mercoledì, gennaio 21, 2009
Liberty Meadows di Frank Cho
"I prati della libertà", Liberty Meadows, ha un'ambientazione curiosa. È un "animal sanctuary", una riserva e ricovero per creature che hanno perso i loro abituali habitat e anche la sanità mentale. Un gruppo di bestie afflitte da vizi e follie molto umane assistite da umani che si arrovellano tra tensioni d'amore e noie psicologiche. La striscia ha un effetto spiazzante per il primo lettore: è un incredibile sinfonia di stili eterogenei. Nelle stesse tavole si affacciano il realismo con cui sono disegnati alcuni personaggi e imprevedibili animali in modalità antropoforme. Temi emotivi o melodrammatici si avvicendano con gag pacchiane e chiassose. Fondali minuziosi e quasi fotografici si alternano a semplificazioni iconiche tipiche delle strip più semplici. E ancora strati di satira sociale, donne da sogno, ammiccamenti al lettore, comparse da altre strip. Un minestrone sorprendente.
Frank Cho ha origini coreane ma una formazione culturale tutta costruita negli USA dove ha vissuto dall'età di sei anni. Come tanti altri autori di comic strip, non viene da percorsi artistici del mondo del disegno ma è un fiero autodidatta. Un talento strepitosamente poliedrico con influenze grafiche derivate dai grandi maestri dell'illustrazione e delle comic strip americane (innumerevoli ma in particolare Frank Frazetta e Al Capp). Ha iniziato a raggiungere, ancora ventenne, un successo su scala mondiale quando è stato messo sotto contratto nel 1996 dal Creators Syndicate. Il suo carattere ribelle si è però manifestato con una creatività decisamente poco confinabile che presto è entrata in conflitto con i limiti posti dai suoi distributori, come ha lasciato trasparire in numerose strisce cariche di ironia sugli eccessi di censura, interferenze e sulla ossessione per il politically correct . Con una scelta coraggiosa e insolita, ha rifiutato nel 2002 la distribuzione e pubblicazione nei giornali - fonte di notorietà e guadagni ricchi e sicuri - per passare a quella esclusiva su comic-book. Rinunciando all'ombrello dei syndicate, le sue strisce, sia le vecchie come le inedite, ora sono reperibili solo nei comic book. In Italia è apparso per diversi anni su Linus, dall'ottobre del 1997 al luglio del 2000.
La raccolta italiana fondamentale è Liberty Meadows - Eden, edizioni Saldapress (pag. 128, 2003). Sono le prime 400 strisce in versione integrale. È un director's cut: molte sono state riviste o persino ridisegnate una volta liberatosi dalle catene dei syndicate. Come racconta Cho, "sono cinque gli argomenti che gli editor dei quotidiani non vogliono nella pagina dei fumetti: sesso, religione, droga, violenza e questioni razziali…ma questi sono gli argomenti di cui desideravo parlare e rappresentare nelle mie strisce." In rete trovate una uncensored gallery, in realtà davvero niente di pruriginoso, volgare o scorretto, dimostra solo quanto gli editor possano essere bacchettoni a filtrare dall'altra parte della scrivania. Suggeriamo una visita anche alle esilaranti FAQ di Cho per farsi un'idea, oltre che dell'ironia dell'autore, delle censure subite dai syndicate. Come rivalsa sul suo sito mette spassosi avvisi per i minori e gli animi sensibili dappertutto, come se foste sempre sul punto di avvicinarvi a una pagina porno.
Spesso ci si trova tra le mani raccolte tradotte (ma sarebbe meglio dire riversate) e pinzate alla buona. Qui invece il volume è perfettamente curato dal punto di vista esegetico, un esempio raro di come con amore si possa portare una strip al lettore italiano.
Le difficoltà non erano poche. Tutto il volume ha una veste grafica riprogettata rispetto all'edizione americana. Con una ricostruzione digitale il lettering è stato riprodotto sulla base di quello fatto a mano dall'autore. La traduzione è costata parecchie notti insonni al bravo Andrea Toscani (sue anche le parole italiane dei Boondocks, delle nuove raccolte dei "Complete Peanuts" e di tanti altri fumetti): le tavole sono farcite di riferimenti alla cultura popolare yankee, di espressioni gergali, citazioni cinematografiche, televisive, musicali, terrificanti giochi di parole. Tant'è che per aiutare la codifica delle stratificazioni di allusioni ironiche il libro è dotato di un apparato di note degno di una tesi universitaria (125, molte delle quali a loro volta rimandano a indirizzi internet per aiutare la comprensione). Come per il disegno anche nei dialoghi dei personaggi Cho gioca con fulminanti cambi di registro, alternando battute da cartoon con feroce satira sociale.
Tutto iniziò così. Al rifugio per animali cercano un veterinario. La vicende di Frank, innamorato mai dichiarato, e di Brandy, bellezza inarrivabile e ignara, si intersecano con gli spassosi casini degli animali, tutti ammalati, deviati, intossicati, depressi e soprattutto giocherelloni. Il rapporto tra la bellissima e dolce psicologa e il veterinario è un topos, l'amore inconfessato, qualcosa che da sempre per tutti esiste in un angolo di vita, nella letteratura e nel mito con mille varianti, in epopee come Cyrano, fantasticamente qui piazzato a pera in una strip di folli animali parlanti, gag, satira. (sotto le prime 4 strisce della serie)
Il bestiario di bizzarri animali antropomorfi in cura è variopinto. Ralph è un orso nano da circo portato via da un domatore abusivo: non ha però mai smesso di amare il rischio e sprezzante del pericolo fa il casinista con ammirabile disinvoltura.
Leslie è una rana toro, amico di Ralph, ipocondriaco fino al midollo. La coppia, assortita come nutella e spaghetti, per le gag farebbe la fortuna di una decina di buddy film.
Dean è un porco. Anche metaforicamente. Sciovinista e assatanato di sesso, ci prova sempre con tutte le bellezze di Meadows. Le ragazze tutt'altro che miti e passive lo pestano senza pietà. Sta a Liberty Meadows per disintossicarsi da alcool e soprattutto tabacco (oddio, si fuma nella strip).
Truman è un tenero anatroccolo naif, scampato a un tremendo incidente petrolifero, sempre in cerca delle coccole di Brandy che ama perdutamente. Fa coppia con un wiener dog, un pestifero e invadente bassotto di nome Oscar, goloso fino all'inverosimile. È l'unico animale che recita il suo vero ruolo, non parla. I due si amano e si odiano, anche perché Oscar è entrato in concorrenza per conquistare le grazie della psicologa. [il chapstick è il lucidalabbra]
Compaiono anche Sheldon una tartaruga repubblicana con ambizioni imperialiste e una mucca pazza, con eccessi da film horror. Cho è bravo e diverte anche con i registri surreali.
Per il resto del cast degli umani, tutti ben forgiati come caratteri, vi rimandiamo alla dettagliata scheda della saldapress, scritta in occasione dell'uscita della raccolta successiva "L'estate dell'amore". L'ultima pubblicazione della Saldapress è del 2008, "Cuore di Ghiaccio".
I riferimenti cinefili si sprecano. Quello sotto è tra i più riconoscibili.
Un po' meno facile magari ricordare il rimando contenuto nelle battute di Dean (sotto): Jack Nicholson in "Qualcuno volò sul nido del cuculo". (Tant'è che nella prima traduzione su Linus si scelse di ignorarlo per non complicare, tagliando il nome "Rachel" dell'infermiera mentre "Tu e io e ce ne andremo in Canada" diventa "Capo? Capo?", ma, come abbiamo accennato, si tratta di stratificazioni, la striscia può funzionare senza. Il confronto è anche occasione per mostrare la differenza del lettering con la versione Saldapress. Come si noterà la striscia è stata anche ridisegnata nei movimenti ed espressioni di Frank).
Non mancano le citazioni e comparsate tratte dai molti fumetti classici amati dall'autore. Fearless Richard Stacey è la copia di un celebre personaggio di Al Capp, Detective Fearless ("senza paura") Fosdick, a sua volta solenne presa in giro dell'integerrimo e mascellone Dick Tracy. Chi è quella scimmia chiamata a disegnare? È l'alter ego di Cho che ama apparire nelle sue tavole sotto le forme di un occhialuto Monkey Boy, un macaco.
Cho è un talento bastardo. Potrebbe raffigurare di tutto con una intelligenza umoristica spettacolare. Abbiamo capito che sa disegnare belle donne e forse sta martellando anche troppo sul suo ideale femminino. Anche Fellini ne aveva uno, una vera ossessione come lui, ma con equilibrio non ne ha riempito troppo gli schermi. Negli ultimi anni Cho ha avuto una svolta producendo con successo e suo gran piacere album stile Marvel. Forse piaceranno ai cultori del genere ma questo piccolo Mozart del fumetto ha perso la poesia, l'umorismo e l'originalità di quel capolavoro che è stato Liberty Meadows ormai relegato in angoli del suo sito. Di quelle che possono sembrare cadute di stile se ne frega, rassegniamoci. Pare che anche Mozart fosse un discreto maiale e buontempone. Del resto è così, il talento piove spesso su teste matte e sregolate.
Etichette: articoli, novità editoriali, storia, strisce e autori
http://www.creators.com/comics/liberty-meadows.html
MA NON MI ERA MAI PIACIUTO.
ORA HO CAPITO MEGLIO LA SUA COMICITà. GRAZIE
Questo articolo però ha riportato a galla una mia curiosità: Liberty Meadows a un certo punto è sparito da Linus senza avvisi né spiegazioni. Poi ne sono spariti altri di fumetti, il bellissimo Zits ad esempio. Sempre senza spiegazioni.
In passato ho provato a scrivere una mail a Linus ma non ho ricevuto risposta alcuna.
Qualcuno ne sa qualcosa di più? Come mai, il sopracitato Zits ad esempio, a un certo punto è sparito? In America continua ad essere pubblicato... Non capisco questa politica di far appassionare a una strip eppoi di toglierla all'improvviso...
Zits e Mutts sono tra le migliori strisce attuali. Linus comunque ha sempre avuto una politica di rotazione dopo un certo numero di anni. Solo i Peanuts sono rimasti dall'inizio ma è un marchio di fabbrica visto il nome della rivista.
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