lunedì, ottobre 27, 2008
Palmiro di Sauro Ciantini
Abbiamo una striscia che porta il numero 002 e dalla legnosità del testo si intuisce.
Nel rivederla mi sono commosso: quella luna da gattapazza... la sintesi estrema raggiunta in quei palazzi e la bellezza rarefatta di quei retini R41.
La fidanzata lontana era ancora molto lontana e il paperello, ancora grezzo e underground, era quel che era: un anatroccolo piccolo brutto e nero.
La serie (che vedrete a partire da questo post) sul disegnare le strisce più in fretta possibile e poi correre subito al mare, o da qualsiasi altra parte lontano dal tavolo da disegno, nasceva da un'autentica situazione di stress da consegna - Comix era ancora a uscita settimanale - alla quale non ero ancora abituato.
Il Palmiro e il segno erano sempre diversi da striscia a striscia ma - a scanso di equivoci - era assolutamente intenzionale! Mi annoiavo a morte immerso in questa serialità settimanale. Spesso arrivavo a ritagliare, e poi appiccicare sopra le strisce, direttamente schizzi fatti al telefono o addirittura schizzi rubati ad altri amici disegnatori (vedi nella prossima i 3 panini volanti!).
Anche la numerazione, una striscia sarà la 4376, era messa assolutamente a casaccio. Questo lo dico nel caso un meteorite mi centrasse tra un minuto e a qualche folle venisse la voglia di ordinarle in ordine crescente.
Etichette: Palmiro
Dopo l'anno scolastico,ritagliammo le strisce e le appiccicammo su dei quaderni.
Ero piccola, ovviamente, ma tra tutte, ricorderò a vita "O Pio Bove, Vomita Altrove".
Val e Mic
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