lunedì, gennaio 18, 2010
Nemi di Lise Myhre
Nemi della norvegese Lise Myhre è una strip che si può facilmente odiare al primo impatto. Colori accesi, molto genere "m'è scappata la mano con photoshop", nero a palate di contorno e a condimento, disegno rigido. Richiama molto tante strisce web-pop diffuse in internet, buttate giù con leggerezza e uno stile grafico mirato a sfondare i monitor. E invece, superata l'orticaria ottica, entrando nei meccanismi ne scopri lo spessore. Ben scritta, intelligente, senza pudori, affascina, ti lega e fa riflettere.
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Nelle note di copertina della prima raccolta "Cuori torchiati" troviamo un paragone: "i Peanuts della generazione X". È a dir poco fuorviante e causerebbe un bel giro nella bara al buon Schulz. Tralasciando la necessità ormai urgente di una proposta di legge per rendere punibili le stupidaggini frettolose del marketing editoriale, i punti in comune sono meno di zero. Nemi è collocata in un ambiente urbano europeo, i protagonisti sono trentenni, quella fauna che si trova nei pub e nelle piazzette. Molta disoccupazione e pochi soldi, vivono, o meglio, galleggiano autonomi, tra amorazzi, passioni musicali, molto disincanto. I riferimenti sono crudi e realistici, si parla in modo disinvolto di sesso, alcool, fumo e nottate. Il casino è tanto, fuori e dentro casa. Niente a che vedere con lo scenario ordinato e politicamente corretto dei Peanuts.
La differenza poi - forse uno degli aspetti originali della creatura ideata da Myhre - è data dalla prospettiva narrante. Tipicamente femminile, faziosa come poche altre volte vi capiterà nel mondo delle comic strip (esiste un corrispondente machismo?), sfrontata e per questo divertente. Nemi Montoya è una Bridget Jones dark, anche se l'accostamento suona come un ossimoro. Perché, da una parte, i veri dark tutto sognano fuorché di essere inquadrati in una vita borghese con fidanzato, famiglia, bambini, riconoscimento sociale. Dall'altra Nemi, come la Bridget cinematografica diventata un topos della sfigata, è disadattata in mille situazioni, goffa, si contraddice, è golosa, viziosa, pigra, inetta, incapace di trovare un'occupazione stabile. Ha mille dipendenze, fuma e beve senza ritegno, si pente di quel che combina, non ha un buon rapporto con il cibo e il proprio corpo. Nemi risalta per il bianco acceso della cute. È una scelta ben precisa, odia il sole sulla pelle. Ama andare in vacanza in paesi caldi ma ha una vera ossessione per la sua immagine nivea e si copre con creme ultra-prottettive.
Dice sempre quel che pensa, non riflette molto e ha un pessimo carattere. Tanto da finire spesso licenziata per le brutte maniere. In un episodio picchia una cliente perché si ostina a volere un cd di Christina Aguilera anziché quello suggerito di Alice Cooper, amatissimo dinosauro dell'Heavy metal (spesso nelle strisce si parla di musica, con dei toni più settari dei protagonisti di Alta fedeltà).
Detesta i luoghi comuni. È imbevuta di cultura heavy e dark metal (sembra che la quantità di pece nera sia stata anche più forte nelle prime apparizioni su fanzine e che ora al confronto appaia persino un po' solare). Ma ha anche le sue brave idee politiche, odiava G. W. Bush, simpatizza per le campagne ecologiste e conservative dell'ambiente, passando dalla protezione delle balene alla difesa degli adorati piccoli ragni .
La bravura di Myhre nell'intagliare personalità e dialoghi di Nemi e dei suoi comprimari è tale da dar senso al disegno terribilmente iconico. Come vi abbiamo accennato, i personaggi sono spesso disegnati rigidi come baccalà, hanno delle espressioni come maschere di un fantasmagorico carnevale cinese, spesso ripetute uguali e pescate da un catalogo. Per non parlare della colorazione accesa - roba da lettura con occhiali da sole protezione UV -affidata con gran piacere dall'autrice a tale Tommy Sydsæter, altro disegnatore norvegese ritenuto uno stregone della gamma cromatica (Lise Myhre, come i big americani, ha ormai una squadra a sua disposizione).
Curioso - intriguing direbbero gli inglesi - è il rapporto tra l'autrice e il suo personaggio. Nelle interviste e nelle tante risposte ai lettori Lise Myhre sottolinea sempre che lei non è Nemi. A quest'ultima tanti scrivono lettere d'amore. La questione come sempre è ricca di contraddizioni. Nemi assomiglia molto alla sua autrice, forse disegnata un po' più carina, ha persino un tatuaggio identico sulla spalla sinistra. Lise ammette che se per strada la chiamano Nemi arriva ora a girarsi e che gli amici usano questo nome nelle rubriche dei telefonini. Poi però prende le distanze: no, lei è fidanzata, non ha quegli eccessi di vita, e se li ha avuti ora non più, non è tipa da una botta e via, e via "bravaragazzando".
In un interessante articolo apparso su La Repubblica qualche tempo fa (lettura caldamente suggerita a chiunque racconti qualcosa), Mario Desiati, curatore della Collana Fandango, affermava che c'è "un interrogativo che a volte rimane inespresso nei recessi dell' anima di chi scrive: "Quanto sono disposto a perdere per raccontare la mia storia, la mia ossessione?". Anche per i cartoonist autori di strisce, che nel loro piccolo magari si incazzano come formiche rispetto ai grandi romanzieri, si pone lo stesso quesito. "Ogni scrittore vero ha un lato oscuro, un demone che lo possiede, che lo spossessa, che lo conduce a seguire dei percorsi bui, indicibili, anche scandalosi.. Eppure proprio lì si vede la stoffa del grande narratore: hai il coraggio di descrivere e raccontare il tuo demone? ".Il coraggio a Lise non manca. Salvo poi negare tutto se il lettore si avvicina troppo. Giustamente. Mostrare i propri demoni costa, sul piano sociale tantissimo.
Il titolo della striscia arriva dal noto lago vulcanico, carico di mitologia, nei pressi di Roma. Dopo gli studi in California (College of Art di Santa Monica), e dopo mille esperienze in giro per il mondo Lise Myhre è rientrata in Norvegia dove ha ideato il personaggio. Il successo è arrivato, come sempre, con la pubblicazione in diversi quotidiani scandinavi, la popolarità internazionale con la traduzione delle strip in inglese e la diffusione nella catena di free press Metro in Inghilterra e Irlanda.
La scena scandinava delle comic strip è molto vivace. La striscia che contende il favore del pubblico alla nostra gotica metallara è la norvegese Pondus ma la sua nemesi maschile è la svedese e amatissima Rocky
Due le raccolte uscite in versione italiana a cura delle edizioni Elliot: Amori Metallici e Cuori Borchiati, facilmente reperibili anche via web.
(Sotto la prima striscia pubblicata dall'autrice - 1996 - e la prima versione rivista per la serie Nemi. È grave affermare che ci piace di più quel bianco e nero e quel tratto?)
Etichette: articoli, strisce e autori
incredibile quanto in Italia abbiamo ancora da imparare
http://www.amb-norvegia.it/en/News_and_events/Notizie-in-generale/Nemi/Striscie_precedenti/
Certo che a noi italiani appare proprio strano che il sito istituzionale dell'ambasciata norvegese si occupi di "una strip".
Grande l'ambasciata norvegese!!
(è un problema mio o anche voi non potete leggere tutto l'articolo di Repubblica al link messo da Max?)
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