mercoledì, settembre 12, 2007

 

Barnaby di Crockett Johnson (seconda parte)

L'universo di Barnaby s'interseca con l'unico considerato reale dai grandi. Questa prospettiva di Johnson coglie nel segno. Che lo si voglia ammettere oppure no, il mondo di fantasie che ognuno di noi ha dentro, bambini e adulti, influisce alla grande nell'apparente scorrere razionale e causale della vita. Certo, non nel modo così palese ed enfatizzato che troviamo in Barnaby. Ma quante azioni e fatti nascono o sono causate da visioni, fantasie? Johnson ci ricorda questa piccola verità. Non è socialmente accettato in questa società raziocinante, e neppure è d'uso raccontare fantasticherie, ma gli oggetti si spostano, le parole smuovono, la gente si incontra, succede un fatto e non un altro perché si è agitato l'immaginario di qualcuno, nostro, degli altri, di molti, di pochi, da qualche parte.
Tutta la comic strip gioca sugli effetti grandi e piccoli della dicotomia tra fantastico e reale.





Johnson con gag virtuose prende in giro il mondo piatto, incolore e serioso degli adulti, incapaci di vedere e assieme tritura anche tutta l'eredità fantasy. Non solo perché viene rovesciato il ruolo dei supereroi (mai che ne vada una giusta). Qui il fantasma ha paura della casa stregata, dorme bene in un cestone di biancheria, è stressato, si fa portare la borsa con catene e sudari puliti. O' Malley, il fato padrino, ha in tasca la tessera dell'associazione "Nani, elfi e nanerottoli".





Barnaby ha una lunga storia sulle pagine italiane. La prima versione nella nostra lingua arrivò sul leggendario Politecnico di Vittorini già dal 1947, primo esempio di inserimento del fumetto in un periodico colto. Riapparve poi nei primi numeri di Linus a metà degli anni '60 e infine in una raccolta Oscar Mondadori nel 1970. Nell'introduzione a questa Oreste Del Buono lo descrisse come un fumetto unico, troppo fuori dai canoni per far presa immediata nei lettori, "in anticipo e in ritardo insieme su qualsiasi tempo immaginabile, tanto disperato quanto ilare". E in effetti non ebbe mai grande successo, nei referendum di Linus risultava agli ultimi posti, in buona e nobile compagnia con strisce come Krazy Kat. Niente di strano: se i Peanuts e B.C. furono dei mostri di linearità nel raggiungere i cuori dei lettori e i loro gusti, per altri lavori occorre tempo e la tenacia di editori e appassionati perché sia resa giustizia al loro valore (vedi le belle righe dedicate dal blog Radio Herzberg).





La singolarità di Barnaby sta anche nel fatto che è l'unica vera striscia che Crockett Johnson abbia mai disegnato (viene ricordata solo un'altra sua strip sperimentale rimasta senza nome). Nella vivace produzione artistica dell'autore ben altro peso ebbero invece i libri scritti e illustrati per l'infanzia, in particolare la serie Harold accompagnata da un ingenuo merchandising (quando ancora non significava consumistico supersfruttamento di un'idea come oggi).
La strip fu anche la prima con un lettering non scritto a mano, i caratteri arrivavano dalla macchina da scrivere (allora non c'erano ancora i font dei computer come oggi). Questo particolare inseriva un insolito leggero tocco di gelo alle tavole disegnate in modo semplice.

Crockett Johnson (1906 - 1975, il vero nome era David Johnson Leisk) nel 1946 passò il compito della conduzione della striscia a due suoi fidati vicini (Jack Morley e Ted Ferro). Continuò a seguirla come consulente e supervisore riprendendola nelle proprie mani solo per l'episodio finale che concluderà la serie il 2 febbraio 1952.
Appello agli editori. Sarebbe bello recuperare tutte le tavole di Barnaby in una nuova edizione davvero completa. Per chi desidera più notizie su tutta l'attività di Crockett Johnson esiste
un sito dedicato realizzato da alcuni appassionati.

Etichette: , ,


Commenti:
EVVAI!!! E' proprio lui!!! Il mio libro con l'ometto buffo vestito di verde!

Grazie per questo post, è bellissimo, è bellissimo ricordare così teneramente quel mondo semplice che tutti volevano complicare a tutti i costi!
 
Sicuramente gli Oscar mondadori sono almeno due.
C'è anche Barnaby e Mr O' Malley del 1976
 
Anche se non conto nulla, mi unisco all'appello agli editori. Voglio l'edizione completa, totale, definitiva di Barnaby, vi prego!

E aggiungo un grazie a chi scrive questo blog per questo secondo post su Barnaby. A proposito: ma le "striscine del martedì" non tornano?
 
io ho questo libro ed è stupendo! :D
 
Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]





<< Home page

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Iscriviti a Post [Atom]