lunedì, luglio 13, 2009
Le strisce di Animals
Arriva una nuova rivista in edicola, un mensile di fumetti: Animals della Coniglio Editore. Ne parliamo perché alla fine contiene una sezione di strip (sezione è una parola grossa: due paginette, due, con otto strisce, otto, due per autore).
Animals ha raccolto presto molti consensi, qualche critica perché tira aria snob e intellettualoide, ma senza dubbio è ben costruita. Luci e ombre, quasi in quantità uguale. Ottima grafica, format abbastanza originale, anche se lo schema base è quello del tradizionale e irraggiungibile Linus. Non solo fumetti, anche articoli di politica, società, riflessioni, spesso ben collegate alle storie disegnate.
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La rivista è figlia del web, come non poteva essere diversamente in quest'epoca. Si possono leggere, ad esempio, alcune parti de Le petit riens, un esperimento web del grande Lewis Throndeim, già visto sul suo blog (le tavole svaniscono lentamente con il tempo). Sbucano su carta alcuni talenti emersi in rete, come Makkox, con qualche problema di riproducibilità (i rotoloni disegnati per Canemucca, pensati per essere srotolati sulla risoluzione minima degli schermi, impaginati, o meglio incollati, nel primo numero facevano un po' pena, come ha riconosciuto lo stesso autore).
La lista di autori è buona, con alcuni nomi di prestigio. Anche se alcuni sembrano disegnare e raccontare con il gomito. Sarà una questione di aspettative ma l'ennesimo racconto di Gipi su una stonata storica di gioventù
e sugli amici strafatti (numero due di Animals) sembra un avanzo di canzone restato fuori dall'album LMVDM, per altro davvero buono. E l'ennesimo racconto solipsistico e autoreferenziale con teste di paperi di Makkox non regge il confronto con tante storie migliori che gli abbiamo visto scrivere e disegnare.
Il pregio di Animals è comunque di non assomigliare a riviste già in edicola o nella storia. Ma qui ci fermiamo, perché quei fumetti non sono la nostra tazza da tè.
Passiamo alla sezione strisce. E qui davvero più ombre cupe.
Collocata alla fine con pochi esemplari di strip, appare come uno spazio persino inferiore a quello che possiamo trovare in certi free press non specializzati nel fumetto o in normali mensili (ad esempio Internazionale). Ma sono soprattutto le scelte che indispongono. C'è dietro l'idea un po' cazzona che " ma sì, facciamo anche uno spazio di strisce, che ci vuole, chiamiamo qualcuno". Ci rassegniamo abbastanza a questa ignoranza, questo è il tempo delle graphic novel e molti editori del mondo del fumetto non sanno alcunché della storia e dei capolavori nelle comic strip, lo considerano un genere minore e ignorano beatamente gli attuali migliori talenti sulla scena. Quel che non si conosce si tiene poco in considerazione. Verrebbe da dire: arridatece Linus, se non fosse che il glorioso e criticatissimo mensile per fortuna esce ancora.
Andiamo ai dettagli. Niente da dire su "La Bambina filosofica" di Vanna Vinci. Ne abbiamo già parlato
molto bene in passato. L'autrice è ormai un pezzo di storia e di orgoglio del fumetto italiano. Magari viene da chiedersi quale impellenza avesse Animals di scoprirla. Magari ignorano che proprio Linus, la rivista da cui forse si vogliono distinguere, ha lanciato la bambina filosofica nel luglio del 2000 in pompa magna (tralasciando le precedenti apparizioni su Mondo Naif che in fondo è il cortile di casa dell'autrice). Niente di male, capita di aprire i rubinetti dell'acqua calda e di stupirsi.
Molto da dire invece sulla serie Suberoi di Tuono Pettinato. Disegno e colorazione insignificanti, balloon riempiti con carattere font a stampa (che roba è? Un Times New Roman?), quasi fossero buttati giù di malavoglia e in fretta, gag e battute nulle. Le strisce non sono proprio la tela da cavalletto per questo autore, gli abbiamo visto mettere giù tavole migliori, genere neopop, su XL e altre riviste. Il buon samaritano suggerirebbe critiche costruttive. Eccone qua una subito e non accusateci di mancata rettitudine: ma davvero non c'è altro di meglio in Italia? Dato che Linus pubblica Pupilla bisognava essere alla pari? Naturalmente rimarrà, come persiste Pupilla da anni, balzello imposto ai lettori per saltare alle pagine successive. "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa" si canta nelle redazioni, le scelte culturali forti si difendono.
Che dire poi di Helpin' Darwin (oddio no, ancora un titolo in inglese, ma farà colpo sulle donne?) di Makkox, alias Marco Dambrosio? Anche questa disegnata e pensata con il gomito, quasi un'attività collaterale (nella pausa caffé?), abbastanza piatta se confrontata ad altre sue strisce migliori apparse sul web e qui nelle pagine di Balloons. La differenza con il caso precedente è che un cavallo di razza come lui se la cava anche quando scarabocchia con gli zoccoli. Sarebbe ormai tempo che Dambrosio riflettesse sugli effetti bulimici dell'iperproduttività, si trovi una zia ricca di consigli per redimersi.
La vera sorpresa arriva da un esordiente, con la deliziosa Ça Pousse di Lorena Canottiere. Tira aria fresca e ruvida. Il segno è davvero bello, quella china e quel monocromatico blu manderanno fuori di testa buongustai come quelli della tribù di Coconino. Molto anomala la scelta narrativa. Il mondo dei bambini è uno dei punti di partenza per tanti autori, si pensi a Schulz o Watterson. Nessuno però ha mai pensato di mettere il microfono all'altezza dei bimbi e registrarne tout court le frasi goffe. Senza alcuna intermediazione e interpretazione, quasi cronaca. Il risultato finale è uno di quei sapori nuovi, crudi e forti che stai a masticare e rimuginare pensoso per capire se ti piaccia o meno. Ça Pousse ci ha incuriosito moltissimo: la cosa migliore in questi casi è fare due chiacchiere con l'autore per capire meglio. Ed è quel che faremo scambiando qualche riflessione in un'intervista a Lorena, con un prossimo post pronto per questo giovedì 16 luglio.
Etichette: articoli, novità editoriali, strisce e autori, Strisce Italiane
La striscia è leggera, semplice, ma molto efficace. E graficamente personale.
Come mai non pubblica qui, in questo blog?
A me non dispiace neanche Tuono Pettinato che se la smettesse di leggere giornalini americani e inglesi, e si applicasse di più alla ricrca di un SUO segno, spimgersi ancora avanti, sarebbero sicuramente americani e inglesi a leggere lui.
Inoltre: Mi permetto: dite a GiPi di non ripercorrere la strada di Pazienza. Lui, GiPi è bravo e personale anche senza bisogno di camminare su vecchie strade già sfruttate da altri!
Comunque la rivista non sembra davvero malaccio.
Mentre l'icona paperesca che all'improvviso scompare e appare Andrea Pazienza, mi ha fatto paura! Ma che cavolo succede?
Un alchimista in redazione avrebbe fatto comodo. Perchè l'avrebbe detto subito. Che il segreto è sempre solo un baleno e appena. Il resto è illusione. Pagine.
SAPRO' PRESTO dove abiti, anche te.
siete tutti sulla lista nera.
;)
apocastasi lo cerco prima, POI mingazzo, poi t'aggiungo in lista, maestro.
ps
quello non è paz, so' io. zut!
Rifuggi da Paz, amalo come un padre ma deciditi a staccarti da lui! Quel tempo è finito.
E metti meno freghi in quei bei disegni, così esci prima la sera e ti fai nuovi amici!
Buona apocastasi notturna a tutti.
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