venerdì, marzo 16, 2007

 

L’universalità delle comic strip

Un opera come quella di Walker, della quale abbiamo parlato nel post precedente, potrebbe mai esistere in Italia? Si potrebbe raccontare la storia dell’umorismo a fumetti nelle pagine dei nostri quotidiani? Forse sì, ma sarebbe in gran parte uno zibaldone della satira politica a fumetti.
Non sarebbe altrettanto bella e non avrebbe un valore classico, pur riconoscendo che tra i disegnatori satirici italiani ci sono splendidi talenti. La satira racconta la cronaca, è legata stretta ad avvenimenti e persone, al vippaio della TV e del ring politico, sbiadisce con il tempo, invecchia, si consuma e si distrugge come i fogli del giornale. Finisce nel cestino della carta straccia come le comic strip ma quando la ripeschi per riproporla devi raccontare lo sfondo, i collegamenti, i riferimenti. Devi ricordare.
Le comic strip mantengono il loro valore di classici perché i loro personaggi hanno un fascino universale e senza tempo. Quelle belle raccontano cose di tutti, che appartengono alla gente comune. Sono uno specchio dei tempi, non hanno bisogno di ricordi o di note, raccontano da sole. Sono uno sguardo, sghembo e sorridente, sul mondo.

[sotto la tavola speciale di Mutts (muttscomics.com) di Patrick Mc Donnell, dedicata all'arte dei Comics, che conclude il secondo volume di The comics since 1945 di B. Walker.]
"Arte, e parole, in sequenza, solo inchiostro su carta, per comunicare, un'idea, non l'afferro"




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Commenti:
Direi di più: le comic strip possono, come in questo caso, diventare poesia disegnata. Cosa che riesce difficile alla satira.
Davanti ad un pezzo di carta ricoperto d'inchiostro preferisco dimenticare per un poco il mondo reale e lasciare andare l'immaginazione e la fantasia.
Ridere dell'ultima prodezza del governo o dell'ultimo battibecco politico mi lascia sempre un po' di amaro in bocca. La politica la considero, ahimè, una cosa piuttosto sporca e non mi piace possa imbrattare l'unico spazio libero rimasto per stupirsi ancora.
Per cui piuttosto di vedere un Prodi e un Berlusconi preferisco un Calvin ed un Hobbes o un Earl ed un Mooch, uno Snoopy ed un Charlie Brown.
Questa volta si mi piace pensare alle strip come a "roba per bambini" intendendo che le si possa capire e gustare in pieno proprio ritornando piccoli.
 
Dopo il grandissimo Cho (inchino) ci sono forse "Calvin & Hobbes" e i "Mutts". Ogni volta che li leggo mi sembra di tornare a casa dopo un lungo viaggio. Non finirò mai di ringraziare i loro autori.

Max, io aspetto un bel articoletto su "Liberty Meadows", anche perchè è appena uscita la traduzione del miticissimo terzo volume!
Ciau!
 
Un pezzo su Liberty Meadows è in cantiere da una vita.
Grazie per la segnalazione dell'uscita del terzo volume.
Sta uscendo anche una nuova raccolta italiana di Doonesbury. Parleremo di entrambe.
 
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