giovedì, novembre 09, 2006

 

I 500 numeri di Linus


Questo mese in edicola Linus compie 500 numeri. Gran risultato per un mensile.
Decine di annate conservate con cura negli scaffali, l’unica rivista che non buttiamo mai, guai, non c’è proprio l’idea. Dall’aprile 1965 ha attraversato gli anni. Non vende più come in tempi gloriosi e, piccola confessione, ogni volta all’inizio del mese tiriamo un sospiro di sollievo nel ritrovarla ancora lì, in quell’angolino dell’edicola. Tanti altri periodici di fumetti nel frattempo sono nati e si sono estinti.
Eterno Linus, un classico, è un paio di Clarks, un Eskimo dell’editoria (sì, lo so, i più giovani non afferreranno la metafora). È cambiato alcune volte il formato, leggendario quello piccolo e spesso dell’era di mezzo. La carta mai, non sono mai diventati patinati e chissà in quale magazzino oggi vanno ad ordinare ancora quei fogli ruvidi. La formula dei contenuti poi è sempre la stessa, anche se è tradizione rimescolare la sequenza di testi e fumetti in ogni numero. Strisce, sempre tante, vignette di satira, vivaci recensioni, testi acuminati e d’opposizione, rubriche bizzarre. Anche la redazione, pur negli inevitabili cambiamenti, ha una linea sempiterna. Un gruppo di inguaribili antagonisti conservatori.
È un rapporto di amore e un po’ d’odio quello con Linus.
Non finiremo mai di ringraziarli per l’opera di divulgazione delle comic strip, hanno portato i Peanuts ed un’infinità di strip in Italia. Tantissimi autori si sono formati leggendo quelle pagine come su un abbecedario dei fumetti. La gratitudine si estende anche alle rubriche, agli articoli, alle recensioni, apprezzate con calma dopo, perché, si sa, la prime pagine che si guardano sono quelle dei fumetti. Ci hanno tenuto il cervello sveglio. Ci hanno guidato in tante scoperte. Sono la bibbia italiana delle comic strip.
Non li perdoneremo mai per tante scelte. Per tante strisce bellissime abbandonate. Per aver bucato tanti autori italiani bravissimi (Ciantini, Totaro, ma la lista di esempi è lunga), scoperti poi in altre riviste o più tardi sul web, quando del filtro di Linus non c’era più bisogno. Tanto bravi nella redazione, e ci riferiamo alle comic strip, come divulgatori quanto terribilmente conservatori. Non scopriranno mai la reincarnazione di Schulz, non l’hanno mai fatto. Non è il loro mestiere e forse la storia gli ha dato ragione, vista la fine di riviste più coraggiose come Comix. Una striscia arriva su Linus solo quando la critica americana si è già sgolata e i clamori del pubblico, anche di quello underground, sono alti. Non ricordiamo negli ultimi decenni un solo cartoonist italiano scoperto e lanciato da loro. Quelli che ci sono arrivati avevano già un buon pedigree o appartenevano ad una certa intellighenzia.
Ci chiediamo, ad esempio, se davvero dalle nostri parti non esista una striscia migliore di Pupilla
Noi Linusiani doc, siamo una categoria, siamo così, ipercritici. E, nonostante tutto, non abbandoneremo mai la rivista. Un appuntamento fisso per tutti quelli che amano le strisce.

Auguri vecchio Linus.

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Commenti:
sottoscrivo tutto...e infatti quest'anno mi sono abbonato :-)
 
In effetti Pupilla è un po'... come dire... saltabile.

(ma che bello è questo blog qui? E che fortuna averlo trovato con un ritardo solo di un mese, così posso mettermi in pari)
 
Aiutoooo da quando lo storico formato di Linus è cambiato...il 1980 o il 1981
 
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