sabato, giugno 09, 2007

 

Sostiene Cius (respiro)

www.quiff.itQuello che segue in origine doveva essere un commento di Cius al post di questa settimana (lo trovate più sotto) dedicato alla recensione dell'ultima raccolta di eriadan. Ma poi, strada scrivendo, si è allargato nel ragionamento, decisamente qualcosa di più di un contributo sotto forma di commento. Cius ce l'ha inviato via mail e abbiamo pensato di trasformarlo in un momento ulteriore di riflessione . Un "Sostiene Cius" di fine settimana (grazie).


IL RESPIRO DEL CARTOONIST


Si ritorna, con questa recensione ai punti dolenti del "fare strip" già discussi in passato.
Eriadan con altri autori è quello che si avvicina di più ad un lavoro professionale in grado di reggere il confronto con autori già affermati. Però manca sempre qualcosa, come giustamente dice Max, un piccolo sforzo in più per rendere la striscia semi-perfetta (passatemi il termine).
A qualcuno manca un disegno più accurato o accattivante, a qualcuno l'idea giusta o la capacità di sintesi, ad altri la scrittura e l'attenzione sui testi.
A mio avviso queste lacune hanno origine dal fatto che questo lavoro un lavoro
di fatto non è.
Viene realizzato in pause pranzo, di notte, al mattino presto, a lavoro, in treno, in bagno, il più delle volte senza avere una contropartita che ripaga almeno in parte degli sforzi sostenuti. Non si possono fare strip su ordinazione: "la pizzeria per asporto di strisce a fumetti è chiusa per lutto: ci è morta l'idea" e non si può pensare di racchiuderle e stiparle in una serialità giornaliera o settimanale a tutti costi (lo so, lo so che siete contrari) perché sennò quella volta che non ci viene nulla inganniamo noi stessi. Annacquiamo il vino e i palati più raffinati questo non te lo perdonano.
Ecco allora che alle volte ci si adagia, si smette di pedalare e ci si gode (giustamente) il paesaggio. Diciamocelo: siamo turisti delle strip più che abitanti veri e propri di questo particolare mondo.
Ma ci vuole tempo per fare una striscia, accidenti, non la si può vomitare! E il tempo non te lo regalano e non lo puoi sprecare. Dove lo trovo il tempo? Chi me lo da? A cosa rinuncio? Quanto me ne serve?
Ci vuole coraggio e tempo. Coraggio perché bisogna essere capaci di tagliarla, ricomporla, cancellarla, in un gioco di sevizie degno del più spietato dottor Frankenstein, e tempo perché questa tortura porta via energie,mentali e non.
Ma allora come si fa?
I più fortunati riescono a cogliere il senso e la prospettiva giusta tra un panino e una coca cola o tra una fermata e l'altra dell'autobus, gli sfigati si svegliano la notte in preda al panico di perdere il lumicino dell'idea tra il cuscino e il comodino, svegliano la moglie, litigano, spengono la luce e fino al mattino rimangono svegli a pensare cosa diavolo dovevano appuntarsi.
Com'è, come non è, fare strip è una cosa seria. Si gioca con parole, linee e colori. Mica roba da scherzi. "Metti giù quella matita", "non usare la gomma", "lascia stare i pennarelli" diceva mia mamma da piccolo per il mio bene. Ci si taglia le mani con una curva sbagliata, si prende una botta sbattendo contro un accento, ci si inginocchia esausti di fronte ad un ritmo che si impasta e trascina via la nostra brillante battuta. È una battaglia, uno scontro tra l'impalpabile fantasia e le pareti di granito delle regole della parola e del disegno. Sai che botti!
Il tutto, come due lottatori di Sumo in uno spazio piccolo piccolo racchiuso da poche vignette. Pensare di giocarsi tutta la partita tutta la partita là dentro dà un senso di claustrofobia, come entrare da bambini in una camera buia e silenziosa.
Altro che coraggio che ci vuole, bisogna essere irresponsabili, non coraggiosi.
Però il terrore, l'angoscia, l'horror dello sconosciuto rappresentato per noi dalla perfidia di una pagina completamente bianca ha risvolti impensabili per i più arditi. Porta dove non ci si aspetta. Quando il lavoro è concluso e la battaglia è vinta, anche una sola battaglia su mille, si prova come un senso di appagamento, di sicurezza, di potenza. Come catturare un drago e guardarlo girare insultandoci di fiammate all'interno di un barattolo di vetro, finalmente nelle nostre mani.
E il lettore ha riso! Oddio, il lettore ha riso. Gli è piaciuta! Ommiodio!
La potenza di una strip sta tutta qua. Nel riuscire a trasmettere questa furibonda lotta al lettore attraverso ammiccamenti e sorrisi. Questo perché dietro c'è sempre più di quello che si immagini, c'è un mondo, una persona, il suo senso interiore delle cose, un turbinio di emozioni che non è facile esprimere ma che è necessario farlo. Ognuno a modo suo.

La nona arte, come viene definita, è ancor più evocata nelle comic strip. In quel "saggio di danza" in cui ballando i movimenti rimangono impressi nella carta per sempre, in cui la grazia e l'eleganza devono supporre armonia e leggerezza anche quando il muscolo non ce la fa più o la testa è distratta o la scarpetta si è slacciata, i capelli cadono sugli occhi, il pubblico trattiene il respiro e ci ruba l'aria dai polmoni.

Non è assolutamente una cosa facile fare strip. Beati quelli che ci riescono. (Respiro)

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Commenti:
"...il più delle volte senza avere una contropartita che ripaga almeno in parte degli sforzi sostenuti..."

"...E il lettore ha riso! Oddio, il lettore ha riso. Gli è piaciuta! Ommiodio!..."


...è quest'ultima la vera contropartita, vero Cius? Il resto è cartaccia. E' solo la possibilità di fare strip tutto il giorno e null'altro per vivere. Ma il salario è tutto in quel concetto: gli applausi.

Pezzo bellissimo, intriso di passione. Mi ha toccato.
Sei davvero un ottimo scrittore... in quanto al disegnatore, se quello schizzo lassù è roba tua... bè, voglio mettere la mia opinione in stand-by (magari era notte nel bagno del treno con un panino in mano e tua moglie che bussa sulla porta perchè farai tardi al lavoro e, onestamente, è difficile disegnare in queste condizioni).
;-)

Il tuo ammiratore sanamente invidioso
Chris Osmoz

PS
Lo sai che scherzo vero? (meglio specificarlo, che quelli come te son permalosetti quando li pizzichi sul lato debole. Cioè, non è che intenda dire che sei debole nel disegno... mmm... era meglio se mi fermavo prima della parentesi... hehehehe)
 
"Lo sai che scherzo vero?"

C'è un detto che dice che scherzando alle volte ci si confessa... comunque grazie, mi piace la gente critica.


"Il tuo ammiratore sanamente invidioso"

Ecco, a questo non ci credo. Qui scherzavi sul serio.
 
Mi dispiace. Non so scherzare come si deve.
Sto imparando tanto da tutti voi. Sarebbe ora di mettere in pratica, vè? hehehe... ;-)

Non intendevo criticare il tuo disegno, era solo un pernacchio di cattivo gusto, non ha fatto ridere (giustamente). E' ora che scelga altri modelli oltre Alvaro Vitali ;-)

Scrivo questo commento per rimarcarti quanto abbia preso coscienza dell'esser stato inopportuno e di aver perso una buona occasione per stare zitto ;-)

Ottimo pezzo, come al solito.
C.O.
 
Insomma, in stile "Cogito ergo sum", o no?
:-))
 
"Scrivo questo commento per rimarcarti quanto abbia preso coscienza dell'esser stato inopportuno e di aver perso una buona occasione per stare zitto ;-)"

Ma dai, Chris! Non metterti paletti o farti strane idee. Dì quello che ti pare, che motivo ho di prendermela? Mi hai fatto perdere contratti milionari? Mi hai rovinato la carriera? Mi hai fatto perdere un importante lavoro? (e se anche fosse, magari avevi ragione tu e certe cose prima si impara ad accettarle, prima passano...) Su, su, ridimensioniamo le cose. Siamo qui per conoscerci non per vedere chi scrive meglio e chi disegna meglio. Ogni complimento sarà ben accetto, ogni critica, di più.
 
Ciao Cius.
A proposito di "ci si inginocchia esausti di fronte ad un ritmo che si impasta e trascina via la nostra brillante battuta.", Dio quant'è vero.
Sono tanti anni che scarabocchio mamozzi su fogli, in una sorta di monovignetta autoesplicativa, per il divertimento mio e dei miei amici, prendendomi gioco di situazioni o fatti immediatamente riconoscibili dagli interessati, e sono sempre riuscito nel mio intento, che era quello di alleggerire la tensione pre-esame di un mio amico, o fargli fare una risata su una cosa che lo aveva contrariato, ecc, ma la strip "pubblica" è un'altra cosa!
Sto scoprendo quanto sia complicato cercare di comunicare la cosa che per te è così palesemente buffa, a persone che non l'hanno vissuta, cercando di attingere, con parole e immagini, ad una "base culturale" (non mi viene una definizione migliore) comune.
E una volta superata questa prima, mostruosa, difficoltà, ti trovi con l'idea, gli attori e la scenografia ben chiare in mente, e devi ingabbiare il tutto facendo in modo che la timeline sia fluida, che le immagini non siano soffocanti, che insomma gli occhi e la mente del lettore seguano il percorso che vuoi tu, nei tempi che hai deciso.
Altro che difficile!!!
E rileggendo quel che ho appena scritto mi sembra ancor più complicato!!! :-)
Se poi si è ingegneri e non si può neanche attingere alle sacre fonti della creatività... :-P [quest'ultima frase è ESCLUSIVAMENTE SCHERZOSA; No flame, pls!]
Ciao.
 
Ottimo Cius.
Ogni persona con la grafite che scorre più o meno efficacemente nel sangue si riconosce.
Anche gli ingegneri... :)
 
;)
è abbastanza evidente che quando si butta una generalizzazione, come quella degli ingegneri, per altro riferita solo alla scrittura e non alla creatività, ci si sta giocando su
 
Ma certo!
(che poi io sarei stato pure più cattivo con gli ingengeri...) ;-)
 
Eriadan é in gamba, ma il vostro Lud é assolutamente alla sua altezza. Purtroppo produce poco, ma non é un caso che sia il piu' presente sui giornali (ovvero, il piu' pagato).
La grafica migliore é quella di Inkspinster. Anche le battute sono buone, ma non hanno,qualitativamente, la continuità di quelle di Lud. Questo perchè la Deco (di cui comunque resto perdutamente innamorato ,in senso per nulla platonico)insiste a volte anche a lungo su temi stile Novella 2000 su microcelebrità del momento ( o sui Windsor...) che permettendo il travaso di un quotidiano corruttibile e tra qualche anno irrintracciabile nel mondo della Zitella, ne annacquano l' originalità facendole perdere quell' essere "fuori dal tempo", in un altro mondo, che é alla base del successo dei vari Calvin e Hobbes, Charlie Brown etc. cui per certi versi assomiglia.
Però la sposo lo stesso.
 
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