mercoledì, dicembre 06, 2006
Come nasce una striscia (9)
Bella domanda! E altro che due righe! Mi verrebbe da rispondervi paginate di roba. Ma visto che è giusto essere concisi...
Credo che l'idea sia tutto; e l'idea, spesso, è la chiusura. In questo senso, inevitabilmente, come non accodarsi al grande Schulz? Il resto -aprire, sviluppare- è un po' un lavoro di pinza e martello che precede il fulcro della strip. Personalmente le idee, sia libere che su tema obbligato, mi vengono quando la testa può andarsene per i fatti suoi...tipico è il lungo viaggio in tram o meglio ancora la corsa in vespa per Milano, ma mi è capitato, eccome, di alzarmi dal letto per annotare qualcosa!
L'immagine che mi è sempre sembrata calzante è quella di una sorta di "occhiali virtuali" che ti fanno vedere un certo lato particolare delle situazioni della vita di tutti i giorni e che te le suddividono in quella affascinante sequenza di tre-quattro quadri che è il cuore del nostro disegnare.
Quando l'idea è arrivata inizia un po' di "mestiere" per ricamarci intorno una strip intera. Io disegno un canovaccio su una moleskine -che fa un po' cool che non guasta mai- e poi si va al definitivo: Fabriano A4 tecnico 6, matita 2H, rapidograph 0.5 e 0.8 (usa e getta ovviamente, con quelli "veri" annegavo nell'inchiostro...) e poi Photoshop, con il suo "LetterOMatic" e , qualche volta, Illustrator, fanno il resto.
Tanto per smentire subito la profonda teoria che ho appena esposto, vi invio il "making of" di una strip che va per tutt'altra strada: avevo tutto lo sviluppo e non riuscivo a decidere la conclusione...una consultazione fra amici ha partorito tre finali (frutto di sapienti copia e incolla e leggeri ritocchi, non sia mai che mi rimetto a disegnare). Si può notare che il finale deciso inizialmente nella bozza non ha visto neppure la luce...
Un saluto affettuoso e un grazie per BALLOONS!!
Gab
Etichette: come nasce una striscia, Ludwig
Vero, tanto i giudizi arrivano comunque.
Comunque, una striscia soprattutto si buca quando il messaggio non arriva, o è troppo contorto arrivarci, non dice niente, niente di nuovo, oppure i tempi della sequenza sono sbagliati, quando ti chiedi perchè mai l'ha disegnata, quando il disegno è rozzo (attenzione, non semplice, ci sono strip semplici nel tratto ma bellissime), quando le gaffe dei testi e del disegno sono inconsapevoli.
Banale, no?
Aggiungo, da appassionato del genere, quando una striscia non conosce la storia, quando cioè becca un topos (un luogo comune, un espediente narrativo, una trovata, un concetto, un'idea) sfruttandolo in modo assolutamente identico a una strip precedente.
Pensare di alzarsi la mattina ed essere un gran creativo è un grande atto di presunzione verso il mondo. Così come siamo fatti del 90 per cento e passa di acqua, dovremmo essere fatti del 90 per cento e oltre di letture. Il resto, molto meno, è creatività. Non c'è rischio di farsi influenzare, più leggi e mischi, minore è l'influenza di un singolo autore. Il talento però è anche frutto di sudore, conoscenza, fatica e prove.
A questo punto faccio cento e mi faccio lanciare le pietre. Molto di quello che si vede sul web non ha un briciolo di novità e passa un po' sopravalutato per il boccabuonismo dei lettori. A quel punto uno si chiede: ma perché mai dovrei leggere questa roba, ho tonnellate di classici di una bellezza infinita a cui posso facilmente accedere.
Quando si fanno questi discorsi si rischia un po' di fare affermazioni apocalittiche, il discorso è più sfumato.
Tutta colpa di Cius che ha fatto quella domanda. Ma sono domande da fare? :-)
>quella domanda. Ma sono domande
>da fare? :-)
Come no! Non chiedevo una tua versione personale del "bucare una striscia"! Piuttosto delle regole guida generali.
E poi chi si propone al pubblico deve essere pronto alle critiche e ai giudizi. Non devono spaventare. Se quel giorno hai bucato la striscia o "cannato" la battuta meglio saperlo, prenderne atto e... riderci su!
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