mercoledì, gennaio 17, 2007

 

Il diario a fumetti di Kochalka


Tra i libri di strip usciti nel corso del 2006, e che come segnalazione recuperiamo ora visto che Balloons ancora non esisteva, c'è "Sketchbook diaries", il diario a fumetti di James Kochalka. Questo è il volume primo, portato in Italia da una simpatica casa editrice, la Fernandel nella Collana "Illustorie" curata da Gianluca Costantini. Negli USA, dove la serie, nata nel mondo del fumetto indipendente americano, è diventata piuttosto popolare, sono invece arrivati già alla quarta raccolta.
Va detto subito che questo volume è solo un piccolo frammento della vasta produzione di Kochalka, autore molto prolifico e, bisogna riconoscere, anche artista poliedrico. Come potrete vedere nel suo
sito ufficiale, ha anche una band che suona un rock bizzarro e che si chiama con buona ironia "James Kochalka Superstar".

Non assomiglia a Schulz e Quino, come troverete scritto sul dorso del libro. Il cercare ascendenti illustri, o comunque dei riferimenti noti, è un po' una depravazione dei recensori e compilatori delle note di copertina. Quelli citati sono antenati alla lontana con i quali condivide, assieme a tanti altri, una certa scelta minimalista. Kochalka ha in realtà uno stile tutto suo nel pasticciare le strisce. Vero è che si disegna in un modo che ricorda un po' il Felipe amico di Mafalda, aggiungendoci due orecchie da elfo. Ma lo stile di base è lontano dalla pulizia di tratto di Quino e Schulz, ricorda certi lavori dell'underground nordamericano. La stampa delle sue tavole manda in crisi il toner del nero. Passa da semplificazioni ingegnose, da ruvidezze infantili della serie "questo lo disegno anch'io" a fondali più dettagliati. Per non parlare del ritmo delle strisce, legato al raccontare giornaliero e davvero lontano dalle strip classiche.
In "Sketchbook diaries" l'autore ritaglia con disegnini e parole frammenti della propria vita quotidiana. Sentendo parlare di diario a fumetti a molti navigatori delle strip in internet verrà in mente eriadan. Ma i diari a fumetti esistevano già prima.
Nell'autunno del 1998 Kochalka decide di comprare un quadernetto per schizzi e si impone di disegnarci ogni giorno in un piccolo quadrato pescando qualcosa della propria vita. Il risultato è molto atipico e infatti volutamente abbiamo usato il termine "qualcosa". Spesso neppure si può parlare di episodi e il lettore non si aspetti la corsa verso la gag in ogni strip. Kochalka è terribilmente sincero nel raccontare anche se mischia con alcuni elementi surreali: si fa chiamare Magic Boy, anche la compagna Amy sembra un folletto, l'amico Jason è disegnato tout court come un cane (mentre il gatto Spandy è il fedele felino di casa). I ritagli di vita quotidiani sono di un realismo crudo, senza veli, orpelli e castelli, fotografati in modo molto intimo. Piatti sporchi, casini domestici, piccoli guai, estratti di vita in bagno seduti sul water, sesso giocherellone con la moglie, pensieri idioti, riflessioni casuali. È impossibile descrivere un vero diario. La vita di tutti del resto non ha una struttura narrativa e quella di Kochalka non sfugge alla regola.
All'inizio può essere decisamente spiazzante per chi è abituato ad un uso diverso del mezzo comic strip. Poi però la lettura affascina grazie anche allo stile leggero e poetico dell'autore, alla autoironia sottile e all'assenza di miele gratuito. C'è sempre qualcosa di diverso, o, più semplicemente, che pensavi non si potesse raccontare così.


Sul web potete trovare le ultime tavole, nelle quali compare anche il figlio, su americanelf.com, purtroppo dopo la prima si possono vedere a un dollaro e novantacinque (sic, come nei supermercati) al mese. Come richiesta è davvero piccola ma vi farà apprezzare di più quello che i nostri autori nostrani presentano gratuitamente.
Per farvi un'idea dello stile e della filosofia di Kochalka potete leggere un piccolo racconto dal titolo L'orribile verità sui fumetti ("The Horrible Truth about Comics", Alternative Comics, 1999, © James Kochalka), pubblicato in italiano
sul sito ULTRAZINE con il permesso dell'autore.


[James Kochalka, Sketchbook diaries, volume primo, Fernandel, Pag. 191, Euro 12,00]

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Commenti:
Oltre al fatto che "Sketchbook diaries" è un diario a strisce, noto una certa somiglianza con Eriadan anche nel tratto. Acquistero' il volumetto: sono curioso di sapere se Kochalka è all'altezza del nostrano erede di Eisner anche nei testi e nelle ricercatissime atmosfere.

Il pupo
 
Nella frase "questo lo disegnavo anch'io" sta tutto il bello del tratto di questo autore. In realtà non è poi proprio così. Quanti di noi possono dire "questo lo disegnavo anch'io" ma con un proprio stile? Pochi credo. Disegnare qualsiasi cosa scimiottando (ovviamente peggiorandolo) lo stile di un altro son capaci tutti... la vera difficoltà è avere stile.E Kochalka
ce l'ha. Personale. Ruvido. Minimalista. Ma ce l'ha. Nel suo "diario" c'è la quotidianeità delle cose. Così come le vede il disegnatore senza porsi il problema di essere accondiscendente nei confronti dei lettori. Uno spirito libero e quindi mi piace!
 
Io l'ho preso mesi fa, e devo dire che si fa leggere molto bene.
Il tipo di stile è uno dei miei preferiti, adoro le cose minimaliste, un pò come trondheim.
Di eriadan comunque non ha proprio nulla nel tratto.
 
Confermo, sono diversi in tutto, non solo nello stile, ma anche nei raccontare, proprio come possono essere diversi i diari di due persone.
Quanto poi al disegno siamo su due pianeti diversi.
 
In aprile uscirà il secondo volume, che riguarda gli anni 1999-2001!

P.S. grazie per la recensione :)

Silvia
Fernandel
 
Secondo me Kochalka con questo suo
diario ha dimostrato di essere un ottimo esempio di B.R.A. (Braccia Rubate all'Agricoltura).
Uno cosi' i fumetti dovrebbe vederli solo da lontano per i miei gusti.
Pessimo.
 
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