mercoledì, febbraio 16, 2011
To be or net to be di Roberto Grassilli
Cena conviviale al termine di un incontro Wikimedia in materia di fumetto. Mi allungano con gentilezza un album di strisce. Di norma, nel mio caso, è un po' come regalare un pesce a un ittiologo. Dovrebbe conoscerli già tutti. E invece ecco un altro buco nella rete. Noi di Balloons non conoscevamo To be or net to be di Roberto Grassilli. Un po' tardi ma vediamo di rimediare perché la strip non è affatto male e viene da una storia gloriosa.
Grassilli è romagnolo, nato a S. Pietro in Casale. Ha girato tra Bologna e Rimini dove vive e lavora ora. Beh, alle sue origini ci sareste arrivati comunque dai "soccia" che infila con disinvoltura nei dialoghi. È apparso con fumetti e vignette su Alter, Linus, Frigidaire. Ha lavorato nella redazione del settimanale "Cuore", diretto da Michele Serra, arrivando alla responsabilità di art-director al momento della chiusura della testata avvenuta nel 1996. Nella successiva era della "net-economy" si occupa di marketing e grafica e nel 1999 con G. Neri ha fondato Clarence srl. E qui inizia anche la storia di questa sua striscia.
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A questo punto bisognerebbe raccontare che cos'era Clarence, un passato prossimo che con i cicli rapidissimi di Internet sembra oggi già remoto, se non ignoto a chi quel epoca su internet non l'ha vissuta. Windows '95 e poi '98 che ti mollavano ogni due settimane, gracchianti modem a 56k (molto teorici), ignoti siti di bricolage internettiano e orribili pagine web tirate su con Frontpage a suon di midi e agitatissime gif. Per navigare si usava il leggendario Netscape e i motori di ricerca erano Altavista e Yahoo (non continuiamo per non far lacrimare i nostalgici). Google - nato alla fine del 1998 - doveva ancora sbancare i monitor del mondo. Tutti, però, tutti con la stessa idea fissa: come fare soldi e successo con questa roba chiamata web. La net economy avrebbe poi falciato molti sogni (e molte finanze) e premiato pochissimi eletti.
Arriva Clarence, nato niente meno che da una costola "telematica" (allora si diceva così) di Cuore, la leggendaria rivista di satira (la storia è un po' lunga, vi rimandiamo al rendiconto appassionato di Macchianera). Cos'era? Un portale, moderno, ricchissimo di contenuti vivaci e divertenti, il numero uno in Italia allora. Oddio forse oggi, dopo solo un decennio, servirebbe persino spiegare cos'è un portale, idea ormai soppiantata dalla pagina iniziale di Google o da Wikipedia. Il sito contenitore è passato nell'uso e oggi Clarence è neanche l'ombra di quella di una volta. Ma in quell'epoca, quando ancora esisteva il passaparola (oggi soppiantato dal pollaio di Facebook), era un genere di pagina ingresso molto amata dai navigatori al momento dell'apertura del browser.
Bene, su Clarence inizia ad apparire una striscia, To be or net to be appunto. Oggi si parlerebbe di webcomic, termine assolutamente vuoto di significati se non quello di comic strip pubblicata su una pagina web anziché su carta. Parla di un'azienda che opera nella net-economy. Il giornalista diligente pescherebbe nel cesto delle frasi prefabbricate il luogo comune: uno specchio dei tempi. Si ride di tutto lo scemenziario dell'angloaziendalese, scopriamo ruoli mostruosi per pompare il curriculum e i biglietti da visita, strategic planners, webwatchers e via sproloquiando. Dietro non c'è che un altro asfissiante luogo di lavoro. Oggi sembra già modernariato ma ha nobili ascendenti come Bristow o modelli perfetti come Dilbert. Su quello giocava, come un buon epigono, la striscia di Grassilli: raccontare le assurdità della vita da ufficio, appena rivista nell'era di internet. Un universo che l'autore mostra di conoscere bene. E dato che alla gente poi piace ridere delle proprie incongruenze e della alienazione quotidiana To be or net to be diventò presto un piccolo successo tra i lettori di Clarence. Insomma, una strip dallo scenario abbastanza tradizionale in realtà, giusto un po' adeguata alle nuove fisime della net-economy. Dentro però brillano diverse piccole trovate di Grassilli che al ridicolo ambaradan tecnologico aggiunge comicità attingendo dal calderone della cialtroneria tutta italiana.
Ad esempio è tutta nostrana e spassosa la figura sciatta e irritante, riconoscibile in tutti i nostri uffici, dell'impiegato assunto per non si sa bene cosa.
La sede ha una astrusa e complessa struttura burocratica: mischia modernità fanfarone con gerarchie di stampo molto medievale.
La striscia ha le sue brave imperfezioni: alternando buone idee talvolta qualche battuta è telefonata, qualche cinismo scontato, alcuni cliché sono abusati. Troviamo qualche volta incertezze anche nel disegno, per quanto abbastanza originale e formato, e nel lettering . L'impressione è quasi che Grassilli, considerandola un impegno collaterale, non abbia voluto o potuto perfezionare la serie.
Tutto l'archivio (anche se la navigazione è macchinosa assai), comprese le prime strisce apparse su Clarence, è disponibile in rete partendo dall'indirizzo nettobe.robertograssilli.com. Grassilli anche senza i lettori di un tempo sembra divertirsi a tenere ancora in vita la serie.
Etichette: articoli, segnalazioni, Strisce Italiane
Per il resto, cosa leggono i miei occhi?! Signor Olla! Mica avrà la crisi da foglio bianco?? Coraggio eh, dopo un po' passa, se l'ha superata Sclavi può farcela anche lei... :) (e comunque ultimamente mi sembra piuttosto in forma...)
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