mercoledì, aprile 09, 2008

 

Comic strip e pubblicità (5 – free press da tavola)

Nel post precedente abbiamo raccontato delle strisce promozionali sulle tovagliette di carta prodotte apposta per la Festa dell'Unità. Ma com'era nella sua veste usuale questo giornale in forma di tovaglietta e come vi apparivano le strisce? Si chiamava L'ammazzacaffè, come sottotitolo "distillato di notizie". Gratis, ovviamente, catalogabile come free press. Double face - la carta si sfrutta tutta - lo giravi e voilà: notizie e vignette anche sul retro.
Una trovata intelligente, inserzionisti, articoli per intrattenere i lettori, strisce e vignette. Incredibile che non abbia avuto il successo commerciale che avrebbe meritato. Ci guadagnava il locale con l'immagine, gli inserzionisti trovavano uno spazio pubblicitario insolito e di buona presa, i clienti si divertivano tra una portata e l'altra. L'ammazzacaffè era pubblicato da una cooperativa bolognese, una piccola redazione. Il progetto era nato anche grazie a fondi speciali per nuove iniziative imprenditoriali. Il sito del giornale appare oggi colpito dagli hacker (viene da chiedersi quale importanza strategica avesse come obbiettivo) e della cooperativa non abbiamo più notizie.



Tra gli autori del gruppo La Striscia venne scelto Gabriele Montingelli. Le strisce di Ludwig vi apparvero per un annetto circa. Nell'impaginazione sopra la strip delle branchie del vespista è stata rimontata per ragioni di spazio in un due vignette più due in verticale. L'originale era nel formato classico in sequenza orizzontale (la flessibilità del layout tipico su quattro quadretti, pur essendo uno schema che limita la creatività, è un gran vantaggio per poter andare sui giornali).

D'accordo, la strip di Ludwig sopra non è leggibile, la mostriamo meglio.



Anche Deco contribuì prestando la sua Inkspinster per la campagna promozionale dedicata alla tovaglietta (in particolare furono realizzate delle vetrofanie). Già, perché a sua volta L'ammazzacaffè aveva bisogno di farsi pubblicità. La redazione chiese delle strisce tematiche ad hoc. Sempre più acrobazie, un prodotto particolarissimo. Gli autori ci giocarono sopra, spesso con proposte di strip che finirono per prendere in giro la stessa "merce" offerta. Giustamente: restiamo dell'idea che le campagne pubblicitarie più intelligenti siano quelle cariche di autoironia, capaci di risvegliare l'attenzione strizzando con umorismo un occhio al futuro cliente. Non sempre questo è apprezzato dai committenti che spesso sono legati ad un'idea antica da mercato del pesce dove vincerebbe chi grida le proprie lodi di più. Ma per i cartoonist delle comic strip quasi non c'è scelta, scherzare comunque sul mondo è tutto, prendersi sul serio non esiste. Troppo misero chiedere loro di limitarsi a far indossare delle magliette con lo sponsor ai propri personaggi.

Anche questa volta abbiamo rovistato nel cassetto tirando fuori alla luce strisce che mai trovarono spazio nella campagna promozionale. Nella sequenza gli autori sono
Lele Corvi, Deco e Ditò.













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