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lunedì, settembre 23, 2013
Mutts di Patrick McDonnell
Mutts è una striscia lirica e visionaria, intinta in una filosofia spicciola. Gli inchiostri di Patrick McDonnell sanno tirar fuori una riflessione e un sorriso anche dal niente, da tutto quello che i nostri occhi trascurano e danno per scontato, da frammenti, riti e pause di una vita che più ordinaria non si può. Fondali semplici e conosciuti, animati da un gatto, un cane, i loro padroni, e tanti altri piccoli animali, domestici e non, quattrozampe, pennuti, granchi. Esistono comic strip epiche, carnevalesche, incontenibili nel sbellicare il lettore o strappare il sorriso. Qui è diverso, c'è poesia illustrata velata di una comicità delicata e sorprendente, impregnata di passione per la natura e la vita. Sono pennellate finemente umoristiche e sognanti che si compiacciono a svelare nelle ripetizioni di tutti i giorni momenti e luoghi nascosti, dimenticati e divertenti. Anche se i syndicate americani tendono ormai a respingere a priori le strip con animali parlanti e pensanti, Mutts è comunque riuscita ad affermarsi come una delle strisce più innovative e incantevoli degli ultimi anni, amata e oggetto di culto tra i numerosi lettori. |
Mutts è nata da un lunghissimo periodo preparatorio. McDonnell sognava di realizzare una comic strip sin dai tempi della sua laurea alla School of Visual Arts nel 1978 ma i primi contatti con gli editori, come da copione, furono del tutto scoraggianti. Ogni anno negli USA nascono e muoiono centinaia di nuove strip che non trovano spazi di pubblicazione. McDonnell intraprese una lunga carriera di illustratore e, raggiunta una notevole fama, riprese a sviluppare l'idea negli anni '90, cercando questa volta l'appoggio di Schulz. Il papà dei Peanuts gli diede pochi semplici suggerimenti: evitare l'umorismo autoreferenziale e definire personaggi credibili. Grazie anche a questo sostegno la striscia debuttò il 5 settembre 1994 su alcuni grossi quotidiani e si affermò definitivamente nel 1995 occupando gli spazi lasciati dall'abbandono del grande Calvin and Hobbes. Questa successione ha un significato non casuale: Mutts per le soluzioni stilistiche nuove e geniali ha preso il posto di leader tra le strip che fu già del capolavoro di Watterson. Il lungo e sofferto tempo per la sua creazione ci ha regalato una striscia che è una splendida sintesi di cento anni di storia in questo genere di fumetto e assieme un modello e una miniera di idee e spunti creativi. |
Mutts nasce dopo un secolo di strisce. Le influenze e i riferimenti stilistici sono tantissimi, come mostrato apertamente anche dal colto gioco di citazione delle tavole domenicali. A parte il grande papà Schulz, il più notevole e dichiarato perno d'ispirazione è Krazy Cat di G. Herriman, stralunato capolavoro di poesia, gioco e immaginazione sul quale l'autore di Mutts ha scritto un libro considerato fondamentale. E poi c'è il Popeye di Segar, ammirato e citato da McDonnell, una striscia dall'umorismo furioso capace di offrire allo stesso tempo una storia in progressione e una gag al giorno. Il creatore di Mutts è un cultore delle comic strip e conosce la grammatica, la sintassi e i tempi di questo genere. Il tratto è comunque molto originale, con pennellate minimaliste che sembrano attingere più dall'esperienza del mondo delle tele che da quello dei cartoni. |
Come per altre strip che si appoggiano alle personalità perfettamente delineate dei personaggi, il cast funziona da catalizzatore. Il cartoonist diventa un medium che su carta fa esplodere le idee dettate dai pensieri, dal carattere e dalle iniziative dei protagonisti. Mutts è uno splendido esempio di arte sequenziale, altra definizione del fumetto artistico. Piccoli sonetti disegnati, con magistrale uso di pause, vuoti, dove i pensieri e le reazioni dei personaggi sono lasciati all'intuizione del lettore che partecipa alla costruzione della scena ed è spesso coinvolto in dense meditazioni. Gli sfondi quasi sempre sono appena tratteggiati con pochi dettagli che molto raccontano. Mooch il gatto curioso ed Earl il cane fiducioso hanno lo spirito degli eterni cuccioli, come il loro autore. Vedono il mondo ogni giorno come se fosse la prima volta e proprio per questo sanno osservare di più. Piacciono a tutti quelli che, come ricorda Neruda, hanno salvato e forse nascosto il bimbo che ha sempre vissuto nella propria anima. La striscia racconta anche una gratitudine esistenziale ed è una dichiarazione d'amore e di rispetto per la natura, che talvolta sfocia in denunce protezionistiche. |
Le tavole domenicali a colori sono assolutamente strepitose, con dinamiche di impaginazione e sequenze capaci di stupire ogni volta i lettori. La raffinatezza stilistica già presente nel bianco-grigio-nero delle classiche strisce giornaliere esplode in un gioco magistrale di colori e citazioni imprevedibili. La tavola iniziale che funziona da logo e da titolo viene trasformata ogni volta da McDonnell in un tributo grafico ad artisti e capolavori popolari. Assistiamo così ad una rivisitazione "muttsiana" del famoso Bacio di Gustav Klimt, della Persistenza della memoria di Dalì, del Grido di Munch, di opere di Basquiat, Matisse, Andy Warhol, Gauguin, Mirò, e tanti altri che secondo le parole dell'autore hanno reso visibile l'invisibile. Ma gli omaggi si estendono a poster e copertine di film e dischi che hanno segnato la cultura moderna, Stevie Wonder, Procol Harum, e persino ad altri fumetti storici come Dick Tracy o a famose pubblicità e confezioni di prodotti. Mutts è un testimone delle immagini della nostra epoca. |
Come quasi tutti i cani, Earl ogni giorno e in ogni momento festeggia la vita. Come tutti i padroni sanno, ha entusiasmo e fiducia incrollabili. È un amicone disponibile, con i suoi rituali e manie. Scena di attacco al postino come da schema classico, ulula quando rimane solo, abbaia agli scoiattoli, adora il cibo umano, dorme ai piedi del letto. Ragiona molto concreto, da una realistica prospettiva canina. Le mille quiete, riflessive e deliziose varianti delle passeggiate al guinzaglio con Ozzie, il suo padrone, arrivano da un'ispirazione autobiografica. Nella vita di McDonnell esiste infatti proprio un cane con questo nome. (sotto la strip dedicata all'undici settembre) |
Non esistono gatti ordinari. Forse è per questo che nel cast di tante strip c'è un micio. Mooch è imprevedibile, contraddittorio, enigmatico, incoerente, la scintilla perfetta per innescare nuove scene. Allo stesso tempo curioso e rilassato, indipendente e orgoglioso ma anche bisognoso di affetto e cure. Vive con Frank e Millie, vicini di casa di Ozzie il padrone di Earl, suo grandissimo amico e compagno di escursioni e riflessioni. Ha una sorta di passione feticista, a quanto sembra molto diffusa nella sua razza, per un piccolo calzino rosa. Qualcosa di diverso dalla coperta di Linus: più che un rifugio è un esaltante pezza che rattoppa i languori dell'esistenza e gli regala una goduria intima e profonda. Il gatto ha comunque un amore vero, ostinato e romantico: Shnelly, una micia seminascosta dietro una finestra e che conosciamo solo per le sue orecchie. Una passione sofferta anche per la competizione dell'altro instancabile corteggiatore Noodles. Shnelly da parte sua si diverte a gettare benzina sulla rivalità. Come nella tradizione delle antiche comic strip, Mooch ha un suo modo particolare di parlare che purtroppo si perde nella traduzione italiana: uno "sh" strascicato che sostituisce tutte le esse, yesh, shtop, shomewhere . |
I personaggi umani sono introdotti attraverso gli occhi di Mooch, Earl e degli altri animali. Ozzie, il padrone del cane, ad esempio è definito da Earl così: "è il tipo che mi nutre, mi da grattatine e mi porta a passeggio" (risposta di Mooch: "dove posso procurarmene uno?"). Ozzie, naso grosso e baffi, è il più autobiografico dei protagonisti, ispirato in parte all'autore e in parte a certi personaggi silenziosi del cinema e delle comicstrip storiche. Frank e Millie sono vicini di casa e si prendono cura di Mooch. Sono una coppia di pensionati con percorsi di vita ormai assestati: Millie coccola il gatto e sopporta il marito, Frank ama Millie e sopporta Mooch, il felino a sua volta si fa beffe di entrambi. Butchie è il proprietario del luogo di ritrovo preferito di Mooch e Earl, una sorta di macelleria, rosticceria, pasticceria dove si trova ogni genere di agognato cibo umano. Grosso, naso a patata, grembiule e cappello è il vero antagonista dei due quadrupedi. Instancabili, con lui ci provano sempre con nuove trovate, non si sa mai. In alcune tavole appare una bimba di nome Doozyche ama tutti gli animali dei vicini. |
Guard Dog, il cane da guardia sempre legato alla catena. Madre natura l'ha disegnato tosto, dovrebbe fare paura, recitare il ruolo dell'antagonista cattivo. E invece è una figura un po' tragica e penosa con un cuore dolce e pensieri garbati. Sourpuss è un grosso gatto che detesta tutto. Ha iniziato manifestando l'odio per i lunedì ma poi l'intolleranza è scivolata sul resto della settimana e infine su qualsiasi aspetto del creato. Woofie è un cane dall'affetto bavoso e incontenibile. Tutto per lui è "wuf wuf", amore incondizionato. Mooch e gli altri tentano di difendersi da questi eccessi di sdolcinatezze canine. Shtinky Puddin' (indovinate chi gli ha dato il nome, con riferimento alla puzza dato che è stato trovato nell'immondezza), conosciuto anche come Jules, è un gattino smarrito, afflitto da incertezze abissali. Ha un animo sensibile ed è ossessionato dal problema delle specie in pericolo di estinzione. Ha il compito di mostrare l'ideologia protezionista dell'autore. Shtinky sta spesso con Mr. Noodles, vissuto gattaccio da vicolo, sorta di padrino e mentore per il micetto, nonché rivale in amore di Mooch. |
Gli scoiattoli Bip e Bop, un classico dei cartoni, una coppia di anarchici degli alberi, perfidi bombardieri di noccioline con annesse ciniche riflessioni filosofiche e massime di saggezza sempre a loro favore. Sid è il pesciolino nella tradizionale boccia di vetro. Vive nella casa di Mille e Frank e soffre con triste sarcasmo la sua prigione di vetro. Nei parchi intorno svolazzano e simpatizzano una varietà di uccelli stralunati, canterini e romantici con nomi come Philippe e Phoebe. Poi c'è il mare dove Earl e Mooch trascorrono le estati. Un altro mondo da esplorare dove vive Crabby il simpatico granchio dal brutto caratteraccio (gioco di parole inglese: crab uguale granchio, crabby uguale bisbetico e acido). Crabby sostituisce, secondo i canoni delle comic strip, con un mucchio di "#*%@+" il linguaggio salato da marinaio incazzato dell'angiporto. Imperdibili i dialoghi e contrasti con la moglie Lollipop e con le Mussels Marinara, ineffabili mitili bivalvolari. (a sinistra una tavola ispirata ad un famoso disco dei Procol Harum) |
Mutts è la classica comic strip con più livelli di lettura. Perfetta per le teste semplici dei bambini, ubriacante per i neuroni del più sofisticato intellettuale grazie al magistrale gioco di citazioni e riferimenti. Per chi vuole entrare appieno nello spirito della strip è assolutamente d'obbligo "MUTTS the comic art of Patrick McDonnell", purtroppo non reperibile in italiano. È forse il miglior libro di comic strip e vale la pena cercarlo in originale presso Amazon o altri siti che vendono in rete. Dalle nostre parti le strisce sono state pubblicate, ma ora non più, da Linus e raccolte in alcuni libri dalla defunta Baldini e Castoldi. Ricco di informazioni è muttscomics.com, sito ufficiale molto ben curato. Il miglior modo per seguire questa strip: iscrivendovi potete ricevere gratuitamente ogni giorno sulla vostra casella di posta una nuova striscia. Altre strisce potete trovarle anche sulla pagina Facebook. |
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domenica, settembre 22, 2013
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lunedì, settembre 16, 2013
Paperino nelle comic strip
Le comic strips di Donald Duck sono poco conosciute dalle nostre parti. Al lettore italiano è più familiare il Paperino delle avventure lunghe pubblicato dalle riviste della Disney Italia. Lo stile dell'attuale Paperino discende da quello tratteggiato dal mitico Carl Barks che trasformò profondamente il rissoso e chiassoso personaggio originario facendolo diventare un simbolo della sfortuna dell'uomo comune. Barks è anche il creatore del complesso mondo di Paperopoli e di alcune figure epiche come quella di zio Paperone (Uncle Scrooge). Quello che raccontiamo in questa pagina è invece il Donald Duck di Al Taliaferro, forse il più importante tra i suoi tanti papà. Taliaferro è il primo a disegnare Paperina (Daisy Duck) e le tre pesti Qui, Quo, Qua (Huey, Dewey and Louie). |
Donald apparve la prima volta nel cartoon The Wise Little Hen del 1934 e in una versione a fumetti adattata da quel cartone animato nello stesso anno. La prima striscia nei quotidiani americani fu pubblicata il 2 febbraio del 1938 . Disegnata da Al Taliaferro e sceneggiata da Bob Karp, pubblicata su centinaia di giornali, divenne presto immensamente popolare negli Stati Uniti. Il periodo migliore va dal 1940 al 1950 e segna una tappa fondamentale nello sviluppo del carattere del personaggio. L'ultima striscia giornaliera curata da Al Taliaferro esce nell'ottobre 1968. Il cartoonist scomparve l'anno seguente, il 3 febbraio 1969. |
La comic strip di Donald Duck è qualcosa di unico nel mondo Disney: una libera uscita dagli scenari fiabeschi, fantastici, ottimisti e edulcorati. Il contatto con la realtà dell'America della metà del secolo è quasi brutale. Dalle tavole traspare tutta la durezza e la miseria della vita in una società che ancora non si è ripresa dalla crisi del 1929 e che affronta le rigidità dell'economia di guerra. Paperino è bravissimo nell'arte dell'arrangiarsi, sempre alla ricerca di qualsiasi occupazione anche la più umile, geniale nel riciclare qualsiasi materiale o recuperare un po' di benzina. Con l'arrivo della guerra poi deve prestarsi senza tante metafore alla propaganda antinazista e adattarsi alle tessere di razionamento. Il disegno di Taliaferro è splendido nel rendere l'inquietudine del tempo confusa con la comicità naturale del personaggio. |
Il Paperino delle strisce è essenzialmente un personaggio da gag. Non affronta avventure fantastiche, imprese audaci e misteri quasi insolubili. Vola basso. Ancora non è stata inventata Paperopoli ma si aggira in uno stressante ambiente urbano, sempre alle prese con qualche tombino scoperchiato, gomme bucate, poliziotti severi, martelli e chiodi ribelli. Taliaferro disegna Donald piccolissimo, un nano tra concittadini che sembrano giganti minacciosi al confronto, sempre odiosi e cinici. È lo stesso papero casinista dei vecchi cartoon Disney e quasi ha la stessa dinamica nei movimenti, ma diventa un personaggio sociale. Nervoso, irascibile e suscettibile, persino meschino, dotato insomma di un pessimo caratteraccio che, per la delizia del lettore, lo porta in conflitto perenne con tutto, uomini, cose o animali. Continuamente alla ricerca di scorciatoie per la soluzione dei suoi problemi spesso risolti in modo esilarante. Proletario e un po' pezzente, come mai più lo rivedremo. |
Qui, Quo e Qua Dimenticate i tre saggi, leali e saccenti bambini sempre pronti alle buone azioni. I nipoti di Paperino nelle strisce sono dei piccoli mostri, cattivi, scorretti, furbi, capricciosi. Vanno malissimo a scuola e spesso tra di loro si picchiano. Veri monelli insomma , capaci di qualunque atto per arrivare all'obiettivo. E lo zio non è certo un grande educatore, reagisce alla grande e se ne infischia di essere politicamente corretto: in sintesi, scapaccioni a non finire. Qui, Quo e Qua (Huey, Dewey and Louie) sono però molto affiatati e già parlano completando la frase a turno. Paperina e gli altri personaggi |
Taliaferro ha il merito di aver creato il nucleo iniziale della saga dei paperi. Oltre al pestifero trio di nipoti, a lui dobbiamo l'eterna fidanzata Paperina (Daisy Duck), con un immenso fiocco in testa, leziosa e bisbetica, permalosa e pretenziosa, fissata con i copricapo bizzarri, pessima guidatrice, modello standard della girlfriend per bene nell'immaginario dei maschi americani. Nonna Papera (Grandma Duck), emblema del conservatorismo della campagna, antimoderna, energica nel difendere i valori di un mondo sparito, cominciando dall'alzarsi presto. Infine il cugino Ciccio (Gus), invadente, affamato e indolente. La prima caratterizzazione dei personaggi è opera di Taliaferro: si racconta che per Paperina e Nonna Papera si è ispirato a moglie e suocera. |
Nella comic strips appaiono alcuni animali domestici che non ritroveremo più in seguito, grandi compagnoni del primordiale Paperino. L'invadente e incontenibile Bolivar, un cane S. Bernardo mite e corpulento. Basilio (Basil the Burro) un mulo ostinato come Donald. |
Le strisce di Donald Duck in una versione restaurata sono state ristampate all'interno della rivista Disney Megazine, un allegato a pagamento del quotidiano "La Repubblica". Pubblicato tra il febbraio 1997 e l'agosto 1998, il giornalino ha avuto una vita breve ed è oggetto di culto tra i collezionisti. In precedenza le comic strips avevano trovato spazio in quattro grandi raccolte cartonate: "Paperino mille e 92 strips", "Paperino - 1072 Paperinate in tempi di autarchia", "Paperino - Un triennio di strips D.O.C.", "Paperino - Affari di famiglia".Tutto, purtroppo, materiale di non facile reperibilità. |
Nella sterminata fumettografia disneyana nel Web vi segnaliamo la accurata biografia su toonopedia.com e questa dettagliatissima scheda. Divertente anche il who's who in Paperopoli, una guida completa ai personaggi realizzata da uno studioso scandinavo come parte del sito Duckhunt. |
Etichette: articoli, Disney, Donald Duck, strisce e autori
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