lunedì, maggio 10, 2010
Madam & Eve di Stephen Francis & Rico - Il Sud Africa che non immaginavate
Con i mondiali di calcio vi faranno due palle così sul Sudafrica. Articoli, inchieste, film (quello di Eastwood su Mandela però è buono). Alzata la coppa finirà l'attenzione. Siamo lieti di dare il nostro contributo per quanto ci compete.
Madam & Eve di Stephen Francis & Rico è la comic strip più popolare nella nazione dell'arcobaleno. A dire il vero, da tempo ne volevamo parlare perché è un ottimo esempio di striscia giornaliera che racconta il dietro le quinte di una società.
Riassunto delle puntate precedenti, ovvero l'idea di quel paese che ci siamo fatti nel tempo noi occidentali evoluti e egocentrati dell'emisfero nord. Era la nazione africana dell'apartheid, ricca e dominata da una comunità di bianchi, inglesi e boeri, dopo una colonizzazione feroce. Boicottata e sanzionata dalla comunità internazionale anche se per molti da tutto il mondo era un eldorado da raggiungere oltre che un prezioso alleato commerciale per gli USA. Odiata dal resto dell'Africa, con cui aveva poco a che fare, tanto da dover far volare gli aerei aggirando il continente (li avrebbero tirati giù). Poi il clima cambiò, arrivò a metà degli anni '90 Mandela leader politico del African National Congress, una figura che per noi occidentali sta nell'olimpo con gente come Ghandi. Dopo anni di repressione un governo più illuminato decise di tirarlo fuori dalla galera e di avviare con lui un processo di smantellamento della segregazione.
In realtà la storia è molto più complessa e il Sudafrica è un paese di forti contrasti multirazziali. Convivono, spesso con difficoltà e pazzeschi conflitti interni, etnie bianche, nere, asiatiche e miste, risultato di un'immigrazione plurisecolare.
La premessa ha un senso e tra poco si capirà.
I protagonisti di Madam & Eve vivono il post apartheid. Gwen Anderson, la signora (la "Madam"), è una tipica benestante bianca. Non ha ancora preso piena consapevolezza dei cambiamenti. Eve Sisulu è la domestica di colore, ora libera con pieni poteri contrattuali. E in effetti manifesta decisi segnali di emancipazione per lo stupore della sua ex padrona, adesso diventata datore di lavoro. Terza principale protagonista è Mother Anderson, la mamma di Gwen, arrivata dall'Inghilterra. In teoria ospite ma non se andrà mai. È il punto di vista del più bieco conservatorismo inglese, una vecchia squinternata. Vive di TV, Gin & Tonic e litigi con Eve.
Si ride tantissimo per i contrasti dati dallo scenario sullo sfondo. Ma è anche una strip di tipica scuola USA basata su gag a raffica, molto semplici e vivaci. E non potrebbe essere diversamente dato che Stephen Francis è uno statunitense arrivato in Sud Africa a 39 anni. Tutto rivela la sua formazione sulle pagine yankee di comic strip e ascendenti come Bloom County e Doonesbury. Gli altri coautori sono Rico Schacherl (ottimo illustratore, è lui il disegnatore dei testi ideati da Francis) di origini austriache e Harry Dugmore, l'unico nativo. Quest'ultimo ha lasciato nel 2001. Si sono conosciuti lavorando ad un giornale di satira, Laughing Stock, di Johannesburg e hanno lanciato la strip nel 1992 raggiungendo presto un gran successo su tutti i quotidiani sudafricani.
Aspetto decisamente curioso: tre maschietti hanno ideato una serie con protagoniste tre donne. Ovviamente è stata chiesta ragione e la risposta è "We're all in touch with our feminine side" (siamo tutti in contatto con il nostro lato femminile). Può anche essere, le tre figure sono modellate bene, ma da mestieranti furbacchioni hanno intuito che la strip poteva girare bene con le beghe casalinghe e aggiungere anche la questione dell'emancipazione femminile avrebbe mischiato ancora meglio le carte.
Ma torniamo al Sud Africa e a Mandela che ogni tanto appare nelle strisce. O meglio, lo sentiamo parlare dal palazzo governativo, in pieno stile Doonesbury. Non è come lo immaginavamo. È incasinato con il divorzio, un po' megalomane e presuntuoso. Si discute - sbeffeggiando il mito - su chi ne interpreterà la parte in un film celebrativo delle gesta.
Anche l'immersione nella vita quotidiana raccontata dalla strip rivela aspetti per noi inediti. Ad esempio l'ossessione spesso ipocrita del mostrarsi ora politicamente corretti, non razzisti, guai. La diffidenza congenita e le paure dei bianchi. La violenza della società e le furberie. La lettura è rivelatrice di vizi e costumi, molto meglio delle vignette di satira politica. Ridendo delle buffe vicende familiari è un buon percorso per conoscere dall'interno il vero Sud Africa, quello che non riusciranno mai a raccontarvi.
Difficilmente arriverà mai in Italia. Esistono diverse raccolte ma con un buon inglese potete leggerle in rete sia nel sito ufficiale che in un browser degli archivi.
Etichette: articoli, strisce e autori
Forse una traduzione addirittura toglierebbe il graffio ai testi.
Sono pienamente d'accordo con il fatto che sia il racconto della vita quotidiana a dare il vero spaccato della situazione in Sudafrica e anche in generale, anziché le vignette satiriche.
La famiglia è un microcosmo che riflette bene il macrocosmo attorno, anzi paradossalmente lo plasma e lo influenza a seconda delle proprie esigenze.
Comunque sia...il ballottaggio tra Washington e Poitier è micidiale XDDDD
A parte ciò, bell'articolo. E grande soddisfazione nel vedere citata la mia eterna passione Bloom County.
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