giovedì, dicembre 07, 2006
Nirvana di Roberto Totaro
Ogni tanto occorre poggiare il libro, attendere che le risate si plachino, asciugare gli occhi e poi riprendere. Da vergognarsi un po', tanto che suggeriamo di non affrontare la lettura in pubblico: questa perdita di controllo sulla manifestazione delle emozioni non è sempre ben accolta. Nirvana di Roberto Totaro (amichevolmente "Tot") ha effetti esilaranti, come poche altre strisce in questi anni.
Nirvana nasce dalla voglia di raccontare in modo semplice. Semplificando la faticaccia grafica, senza però banalizzarla, per avere più spazio e tempo, per giocare sulla sintesi veloce con le parole. Questo è tipico nella storia e nello stile delle comic strip. Ma si può dire che stava anche nel percorso e nei desideri di Totaro. Nirvana è una strip dal vocabolario giocoso e assortito, spesso imprevedibile e paradossalmente il suo autore viene invece da una lunga strada di disegni accompagnati da parole non sue o silenziosi. Liceo artistico, una laurea con tesi sul disegno nella fantascienza, ha iniziato come garzone per un disegnatore Disney. Una prima esperienza sul mercato tedesco e poi lo sbarco in Francia, sulla rivista "Pif", otto anni, gli ultimi tre sotto la direzione di Giorgio Cavazzano. Lavorando a grandi ritmi, ma sempre e comunque su testi altrui.
Chiusa l'esperienza, con qualche dolore anche per il salvadanaio, ritorna in Italia proprio per la nascita del settimanale "Comix" diretto da Guido De Maria. Porta "I Tecnocratici", tavole silenti e alquanto complesse da realizzare, pensate all'inizio per il mercato francese (a sinistra), nelle quali appare evidente che la sua via di Damasco era addobbata con disegni di Quino e Mordillo. Poi sulla stessa rivista arriverà anche Nirvana. E a questo punto potete capire la voglia di comunicare di Tot e lo scatenamento di parole per scherzare sul mondo. Leggendo le strip troverete conferma dell'odioso enunciato secondo il quale è meglio che l'artista soffra un po', poi da il meglio.
Uno dei punti di forza della strip è la facilità di scrittura. Tot sembra percepire di tutto, come una spugna, un radar sugli abusi e le cantilene della lingua, una solenne presa in giro dei luoghi comuni. Si gioca con i vari registri e timbri linguistici, con una predilezione ovviamente per quelli ridicoli. Il poetico pomposo e pseudo-lirico del poeta maledetto (uno dei personaggi più riusciti), il burocratico, lo scientifico, il martellante commerciale, il finto disinvolto discorsivo genere "carrozza ferroviaria sfortunata". I suoi personaggi straparlano ma presi dal ruolo non comunicano, ascoltano ma non si intendono. Quasi mai si guardano in faccia. Quello che passa è il messaggio dell'autore immerso in una comicità burlona e, come vedrete, impudente.
Lo schema di base è semplice (Krazy Kat docet: topo, mattone, gatto, guardia), pronto per infinite varianti. C'è un vecchio saggio, il maestro, su una rupe piatta, si è ritirato per stare in pace a meditare (c'è molto di Hart nelle influenze sulla striscia, non solo in questo aspetto). Sotto il picco dovrebbero giungere persone in cerca di sagge parole, in realtà arriva ogni genere di rompicoglioni e provocatori, senza limiti di orario.
Il poeta maledetto che deve per forza declamare le sue poesie terrificanti. L'uomo più brutto del mondo, figura alla Lombroso sulla quale Tot infierisce senza pietà. Gli alieni provenienti dal pianeta K.L.Toll con mille curiosità, in prevalenza attinenti alla sfera sessuale umana. Rappresentanti e venditori di qualunque boiata consumistica. L'assicuratore che, come tutti sappiamo, lavora per società a delinquere legalizzate. Gli scouts che perseguono con pervicacia una loro missione, quella di salvare il maestro, assolutamente convinti che sia un rimbecillito inconsapevole del suo stato di pericolo. La 4^ elementare della Scuola "Sandro Pertini" di Alberobello, un gruppo di bambini in gita tutt'altro che deliziosi. Il bambino nevrotico, figlio di genitori in guerra tra loro, psicotico, con tutti i difetti del mondo, nemesi del cliché dei ragazzini della pubblicità televisiva. Un videoamatore in cerca di scoop (quale? Ma il momento del trapasso del maestro). Non manca l'ecologia, gli uccelli migratori che sembrano avere un unico diletto, sganciare la cacca centrando la capoccia del maestro. E poi donnine, tante e svampite, che giocano alla provocazione.
Il vecchio maestro è forse meglio di tutta questa gente? Non ci sono buoni e cattivi, solo pessimi. Si rivelerà per niente ascetico, pacato e distaccato dal mondo.
Potrebbe sembrare un mondo chiuso, due rupi, una più alta per il maestro Zen e un'altra più bassa per i visitatori. E invece Totaro si guarda intorno. È tutt'altro che autoreferenziale nel dirigere i giochi del suo teatrino. In questa scenografia surreale, su quei due pulpiti, passa il mondo, si parla di amore, sesso, ecologia, ossessioni consumistiche, fissazioni sociali, mito della bellezza, tendenze all'autodistruzione. Certo, sbeffeggiando e martellando tutto con un'ironia che arriva al midollo senza censure, ma non è un manuale di vita, è una comic strip. E le tavole più divertenti, come racconteremo in un post successivo, sono proprio quelle ritenute poco "corrette politicamente".
Come accedere a questo mondo. Si può fare una visita al sito ufficiale di Nirvana. Ma la strada migliore sono le quattro raccolte pubblicate da Comix. Suggeriamo di partire dalla prima "Nirvana - Meditazioni di fine millennio", uscita nel 1999. Ma si può partire anche da qualunque altra, saranno le risate comunque a trascinarvi i piedi verso la libreria per prenderle tutte. Sono facilmente reperibili, anche fuori dalle fumetterie, chiedendo a qualsiasi buon libraio, oppure anche in rete sul sito Comix. Le strisce compaiono inoltre nella famosa agenda Comix.
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Non avendo ancora scritto una scheda di recensione su Nirvana (questi sono i primi appunti) abbiamo pensato di proporvi questa presentazione per una ragione. Domani prosegue la serie "come nasce una striscia" con l'intervento di Tot accompagnato da una squisita e ruvida primizia. Gli schizzi delle tavole per la quinta raccolta prevista in uscita il prossimo maggio.
[le tavole di Totaro appaiono per gentile concessione di Comix, www.comix.it]
[Roberto Totaro - Nirvana Meditazioni di fine millennio - Comix, ottobre 1999
Roberto Totaro - Nirvana 2: la meditazione continua - Comix, novembre 2001
Roberto Totaro - Il Terzo Grande Libro del Nirvana - Comix, novembre 2003
Roberto Totaro - Nirvana libro quarto - Comix, novembre 2005]
Etichette: Nirvana, strisce e autori, Strisce Italiane
Totaro è un grande e il suo Nirvana è una delle strisce made in Italy a poter competere a tutti gli effetti con i grandi oltre oceano!
Merita tutto il successo che ha avuto e molto di più!
A proposito, sempre per Max (lo sto tartassando in questo periodo!) ma... esistono bravi stripparoli di altre nazioni? I più bravi che si ricordano per primi son tutti Americani... o la mia memoria mi inganna..?
Chiudo gli occhi e trascendo pure io.
ZzzZzzzzz..zz.
Del tutto normale che non capitino commenti. Mica commento tutti i blog che frequento.
Come poi ho notato spesso i commenti sono chiacchericcio, simpatico eh, niente da dire, tra piccole cricche web. Ti conosco, dico qualcosa sul tuo e dici qualcosa sul mio.
Ho notato ad esempio in questa inizio dell'esperienza che i post più commentati sono quelli che toccano argomenti di autori che vivono solo o soprattutto nel web.
Non è il caso di Tot e di altri autori che abbiamo presentato nei giorni scorsi. Hanno un notevole pubblico di lettori su carta ma non stanno in giri web.
Uno dei propositi di questo blog è proprio quello di uscire da tutto questo, dare qualche martellata a qualche steccato. A volte abbiamo l'impressione che tanta gente pensi che il mondo sia tutto li. Spesso paradossalmente proprio il web, nonostante la potenza di internet, diventa luogo provinciale. Non parliamo di noi stessi qui, saltiamo allegramente su tutti gli argomenti, per noi non esiste solo una scena web delle strip e viceversa non esistono solo i grandi autori.
Normale quindi. Ci piace pensare che di tutti i visitatori di oggi la gran parte non sapessero niente di Totaro e quindi (per tornare al punto di sopra)non avessero niente da commentare. Abbiamo raggiunto lo scopo. Mi sarei preoccupato di più se molti avessero detto "ah, ho tutte le sue raccolte, mi piace". Che stiamo a fare, celebriamo il noto? Non a caso, ad esempio, non abbiamo ancora parlato, che so, di Peanuts o di Lupo Alberto. Troppo facile, eh?
E poi bisognerebbe chiedersi quale la vera natura di un blog. Ovvia risposta, per interagire con i lettori. Vanno benissimo gli apprezzamenti, critiche o osservazioni, oppure i mini dibattiti come quello nato nel post precedente. Ma se è solo per dire "ciao", o altri contributi poco attivi (primo, secondo ecc) va bene così.
Ultima cosa: spesso i blog nascono per alimentare il culto della propria personalità. Qui non c'è nessun culto da alimentare, gli argomenti cambiano, non è un diario personale, è un diario di osservazioni e proposte.
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