venerdì, giugno 06, 2008

 

Get Your War On di David Rees


Esce nelle librerie "E vai con la guerra" (Get your war on nell'originale americano) di David Rees, edizioni Isbn (129 pagine, euro 13,50). Il traduttore Guido Baldoni porta un cognome popolare e nobile nella nostra scena del fumetto e del giornalismo. Il padre Enzo è stato dalle origini il curatore della versione italiana di Doonesbury. Per Gary Trudeau più che un fedele punto di riferimento, un vero amico. Trucidato, com'è noto, in Iraq nel 2004 dove si trovava per aiuti umanitari alla popolazione, non si hanno ancora notizie dei suoi resti a distanza di ormai quasi quattro anni.
È una vocazione di famiglia visto che ora il compito di tradurre Doonesbury su Linus è passato alla moglie Giusi Bonsignore.


La striscia saltò fuori poche settimane dopo l'undici settembre. Con materiali poveri e curiosamente prefabbricati. David Rees cominciò a mandare ai suoi amici qualche fumetto costruito utilizzando delle clip art che ritraevano dei generici impiegati d'ufficio mentre discutevano sulle risposte governative all'attacco terroristico. I testi erano tremendi, mordaci, carichi di un sarcasmo aspro sull'azione dei politici americani, inconcepibile e davvero controcorrente nel clima del periodo.



Le strip presto cominciarono, come spesso succede, a rimbalzare in Internet provocando un'ondata di reazioni, positive e negative. Un ferro rovente su un nervo scoperto. Mica facile criticare in modo così aperto il comportamento del governo proprio quando il sentimento nazionale era orientato a un supporto indiscusso e (con il senno di oggi) cieco. Il sito di Get Your War in breve tempo raccolse oltre otto milioni di visitatori.

I manichini da ufficio di Rees parlano con disinvolto sarcasmo e cinismo di qualsiasi argomento scabroso: il panico per l'antrace, lo scandalo Enron, gli attacchi suicidi dei Palestinesi, le donne in Afghanistan ma soprattutto la cosiddetta guerra al terrore di Bush. Con una freddezza impassibile nel dileggio e nello spirito umoristico, una strana miscela resa ancora più gelida dal monocolore e dall'automatismo grafico. In reazione all'annacquato e formale stile dei comunicati governativi che riferiscono di "danni collaterali" per le tante vittime dei bombardamenti americani, Rees mette in bocca ai suoi "droni" un linguaggio carico di maledizioni e bestemmie, rabbia e stizza. Come l'autore racconta
in un'intervista, è soprattutto una reazione alla retorica cristiana del guerrafondaio Bush.




David Rees è in realtà meno diavolo di quello che sembra. Non si aspettava il casino e il successo. Ha iniziato per caso con le strisce, perché sono un mezzo popolare per dire e anche per fare qualcosa quando ti vergogni dei crimini che il tuo governo sta commettendo sotto le bandiere della libertà, democrazia e civiltà. Tanto un di più che i guadagni del secondo libro sono andati a supporto delle campagne di sminamento dell'ONU in Iraq e Afghanistan. Quello dei campi minati nel mondo è uno scempio giornaliero di carne umana, spesso infantile, che non fa titoli sui giornali.

La striscia non ci fa impazzire stilisticamente e non potrebbe essere diversamente. Se si evita qualsiasi accostamento con la grandezza di
Doonesbury nel genere è meglio. E non condividiamo affatto l'idea alquanto diffusa in molte redazioni che nelle comic strip conti solo il contenuto. Marionette e cinema non sono la stessa cosa. È una visione semplicistica e sminuente che cozza con la grande tradizione di questa arte. La guerra di Rees alle ipocrisie invece ci piace. Molto. Acida e underground raccoglierà stima tra i lettori più incavolati e consapevoli delle nefandezze nella politica internazionale.
Trovate una piccola ma divertente intervista italiana sul blog "
Eco a perdere".

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Commenti:
grazie della segnalazione, l'ho riportata qui e vi ho anche linkati in permanenza.
ottimo lavoro!
ciao
 
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