mercoledì, aprile 18, 2007

 

Come nasce una striscia (14) Pearls Before Swine

Piccolo sequel ai temi introdotti nel post della settimana scorsa dedicato a "come nasce una striscia". In particolare sulla questione della cura dedicata alla fase di "scrittura". Due interventi nei commenti soprattutto meritano di essere ripresi.
Giuseppe Scapigliati ha detto "
un sacco di lavoro lo fanno i Fantasmi e che fantasmi", Vero, verissimo. Anzi il fantasma nel caso della Johnston è ben visibile e in carne. La bozza della striscia, una volta delineati soggetti, tempi e battute viene portata ("moves" dice la Johnston, e il verbo inglese riporta una sottile ironia) nell'ufficio affianco dove una certa Laura, fantasma dai capelli biondi, sgobberà sul lettering (fatto a mano), sul disegno degli sfondi e traccerà i quadretti. Il retroscena a cui accennava Giuseppe: molte strip vivono del lavoro oscuro di eccellenti disegnatori. Non solo, alcune tra le più famose hanno anche dei gruppi di sceneggiatori e inventori di gag. Nascono da un vero e proprio lavoro di squadra, dove l'autore, il nome conosciuto, allo stesso tempo è quello che tira le fila di tutto e il marchio che identifica agli occhi del pubblico il prodotto (non così ad esempio per Schulz che manteneva il controllo di tutto, ma è la norma per grandi strip come B.C. o Beetle Bailey). Questo non avviene solo negli USA. Anche in Italia, pur non raggiungendo il fenomeno le dimensioni americane, diversi cartoonist arruolano qualche inchiostratore.
Si dirà: bella la vita così. In realtà per reggere a una certa serialità e alle scadenze non se ne può fare a meno e comunque il prodotto rimane abbastanza artigianale.

For Better or For Worse è una striscia molto "disegnata". Dopo aver visto quanta meticolosità viene dedicata a tutte la fasi della creazione, qualcuno dirà: non può essere tutto sempre così elaborato, che succede nelle comic strip dal disegno più minimalista e semplice? E qui arriva la questione messa in evidenza nei commenti da Makkox (alias Chris Osmoz, a proposito, tenetelo d'occhio, qui su Fly e qui su Canemucca, il baldo fornicatore di paperi e vate delle mosche ha talento). La scrittura è importante. Le strisce dall'estetica più semplificata (posto che fare cose minimaliste per bene non è affatto semplice) vivono di dialoghi micidiali, con tempi perfetti e soprattutto, quello che più conta in una comic strip, con una fusione magica con il disegno. Un po' come nella vita comune, dove, lo si voglia o no, la bellezza conta e chi non la possiede deve giocarsela diversamente.

L'esempio più attuale viene dal grande successo di Pearls Before Swine.
Stephan Pastis disegna con trovate simpatiche ma in modo elementare, persino con qualche consapevole strafalcione e alcune cialtronate. La forza della strip sono i dialoghi esilaranti, modellati e tagliati con un ritmo perfetto e poi cuciti magistralmente in scenari austeri con i suoi pupazzetti. Nella prefazione della sua ultima raccolta "Lions and Tigers and Crocs, Oh my" racconta il making of di una sua strip. Qui sotto i fogli con cui è stata elaborata.



Sembrerà incredibile ma dentro c'è il layout della striscia (è una sunday comic su otto quadri, ognuno è segnato dai cerchietti scarabocchiati). Strano modo di lavorare. Come rivela Pastis, c'è un logorante, quasi compulsivo, scrivere e riscrivere, studiando e rivedendo dialoghi e battute più volte. Quasi indecifrabile e infatti l'autore ammette che deve iniziare a disegnare la strip subito dopo, altrimenti lui stesso si perderebbe in tutto quel casino. Ha già in testa i rapporti di spazio tra testo e disegno. Alla fine per un quadretto (il sesto stretto sotto) sceglierà la più breve delle alternative, proprio in funzione dell'area disponibile.
Questa sotto è la striscia risultato degli appunti. Per gli esegeti più accaniti, indichiamo giusto alcuni degli infiniti ripensamenti che si possono notare dagli appunti. Inizialmente tutta la scena doveva ambientarsi diversamente, Zebra doveva stare in casa davanti alla TV con i coccodrilli molesti alla finestra. Il dialogo era più lungo (tipico: chi scrive sa che poi in seconda stesura si finisce per tagliare), Zebra contestava anche che era impossibile mettere l'aereo dietro il bidone dei rifiuti e i "crocs" idioti replicavano che il bidone era enorme (o che l'aereo era piegato). Ma tra poco capirete meglio.


.

Piccolo aiuto - omaggio di Balloons - per comprendere, anche perché ci consente una piccola digressione sul tema delle traduzioni delle strip (e questa è una di quelle tavole toste, proviamo misericordia per chi avrà il duro compito di scegliere le parole italiane da mettere nei balloon).
I coccodrilli, Crocs, sono ossessionati dall'appetito per il vicino di casa di Zebra. Cercano da sempre di intimorirlo (naturalmente a parole), è uno dei tormentoni di Pearls. Parlano un inglese con accento russo, decisamente sgrammaticato (un po' come quando gli autori nostrani si divertono maltrattando l'italiano). Come per tutti i non anglosassoni il difetto più ridicolo (ed è proprio quella cadenza che fa sorridere i madrelingua) sta nella riproduzione delle vocali brevi tipiche dell'inglese. Pastis allora fa suonare nella scrittura le parole per riprodurre questo accento.
[primo quadro] Okay, vicino zebra, basta con gli scherzi, noi coccodrilli comprare
un jet F14 supersonico, così arrenditi
("geeve up" uguale "give up") o affronta le conseguenze (conseekences,spelling da brivido). Mostratemi l'aereo, replica Zebra.
[secondo quadro] È nel cortile dietro ("ees" uguale "it is" pronunciato scorretto e lungo senza il pronome). Riesco a vedere il vostro cortile, non è li, è la risposta di Zebra.
[terzo quadro]
Crocs: È dietro il bidone dell'immondezza. Zebra:
Seeeh, quegli aerei sono probabilmente alti circa venti piedi, non credo proprio.
[quarto quadro]
Okay, bene, tu vuoi verità, mister tipo sveglio? Aereo invisibile (solito gioco delle "ee" per dare il suono della "i" lungo). Zebra: Ohh, beh, non avevo considerato questo, così neppure voi potete vederlo?.
[quinto quadro]
No, non possiamo ("we no can", roba da doppia matita rossa). Zebra:
Così se anche volete volarci non potreste perché non riuscireste a trovarlo?
[sesto quadro]
Bingo, non possiamo volare su nulla, esplode uno dei crocs (su questo Pastis ha fatto mille correzioni fino ad arrivare a questo inglese strapazzato, Nutheeng uguale nothing ma c'è anche probabilmente un gioco di suoni con Nut parola che indica più o meno "balle").
La sunday fa ridere per il progressivo incartarsi dei coccodrilli nelle argomentazioni, goffi nel loro presunto travestimento da top gun, ma è fulminante la battuta finale dopo la pausa in cui [nel settimo quadretto] si guardano negli occhi. Purtroppo non rende in italiano. "
Me was debater een high school" significa "ero un argomentatore al liceo" ma detto così non si capiscono le mille sfumature. Innanzitutto "debater" è una parola molto elegante e nel contesto della frase terribilmente sgrammaticata è una bomba. Poi in realtà non ha equivalenti veri nella nostra lingua. "Debater" uguale "persona che partecipa ad un dibattito", la sintesi come "argomentatore" non rende perchè non esiste ruolo così, riconosciuto dalla lingua italiana.
Con una spiegazione così lunga ovviamente non fa ridere. Nella sintesi inglese fa sganasciare perché rende al volo l'idea di "
persona che si distingue per i brillanti interventi nel corso di discussioni e dibattiti".
Vi abbiamo già detto che una lingua è anche un modo di pensare? Beh, è anche un modo di ridere.


[Lions and Tigers and Crocs, Oh My!: Pearls Before Swine Treasury by Stephan Pastis, Paperback - Sep 1, 2006, reperibile su Amazon per $11.53, trovate inoltre "Perle ai porci" su Linus di questo mese]

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Commenti:
Sono oro questi post dedicati alla nascita di una strip.
Grazie infinite!
 
Forse lo sapete già, purtroppo è un mese funesto:
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/04_Aprile/17/wiz.shtml
 
Grazie Felson. Non si vorrebbe credere alle coincidenze del destino, troppo irrazionale, ma e' pazzesco che Brant Parker sia scomparso pochi giorni dopo Hart.
 
Porca miseria. Brant Parker. Bè, per esprimere il dispiacere non c'è bisogno che dica nulla, chi mi sa, sa.

Nell'articolo linkato da felson è ricordato Crock, che avevo messo in qualche baule nella soffitta del cranio e che è saltato fuori a molla appena letto il nome. Mi faceva molto ridere.
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Come dice Max: una lingua è anche un modo di ridere. Se però, come pochi riescono in realtà, la lingua è solo la traduzione di un pensiero universalmente divertente, allora si che puoi dire "Bingo".
E quei due, potevano dirlo 9 strip su 10 (la decima l'avranno lasciata fare a qualche stupido ghost ;-).
..................................
Conosco questi coccodrillini indirettamente (pensa te!) perchè li ho visti citati in una sequenza di Get Fuzzy (strip che soffre di una claustrofoba monotonia di situazioni, secondo me).
Posso commentare poco PBS perchè ho letto solo questa striscia, ma immagino Max abbia scelto qualcosa emblematico del registro umoristico dell'autore.
I cattivini,tanti, tutti più o meno uguali come fratellini gemelli e dotati di astuzia e stupidità in parti uguali (uno solamente stupido non fa ridere, ci fa ridere chi è astuto a breve termine, chi non calcola l'evoluzione fallimentare dell'apparente furbata), mi sono simpatici.

Mi sono simpatici perchè mi ci riconosco.Come mi riconosco in Wile Coyote (che lavora da solo però), nei bassotti di Carl Barks (inchinarsi e baciare per terra 1000 volte), nei rattodonti di Bone e in mille altri che non mi vengono adesso...

Questo non per sminuire le creature di Pastis, anzi! Riuscire a rimodulare un suono archetipo necessita del genio.
In conclusione (e finalmente...) voglio dire che gli schemi noti e collaudati, costituiscono valide strutture portanti su cui costruire le nostre uniche e personalissime creazioni.
Se tutti volessero creare solo qualcosa di Assolutamente Nuovo, non avremmo mai letto Calvin e Hobbes (ad esempio), o ancora Lupo Alberto, etc.

(...o io le mie umili mosche. L'ho scritto ben distante da quelli lassù eh?!)

Ciao, Mak
 
Questo è il caso in cui il contenuto richiede maggior tempo del disegno.
Per quello che vedo i personaggi potrebbero essere benissimo "stampini" ripetuti in base alle situazioni.
Se le battute e i dialoghi sono ben realizzati e si reggono in piedi benissimo da soli che bisogno c'è di un disegno più approfondito?
Al posto di coccodrilli e zebre potrebbero esserci altre "maschere" che ne prendono il posto. Le strisce di Pastis sarebbero grandi comunque.
Ergo, per fare strisce non è necessario saper disegnare. Basta rendere l'idea.

Peccato perchè la perfezione di un Calvin and Hobbes ha invece un ottimo 50 e 50 di entrambe le doti artistiche.
La striscia riesce (dirò di più: la striscia raggiunge l'apoteosi) se gli ingredienti sono miscelati per bene.
In più, e ci tenevo a dirlo da un po', non è detto che le strisce vadano giudicate sempre e solo sotto l'aspetto del "quanto fanno ridere" o sganasciare. Perchè sennò Krazy Kat sarebbe già nel dimenticatoio da tempo. Belle si, ma sono più poesia che comicità.

Aggiungo al commento di Scapigliati dell'altro post: non è che esistono i famosi ghost anche dietro alle penne bic oltre che ai tratto pen e alle matite? Insomma una buona strip non andrebbe giudicata anche sulla base di quante persone ci lavorano per sfornarla?
 
Mi autocito dal precedente post in tema:

"In fin dei conti, anche senza parole la strip è l'equivalente di una frase ironica, un verso poetico, uno sberleffo."
Quindi, più o meno, concordo con Cius ;-)

Sul fatto del giudicare una strip dalla forza lavoro impiegata... mah?!
Magari è possibile una "valutazione" tra gli addetti ai lavori.
Il giudizio vero lo da in tre secondi chi legge (giudizio poi... una reazione poco ponderata e molto istintiva) e poco gli interessa se il lavoro è di uno o di 100.

Ciao, Mak
 
Già ma noi qui sul blog cerchiamo di andare un po' più a fondo di un semplice lettore con le sue reazioni dei 3 secondi...
E visto che gli ultimi due post, oltre che curiosi, trattano l'argomento anche dal punto di vista "didattico", ci tenevo a precisare che forse il "come nasce una strip" è diverso dal "come nasce una strip di successo".

E a me, qui sul blog, da autore e non da lettore fa differenza se una grandissima strip la fa uno solo la sera prima di andare a dormire o uno staff di persone dedicate 8 ore al giorno. Il confronto con quello che faccimao noi diventa impossibile o controproducente.

E' come paragonare gli spaghetti al pomodoro che ci facciamo in casa con i piatti degli chef del Gambero Rosso.
 
Ti devo uno spaghetto!
Ciao, Mak ;-)

PS
Sai che c'è Cius?
Io sono superbo ed egocentrico (e mica si vede!) per questo penso di me: "Dieci contro uno? E fatevi sotto! Che già così, a lavorare a mozzichi e bocconi, faccio il mazzo a due o tre di voi che vedo pubblicati su Linus (ad esempio)".
Non era una critica a quel che dicevi... parlavo più a me stesso.

Appunti per Mak:
migliorare la comunicazione. ;-)

Oh, ma basta a suonarcele solo io e te. Con quel gattone soriano sardo che legge e sghignazza sotto i baffi!
 
Infatti qua è ora che parli anche qualcun'altro. Io e te ormai s'è capito che ci piace farci sotto.
 
Sinceramente a me da lettore interessa sapere chi c'è dietro le storie che amo.
Sapere che le storie che leggo non sono disegnate o scritte da chi firma mi fa inca...volare
Sia perchè lo ritengo uno sfruttamento (a me onore gloria e soldi a voi i soldi, forse, e pochi.)
Sia per correttezza rispetto a chi legge.
Il mondo delle strip dovrebbe inparare da quello del fumetto dove viene detto chi scrive chi disegna e chi inchiostra (e questo non esclude dai ghost.
Ammetto che una vignetta andrebbe via solo per questo ma sapremmo chi fa realmente cosa.
 
Da innamorato della parola, ho la teoria che la lingua italiana sia così ricca che con la giusta espressione si possa rendere buffo qualunque concetto.

qui, fossi adattatore, tradurrei molto liberamente con : "Al liceo ero noto per la mia eloquenza."
 
X Condre
Ottimo, mancando il sostantivo parallelo, hai reso il concetto.
Proprio quello che voleva Kubrick nel doppiaggio in italiano.

X Max
La mia nota maleducazione si è manifestata anche questa volta.
Un tardivo grazie per i complimenti e la citazione di Canemucca e, soprattutto, Fly (a cui tengo particolarmente).

Ciao, Mak
 
Bè, una parola italiana si può sempre inventare, che so, "assemblearista", che suona un pò simile a "seminarista" ^^, o qualunque altra.
Saluti
GM
 
Beh, debater si può tradurre con oratore, retore.. e queste sono solo le prime parole che mi sono venute in mente senza tanto pensarci su, non so, un mago della dialettica.. un censore delle folle, un fine dicitore (che ha in sé un che di sarcastico)... se può andar bene la perifrasi. le parole sono "intraducibili" se non ci is sforza di trovare la corrispondente o un'espressione corrispondente -BREVE- IN ITALIANO! Magica, ricchissima, duttile lingua. Condre, sono con te.
 
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