giovedì, ottobre 04, 2007
La lunga avventura di Gasoline Alley (prima parte)
[Articolo a cura di Fabrizio Mischiati, alias Cius, www.quiff.it]
Tra le strip americane che hanno fatto la storia dei comics, ce n'è una forse poco conosciuta ai più che rientra in quel genere particolare e affascinante di cui fanno parte Krazy Kat, Little Nemo, Dreams of Rarebit Fiend, per citarne alcuni. Un genere che combina una fantasia selvaggia e genuina ad uno stile visivo di grande intensità. Al pari di una produzione onirica come quella di Winsor McCay o di una poetica come quella di George Herriman, anche le tavole di Frank King e del suo Gasoline Alley (letteralmente "il vicolo della benzina"), hanno caratteristiche e tratti personalissimi.
Un lavoro che si rivela pagina per pagina e che nasconde curiosità e particolari atipici per la maggior parte delle comic strip.
King nasce nel 1883 nel Wisconsin e nel 1901, a soli 18 anni, inizia la sua carriera presso il Minneapolis Times per poi passare nel 1910 al Chicago Tribune, quotidiano che negli anni successivi all'interno della pagina domenicale "The Rectangle" pubblicherà molto materiale dell'autore decretandone il successo.
Ci sono pareri discordanti sulla data effettiva di esordio della serie. Secondo il Chicago Tribune la prima strip esordì il 24 novembre del 1918 ma l'autore sostiene di non averla pubblicata prima del 1919. Una delle tante stranezze.
[nota di Max: la questione, stando a quello che riferisce Brian Walker in "The Comics before 1945", può essere spiegata così: all'interno del cosiddetto "The Rectangle" una pagina che raccoglieva tavole singole apparve già dal novembre del 1918 una nuova vignetta intitolata "Sunday Morning in Gasoline Alley", ma il vero debutto come serie indipendente, vera e propria comic strip, arrivò il 24 agosto 1919]
Fatto sta che in quegli anni King aveva a disposizione, in condivisione con altri cartoonist, un piccolo spazio all'interno del Rectangle, in cui fece comparire periodicamente un gruppo di personaggi fissi che discutevano di un tema già parecchio in voga all'epoca: le automobili. "Talking about cars" così venne battezzata la serie a suo tempo, conquistò il pubblico tanto che il Chicago Tribune negli anni successivi decise di promuoverla a strip giornaliera oltre a spostare la tavola domenicale, costretta a spazi ridotti e ad un essenziale bianco e nero, ad un ben più appagante formato a pagina intera completamente a colori, completando così l'evoluzione di quella serie che da quel momento in poi l'autore chiamerà definitivamente Gasoline Alley.
Fin qui la storia. O per lo meno una piccola parte. La serie ha molto da raccontare. Una vera e propria epopea americana che si compone sia delle vicende dei personaggi di fantasia che la popolano sia di quelle delle persone in carne ed ossa che l'hanno creata.
Andiamo con ordine.
Walt, Doc, Avery e Bill, i personaggi di "Talking about cars", sono i precursori della strip. Il classico gruppo di amici che si ritrova in compagnia discutendo di una loro passione in comune diventano ben presto un appuntamento fisso per i lettori maschili, vuoi per l'argomento affrontato, vuoi per la capacità di King di attualizzare gli argomenti dell'epoca. Questo successo spinge Joseph Patterson, l'editore del Tribune, ad una decisione che cambierà le sorti della strip: introdurre nella serie il personaggio di un bambino per catturare l'attenzione anche del pubblico femminile. Walt Wallet, il protagonista, si ritrova così un bel giorno fuori dalla porta di casa una cesta, un biglietto e, sprofondato in un enorme cuscino, il viso innocente di un neonato (l'unico modo consono all'epoca e allo stato di single del personaggio per introdurre la figura di un bimbo in fasce), decide di adottarlo e successivamente di prendere in moglie la compagna Phyllis Blossom. Ha inizio, con la creazione di quella famiglia, una delle avventure più longeve della storia delle comic strip mondiale.
Etichette: articoli, storia, strisce e autori
Sto recuperando i volumi della ristampa cronologica della Drawn and Quarterly.
Consigliatissimi :-)
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