mercoledì, aprile 16, 2008

 

Montecristo di Arkas

(articolo a cura di Umberto Randoli)


Montecristo è un topo. Se pensate ad un sorcio antropomorfo o a un simpatico topolino siete in errore. Si tratta di un ratto cinico, sarcastico e arrivista, al punto che in Italia è riuscito a scippare il titolo della serie al reale detentore.
In lingua originale la striscia va sotto il titolo O IΣΟΒΙΤΗΣ che dovrebbe significare l'ergastolano. È un mite omino con occhiali dalle spesse lenti. Per un errore giudiziario è stato condannato a 622 anni di prigione, da scontare in un terribile carcere. Secondini violenti, cibo pessimo, un medico incompetente e, dulcis in fundo, Montecristo.
Il topo è sempre lì a ricordare che , come dice una delle leggi di Murphy , "niente va così male che non possa peggiorare". Gli unici suoi interessi sono il cibo e il denaro e per averli è pronto a ogni inganno marchingegno o commercio.
L'ergastolano invece è la vittima per antonomasia, una persona nata perdente.
Popolano il carcere altri personaggi: ognuno rappresenta una categoria, tanto che nessuno di loro ha un nome. Li identifichiamo grazie al ruolo che interpretano in questa strana ma divertente - visto la nazionalità dell'autore - "tragedia greca". Abbiamo così l'ergastolano, il condannato a morte, il dottore, il secondino, il prete….ha un nome invece il topo Montecristo quasi a mostrare che lui non interpreta una parte ma è se stesso. Una figura non sostituibile.


Anche il passero ha un nome: Clementina. Ma lei non fa parte della prigione, serve solo come collegamento con il mondo esterno. A ricordarci che fuori da quelle mura c'è il mondo. Arkas sembra dirci che solo chi è libero, come il topo e il pennuto, gode di diritto a un'identità.


Paradossali anche i riferimenti a letteratura e cinematografia contenuti nelle figure dei protagonisti. Il topo sadico nel nome richiama il celebre Conte di Montecristo, l'identità assunta dopo la fuga dal protagonista del romanzo d'appendice di Alexandre Dumas padre. La caratterizzazione grafica dell'ergastolano ricorda il Louis Dega interpretato da Dustin Hoffman nel celebre film Papillon ambientato nel bagno penale della Guyana. Guarda caso due epopee sul tema della fuga dal carcere verso la libertà.




L'umorismo di Arkas è inconfondibile. Black Humor allo stato puro: cinico, cattivo, tragico ma anche poetico. Comunque sempre divertente.
Anche lo stile del disegno è inconfondibile, tutti i suoi personaggi (sia di questa serie che di altre) sono caratterizzati da un grosso nasone.


Un'altra particolarità di questa strip è che nessuno conosce la vera identità del creatore, nascosta da uno pseudonimo. Autore Greco, forse Ateniese (lo si sospetta per alcuni panorami presenti nei suoi lavori). Nei suoi quasi trenta anni di attività non ha mai rilasciato interviste. Tra le varie ipotesi (vedi su Wikipedia alcune) anche quella di un nome collettivo: la firma celerebbe in realtà diversi cartoonist.
Sotto il marchio Arkas girano numerose strip di successo
tradotte in varie lingue. Il genere di umorismo è davvero universale.

La sua prima strip O KOKKOPAΣ (il gallo) uscì nel 1981 sulla rivista Babel. In breve tempo ottenne un consenso di pubblico internazionale. Lo stile è così particolare e ben strutturato - sia per le battute che per il disegno - da portare molti a pensare che si tratti del lavoro non di un giovane autore ma un artista affermato ed esperto.

Anche Castelli fu colpito da questo personaggio, come ci dice nella postfazione del quarto volume, tanto da supplicarlo per farlo apparire sulla rivista Eureka. La strip uscì solo su un numero dedicato alla Grecia, Purtroppo la chiusura del periodico non permise ulteriori uscite della serie.
Al "Gallo" seguirono molte altre serie di strip e tutte incontrarono il favore dei lettori.

Dal 2005 la casa editrice Lavieri ha iniziato a pubblicare in Italia le storie di Arkas. Va riconosciuto il coraggio editoriale nel portare questo autore greco nelle nostre librerie. Ha iniziato con la serie "Voli Radenti" (prima o poi faremo un articolo) proseguendo con Montecristo e le vignette della serie "Tira fuori l'animale che è in te".
Ora sta per uscire una nuova serie: "Kastrato". La piccola anteprima del sito è divertente.
Adoro Arkas e spero che l'editore continui a pubblicare anche le altre serie.

Sin ora sono usciti 4 volumi della collana Montecristo. Come tutti gli altri lavori di Arkas, sono tradotti da Priscilla Maddaloni. A lei si deve anche il merito di aver segnalato e proposto per prima in Italia questo autore, come riconosce Marcello Buonomo (fondatore con Rosa Lavieri della casa editrice) in un'intervista
rilasciata su Lo Spazio Bianco
.


Il Signore ama i ladri onesti...
Montecristo n.4

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2007, € 7,00,
postfazione di Alfredo Castelli
ISBN 978-88-89312-29-2.

Dottore, ho come un peso sullo stomaco...
Montecristo n.3

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2007, € 7,00,
postfazione di Stefano Perullo
ISBN 978-88-89312-28-5.

Un topo nella mia zuppa!
Montecristo n.2

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2007, € 7,00,
postfazione di Alberto Gedda
ISBN 978-88-89312-27-8.

Cattive compagnie..
Montecristo n.1

Pagine 76 a colori, brossura, formato 17x24 cm,
anno di pubblicazione 2006, € 7,00,
postfazione di Alessandro Di Nocera
ISBN 978-88-89312-26-1.


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Commenti:
Ho letto l'anteprima di Kastrato sul sito della Lavieri. E' davvero caustico!
 
Ciao,
sono marcello "lavieri", come ora mi chiamano tutti :)
Leggo solo ora questo post davvero ben fatto. Ringrazio soprattutto per la rara precisione adottata e non so cos'altro aggiungere.
Resto a disposizione del buon Umberto Randoli nel caso avesse bisogno di immagini più pulite (così forse farà pure un servizio su un'altra delle mie serie preferite!!!) e qualche notizia o "rumors" in più (i contatti li trova sul sito della Lavieri).
a presto
 
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