mercoledì, ottobre 17, 2007

 

Strip Seasons


È nata una nuova rivista italiana di comic strip. Strip Seasons, primo numero nel luglio scorso, Bottero Edizioni.
Siamo un po' in ritardo nel segnalarla ma tra poche righe si capirà il perché.

Con una notizia del genere ad appassionati come noi verrebbe voglia di accendere un paio di ceri in qualche chiesetta e poi, tornati a casa, festeggiare aprendo una bottiglia buona.
In realtà è stato difficile procurarsi il numero uno. E qui cominciano i primi problemi. È distribuita solo nelle fumetterie con una lentezza spaventosa. Il numero di luglio è arrivato ad agosto inoltrato, la fumetteria ha chiuso per le sue brave ferie, la vicenda si è trasformata nella ricerca del sacro Graal in città (corollario ineluttabile il numero di agosto lo trovi a fine settembre). E in generale in quei posti terribili tra prodotti Marvel, Manga, graphic novel vive male. Le comic strip sono un fumetto popolare, l'edicola dovrebbe essere lo spazio di vendita naturale. Gli orchi che gestiscono le fumetterie poi sono i primi a non gradire le riviste.

Verrebbe voglia di parlarne bene solo perché esiste. Perché qualsiasi sforzo per rilanciare la scena delle strip andrebbe incoraggiato e premiato. Con fatica non possiamo però esimerci da alcune critiche. Sognavamo qualcosa di nuovo, concorrente all'immarcescibile e amato Linus, una piccola alternativa come ai tempi de Il Mago ed Eureka (e altri ancora).
Sulla grafica e l'impaginazione non vogliamo infierire. In un dibattito su comicus.forumfree.org ne hanno già detto di tutti i colori. Bruttina la copertina, incomprensibile e fastidiosa la scelta della pin-up rispetto ai contenuti (ripetuta nel numero di agosto, vedi sotto, ora però nelle ultime uscite appare più opportunamente qualche personaggio di carta). L'impaginazione all'interno è appena superiore a quella di una fanzine, con qualche caduta di stile: a pagina uno, tra le illustrazioni che accompagnano l'articolo di Ferruccio Alessandri, vecchio vate dei fumetti chiamato a onorare l'esordio, è stata buttata una vignetta di Andy Capp palesemente presa dal web a bassa risoluzione (e quindi sfuocata sulla stampa). I refusi nei testi sono frequenti e l'impressione che ti lasciano è quella della mancanza di un lavoro di editing nonostante la buona volontà. L'abuso dell'inglese in tutte le parti, testi, titoli è impressionante.


I contenuti. Mensile di fumetti, attualità, costume e cultura, si dichiara in copertina. Cominciamo dagli articoli di contorno. Un'intervista sul Wrestling. Due pagine di una rubrica "Crazy World", Notizie pazze dal mondo, che sembra una riedizione dilatata di quelle sezioni che incontri sulla Settimana Enigmistica tipo "forse non sapevate che", oppure "strano ma vero". "Miniera neozelandese invasa da lumache giganti" è l'attualità?
Più avanti un'intervista ad una regina americana dei talk show (certa Denise Ames, confessiamo la nostra ignoranza sul personaggio, saremmo così tanto fuori dal giro?) "sui limiti dell'entertaiment e dell'infotaiment" (sic). Senza cattiveria, viene un filo di tristezza ricordando la grande tradizione di recensioni di grande qualità, articoli di cultura alternativa, i racconti originali e le ottime firme che hanno sempre accompagnato tutte le riviste storiche di comic strip in Italia.

I fumetti. Siamo perplessi. Buono il tentativo di ricerca di nuovi percorsi e altri talenti svolto da Gianluca Piredda. Ci siamo divertiti con alcune delle proposte. Su sette strisce però solo due sono italiane. Niente da dire sulla scelta di queste, Crow's Village di Lele Corvi e RX  sono tra le più amate nel sommerso web italiano. Osservando però quelle straniere scelte ci è venuto pacifico pensare ad almeno una decina di autori italiani che avrebbero meritato spazio. Per dirla tutta, molto più bravi degli autori stranieri proposti. Davvero dalle nostre parti non c'è altro? Assieme agli articoli il tutto passa una terribile impressione di esterofilia che un po' delude le attese.
Per qualcuna delle strip non italiane ci si chiede le ragione della selezione.
Penny and Aggie ad esempio è un prodotto molto ben realizzato, ben disegnato, ma sembra una striscia destinata ad un target di teenager e la vedremmo bene in uno di quei periodici per ragazzine che hanno oggi grande successo editoriale.
L'impressione generale è che Strip Seasons abbia un limite di base. Una buona rivista nasce da un lavoro di squadra, una redazione assortita, dove magari si litighi anche sulle scelte, dove le idee nascano dal confronto e da diversi contributi ed esperienze. Questo ci sembra invece, come si usa dire, un "One man show". L'augurio per Gianluca Piredda e per Bottero che lo sostiene è che il tentativo prosegua. C'è sicuramente spazio e voglia per una rivista alternativa di strisce. La scena italiana lo meriterebbe. L'incoraggiamento? Costruire una redazione e una rete di collaborazioni che possa portare ad un prodotto più originale e ambizioso.

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Commenti:
Lasciamo perdere il discorso fumetterie che dalle mie parti è più che deprimente; ho ordinato Strrripit pochi giorni dopo l'uscita e probabilmente non arriverà neanche nella prossima consegna, a fine mese... SIGH!
 
Da come lo avete descritto mi ricorda un po' quel giornaletto che usciva più di una decina d'anni fa, tale "Action" o na roba simile...
:-)
 
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