venerdì, gennaio 02, 2009

 

Gli archivi liberati

Il 2008 chiude con una notizia bomba per la scena delle comic strip. La United Feature Syndicate offre in rete tutto il contenuto degli archivi liberamente. Sino ad ora si potevano vedere gratis solo gli ultimi mesi a distanza di qualche tempo dalla prima uscita sui giornali. Per potere accedere a tutte le strisce occorreva sottoscrivere un abbonamento.
La scelta è tra ben
90 serie, tra le quali gioielli classici come B.C., Wizard of Id, Dilbert, Andy Capp, Liberty Meadows, antichità come Li'l Abner (si risale sino al 1934), stelle attuali come Pearls Before Swine.
Ubriacante
il caso dei Peanuts: ci sono tutti i 50 anni disegnati da Schulz, il che significa 21.010 tavole. Da farsi venire l'artrosi da mouse.



Buttate via in rete così? La notizia non finisce qua. Per ognuna delle tavole è possibile con un clic sulla lente a destra in alto vedere la riproduzione bella grande a 1000 pixel, molto oltre gli standard abituali di riproduzione adottati sullo schermo dai syndicate. Non solo: i feed RSS che prima contenevano solo link ora puntano alle strip. Il che significa che ognuno può costruirsi una propria pagina personalizzata con tutte le serie preferite. Questo rimedia un po' ai limiti del sito di comics.com definito (da "Drawn! The illustration & cartooning blog) brutto da far schifo e in effetti alquanto macchinoso. Su Comics.com sono state inserite molte delle caratteristiche classiche del cosiddetto networking sociale: possibilità di commenti, voti con stelline, tag.
Si attendono le mosse degli altri due colossi, della
Universal (che ha in squadra alfieri come Calvin & Hobbes, Doonesbury, Garfield) e della King (Blondie, Beetle Bailey, Zits).

Ci si potrebbe mettere su molta filosofia. È sorprendente: ma come, non ci sono in giro nelle librerie tonnellate di raccolte dei Peanuts? Crediamo si venderanno ancora, così come quelle delle altre serie. Gli archivi sono fantastici da consultare ma nessuno che voglia evitare un ricovero coatto sostituirebbe in massa la lettura su carta. E le pagine di comic strip continueranno a uscire sui giornali. Certo la "golden age", l'età dell'oro, delle comic strip è finita. Anche quella dei quotidiani. Da un pezzo, prima di questa liberazione. Come quella del cinema, della radio e della televisione, ma non significa che non ci saranno più buoni film e programmi. E nemmeno che non ci sarà più un pubblico.

Se si tengono lontani gli apocalittici (il futuro è il web, la stampa è morta) e i nostalgici (è l'inizio della fine) si può comprendere meglio la portata della mossa. Di certo dà una palata in testa a chi pensava che internet fosse la nuova frontiera per guadagnare con le strisce e i fumetti. Chiunque terrà chiuso a chiavistello il proprio archivio farà la figura dei soldati giapponesi sulle isole del Pacifico a guerra conclusa. La rete è una interconnessione di intelligenze (intese in senso neutro - okappa - sappiamo quanti tipacci e quanta roba demenziale) costruita su infinite nicchie e personalizzazioni. Non è una platea, è un'immensa libreria, viva e in movimento. Serve a trovare, a promuovere, a mille cose, ma non è un pubblico. Basta guardare il successo di Facebook per capire.

La pubblicazione sul web non può danneggiare quella su carta ma solo aiutarla. I diritti commerciali non possono essere lesi. Tanto per cominciare perché la riproduzione delle strip alla risoluzione bassa di 72 dpi sarebbe una schifezza improponibile. E comunque il vero lettore va a comprarsi i giornali e i libri.
La conferma? La United vuole fare promozione e conquistare lettori giovani e nuovi. Nelle parole dei suoi dirigenti, Comics.com va bene, intasca dagli inserzionisti ma non è e non sarà il mezzo principale per le entrate. È uno strumento di marketing, fornisce link dove gli appassionati possono comprare libri, calendari e altro merchandising collegato alle strip. Serve a guadagnare pubblico su altri media.

In un articolo
in rete sul New York Times, si descrive come ormai cartoonist e distributori immaginino le strip su più formati, su una gamma di mezzi che va dalla carta ai cellulari (divertente la parte dove Pastis, l'autore di Perle ai porci, striscia affermata dopo tanto sudore, dice: " I quotidiani sono in declino, per un cartoonist che finalmente è stato 'sindacato' è come arrivare in serie A e sentirsi dire che gli stadi stanno tutti chiudendo e non c'è un posto per giocare"). Certo, come afferma lo storico delle comic strip Brian Walker, vedere una striscia su un piccolo schermo è come vedere un film su un ipod.

Un'altra notizia sul fronte della liberazione dei fumetti. Ma questa volta si tratta di veri e propri diritti. Con il primo gennaio 2009 sono scaduti quelli Popeye. Secondo la legislazione europea (non quella degli USA) sono legati alla morte dell'autore e Elzie Crisler Segar è scomparso precocemente a 43 anni. Braccio di Ferro potrà essere riprodotto liberamente.

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Commenti:
Amen.

Sacrosante verità, splendido post tecnicamente ineccepibile.
 
Non ho capito come si fa a leggere una strip in ordine cronologico: dal motore di ricerca compare solo l'ordine con cui vengono pubblicate sul sito, e non la data di pubblicazione originale. Senza poter leggere in ordine cronologico secondo me ha poco senso...
 
Non ho capito come si fa a leggere una strip in ordine cronologico: dal motore di ricerca compare solo l'ordine con cui vengono pubblicate sul sito, e non la data di pubblicazione originale. Senza poter leggere in ordine cronologico secondo me ha poco senso...
 
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