudini). Figura super abusata nei cartoon per l'infanzia. Ripescato dalla matita talentuosa di Bevilacqua dimostra ancora una volta che non sono importanti gli ingredienti ma come si cucinano, non quello che si racconta ma come si narra.
Sotto uno scambio di vestiti con Inkspinster, contributo omaggio di Deco.
A noi di Balloons piace Panda.
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